24-01-2014, 03.19.51 | #541 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio giunse presso la cappellina che sorgeva poco lontana dal Sacro Cuore e dopo qualche minuto vide arrivare qualcuno.
Indossava un lungo mantello blu cobalto, un basco piumato e alti stivali da caccia. “Salute a voi, Clio...” disse Karel alla ragazza “... siete... si, siete incantevole... mi ricordate la fresca bellezza delle giovani di Provenza e del Rossiglione...” sorrise, restando però con i suoi occhi in quelli di lei “... perdonatemi, ma dopo avervi vista così non posso che ritenere un sacrilegio sapervi ancora una volta un militare...” continuò, per poi offrirle il braccio “... ma non voglio parlare di cosa accadrà dopo... siamo in incognito, no? E per una causa importante... difendere la vita del principe e dunque dello stato...” ammiccando “... andiamo dunque... saremo due giovani promessi sposi e naturalmente innamorati alla follia, in cerca di un loro nido d'amore... la nostra fantomatica villa!” Risalirono allora a piedi la stretta via del centro ed in breve si ritrovarono alle spalle dell'abitato cittadino. Oltrepassarono un ponte ed infine giunsero nei pressi di una piccola villa isolata. “Qui vivono” fece Karel “due vecchi custodi del Palazzo Reale. Hanno lasciato quell'impiego essendo ormai anziani e vivono qui da soli. Sono certo che ci offriranno ospitalità nella loro villa.” Così raggiunsero quell'abitazione. Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello. “Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?” “Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?” “Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.” “Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.” “Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?” Gabin lo fissò meravigliato. “Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe. “Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!” E i due si strinsero forte. “E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio. “Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.” “I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.
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24-01-2014, 03.24.35 | #542 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eilonwy allora, vedendo Riccardo in quelle condizioni e alla mercé dei briganti, si offrì a loro, purchè lasciassero libero il cavaliere ferito.
E nel vederla così, bellissima, arrendevole e disperata, nonché completamente nuda, quei fuorilegge furono presi da bramosia e lussuria. Ma il peggiore di tutti fu il loro capo, che subito si avvicinò alla giovane per prenderla per sé. Però, proprio in quel preciso momento, accadde qualcosa. Una nube scura e poi l'illusione di un grosso varco, simile ad un portale che si apriva nell'ignota meraviglia di quella misteriosa visione. Ed infine una voce, quella di Parsifal, che sembrava giungere da un lontano e terribile Ade, pronto a reclamare la vita e le anime di quei briganti. Bastò questo e i farabutti fuggirono via, svanendo poco dopo nella boscaglia. Eilonwy ed i suoi amici furono così salvati dall'intervento di Parsifal.
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24-01-2014, 03.34.17 | #543 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I mercenari di Gufo Scarlatto attraversarono il bosco e continuarono il tragitto fino a notte fonda.
Si accamparono allora nella boscaglia, per riprendere il cammino alle prime luci dell'alba. Durante il percorso, alcuni di quelli si divertirono a prendere in giro Guisgard. Il loro schiavo fu fatto cadere da cavallo e trascinato per un po', legato ad una corda alla sella della sua cavalcatura. Fu Gufo a fermarli. “Magari” disse ai suoi “questo miserabile sa davvero impugnare un'arma. Ad Afravalone lo metteremo alla prova. Male che vada ne faremo di lui un maniscalco o uno stalliere.” E verso Mezzogiorno, finalmente, l'armata mercenaria avvistò le torri di Afravalone. Il loro ingresso in città fu accolto dalla meraviglia e dalla curiosità della gente. Erano uomini armati fino ai denti, abili combattenti e abituati ad ogni tipo di guerriglia conosciuta. Come tenerli a bada? Questo si chiedeva la gente. Alla fine i mercenari raggiunsero il Senato e qui furono accolti da Bool e da Gheorgis. Così fu assegnata loro una caserma di proprietà ecclesiastica, per fungere da loro quartier generale. Qui Gufo Scarlatto volle subito mettere alla prova il suo prigioniero. “Affronterai Koim...” fece il mercenario “... il più abile spadaccino della compagnia. Dopo di me, naturalmente. Si combatterà fino al primo sangue.” Lanciò ai piedi dello schiavo uno spadino. Koim allora impugnò la sua arma ed affrontò Guisgard. I due così cominciarono la contesa. Koim era rapidissimo e si divertiva a stuzzicare Guisgard. “Ora gli taglierò la giubba all'altezza della spalla destra...” vantandosi davanti agli altri E così fece. “Ora a quella sinistra...” e fece altrettanto “... adesso sul fianco destro...” e così fu. “Dai, fagli un bel graffio, fratello!” Gridò uno dei mercenari che assisteva. “Certo!” Esclamò Koim, per poi lanciarsi contro Guisgard. I due allora furono quasi al contatto fisico, poi si allontanarono rapidi l'uno dall'altro. “Ti ho mancato per poco.” Ridendo Koim. “Ma ora non te la caverai.” Guisgard però si fermò e lanciò lo spadino ai piedi di Gufo. “Perchè ti fermi, cane?” Urlò Koim. “Ti dai per vinto?” Ma poi si accorse che la sua giubba era tinta di sangue. Allora si tolse quella veste e scoprì il suo fianco tagliato dalla spada di Guisgard. A terra infatti lo spadino era macchiato di sangue. Il sangue di Koim. “Eccellente...” mormorò Gufo “... meriti un bel premio...” “Rendimi la libertà.” Disse Guisgard. Gufo rise forte. “Perchè ridi?” Con astio Guisgard. “Ci sono solo tre modi per lasciare questa compagnia...” fissandolo Gufo “... trascorrere dieci anni di onorato servizio ai miei ordini... o pagare una penale di diecimila Taddei...” “Hai detto tre modi...” mormorò Guisgard “... qual'è il terzo?” “Morire sul campo di battaglia...” sentenziò Gufo. E tutti i mercenari risero sonoramente, mentre lo sguardo di Guisgard era su ognuno di loro, per poi fermarsi in quello impenetrabile di Gufo.
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24-01-2014, 03.53.40 | #544 |
Cittadino di Camelot
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Per un momento pensai che per me fosse la fine e che sarei diventata la schiava dei piaceri erotici di quei criminali, ma poi vidi un cavaliere con una armatura nera, il quale aprì, quella che io ritenni, un portale per l' Oltretomba.
I sette briganti fuggirono a gambe levate. Che l' Angelo della Morte fosse nostro alleato? Anche se i miei genitori e San Francesco dicevano di non aver paura del Cupo Mietitore perchè era nostro fratello o sorella, da piccola fui terrorizzata da quella immagine cupa con la falce. Adesso, però, al contrario di quando ero bimba e a differenza di tutti gli esseri mortali, quel tetro cavaliere, per quanto terrificante, non mi faceva paura. Anzi la presenza di quell' entità portava sollievo al mio animo! Non perchè ci aveva salvato, ma poichè mi dava proprio quella sensazione! Coprì il mio latteo corpo con la folta chioma castano mogano scuro e mi avvicinai, con cautela ovviamente, alla fosca figura. "I miei omaggi....Milord! Vi ringrazio di averci aiutati contro quei ladri. Mi chiamo Eilonwy....e questi sono Coco, Aladiah e Sir Riccardo. Potrei sapere di grazia, se non sono troppo scortese ed indiscreta, il vostro nome?" chiesi con gentilezza ed educazione.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 26-01-2014 alle ore 20.35.10. |
24-01-2014, 04.20.14 | #545 |
Cittadino di Camelot
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" Pensavo che l'incontro con la piccola Eilonwy era ormai cosa lontana, ma non immaginavo di ritrovarla.......avevo perso le speranze....magari il nostro incontro sarebbe andato a concreatrsi in Afravalone o al termine del gioco.......più noto e più mi accorgo che ciò che stiamo vivendo è davvero reale......."
Mi avvicinai' alla giovane damigella e le porsi un manto per coprir le sue beltà. Improvvisamente, una voce andava riecheggiando nel mio cuore: "Sai.....quale è il tuo compito.....non puoi immischiarti con le faccende umane......sei il mio portatore....." riconobbi la voce di Reienhearth " Conosco bene il mio supplizio....." mi toccai' il capo ".......fin troppo.....". Scesi dalla mia cavalcatura ed il passo che toccava il terreno vivido di quel loco......andava corrompendosi sotto i miei piedi.....la voce tuonò solenne "Mi chiede il nome soave fanciulla......non ho un vero suono che implichi un significante allo essere una persona comune.....c'è chi mi chiama: Portatore, Oscuro presagio, Oblivion.....ma uno è quello maggiormente usato......Mietitore.....andai' avvicinandomi al cavaliere che era con lei.....lo odorai' e gli sorrisi: "Riccardo, nobile paladino ed assassino di un suo confratello. E'un piacere incontrarla.....ho sempre voluto che accadesse.....quante volte sei sfuggito alla Belladonna, porti il suo marchio ne sento l'odore. Sai, che non bisogna andare contro il vello tessuto dalle Parche, e invece......" levai' alta la spada sul suo capo...... "come immaginavo....ti diverte fuggir dalla Sentenza L'aria attorno andava divenendo sempre più cupa, trame illusorie, spirti vendicativi e nubi fatiscenti andavan marchiando il povero angol di vita " Quanto dolore provo a causa del mio giuramento, non vorrei'......ma devo farlo.....cosi', mi è stato prescritto se il mio intento è quello di salvaguardar il mondo in cui vivo......"
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
24-01-2014, 10.35.34 | #546 | |
Disattivato
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Arrivò a passo svelto, per poco non mi mancò il fiato, era splendido.
Gli sorrisi, ma il mio sguardo divenne freddo e lontano quando commentò il mio aspetto. Una fitta mi colpì. Aveva parlato in generale quella sera, dicendo che avrei incontrato un uomo che non mi volesse diversa. Per un momento avevo sperato... Che ingenua! Io ero quella che ero, e non sarei mai cambiata per nessuno. "Non illudetevi, altezza.. Questa non sono io.." Dissi freddamente "Tenete.." Porgendogli la spada nel elegante fodero con tanto di cintura "ho coperto gli zaffiri col cuoio, non voglio dare nell'occhio.. Io non posso portarla, ma voi si.." Sorrisi "immaginavo sareste venuto disarmato.. Non temete, se saremo in pericolo la estrarrò io.. Non permetto a nessuno di maneggiarla.. Beh, ma potrei fare un'eccezione per voi, nel caso ci cogliessero separati.. " sorrisi. Appena sfiorai il braccio che mi porgeva, ritrovai la serenità. Non potevo certo sperare che il principe ereditario si interessasse a me, ma almeno la mia posizione mi permetteva di stargli vicino senza malizia, ma con la confidenza che avrebbe tranquillamente accordato ad un uomo. Ed era già tanto, infondo. "Sono lieta che abbiate già avuto un'idea per la vostra villa, così non dovremo impazzire... Ho detto che sarei stata in caserma nel pomeriggio, attendo notizie e più che altro i mercenari dovrebbero arrivare da un momento all'altro.. E ho dato disposizione che se ne stiano buoni nei loro alloggi finché non ci avrò parlato.. Non voglio che se ne vadano in giro per la città a far danno finché non avranno capito le mie regole e cosa accade a chi non le rispetta.." Sorrisi, immaginando Nero che mi ascoltava docile "E non sarà una passeggiata.. Ma almeno ci sarà da divertirsi..". Non sarebbe stato facile farsi rispettare dai mercenari, ma era necessario. Del resto, se c'ero riuscita con la Guardia Reale, il senato, e persino Karel, un gruppo di mercenari non doveva essere tanto difficile. Citazione:
"Perdonate l'intrusione, Gabin.." Dissi timidamente "Questa dimora è incantevole, ho sempre sognato un posto come questo, una vita tranquilla.. Lontano da sguardi pettegoli.. Ho detto a Karel di non disturbarvi, ma ha insistito, vuole accontentarmi in tutto.." Lanciando una fugace occhiata al principe. E in quel momento mi accorsi che non avevo mentito del tutto. Vivere in una villa come quella, nella tranquillità e nella pace, dove condividere la quotidianità con la persona amata, trovare nel suo abbraccio la pace dopo la mia giornata piena di guerra e orrori. Ma non era che un sogno, un sogno lontano. Ero compito della moglie, di norma, portare la pace al marito, e io di certo non potevo portare la pace a nessuno, anzi. |
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24-01-2014, 14.32.00 | #547 | |
Cittadino di Camelot
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Il cavaliere mi aveva coperto con il suo mantello di tenebra. Ci avviammo verso il carro dove c' erano i miei compagni.
Il Cupo Mietitore parlò normalmente con Sir Riccardo, ma la cosa che mi allarmò fu il gesto di alzare la spada, come per voler tagliargli la testa, contro di lui e le sue apocalittiche parole: Citazione:
La mia fedele spada mandava fiamme color zaffiro da ogni parte della sua lama. "Vi prego Angelo della Morte.....vi supplico....non portate via Sir Riccardo! Se è scappato dalla vostra Sentenza è perchè nell' ultimo duello, capitato due giorni fa, gli ho salvato la vita! Caro Mietitore, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandate" dichiarai supplichevole, ma anche con coraggio. (Trovar di spada: Deviare la lama dell'avversario cercando il contatto con la propria)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 24-01-2014 alle ore 14.43.07. |
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24-01-2014, 15.58.17 | #548 |
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L'Abate camminava nervosamente per la stanza e ascoltavo le sue parole con il novizio, istintivamente mi voltai verso Tyssen e stranamente incrociai proprio il suo sguardo.."Abate Nicola, sir Tyssen non conosce personalmente la famiglia dei Taddei ma è venuto a conoscenza di qualcosa da una persona...Tyssen, gentilmente, racconta all' abate ciò che ti disse quella ragazza e sulle raccomandazioni di suo nonno di non innamorarsi di un uomo del loro casato".
Ascoltai la voce di Tyssen mentre narrava la storia quando ad un tratto davanti a me si pose un ricordo ora ben nitido...lo stesso che apparve confuso quando mi trovavo con l'apprendista e sua madre..era una sorta di de-javou, come tornare nel Passato... Il Cavaliere camminava di fronte a me con una torcia in mano visto il luogo buio e sacrale.. "Petra è un posto affascinante e misterioso..misterioso come Voi..mi state seguendo da Gerusalemme fino qui..e quindi di strada ne abbiamo fatta, e non avete voluto mai dirmi da dove venite e soprattutto il vostro nome...come devo chiamarVi?Vediamo..." mi fermai e lui si voltò verso me guardandomi con i suoi meravigliosi occhi. "Cavaliere misterioso? Protettore di Altea? Cavaliere venuto dal nulla? Cavaliere di ventura?...eh scelta difficile". "Se è per questo" con quella sua aria sicura lui "pure voi mi avete solo detto il vostro nome e non da dove provenite..dove vi troverei se decideste di sfuggirmi?Di una cosa sono sicuro..non siete greca" e iniziò a ridere beffardamente tale da temere quelle millenarie mura potessero crollare. "Ovvero" dissi io con una punta di risentimento. "Lasciate perdere...perchè vi seguo? Non vi è passato in testa forse.." disse avvicinandosi a me, il suo volto era vicino al mio, il mio cuore batteva forte ma cercavo di fare forza al mio Animo...la Promessa..non potevo.."che forse possa essere minimamente innamorato di Voi visto vi sto seguendo e non mi sfuggirete". Lasciò scivolare nelle mie mani un sacchetto di velluto azzurro.."E' un vostro ennesimo regalo? A Gerusalemme mi donaste un libro azzurro e ora cosa vi è qua dentro?Volete stupirmi...non devo aprire nemmeno questo sacchetto come il libro?" Lui sembrò nemmeno ascoltare le mie parole si avvicinò alle mie labbra e io mi scansai immediatamente, si bloccò e mi guardò risentito e senza proferire parola se ne andò via. "Fermatevi" urlai e sentii l'eco della mia voce in quel luogo diventato sempre più solitario e semibuio.."Io non volevo..non potete capire..io non posso..ma io vi.." e mi bloccai. D'un tratto apparve una donna bellissima dalla pelle di ebano, i lunghi capelli neri come la notte profonda e vestita turchese con un lungo velo e adornata di monili e pietre preziose...sembrava una antica sacerdotessa del luogo..."Altea vero? Ho visto...ma tu non sei legata a nessuna promessa...tu hai solo paura dell' Amore" e poi la vidi andarsene. Tyssen mi raggiunse subito e da quella volta di Lui non seppi più nulla, solo che nelle mie vesti nella tasca vi è sempre il Rosario e quel sacchetto che non volli mai aprire. Mi destai e ritornai nel mondo reale..anzi era proprio come se fossi ritornata dal Passato. Tyssen aveva smesso di narrare la storia e stava parlando con Gyen, davanti a me vi era l' Abate e mi fissava impenetrabilmente tanto i suoi occhi erano diventati una fessura quasi...provai una strana sensazione, abbassai lo sguardo, ma lui no...avevo notato da quando ero arrivata egli mi scrutava ma in modo indifferente ma ora quello sguardo entrava nell'animo. "Bene" dissi per distrarlo "avete sentito la storia di Tyssen...è di questo che parlavate prima sulla maledizione dei Taddei? Che porta questo demone...e vi è un modo per sconfiggerlo, anche se, effettivamente, mi sembra non dovrebbe essere compito nostro...abbiamo solo avuto ordine di portarvi la missiva ovvio" e stavolta lo guardai io negli occhi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-01-2014, 19.22.49 | #549 |
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“Allora” disse Karel a Gabin “faremo così... potrà darsi che per un certo tempo io e Clio si debba stare lontani dalla vita di corte... verremo qui, come tuoi affittuari, Gabin.”
“Signore...” fece il vecchio guardiano “... la mia cosa, come la mia devozione e la mia fedeltà, è vostra... non sarete mai un ospite qui... ma sempre e solo il mio principe e come tale vi tratterò.” Con un inchino. “Invece” sorridendo il principe “io ti pagherò proprio per la tua fedeltà alla Casa Reale, vecchio mio.” Dandogli una pacca sulla spalla. “Ora lascia che mostri la villa alla mia amata, Gabin.” Così, il principe e Clio passeggiarono per l'orto posto dietro quella dimora. “Gabin è sempre stato un uomo semplice...” mormorò Karel accarezzando le verdure e gli ortaggi di quel campetto “... da piccolo, per farmi mangiare frutta e verdure, ricordo che le dame di mia madre chiamavano proprio lui...” sorrise “... e con tanta pazienza, per ogni verdura che c'era a tavola lui inventava una storia... erano novelle di contadini, genuine e sempre con una morale di base... forse per questo, crescendo, ho poi cercato quelle morali nella vita reale... io credo possa esistere un mondo diverso, dove le parole non cedano mai il passo alle armi e la pace non trovi mai il modo di indietreggiare davanti alla guerra... so che in Senato non godo di fiducia ed ammirazione... un Afavalonese che rifiuta la nobile arte della guerra, dicono di me... lo so benissimo... ma sono fatto così e credo in ciò che dico...” la fissò “... come credo che sia un peccato vedere una donna come voi con indosso armi ed uniformi... avete portato la spada con voi... eppure qui non ci sono pericoli... l'unico per voi sono le mie parole, ma non vi servirà una spada per difendervi da esse... Clio, so che vostro padre vi ha voluto così... ma credo anche che meritiate di decidere da voi sul vostro futuro... quando torneremo io a corte e voi in caserma, prima di spogliarvi di questo abito, vi prego, restate qualche istante a fissarvi davanti ad uno specchio... e guardate la donna che vedo io...” Ad un tratto i due udirono qualcuno parlare. Era una vecchia donna che se ne stava sotto una grossa quercia. “Eh, ecco che ritorna la pioggia...” mormorò. E infatti una leggera pioggerellina in breve diventò più intensa. Così anche Karel e Clio trovarono riparo sotto i robusti rami di quella quercia. “Ma tu sei Claren...” fissando la vecchia il principe “... la moglie del buon Gabin!” “Mi conoscete?” Guardandolo lei. “Oh, Cielo... altezza...” riconoscendolo, per poi stringergli forte la mano nelle sue. “Quanto tempo è passato...” annuendo Karel “... cosa facevi?” Osservando le piccole pietre che la vecchia aveva con sé. “Sono Rune...” sorridendo lei “... mi aiutano a capire meglio la vita, mio signore...” “Rune?” Ripetè Karel. “Ma non fanno parte del folclore germanico? Anzi, che io sappia sono legate alla religiosità di quei popoli. Cosa direbbero i nostri cattolici senatori se ti vedessero ora a leggere queste pietre?” “Altezza, gli Afravalonesi” spiegò lei “non sono forse di stirpe normanna e dunque germanica? E poi non bisogna temere o fuggire ciò che non conosciamo... il Divino e dunque Dio, è in ogni cosa, indipendentemente dal nome e dal credo che noi diamo... credete forse che siano idoli pagani, quali Odino o Thor, ad animare l'energia delle Rune? O che forse fosse davvero Apollo a far parlare la Pizia o la Sibilla di Cuma?” Scosse il capo. “Dio è in ogni luogo e si manifesta in maniera spesso inspiegabile per noi uomini... rammentate sempre... tutto ciò che esiste è frutto della Creazione di Dio ed obbedisce alle Sue Infinite Leggi...” “Vedo che la tua saggezza non è calata col tempo...” annuendo Karel “... su, mostraci cosa vedono le tue Rune su me e su Clio...”
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24-01-2014, 19.27.56 | #550 |
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Riccardo si avvicinò a Parsifal, che ora appariva con le vesti di un oscuro e potente cavaliere, custode delle terrene fattezze di madonna Morte, fissandolo negli occhi.
“Io non fuggo al mio Destino” disse spostando Eilonwy che si trovava fra loro “e non temo la morte, sebbene ami la vita. Ho ucciso un mio simile, si, ma solo perchè egli lo meritava. E lo rifarei ancora. Se ora volete prendere la mia vita, sebbene sia ferito, la difenderò con onore...” ed estrasse la spada, puntandola verso Parsifal. “Un altro duello!” Esclamò Coco. “No, sciocca...” scuotendo il capo Aladiah “... è molto di più di un semplice duello, temo...” In quel momento giunse anche Alanius, posandosi su di un ramo, restando poi a fissare impassibile quella scena. “Se sei davvero chi dici di essere” disse il falco a Parsifal “rammenta che hai il dovere di reclamare ogni anima come giusto compenso al Fato. Altrimenti subirai gravi punizioni.”
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