Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori

[Lady Gwen]

Icarius mi porto` in una sala piena di strumentazioni d'ogni genere e mi presento` una figura di nuome Maria.
"Lo spero con tutto il cuore..." sorridendo.
Gia`, il Nord...
"E` molto che non vi faccio ritorno... sapete, sono originaria del Nord, di un piccolo paese, Argoros'' osservando poi con attenzione e interesse quel posto fenomenale.

[Guisgard]

Dension ascoltò Dacey e finalmente sorrise.
“Si...” disse, per poi accarezzarle il viso “... ce ne andremo via da qui, insieme... e ci faremo una vita lontano... e questa nave sarà solo un ricordo...” e la baciò.
Ed il suo braccialetto nero splendeva di enigmatici bagliori.

[Guisgard]

Icarius sorrise ed annuì a Gwen.
“Si e magari un giorno vi farete ritorno a Nord...” disse “... insieme ad Elv.”
Intanto le apparecchiature di quella sala elaboravano milioni di dati in tempo reale, disegnando ed analizzando ogni aspetto della rotta appena decisa.
Maria era il cervello elettronico dell'intera nave e controllava ogni funzione e prestazione.
“Amoros” Icarius a Gwen “è una città a Nord di Capomazda ed una volta giunti là tutti voi potrete ammirare la bellezza di quelle terre, a metà tra la civiltà ed il selvaggio.”

[Clio]

Sospirai a quelle parole dei tre uomini.
Ci mancava solo quello, adesso!
Maruania tra i piedi!
Anche se mi ero allontanata dalla città, la mia lotta mi aveva seguito, ed ero pronta a combattere, anche se in modo diverso.
Tornammo sulla Divina Misericordia, senza però aver trovato Elv.
Sorrisi a Gwen, un sorriso incerto.
"Mi dispiace che non l'abbiamo trovato, Milady.. Ma quella nave vuole noi quindi.." Alzai le spalle "Beh, lo rivedrete.." Sorridendo piano, speranzosa "Ve lo auguro Milady..".
Icarius poi raccontò a tutti di quello che avevamo scoperto, e restai sorpresa nello sapere che Dension aveva lasciato la nave.
Dove diavolo era andato?
Forse Icarius era stato troppo arrendevole con lei.
Era ovvio che non gli andava a genio.
Poi trasalii, e se fosse stato lui?
L'uomo sulla nave con Elv.
Ne avrei parlato con Icarius, ma immaginai avesse da fare.
Così mi avvicinai a lui.
"Quando hai un minuto vorrei parlarti.." Sorrisi "Ora avrai da fare, io mi ritiro, sai dove trovarmi..." Sorrisi, per poi fargli l'occhiolino.
Così, mi diressi verso la mia cabina, per poi concedermi un lungo bagno, che lavò via i residui di Scafris.
La ferita sul braccio era proprio bruttina, ma non molto grave.
Nuovi segni, nuovi tagli, nuovi lividi ornavano la mia pelle, ma mi strappavano un sorriso nel sapere che avevo spento quell'irritante sorriso di Vengor.
Poi indossai una semplice camicia rosa antico, e la vestaglia bianca.
Infine, mi stesi sul letto, esausta, e dopo un istante chiusi gli occhi.

[Lady Gwen]

Sorrisi ad Icarius.
"Farvi ritorno? Ne dubito... Ma sono ansiosa di visitare la citta`. Ha gia` catturato il mio interesse, da come l'avete descritta" con un ampio sorriso.
Ero da sempre fatalista e pensavo che magari era un segno, magari non era casuale che stessimo andando li e pensai che, dopotutto quella nave ci aveva sicuramente seguiti anche dopo Vacolis e, anche se sembravo arrogante perfino a me stessa, volevo ritrovare Elv.
Sapevo di cosa fosse capace quella nave, ma Elv aveva la priorita` e noi avremmo combattuto, sapevo che tutti su questa nave lo avrebbero fatto e che soprattutto mi avrebbero sostenuta e io ero con loro.

[Dacey Starklan]

Le sue parole, quelle carezze, erano quasi ipnotiche.

Gli sorrisi e ricambiai il suo bacio stringendomi a lui.

Volevo credere alle sue promesse, erano così dolci e mi davano speranza.

- Chiederò di tornare in quella stanza, con la scusa che ho dimenticato qualcosa e ... Ti porterò il diario-

Mi alzai e mi cambiai velocemente, scegliendo un abito che ben nascondesse i miei lividi.

- Dimmi buona fortuna- mi avvicinai ancora a lui per una altro bacio prima di partire e di nuovo i miei occhi furono catturati dal nero luminoso del suo bracciale.

- Io vado ora... A tra poco...- sospirai ed uscii dalla cabina.

[Guisgard]

La Divina Misericordia solcava rapida i cieli, lasciandosi dietro oceanici banchi di nuvole bianche ed alte vette frastagliate.
Il mare era ormai scomparso ed un manto verde ricopriva il suolo.
Poi, all'improvviso, il cielo si oscurò ed un forte vento freddo si alzò a piegare quasi le vele.
E fu allora che la vedetta diede l'allarme.
Tutti corsero ai propri posti di combattimento, sebbene nessun nemico fosse visibile all'orizzonte.
Clio cominciò così ad avvertire un senso di angoscia.
E poi freddo.
Decise di cercare Icarius.
Lo chiamò sul ponte e lo cercò poi sottocoperta, senza però trovarlo.
E quasi per caso si ritrovò davanti alla cabina del capitano.
Restò a fissare a lungo la porta.
E dall'interno cominciò ad udire una voce.
Era di donna.
Rideva in modo grottesco, con tono stridulo e avvilente.
Poi, ad un tratto, la porta si aprì di colpo, facendo sobbalzare la ragazza.

Clio si svegliò di colpo.
Era sera ormai ed un senso di oppressione scese sul suo cuore.

[Guisgard]

Icarius sorrise a Gwen ed annuì.
Le mostrò poi altre meraviglie di quella sala colma di strumentazioni e luci.
Infine lasciarono quel luogo e tornarono sul ponte.
La Divina Misericordia voleva sicura nei cieli, penetrando in quel nuovo scenario.
Aveva abbandonato le terre più meridionali, diretta verso Nord, dove alte montagne e verdi fondovalli impreziosivano il paesaggio.
Colline screziate da piante e culture differenti aggraziavano il territorio, mentre alte e sottili nubi lo rendevano quasi incantato.
Stavano raggiungendo il cuore del reame di Afragolignone, fra città vecchie come il mondo e foreste di primordiale fascino e mistero.
E Cq portò a Gwen una tazza di tisana calda.
Icarius allora si congedò dalla giovane e riprese il suo giro di controllo.

[Clio]

Mi svegliai di soprassalto, con gli occhi sbarrati che poi richiusi subito dopo, prendendo un profondo respiro.
Non sia mai che io faccia un sogno decente una volta ogni tanto, nè...
Mi stesi nuovamente sul letto restando immobile a guardare il soffitto.
Avevo come un senso d'angoscia che mi avvolgeva.
Ma era solo un sogno, e io ero abituata ai brutti sogni.
Così decisi di alzarmi, indossare un semplice abito in seta blu, leggero ed impalpabile, per poi uscire sul ponte.
Chissà quanto avevo dormito e cos'era successo nel frattempo.
Era ormai sera e sperai di essere ancora in tempo per la cena.

[Guisgard]

Dacey lasciò la cabina e raggiunse il ponte.
Da qui poteva ammirare il nuovo scenario che si presentava agli occhi di tutti loro.
Il mare e la costa erano lontani, mentre vaste e selvagge foreste ora ammantavano il territorio.
Colline ricche di piante e di alberi cominciavano ad animare quel mondo, con le alte vette che in lontananza mostravano l'imponenza della loro imminente presenza.
E sul ponte, Dacey vide Gwen che beveva una tazza di tisana in compagnia di Cq.