27-04-2011, 02.22.33 | #501 |
Cittadino di Camelot
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Mi sentii travolta.
Indubbiamente quelle ciance e quella spensieratezza mi colsero di sorpresa, poichè meditavo gravi pensieri. Non mi resi nemmeno conto del come e del perchè... un inchino, un sorriso e mi trovai sotto il braccio del giovane lord. La colazione sublime ci accolse in un salottino. Ero a dir poco affamata dall'impresa precedente. Forzare lo stato di veglia di qualcuno era al di sopra delle mie capacità. Addentai il bianco pane che mi servirono con delle pesche succose e cercai di non pensare agli avvenimenti della notte trascorsa. Mi diedi mentalmente della sciocca e decisi di non pensarci più. Mi pulii dalle briciole e assaporai un esotico tè. Nello spazzolarmi il grembo feci più attenzione al vestito che indossavo. Mi vennero i brividi. Quel colore non era un colore qualunque. Rosso cupo. Rosso sangue. Quella particolare tonalità di colore, mi era stato insegnato, era il preferito da quelle come me... uno scherzo di Gouf o una casualità? Mi adombrai e appoggiai la tazza. Poi mi ripresi e lanciai un'occhiata a Nyclos. "Non mi nascondo da voi, milord..."sorrisi, "ieri il cavaliere Gouf mi ha mostrato il suo senso di ospitalità..." ero ironica "e di ospitalità ne ha un'accezione davvero singolare, poichè mi sono trovata spettatrice dell'incursione in un villaggio..." bevvi un sorso del mio tè "non sono una donna da battaglia... a meno che non sia io a sceglierne il campo..." ridacchiai. Se quello che avevo sentito attraverso la porta poteva dirsi attendibile, avrei fatto bene a tenere d'occhio Gouf e a carpire la simpatia del giovane lord. A quanto pare giovane, irruento e volubile. In altre circostanze mi sarebbe stato simpatico.
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27-04-2011, 02.29.42 | #502 |
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Talia sembrava decisa ed il suo tono non dava molta scelta.
Ad un tratto, senza dire nulla, il menestrello salutò con un inchino ed andò via. La vecchia e suo figlio invece, a quelle domande di Talia, si scambiarono uno sguardo carico d’angoscia. “Non date troppa importanza a ciò che si dice, milady…” disse l’uomo sforzandosi di sorridere “… qui, lontano dal palazzo, dominano l’ignoranza e la superstizione… sin da piccoli ci hanno raccontato storie di spettri, streghe e antichi malefici… e crescendo, quando la povertà e la miseria flagellano la vita, spesso si finisce per dare a quelle antiche credenze la colpa dei nostri drammi… non occupatevi più di queste cose e tornate al palazzo, mia signora… questo luogo non fa per voi…”
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27-04-2011, 02.44.36 | #503 |
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“Sir Gouf è un uomo d’arme.” Disse Nyclos sorridendo a Melisendra. “Credo che per tutta la sua vita non si sia occupato altro che di battaglie e guerre. Una vita alquanto monotona, non credete, milady? Forse neanche possiamo chiamarla vita…” mormorò accarezzandole la spalla. “Molto bello questo vestito… avete buon gusto… “
Fissò poi la deliziosa colazione ed aggiunse: “Appena finito qui, voglio condurvi nella brughiera per una passeggiata a cavallo.” E le sorrise.
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27-04-2011, 02.59.27 | #504 |
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Guisgard fissò incuriosito quella monaca.
Poi, sorridendo, disse a Llamrei: “Sorella, mi spiace ma non sono di Capomazda… sono giunto da poco e non conosco nulla di queste terre… maledizione?” Facendosi pensieroso. “Non ne sapevo nulla… però devo dire che trovo la cosa curiosa… una donna di Chiesa che crede a queste cose! Il Mio maestro soleva ripetermi che bisogna occuparsi dei vivi, anziché dei morti. E se posso, mi farebbero comodo un po’ di preghiere… io sono un peccatore, voi invece una pia donna… posso affidarvi la mia anima?” E rise di gusto.
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27-04-2011, 03.14.50 | #505 |
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Non ero certa di fare la cosa giusta: allontanarmi dal palazzo e non avere la possibilità di cogliere indiscrezioni nei corridoi... tuttavia una breve pausa dagli intrighi mi attraeva. Mi appariva rigenerante perfino l'idea di stare lontana da Gouf per qualche ora, dopo quell'orribile sogno.
L'idea di cavalcare un cavallo che non fosse Pandemonio, invece, mi rattristò. Chissà dove si trovava ormai. Lanciai a Nyclos un sorriso complice e risposi: "Con piacere, milord!" Fuori dalla finestra si estendeva quella singolare e selvaggia brughiera, illuminata da un cielo che sembrava di cristallo. La giornata si preannunciava ventosa. Mi avvolsi nel mantello.
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27-04-2011, 03.41.15 | #506 |
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La mano di Dafne bagnava Pasuan con quel panno intriso d’acqua, mentre il cavaliere restava immobile a fissarla.
“Come… com’era tuo marito? Era un bell’uomo? Ma che sciocco…” disse chinando il capo “… una ragazza bella come te non poteva certo sposare un uomo brutto…” Sospirò, mentre lei continuava a medicarlo. “Forse dovrei andare via…” mormorò “… se lui… si, insomma, se non fosse morto ti avrebbe difesa lui… forse questo non è il mio posto…” All’improvviso le prese la mano, facendo cadere sul letto il panno bagnato. La fissò per un interminabile istante, nel quale avrebbe voluto dirle tante cose. Forse troppe. “Scusami…” lasciandole la mano “… forse è meglio che vada via davvero…”
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27-04-2011, 04.08.01 | #507 |
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Il vento.
Soffiava implacabile sulla brughiera, come a voler rendere sterile non solo la terra, ma anche i cuori. Nyclos e Melisendra galoppavano in quel territorio chiazzato da folte macchie di verdeggiante ardore e picchi di rocce, aguzze e levigate, che sembravano attendere la caduta dell’inquieto cielo per trafiggerlo. Qua e la sorgevano antiche rovine, forse primitive fortezze e opere murarie di qualche antica e dimenticata popolazione. Il paesaggio, sotto quel cielo fissato nel suo argento incantato, appariva muto e angosciante, dove solo il vento sembrava portare l’eco di voci lontane, disperate e maledette. Melisendra quasi avvertiva quelle voci. Un lungo ed insopportabile lamento, frutto di indefinite voci che si accavallavano, legate le une alle altre da una sorta di funesto presagio, sembrava giungere fino al cuore della ragazza. La figura, ad un tratto, apparve fiera su uno di quegli spuntoni rocciosi. Indefinita, eterea, eppure reale. Stava là, immobile a scrutare quell’immenso scenario come se attendesse qualcosa. Forse si aggirava in quelle lande dimenticate davvero in cerca di qualcuno. Ad un tratto sembrò accorgersi di Melisendra. “Dominare su queste terre, disabitate ed incivili, è come regnare sul nulla…” disse Nyclos fissando il paesaggio “… ma Capomazda… no, Capomazda è la luce, è la civiltà… e presto sarà nostra…” Quelle parole destarono Melisendra da quella visione. “Milady… va tutto bene?” Chiese Nyclos. “Mi sembrate assente… siete pallida… cosa è accaduto? Avete forse visto qualche animale feroce in lontananza?”
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27-04-2011, 04.24.16 | #508 |
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Monteguard fissò con attenzione il giovane Cavaliere25.
“Balordi che riescono a ferire un cavaliere…” disse dubbioso “… com’è possibile? E poi Pasuan è uno dei migliori spadaccini del ducato… anzi, del regno! Lui con una spada in pugno è capace di tenere testa quasi a tutti! Mi hai raccontato tutta la verità, ragazzo?” Chiese a Cavaliere25. “Cosa è accaduto veramente?” Fissandolo come a volergli leggere fin dentro il cuore.
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27-04-2011, 04.25.55 | #509 |
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Disorientata strinsi le redini. Non ero certa di averla vista... sembrava trasparente. Eppure era là. E ora solo aria.
Rabbrividii. "No, milord, mi era sembrato di vedere una donna su quegli spuntoni di roccia... ma forse era solo uno sbuffo di nebbia..." voltai il cavallo e osservai meglio il paesaggio circostante. Spettrale. Affascinante. "E così presto entrerete in trionfo a Capomazda..." sorrisi verso Nyclos e accarezzai il cavallo mentre si dissetava presso un rivolo. "Sarete molto orgoglioso di voi quando quei pomposi cortigiani vi si inchineranno davanti... la corte di Capomazda è un covo di pigri opportunisti, ho avuto modo di constatarlo..." feci spallucce "come in ogni corte ci sono lingue pronte ad adulare i più forti." Il cavallo si innervosì, forse quell'atmosfera turbava anche lui. "Mi piace questa terra... ha un'atmosfera così conturbante..." ero sincera, anche se ero più avvezza alle foreste nebbiose del nord. Se non fossero state una prigione, ne avrei avuto un'autentica nostalgia. "Pensate che finirà presto questa guerra?" sospirai con aria sconsolata. Accarezzai il mio cavallo e osservai meglio le nebbie che salivano dal terreno.
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27-04-2011, 04.40.22 | #510 |
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La giovane e misteriosa Sayla attraversava lo stretto sentiero che, pian piano, divenendo strada sarebbe poi giunto fino a Capomazda.
Un asciutto vento soffiava sulla campagna e sembrava condurre con sé sinistri presagi. La ragazzina continuò a percorrere quella via, tra sterpi e rovi, fino a quando si ritrovò nel borgo. Poco dopo aveva già raggiunto la monumentale Porta dei Leoni, che dava accesso alla cittadella fortificata. Ed al suo arrivo, quasi come segno di un destino tanto fatale, quanto indecifrabile, Sayla udì i rintocchi della campana provenienti dalla Cappella della Vergine.
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