05-06-2018, 02.17.03 | #521 |
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Aprii la lettera e mi sentii morire.
Morivo un po' alla volta, un po' per ogni riga. Dentro sentii angoscia, sconforto e vuoto, assoluti e totali. Sconforto per me, per Therese, perché se non riuscivamo nel nostro intento rischiava di rimanere da sola ed io mi sentivo maledettamente impotente. Non riuscivo a parlare, a pensare. Andai da Elv nelle cucine, ancora con la lettera in mano, chiusa in un pianto silenzioso. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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05-06-2018, 02.30.56 | #522 |
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Elv era in pegnato nella cucina col preparare il suo pranzo, tra odori, vapori e profumi deliziosi.
"Ora vedrai il maestro in azione..." disse divertito, non accorgendosi subito dello stato in cui si trovava Gwen "... però ti avverto, non chiedermi nulla, i grandi cuochi non rivelano maiiloro segreti." Ridendo. "Dico bene?" Guardandola. "Ehi..." accorgendosi che piangeva "... cosa c'è?"
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05-06-2018, 02.33.24 | #523 |
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Non si accorse subito, continuando a parlare e cucinare, poi mi guardò.
Cercai di rispondere, ma le parole mi morirono in gola, così gli diedi la lettera affinché la leggesse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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05-06-2018, 02.43.41 | #524 |
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Elv prese la lettera e la lesse, per poi stracciarla.
"Quel bastardo..." disse con rabbia "... lo ucciderò per ciò che ti ha detto... si, lo farò fuori!" Fissando Gwen. Allora la strinse a sè. "Gli farò rimangiare tutto..." abbracciandola "... e porteremo via Therese... te lo prometto..."
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05-06-2018, 02.50.47 | #525 |
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Lesse la lettera, poi la strappò, in preda alla rabbia.
Appena mi strinse, il pianto si fece più accorato, iniziai a singhiozzare, come se solo fra le sue braccia potessi sfogarmi. Allora lasciai quel pianto libero di sfogare, senza opporre resistenza. Perché ero fra le sue braccia, e lì nulla poteva succedermi. Nulla. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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05-06-2018, 02.59.43 | #526 |
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Elv lasciò che Gwen piangesse, che sfogasse la sua tristezza.
La strinse tutto il tempo, fino a quando lei cominciò a calmarsi. Delicatamente con un dito portò via le ultime gocce dalle sue gote, sorridendole. "Porteremo via con noi Therese..." disse "... vedrai... e saremo felici... tutti e tre... come una famiglia..."
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05-06-2018, 03.06.03 | #527 |
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Non interruppe il mio pianto.
Rimase a stringermi forte, a cullarmi. Poi, quando iniziai a calmarmi, asciugò le ultime lacrime dal viso, dolcemente, col suo sorriso che stranamente ora mi sembrava più bello che mai. Annuii e poggiai il capo sulla sua spalla. Già. Come una famiglia. Saremmo stati una vera famiglia, quella che non avevo mai avuto, ma che ora potevo costruire da me, con l'uomo che amavo e la bambina che adoravo. "Ti amo, Elv..." dissi piano, ancora un po' singhiozzante. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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05-06-2018, 03.06.42 | #528 |
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La notte di Sant'Agata è buia e limpida, eppure costellata da stelle che sembrano un meraviglioso e perfetto dipinto della volontà celeste.
La carrozza avanza lenta e silenziosa, per la via che conduce alla città, non è il caso che io mi faccia vedere, non è il caso che la moltitudine di persone che anima questa bellissima cittadina venga a conoscenza del mio arrivo, ci spettegoli sopra o altro. È un viale alberato a condurmi in città, resto a guardare fuori dalla piccola finestrella il panorama che si fa sempre più senza fiato. Un ponte sospeso nel vuoto ci collega alla città, ma quello che vedo allora mi fa sgranare gli occhi dallo stupore. Sant'Agata sembra una città sospesa, come se galleggiasse sulle nuvole, e l'enorme costone così ben visibile dal ponte dà proprio l'idea al visitatore che vi si addentri l'impressione di essere la porta per un altro mondo, un mondo fatto di misteri e sogni, di lune incantate, passeggiate di giovani amanti, gatti randagi, balconi fatti apposta per una serenata, ristorantini tipici e negozi che si svegliano solo quando il borgo è gremito di persone. Un mondo bellissimo e affascinante, che ha bisogno del mio aiuto. E io, sono qui per questo. È da un po' che mi chiedo quando Sua Signoria si sarebbe rivolto a me. La situazione, dopotutto, sta sfuggendo di mano, i morti continuano ad aumentare giorno dopo giorno, i lupi iniziano a scarseggiare, ed ogni cosa intorno a noi è velata di una foschia fatta di paura, inganno. Perciò, quando mi sono vista recapitare quella lettera, non ho avuto alcun dubbio, dopotutto va sempre così. Quando le cose si mettono male, entro in gioco io, l'ho fatto così tante volte, in così tante situazioni, che ho perso il conto. Davvero, una volta ero una servetta ingenua nel castello di un barone ribelle, l'altra volta la figlia adottiva di un ricco mercante che vendeva segretamente armi ai nostri nemici, o ancora una suora nel convento di Sant'Agnese per sgominare una banda di finti frati che si facevano beffe del luogo sacro per il loro tornaconto. Insomma, ho avuto i ruoli più disparati negli anni, e devo ammettere che non amo particolarmente il periodo tra un incarico e l'altro, c'è una tale noia nella normalità che mi sento quasi prigioniera del mio stesso palazzo. Le istruzioni che ho ricevuto questa volta sono molto chiare, e decisamente le più bizzarre che mi sia mai capitato di eseguire. Alzo la testa nel vedere il portone severo in legno che contrasta con le finestre dalle tende accese e le risa, i gemiti, i sospiri e le urla giungono fino in strada. "Direi che siamo arrivati!" sorrido al cocchiere, scendendo agilmente dalla carrozza. "Fate portare i miei bagagli dentro.." dissi loro, con un leggero cenno della mano. Devo entrare in quella parte, così particolare e nello stesso tempo così intrigante. Mi sono sempre chiesta quali segreti confessano anche gli uomini più integerrimi dietro le mura di un bordello, e probabilmente il mio signore la sa lunga se mi ha mandato qui, dopotutto... E io, come sempre, non lo deluderò. Entro nella sala a testa alta, so che mi stanno aspettando, mi è stato riferito che sarò la facoltosa matrona che ha recentemente rilevato l'attività per risollevarla, in tutti i sensi mi verrebbe da dire. La scena che si apre davanti ai miei occhi dopo aver scostato le tende che circondano la grande sala è diversa da qualunque altra abbia mai veduto in tante missioni, nemmeno nelle più disparate. Ha un che di eccitante e perverso, su cui però non è il momento di soffermarsi particolarmente, anche perchè mi ci dovrò abituare, ora che ci penso. Ogni cosa a suo tempo. In quell'istante la cosa più importante era iniziare a captare quello che si diceva intorno a me, la parola che si lasciava sfuggire un cacciatore ubriaco, un segreto lasciato sfuggire, un dettaglio che sfuggirebbe a chiunque fuorché a me. |
05-06-2018, 15.39.00 | #529 |
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Fu piacevole notare che il militare era invece una donna, alla quale sorrisi incoraggiante, per una sorta di cameratismo tra donne.
Ascoltai la sua presentazione, impressionata dal suo ruolo, e le diedi il benvenuto. Nuove forze per cacciare la Bestia erano ben accette, anche se orientate alla caccia di un animale mentre io e Cales eravamo convinti per altro. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan |
05-06-2018, 16.39.57 | #530 |
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"Anche io ti amo..." disse Elv stringendo a sè Gwen e baciandola.
La baciò con slancio, con foga, con tutta la indole mascolina e passionale, facendola sentire sua, facendola sentire donna. Justine li guardò tutti. Uno ad uno, negli occhi, come a voler penetrare nei loro animi, conoscere i loro pensieri, svelare ogni loro segreto. In ultimo fissò Dacey. La guardò con i suoi occhi nocciola, vividi, arguti, luminosi ed enigmatici. Uno sguardo che indugiò più del dovuto negli occhi ambrati della bella nipote del presbitero. “Signori...” disse poi “... non pretenderete che dopo un lungo viaggio io resti in strada sotto questo caldo Sole, no? Avanti, conducetemi dove si possa discutere tra uomini e vedere come risolvere questa faccenda.” Ruspon così condusse tutti al palazzo presbiterale, dove un raggiante presbitero accolse Justine e la sua scorta, apprendendo da lei che Minsk l'aveva inviata al suo posto per uccidere la bestia. C'erano tutti, anche Hiss, Altea, Dacey e Cales, oltre a Ruspon e gli uomini di Justine. “Avanti, signori...” Justine “... vi ascolto...” “Io credo che si stia sbagliando tutto...” fece Cales “... si cerca un animale, ma probabilmente si tratta di un uomo.” “Un uomo?” Ripetè Justine. “Si.” Annuì Cales. “Un folle, un maniaco.” “Immagino abbiate prove per ciò che dite...” la donna di Uaarania. “Si, i suoi comportamenti, le tracce, i segni, tutto ci dice che non siamo davanti ad un animale, ma quasi sicuramente ad un uomo.” “Che assurdità!” Esclamò Ruspon. Justine lo degnò solo di un vago sguardo indifferente. “E voi cosa pensate invece?” Chiese lei a Dacey.
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