19-09-2018, 02.26.45 | #521 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quel gioco continuava infaticabile.
Lo sguardo di Fessen era mutato, stravolto dall'eccitazione e dallo stress, dall'esasperazione di un orgasmo ormai fon troppo represso. Continuò ad ungere e a massaggiare Destresya dove lei era più intima, sensibile e calda, in vari modi, tutti amorali, irresistibili. Lei sentiva le dita di lui ovunque. “Bisogna controllare che una cavalla sia giovane e sana...” disse il bel conte, ora più simile ad un virile e ad un rude stalliere, per poi stringere forte il seno della dama, facendole anche male. Allora, sempre solo con i pantaloni e gli stivali, si spostò mettendosi dietro di lei, inginocchiandosi in modo da stare sui piedi di lei con le parti intime. Allora afferrò le gambe della cavalla, toccandole a lungo, fino a stringere ancora una volta i suoi glutei unti e sodi. Si avvicinò col viso ed iniziò ad assaporare con la bocca e la lingua il sesso di lei. Cominciò un altro tipo di massaggio, infinitamente più amorale ed indegno, continuo ed infaticabile, fatto di labbra e di lingua, muovendo ritmicamente tutto il viso contro la vulva bionda ed umida della cavalla, più e più volte, in un tripudio di perdizione, in un abisso senza morale, né vergogna. E nel vedere tutto ciò, Lila seduta poco lontano, cominciò a toccarsi ed a gemere.
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19-09-2018, 02.30.40 | #522 |
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“Ed io voglio condividere tutto con te, tesoro.” Disse Elv a Gwen, felice come un bambino.
“Mai visto così felice credo.” Ridendo Arcibald. “Ah...” Elv alla vampira “... ho un regalo per te... da parte di Azzy e naturalmente di Stainov...” dandole qualcosa. Era un ciondolo. Lo stesso che Gwen aveva visto al collo di Tia la prima volta.
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19-09-2018, 02.34.21 | #523 |
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Sorrisi e gli schioccai un bacio sulla guancia.
Poi annuii sempre con quel sorriso ad Arcibald, poiché anche lui si era inevitabilmente accorto della felicità di Elv. Poi lui parlò di un regalo e inaspettatamente tirò fuori lo stesso ciondolo che aveva Tia. "È lo stesso ciondolo che aveva Tia... Glielo avevano regalato loro..." titubante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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19-09-2018, 02.36.58 | #524 |
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“Si.” Disse Elv a Gwen. “Azzy dice che è molto antico e dentro ha certe erbe portafortuna. Il fatto che l'avevano donato a Tia testimonia che tengono molto a te. Su, indossalo, tesoro.”
“Che strano monile...” Arcibald.
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19-09-2018, 02.38.39 | #525 |
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"Esatto. Ed è morta" commentai.
Al commento di Archie, presi il ciondolo e glielo mostrai. "Cosa pensi? Cos'è che ti lascia dei dubbi?" curiosa e titubante. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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19-09-2018, 02.43.48 | #526 |
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“Notavo che è molto particolare...” disse Arcibald prendendo il monile “... e poi chissà quale erba c'è dentro... non credo di conoscerla... però si vede subito che è molto antico e parecchio prezioso...”
“Si, un bellissimo pensiero.” Elv a Gwen. “E credo tu debba accettarlo. Quando mai poi ti fa senso avere a che fare con i morti?” Ridendo.
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19-09-2018, 02.46.42 | #527 |
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I suoi occhi ardenti di desiderio, il suo sguardo folle e lussurioso mi mandarono ancora più in estasi.
Cosa stava pensando il bel conte mentre la sua mano violava le parti più intime del mio essere? Quali sensazioni gli dava affondare la mano ancora di più, piegare le dita ad uncino, sentire le nocche che premevano contro le mie labbra unte di desiderio disperato e di lussuria folle? Cosa avrei dato per saperlo, per leggere oltre quegli occhi azzurri e voluttuosi che erano lo specchio di ogni mio desiderio, ogni mio sogno, ogni mia voglia. La sua voce velata di passione mi scosse tutta, ogni parola era come una carezza. Com'erano eccitanti le parole, quanto potevano arrivare alla mente di una donna, sconvolgerla, piegarla e farla gridare nell'anima ancor prima che nel corpo. E non è forse la mente l'organo più sensibile id una donna? Quelle parole, dunque, chiave per lo scrigno più segreto della mia perversione, non fecero che schiudere ancora di più quella serratura e farmi sprofondare in un mondo fatto di gemiti, sospiri, battiti, dove il godimento regnava sovrano, senza limiti, senza tabù, senza freni. Lo sentii mettersi dietro di me, muovendomi appena, impaziente, fremente, incapace di controllarmi, di stare ferma, anche solo di pensare, di respirare. Perchè da quando eravamo insieme non esisteva altro che lui. Mi sembrava come se nessun uomo mi avesse mai fatto eccitare tanto, mi avesse mai fatto gridare in quel modo, si fosse preso così tanta cura del mio piacere. Oh ma ero la sua cavalla dopotutto, no? Ero lì per essere domata, condotta al galoppo nei verdi viale di una perversione infinita, in un modo che solo lui poteva fare. Sentii poi il suo sesso contro il mio piede. Così saldo, duro, eccitato, voglioso... mio! Allora iniziai a muovere il piede, a scalciare come farebbe una cavallina col suo stalliere giunto a cambiarle gli zoccoli, e iniziai a toccarlo, tastarlo, a tormentare quella virilità perchè diventasse sempre più grossa, sempre più dura, sempre più eccitata, sempre più indecente. Ma d'un tratto spalancai gli occhi, quando sentii il suo viso sfiorare la pelle più delicata del mio corpo, sentii la lingua che si insinuava nel mio sesso ancora tormentato dalla sua mano abile come nessun'altra al mondo. Un lungo gemito liberatorio e incontrollato scivolò fuori dalla mia bocca, mentre i miei occhi si serravano e la testa scivolava all'indietro lasciando che i miei capelli accarezzassero tutta la mia schiena. La sua lingua si era insinuata in me, la sua bocca aveva imprigionato il mio sesso in un bacio lussurioso, proibito, eccitante. Non capii più nulla, mi abbandonai a quell'estasi così voluttuosa ed eccitante. Gemetti, ancora e ancora, incapace di controllarmi. Era troppo bello. Troppo forte, troppo eccitante. Sentire la sua bocca, il muoversi lascivo della sua lingua in me, il suo continuo movimento mi facevano impazzire. Più di tutto mi faceva impazzire sapere che lui mi voleva, sapere che gustava il mio sesso come fosse la miglior dolce del mondo, come fosse una gustorsa e irresistibile crostatina all'albicocca, da leccare, succhiare, assaporare fino in fondo. E io non desideravo altro che quello. Eccitarlo, sorprenderlo, averlo, turbarlo. Il mio piede continuava e continuava a muoversi, a saggiare la sua virilità, a sentirne la durezza, la pienezza, la voluttà. Era mio, e lo volevo disperatamente. Se avessi potuto parlare gli avrei detto che la sua cavalla voleva tanto assaggiare uno zuccherino, uno di quelli densi e caldi, vischiosi e perversi, di quelli che sporcano tutto il corpo o che scendono lentamente nelle vie più profonde di una gola insaziabile.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì! |
19-09-2018, 02.48.37 | #528 |
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"È radice di Tanis, me lo ha detto Tia" risposi.
"Di' un po', sei nato così spiritoso, tu?" con svogliato sarcasmo ad Elv. Sospirai e lo indossai. Non mi faceva una bella impressione, ma a quanto pareva non avevo molta scelta. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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19-09-2018, 02.53.16 | #529 |
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“Non credo...” disse Arcibald a Gwen “... credo sia un altro tipo di erba... forse qualche radice selvatica di cui però non conosco il nome...” guardando nei forellini del ciondolo “... comunque pare che i signori Stainov hanno mille attenzioni per voi...”
“Si, sono molto gentili e generosi.” Annuì Elv montando la tela.
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19-09-2018, 02.56.23 | #530 |
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Aggrottai la fronte.
"Dici?" guardando il ciondolo. "In effetti, l'odore della radice non c'è..." constatai. "Forse sarò solo troppo paranoica e sulle difensive... Non mi fa bene stare lontana da casa..." con amaro sarcasmo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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