24-09-2012, 02.58.51 | #41 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gurenaiz fissò Clio e sorrise.
“Allora forse” disse l'ufficiale “un po' mi sono davvero avvicinato alla realtà... dunque, non ci resta che raggiungere quei luoghi e scoprire il resto della vostra storia. Del resto, milady, le nostre storie potrebbero non essere poi così diverse... vedete, anche io parto per una missione... una missione particolare, affascinante, avventurosa, pericolosa e spero anche portatrice di fama e gloria...” sorrise nuovamente “... e visto che entrambi sembriamo amare tanto l'avventura ed il romanzesco, direi allora di calarci subito in questa impresa che la sorte sembra volerci affidare... dopotutto cosa c'è di più avventuroso e di, permettetemi, romantico che scortare una bellissima principessa in un viaggio verso terre sconosciute, poste ai confini del mondo?” Prese la mano di lei e la sfiorò con le labbra. “Allora, maestà, il capitano Gurenaiz è pronto a condurvi oltre i confini del mare, alla ricerca della vostra regale isola e forse, chissà, della felicità perduta...” e le fece l'occhiolino “... possiamo salire a bordo... la goletta attende solo noi...” Così, i due giovani, salirono a bordo.
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24-09-2012, 11.02.56 | #42 |
Cittadino di Camelot
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Certo ma mancano i bicchieri continuai a dire o beviamo a canna devo dire che sono molto felice di avervi incntrato dissi rivolgendomi hai 3 amici di avventura
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fabrizio |
24-09-2012, 12.13.59 | #43 |
Cittadino di Camelot
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Annuii alle parole di mia madre..mi ero informata attraverso libri su quelle isole e si narrava di un posto esotico dove l'azzurro del cielo si confondeva con quello del mare cristallino, la sabbia era fine e dorata e il sole ravvivava tutti questi colori e della vegetazione..un luogo del tutto diverso da Camelot.
Udii la voce di mio padre che mi desto' da quel sogno.."Padre voi parlate sempre di affari..diteci, invece, come ci sistemeremo una volta arrivati a Las Baias ".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-09-2012, 17.27.50 | #44 |
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Aggrappata al parapetto della nave, osservai il classico via vai mattutino del porto fluviale. Alzai un poco lo sguardo verso Camelot, la città che pensavo mi sarebbe appartenuta per sempre. Impressi nella mia mente ogni angolo di quel panorama, ogni anfratto, ogni scalino, ogni strana abitudine. Guardai con nuovi occhi quelle scene che vedevo ogni giorno, sapendo che non li avrei più riviste. Anche il vecchio Tom, come tutti giorni fermo davanti al peschereccio ad aspettare le anguille, aveva un'aria diversa quella mattina: improvvisamente sapeva di casa. Ma non era tempo di perdersi in ricordi e fantasticherie, mi girai ad contemplare il fermento della partenza, e la tristezza sparì, veloce come era apparsa. No, niente indugi, era ora di partire. E osservando tutta quella gente così diversa, non potei fare a meno di sorridere. “Caspita, comincia a diventare un'abitudine” dissi divertita tra me e me, ripensando alla conversazione avuta col capitano olandese Gurenaiz, che mi aveva scortata fin sul ponte della goletta.
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24-09-2012, 20.45.49 | #45 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Giunta a Truro, la goletta dei mercanti e del loro equipaggio avvistò subito un maestoso veliero ormeggiato nell'insenatura artificiale tra il porto vero e proprio e l'isoletta di Jutax.
Sull'albero maestro della nave sventolava la bandiera di casa D'Orange e un può più in basso quella con lo stemma della Compagnia delle Flegee Occidentali. Il nome del veliero era “Moeder Recht” e rappresentava in pieno i nuovi valori che la casa D'Orange aveva voluto dare, non senza pretese ed intenti politici, alla cultura dell'impero ed utilizzati spesso come sottili armi di propaganda contro la troppo conservatrice Inghilterra e nei confronti della corona d'Aragona, vista invece come integralista soprattutto dopo il trattamento riservato dai re Cattolici spagnoli agli ebrei e agli arabi di terra ispanica. E proprio Inghilterra e Spagna contendevano agli olandesi il controllo delle rotte verso le ricche Flegee. La nave, con tutti i suoi uomini già pronti a salpare, si lasciava cullare dalle onde quasi con una melanconica tristezza, che i più superstiziosi avevano subito battezzato come segno di cattivo auspicio. Tuttavia la superstizione, anche se si trattava della superstizione di gente di mare, era ignota, o per lo meno combattuta, dallo slancio del nuovo pensiero illuminato che stava attraversando l'ambiziosa società olandese. La goletta attraversò il porto e costeggiò la già citata isoletta di Jutax, un tempo fortificata dai galli contro gli invasori sassoni e oggi invece divenuta cittadella d'accesso al porto. Il Sole del primo meriggio cadeva ancora con calda e vivificante intensità sulle rocce e sulla vegetazione dell'isoletta, rendendo rigoglioso e vivace quello scenario. Grilli e cicale, tra le piante tutt'intorno, facevano avvertire la loro presenza con un variegato e costante brusio, mentre la lieve brezza marina faceva tintinnare come tanti sonagli le foglie degli alberi che circondavano il pendio che dava al bastione fortificato dell'isoletta. Il tufo e il granito, quasi arsi sotto il Sole e consumati dalla millenaria salsedine, parevano emanare infiniti bagliori e scintillii e il via via di marinai e pescatori faceva volare via, come in una ballata, i gabbiani che si posavano sulle murature che davano a picco sul mare. Fatti salire tutti sulla Moeder Recht, l'equipaggio si mise in attesa del comandante della nave. Poco dopo, davanti a tutti, apparve un uomo dal viso bonario ma vigile, abbigliato senza badare troppo all'apparire, con un'espressione di vivo entusiasmo e dai modi forzatamente ostentati, come se volesse a tutti i costi imitare le pose e l'incedere di un gentiluomo. “Do a tutti voi il mio benvenuto sulla Moeder Recht, amici ed amiche.” Disse sorridendo. “Sono De Chur e sono il comandante di questa nave, nonché membro della Compagnia delle Flegee Occidentali. Voglio subito porvi il ringraziamento mio e della Compagnia per aver accettato con entusiasmo questa straordinaria possibilità che gli eventi e la storia ci stanno ponendo. Oggi partirete per un mondo nuovo, ricco e pronto ad accogliere voi e i vostri sogni. Il domani, il futuro e ogni possibilità per un mondo migliore si trovano oltre l'oceano, nelle paradisiache coste delle Flegge. Grazie a tutti voi e buon viaggio!” Tutti gli uomini raggiunsero i propri posti di manovra, l'ancora fu issata e le vele sciolte al vento. Un colpo di mortaio salutò la partenza della Moeder Recht che prese il mare, lasciando la Cornovaglia e le coste Britanniche. Sul ponte, intanto, Altea era insieme ai suoi familiari. “A Las Baias” fece il padre della ragazza “prenderemo alloggio in una lussuosa villa proprio sul litorale... saremo ospiti di sua eccellenza il governatore e potremo frequentare il suo palazzo e le persone più importanti di quei luoghi. Come vedete” aggiunse con soddisfazione “ho pensato a tutto, pur di rendere speciale il nostro soggiorno laggiù.” Dall'altra parte del ponte, Clio aveva osservato le coste Britanniche in balia di pensieri, ricordi e forse di una sottile tristezza mista a malinconia. Tristezza e malinconia che però svanirono subito alla partenza del veliero. “Eh, lo so lo so...” disse all'improvviso una voce alle sue spalle “... come gentiluomo ho avuto gravi mancanze, visto che ho lasciato da sola sul ponte una futura principessa di un regno tropicale...” sorridendo Gurenaiz “... ma forse ho qualche scusante, sapete? Infatti un veliero di questa portata ha sempre bisogno del lavoro di tutti i suoi ufficiali quando lascia un porto e prende il mare. Io poi qui sono l'unico militare, mentre tutti gli altri marinai sono stipendiati dalla Compagnia delle Flegee Occidentali. Ma questo riguarda quella mia missione di cui vi accennavo prima... ora però devo tornare al mio posto di manovra... sono di turno fino a stasera, poi sarò libero... se volete, possiamo chiacchierare un po' qui sul ponte, tra le onde e le stelle... le sere sul mare hanno un fascino speciale...” sorrise nuovamente “... ora devo andare... a dopo, se vi va...” e dopo un lieve inchino corse via. Nello stesso momento, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fydan stavano festeggiando la partenza con del rum. “Allora dobbiamo bere dalla bottiglia!” Esclamò Rynos. “Forza, un vero marinaio si vede anche da come regge il rum!” E quel brindisi salutò le coste Britanniche, mentre il veliero, quasi sulla scia del Sole morente, seguiva la rotta verso un nuovo mondo.
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24-09-2012, 20.48.25 | #46 |
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Che bello dissi chissà cosa ci aspetta nella nuova terra spero solo che ci accolgano bene sapete in certi luoghi non accettano gente che non sia di quella terra continuai a dire mentre guardavo al orizzonte
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fabrizio |
24-09-2012, 20.53.20 | #47 |
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Ero appena giunta al porto di Jutax, dopo un lungo viaggio dalla Danimarca con l'intento di giungere a Camelot, luogo di pace narratomi da stranieri incontrati nei mie viaggi al Nord.
Lungo il pontile, camminando distrattamente, udii pronunciare da un marinaio il nome della mia Terra Promessa e decisi così di avvicinarmi alla nave in cui l'uomo stava lavorando. Purtroppo la mia ancora scarsa conoscenza della lingua dei Britannici mi giocò uno scherzo: convinta di imbarcarmi verso Camelot, salii su una nave i cui passeggeri provenivano da Camelot!
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24-09-2012, 22.13.38 | #48 |
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Arrivammo finalmente sul veliero, era di bella fattura ma vi aleggiava una atmosfera pesante, scossi il capo...forse era solo una mia sensazione per il fatto di lasciare la mia Terra.
Udii le parole di mio padre.."Davvero? Ma è meraviglioso...di fronte al mare, cosi potrò vedere l'alba e il tramonto su quelle acque cristalline". Non dissi nulla a mio padre, ero entusiasta da un lato ma dall'altra volevo avere una casa mia ed essere indipendente. Notai il volto di mia madre soddisfatto, forse per il solo fatto di poter continuare la sua alta vita sociale che era tutto per lei e che ambiva pure io frequentassi per prendere marito...e che trovavo tremendamente noiosa.
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25-09-2012, 00.40.51 | #49 |
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Guardai Guerenaiz allontanarsi sul ponte, e mescolarsi al resto dell'equipaggio. Stavo per dire "Vi attenderò, stasera.." ma poi pensai che non mi avrebbe udito in mezzo a tutto quel frastuono. Così non dissi nulla, mi limitai a voltarmi nuovamente verso il mare ad osservare la costa, sempre più lontana e indefinita, certa che giunta la sera lui mi avrebbe attesa e che forse, il non sapere se c'ero o meno avrebbe aggiunto un'aura di mistero. Mistero. Risi tra me a quella parola: come se avessi avuto altri impegni importanti a cui non potevo mancare, pensai con una smorfia. Restai ferma per un secondo, tentando di sentire il rumore delle onde tra il vociare di ciurma e passeggeri. No, la verità era che cominciava ad incuriosirmi la storia di quell'ufficiale. E poi, con quel suo strano modo di fare, riusciva a mettermi sempre di buon umore, pensai, e mi scappò una risata, che soffocai con veloce gesto della mano.
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25-09-2012, 03.08.05 | #50 |
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La Moeder Recht scivolava docile sulle leggere onde del mare, sospinta dagli Alisei favorevoli ed accompagnata dagli ultimi riverberi del giorno morente.
E al tramonto, magico ed incantato come sempre si può ammirare sul mare, seguì il silenzioso crepuscolo, sempre misterioso ed impenetrabile, e poi la sera, chiara di stelle e muta nel suo scorrere infinito su quelle acque. Alcuni musici tennero di buon umore i passeggeri e l'equipaggio offrì a tutti una deliziosa cena, accompagnata da vino francese e liquori delle Fiandre. La tiepida sera spinse molti dei passeggeri a restare poi sul ponte, tra il lieve eco del vento e il dolce mormorio delle onde. Una variegata e vivace umanità si era imbarcata sul veliero, cullando il sogno di una nuova vita in un mondo che appariva a tutti tanto lontano, quanto idealizzato. E fra i diversi volti, sul ponte apparve anche quello di Cheyenne, una ragazza straniera, che sembrava celare nei suoi occhi e nei suoi modi qualcosa di insolito, di misterioso, quasi indefinito. “Fissate il mare” disse all'improvviso qualcuno avvicinandosi a lei “con la stessa malinconia del naufrago... una vecchia leggenda udita in non so più quale porto parlava di una ragazza che, disperata per la morte dell'amato, gettatasi in acqua divenne una sirena...” era un vecchio marinaio, dall'incolta barba bianca e impregnato dell'odore delle erbe che masticava continuamente “... siete straniera, vero?” Chiese a Cheyenne. “In fondo, quando si naviga, lo siamo tutti... il mare è la terra di tutti e di nessuno... è tanto vasto da perdersi, eppure gli stolti uomini di potere ambiscono ancora a dominarne gli sterminati confini...” sorrise “... cosa cercate nel vostro voler fissare il mare? Forse di vedere la sagoma del nuovo mondo nel pallore della Luna? O nei riflessi che essa lascia sulle acque? Io conosco le Flegee... si, le conosco forse come pochi altri... un Paradiso in terra... si, vero... ma anche in paradiso può apparire un demonio, come quello che tentò Adamo ed Eva...” Le parole del vecchio marinaio a Cheyenne avevano attirato anche altri passeggeri, come Altea e la sua balia. Era stata proprio questa a far segno ad Altea di avvicinarsi al vecchio, incuriosita dalle sue parole. “Scusatemi...” fece la balia “... scusatemi se ho inavvertitamente udito i vostri discorsi... parlavate di demoni in quelle terre paradisiache... quali demoni?” “Vedete...” mormorò il vecchio marinaio “... anche le splendide Flegee, come tutte le cose di questo mondo, hanno un flagello... i pirati...” fissò tutti coloro che lo stavano ascoltando “... si, i pirati... vi siete mai imbattuti nei pirati? No, ovvio di no... altrimenti, se così fosse, non stareste qui ora... ebbene, si tratta di predoni ferocissimi, animati dai demoni dell'avidità, dell'odio e della violenza... avvistare una nave corsara equivale ad una condanna a morte... un veliero come questo” indicando la nave su cui viaggiavano “non potrebbe mai stare al passo di un vascello pirata... in breve il raggio dei suoi mortai ci avrebbe sotto tiro... e una volta raggiunti, l'arrembaggio segnerebbe la nostra sorte... gli uomini verrebbero massacrati, mentre le donne e i bambini venduti come schiavi... esistono molti pirati nel Mar delle Flegee... tanti quanti sono i pesci di tutti gli oceani... eppure vi è un nome che è sinonimo di morte... un pirata malvagio come un demonio, inesorabile come la peste e violento quanto un uragano... un essere diabolico, la cui anima è già da tempo promessa agli inferi... il suo nome è...” “Basta con le tue stupide storie, Robbios!” All'improvviso una voce. “Smettila di spaventare i passeggeri con i tuoi folcloristici racconti!” “Capitano De Chur, sapete che non sono storie...” tentò di dire il vecchio marinaio. “Sei pagato per occuparti della stiva!” Lo interruppe il capitano. “Ora va e accertati che l'umidità non abbia reso scivolose le cime, o qualche marinaio stanotte potrebbe cadere. Vai...” Il vecchio annuì e si allontanò. “Perdonatelo, signori...” disse De Chur ai passeggeri “... i vecchi marinai amano il folclore del mare e questo li spinge a raccontare leggende fantasiose... non badateci e godetevi questo meraviglioso viaggio.” Alle parole di Robbios avevano prestato ascolto anche Rynos, Cavaliere25, Emas e Fydan. “Pirati...” mormorò Rynos “... bah, bazzecole... nessuno oserà attaccare una nave come questa!” Intanto, poco distante, Clio fissava l'orizzonte sterminato e vari pensieri attraversavano la sua mente. “Strano...” mormorò ad un tratto una voce alle sue spalle “... eppure l'Astrolabio di bordo funziona correttamente...” era Gurenaiz e si avvicinò di qualche passo alla ragazza “... la Stella del Nord” fissando il cielo “dovrebbe trovarsi dall'altra parte” indicando il firmamento “e invece la vedo qui, proprio davanti a me...” sorrise e salutò Clio con un lieve cenno del capo “... il mio turno è terminato e come promesso eccomi qui con voi. In verità, ad essere sincero, avrei dovuto completare alcune mansioni, ma mi sono detto che un timoniere sufficientemente esperto ed un mozzo appena sveglio sicuramente avrebbero svolto senza noie quelle manovre...” fece l'occhiolino alla ragazza “... allora ditemi, mia esotica principessa, cosa facevate di bello? Posso ardire di credere che forse pensavate ad un certo affascinante ufficiale di mia conoscenza? Ufficiale investito dal Fato al ruolo di vostro campione e accompagnatore?” Sorrise e mostrò alla ragazza una conchiglia. “Questa era attaccata all'ancora... sapete? Si dice che sia di buon auspicio trovare una conchiglia prima di partire... provate ad ascoltare la voce del mare...” porgendola a Clio “... chissà che non vi sussurri qualcosa di magico...”
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