01-10-2011, 02.07.59 | #491 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La carrozza di lord Carrinton lasciò la dimora di lady Sophia.
“Lady Sophia” disse il nobile ad Altea durante il tragitto “è una dama dai pregiudizi molto radicati… e, detto tra noi, credo che soffra di gelosia nei vostri confronti, milady…” sorrise “… del resto la cosa non dovrebbe destare stupore… siete molto bella ed il vostro portamento è quasi principesco…” La carrozza attraversava lentamente la verdeggiante campagna, mentre un piacevole e fresco vento rendeva l’aria asciutta e limpida. Poco dopo la carrozza giunse finalmente a Carrinton Hall, la residenza di caccia di lord Carrinton. Il cancello d’ingresso si aprì e la carrozza attraversò il lungo viale ingentilito da alberi e cespugli fioriti. Ad attendere il loro signore stavano davanti all’ingresso tutti i servitori: Jones il fattore, Roowey lo stalliere e la vecchia governante Angry. Subito i due uomini andarono incontro al loro padrone, inchinandosi e rendendogli omaggio. La vecchia Anfry, invece, restò quasi indifferente. “Non mi tratterrò.” Fece Carrinton ai suoi servi. “Da oggi qui dimorerà lady Altea e voi le sarete devoti come fosse la vostra padrona.” Fissò poi la vecchia governante. “Tu ti occuperai di ogni suo bisogno personale.” Guardò poi il suo stalliere. “Recati subito al palazzo di lady Sophia” ordinò “per ritirare i bagagli di lady Altea.” Si rivolse poi ad Altea. “Ora devo andare, milady…” sorridendo e cambiando tono di voce. Da autoritario e sprezzante, divenne dolce e gentile. “Devo sistemare alcuni affari. Vi prego, comportatevi come a casa vostra… questa dimora ed i miei servitori sono a vostra disposizione… ora vi lascerò riposare… Angry penserà ad ogni vostro bisogno… domani passerò a prendervi per condurvi in un luogo… ora vi saluto, mia signora…” e le baciò delicatamente la mano. “Prego, milady…” disse la vecchia Angry ad Altea appena Carrinton andò via “… seguitemi. Vi mostrerò il palazzo e i vostri alloggi…”
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01-10-2011, 02.10.17 | #492 |
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Mi mordicchiai le labbra dubbiosamente, mentre cercavo di decifrare i suoi pensieri.
"Oh, ma cosa pensavo di fare? Non c'è soluzione... e forse nemmeno tutta la tua abilità può salvare Giselle... forse sono venuta qui solo per guardarmi indietro, perchè ho paura di andare avanti." Sospirai. "Gli uomini di Magnus sono qui. Li guida Missan... sia maledetto quell'uomo e con lui tutti i suoi compagni! Stanno cercando di espropriare le terre di mia madre, ma secondo le leggi inglesi quel feudo mi appartiene... ma quello che stanno cercando in realtà non è l'eredità dei Du Blois, ma il Giglio Verde... hanno rapito Giselle e la uccideranno se non li aiuterò a scovare quell'uomo!" Mi sedetti. "E' un'impresa impossibile e non escludo che uccideranno comunque la povera Giselle e mi riporteranno a Magnus con la forza." Lo guardai e non riuscii più a tratteneremi: "Perchè non vieni con me? Conoscerai certamente il feudo di Trafford Bridge, ci sarai stato con mio padre... e sai che lì c'è un porto da cui partono i mercantili... ti troveresti bene e..." deglutii "mi sentirei meglio con te al mio fianco..." abbassai gli occhi sulle venature del legno.
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01-10-2011, 02.31.00 | #493 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tyler ascoltò ogni parola ed avvertì quasi ogni emozione di Melisendra.
“Una volta, quando ero ancora ad Animos…” sorridendo amaramente “… ma dovrei dire Magnus… ascoltai uno dei tanti comizi in piazza… era uno studente che parlava al popolo… disse molte cose, ma io ne ricordo solo una… da oggi le cose cambieranno, i vostri padroni saranno costretti a trattarvi come loro pari... e sapete perché? Perché hanno paura...” cercò gli occhi di lei con i suoi “… e forse quello studente fanatico aveva ragione… anche tu oggi hai paura… non ti ho mai visto temere nulla… né un cavallo selvaggio da domare, né un richiamo di tua madre e neppure l’autorità di tuo padre… ma le cose cambiano, immagino…” di nuovo quel sorriso amaro “… poco fa hai sospirato... ricordi? Mi dicevi che odiavi quelle dame di corte, svampite, con gli occhi languidi e i capelli incipriati… sospirano perché non hanno nulla di intelligente da dire... dicevi sempre…” finì la sua coppa di vino “… vuoi che venga con te a Trafford Bridge… e in che veste? Il tuo stalliere? Il tuo valletto? O forse come la tua guardia del corpo? Immagino che per te non sarò mai più di un rozzo ed ignorante servitore, vero?”
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01-10-2011, 03.00.35 | #494 |
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Lo guardai negli occhi, turbata dalle sue parole.
"Sai che non è così... quello che è successo... Tu vali al di là di quello che possono vedere gli altri, per questo voglio che tu mi sia di nuovo accanto." Le luci delle candele facevano danzare luci e ombre intorno a noi. "Comunque hai ragione... le cose cambiano... e io non so nulla di Trafford Bridge e di come amministrarlo, tu invece eri sempre accanto a papà... conoscerai di certo le persone che abitano il feudo e non avranno difficoltà a fidarsi di te..." lo guardai un po' di sbieco, non ero sicura che avrei trovato le parole giuste per dirlo e temevo la sua reazione. "Te lo chiedo perchè non intendo lasciare che un estraneo si occupi degli affari di famiglia a causa della mia ignoranza in merito... risposarmi è quanto di più distante ci sia dai miei pensieri."
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01-10-2011, 03.31.14 | #495 |
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Le candele sembravano davvero voler animare le loro ombre.
Nella locanda gente di tutti i tipi entrava ed usciva, ma in realtà non c’era nessuno accanto a loro. E’ una strana sensazione quando sia ha la possibilità di rivivere il passato. Allora qualcosa di indecifrabile sembra riscaldare il cuore. “Come hai fatto a domare quel cavallo?” Chiese incredula Melisendra. “Nessuno degli uomini di mio padre ci era riuscito! Anzi, lui aveva deciso di farlo abbattere. Poi tu...” Tyler fissava i suoi occhi mentre parlava. Una luce intensissima li attraversava. “Con gli animali si dovrebbe parlare...” disse lui “... loro sanno comprendere... e questa serve raramente…” buttando a terra il frustino “... e poi gli animali sono fedelissimi, non tradiscono mai… i cavalieri dei romanzi, per esempio, sono sempre accompagnati da due cose... una spada fatata ed un cavallo fedele.” “E tu cosa ne sai di queste cose?” Ironica Melisendra. “Non ti ho mai visto leggere un libro.” Tyler mutò di colpo espressione. “Scusami, non volevo dire che...” “E’ vero...” la interruppe lui “... non so né leggere, né scrivere... ma so guardare ed ascoltare...” fissandola e sorridendo “... da piccolo mi nascondevo sotto le panche durante qualche spettacolo teatrale... ed allora potevo entrare in un mondo magico... la corte di Carlo Magno e dei suoi Paladini, o quella di re Artù e dei suoi invincibili cavalieri... una volta restai incantato... ero piccolo, ma ricordo quella sera come se fosse ieri... un attore impersonava un formidabile spadaccino... tanto temuto, quanto malinconico... la sua spada raccoglieva consensi, ma il suo cuore solo dolore... non riuscii a distogliere lo sguardo da quell’attore per tutto lo spettacolo... Tafferuille, si chiamava quello spadaccino... e fu in quel momento che giurai a me stesso di voler diventare abile con la spada... la spada mi avrebbe difeso dai dolori del cuore...” “Allora, monsieur spadaccino…” avvicinandosi Melisendra “... io come dama indifesa potrò contare sulla vostra infallibile spada?” “Tu non sei indifesa...” sussurrò lui “... no, tu sei forte e nulla potrà mai spezzarti...” “Credi?” Fissandolo lei, mentre il vento aveva cominciato ad accarezzare i suoi capelli rossi. “C’è sempre qualcosa, nella vita di ognuno, che può far paura... promettimi che mi proteggerai...” “Lo prometto…” ed il sibilo del vento accompagnò quelle sue parole. “Verrò con te a Trafford Bridge.” Disse Tyler a Melisendra. “Sono in debito con tuo padre... e solo così potrò ricambiare ciò che lui fece per me.”
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01-10-2011, 04.47.44 | #496 |
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C'erano un sacco di ricordi che si sovrapponevano e mi confondevano. Per un attimo ne fui sopraffatta.
Aveva ragione quando diceva che in passato lo avevo disprezzato. Non faceva parte del mio mondo, eppure era riuscito ad avere l'affetto incondizionato di mio padre, sempre orgoglioso delle sue imprese. Più crescevamo e più eravamo diffidenti l'uno verso l'altro. Fino a quel giorno, quando era cambiato tutto. Ero seduta sotto un salice, vicino a un laghetto e osservavo le foglie dell'albero sfiorare l'acqua. Ero triste e nascosta tra quelle fronde speravo di poter dare sfogo ai miei crucci. Avevo programmato accuratamente la mia fuga ed eluso la sorveglianza di Giselle, quella delle dame di mia madre e delle guardie. Mi ero infilata nel passaggio segreto della biblioteca, che papà credeva che ancora ignorassi, ed ero corsa via. Quel luogo, celato dagli alberi, era il mio rifugio. Decisi che ne avevo abbastanza dell'etichetta e delle costrizioni a cui noi dame eravamo sottoposte. Iniziai a slacciare i lacci del corpetto e a litigare con tutti quegli indumenti. Avevo bisogno di togliermeli o sarei soffocata. Dopo molto brigare riuscii a sfilarmeli e mi gettai nelle acque del laghetto. Rimasi a galleggiare in quelle acque e a osservare le cime degli alberi ondeggiare sotto la brezza. Il silenzio fu interrotto dal nitrito di un cavallo. Mi acquattai dietro alcune canne e cercai di aprirmi una visuale. Repressi un gridolino di rabbia. Che ci faceva lì? Quel posto era mio! Non avevo intenzione di condividerlo con nessuno. Che diavolo stava combinando? Lo guardai sguazzare nell'acqua. No, non mi stava cercando. Arretrai, smuovendo le canne e iniziai a nuotare verso la mia riva. Una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. "Ehi! Chi c'è lì?" Nuotai il più velocemente possibile e mi nascosi tra le canne e le felci della riva. "Chi sei? Esci fuori!" Poi sentii il fruscio di una spada estratta dal fodero e il rumore di fendenti e canne che cadevano sotto di essi. "Ma sei impazzito?!" gridai, uscendo dal mio nascondiglio. "Metti subito via quell'arnese!" Feci capolino dalla vegetazione, furibonda e sgocciolante. "Cosa stavi cercando di fare? Di spiarmi, forse?!" lo assalii. Ero impresentabile. La sottile sottoveste di mussola candida mi aderiva al corpo e i miei capelli sgocciolavano acqua dappertutto, ma non aveva importanza. "Spiarti?" Domandò incredulo. "Io? Tu, piuttosto! Che ci fai qui? E perchè non sei con la tua balia!" "Balia?! Non ho bisogno di nessuna balia! Ed esigo che tu te ne vada!", in piedi, sulla riva, ci fronteggiavamo. "Hai ragione, non hai bisogno della balia... ma di un domatore! Evidentemente Giselle dovrebbe imparare a schioccare la frusta!" mi prese in giro. "Eeeh!!" Ero sorpresa da tanta impudenza. "Come osi? Sparisci subito di qui! Vai a sgrufolare nella foresta! O magari torna da mio padre... vedrai che non ti negherà una bella manciata di ghiande! E ora lasciami nuotare!" gli voltai le spalle. "Se è questo che vuoi... ti accontento subito!" Non feci in tempo a sentirgli concludere la frase che mi trovai sott'acqua. Mi aveva spinta. Ero scioccata. Intanto fuori dall'acqua Tyler chiamava il mio nome. "Melisendra?" iniziava a preoccuparsi. "Dai! Basta... esci fuori!" la sua voce si fece esitante, mentre si chinava dalla riva per scrutare tra le acque del lago. "Melisendra!" Vendicativa, emersi rapidamente dall'acqua e gli gettai le braccia al collo, quindi lo trascinai con me. Tutto finì con un grido di sorpresa e molti schiamazzi. Quando riemergemmo gli stringevo ancora le braccia intorno al collo e lui mi stava abbracciando. Stranamente non sentii l'impulso di sciogliermi da quell'abbraccio. Lo guardai in silenzio. CI conoscevamo da tempo, ma quel giorno ci vedemmo per la prima volta. "Sono contenta di potermi ancora fidare di te..." Mi alzai. "Domattina partiremo per la residenza di Lord Tudor, dove al momento sono ospite... e poi..." un sorriso mi illuminò gli occhi "sono ansiosa di visitare le terre di mia madre... sarà un nuovo inizio." Mi avvicinai a lui. "Ma abbiamo un altro compito delicato e importante... Giselle. Devo trovare un modo per indurli a liberarla... e trovare il Giglio verde è un'impresa talmente ardua..." sospirai nuovamente. Dovevo elaborare un piano.
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01-10-2011, 04.52.25 | #497 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Raos fissò prima Cavaliere25, poi il misterioso chierico che si era presentato a Palazzo.
“Posso sapere il vostro nome?” Chiese al chierico. “Certamente… sono il Presbitero Tommaso…” con un gradevole ma vistoso accento straniero il chierico. “Siete forestiero… forse greco?” “No, Armeno.” Rispose Tommaso. “Ho esercitato il mio ministero prima a Tessalonica, poi a Costantinopoli… e fui fortunato a viverci poco prima della sua caduta sotto le armi turche.” “A Tesallonica, dunque in Grecia.” Fissandolo Raos. “Avevo visto giusto nel riconoscere nel vostro accento una cadenza greca.” “Si, siete un accorto ascoltatore.” Sorridendo Tommaso. “E posso chiedervi il motivo della vostra visita?” “Dovrei vedere l’ambasciatore Missan.” “Perdonatemi, ma l’ambasciatore non riceve i religiosi.” “Non preoccupatevi, annunciatemi pure.” Disse il chierico. “Sono qui per svolgere il mio lavoro e non per occuparmi di politica. E, da quanto leggo, i lavoratori a Magnus rappresentano, oggi, lo zoccolo duro della popolazione.” Raos lo fissò con occhi indagatori per alcuni istanti. “Accompagna monsignore dall’ambasciatore, ragazzo.” Ordinò poi a Cavaliere25. “Lo troverai nel suo studio. Dopo potrai andare in cucina per bere e mangiare.” "Vi ringrazio, signore." Sorridendo il Presbitero Tommaso e portando al petto una mano, sulla quale sfoggiava un prezioso anello, in segno di gratitudine.
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01-10-2011, 05.18.22 | #498 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Beh, bisognerà vedere il tuo lord Tudor con che faccia mi riceverà nel suo palazzo…” disse Tyler a Melisendra “… magari lui immagina che tu sia andata a cercare un cavaliere dagli abiti sfarzosi e dai modi raffinati… un momento…” fissandola “… hai detto domattina? E dove hai intenzione di passare la notte? Qui?” Rise. “No, non ci credo! Una dama capricciosa e viziata come te non riuscirebbe a chiudere occhio in un posto come questo!”
In quel momento qualcuno si avvicinò ai due. “Milady, tutto bene?” Chiese Hagus. “Vi occorre qualcosa?” Ormai si era fatto tardi e solo facce poco raccomandabili affollavano ancora la locanda. “Forse questo luogo comincia a non essere più tanto adatto ad una dama del vostro rango.” Continuò Hagus. “Come volevasi dimostrare…” mormorò sarcastico Tyler, per poi cominciare a fischiettare.
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01-10-2011, 05.34.11 | #499 |
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"Questa locanda andrà benissimo, d'altronde non possiamo pensare di viaggiare di notte... il palazzo è lontano." Mi guardai attorno e non mi feci intimorire dalla variegata umanità che riempiva quella sala.
"Lord Tudor è una persona gentile e ti accoglierà in quanto uomo di fiducia di mio padre, sono certa che non ci saranno inutili complicazioni." Feci un cenno a una cameriera e le chiesi di preparare una camera per me e una per Sir Hagus, poi mi voltai verso Tyler. "Hai sempre confuso la testardaggine per capricci... e comunque... negli ultimi mesi ho visto luoghi più spaventosi di questo. Perfino il castello di Beauchamps era diventato un incubo."
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01-10-2011, 11.17.35 | #500 |
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Venite con me dissi Guardando quel uomo vi conducerò dal nostro signore e mi avviai verso lo studio mentre lo guardavo interessato gli dissi io sono cavaliere25 sono agli ordini di Missan e continuai a camminare aspettando che mi rispondesse qualcosa
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