01-02-2012, 12.54.29 | #541 |
Cittadino di Camelot
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Elisabeth mi fissava, i suoi occhi penetravano i miei e il mio cuore..potevo sentire..quel dolore. "Elisabeth" pensai "quanto devi star male per quel ragazzo, che sembra curi come tuo figlio, e io ho voluto portartelo in salvo. Ce la faremo, siamo arrivate fin qui..indenni...e continueremo indenni."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
01-02-2012, 13.04.53 | #542 |
Cittadino di Camelot
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chi siete voi dissi guardando quel uomo dove sono i miei amici che sta succedendo dannazione continuai a dire e aspettai una risposta da quel uomo
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fabrizio |
01-02-2012, 16.19.39 | #543 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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V Quadro: Tylesia
(“Guai, però, a chi sente la nostalgia del mondo esterno e abbandona la valle: ecco che il tempo in agguato piomba sull’impaziente fuggitivo, il quale, aggredito dall’età, invecchia rapidamente e muore.”) (James Hilton, "Orizzonte perduto") Elisabeth, Altea e Daniel erano stati fatti prigionieri da quei misteriosi cavalieri. Furono così condotti, incatenati, attraverso quella folta selva. Il Calars continuava a scorrere liberando nell’aria i suoi caldi aloni di vapore, ma tutt’intorno la temperatura si era sensibilmente abbassata. Era una regione fredda quella e i prigionieri cominciarono ad avvertire sempre più l’aria gelida. La compagnia, così, giunse in una piccola radura ed il Cielo che li sovrastava assunse un colore indefinito, mentre sterminati banchi di nuvole lo attraversavano. Ma, ad un tratto, quelle nuvole mutarono forma e si mostrarono per quel che erano davvero. I raggi del Sole, investendole, traevano da quelle nuvole sfolgoranti bagliori che andarono a disegnare centinaia e centinaia di cupole dorate. E più la compagnia di quei cavalieri avanzava, più nel Cielo quelle immagini prendevano forma. E dopo le cupole, si mostrarono infiniti torri, palazzi, bastioni e cattedrali. E poi, l’alone che avvolgeva quell’incredibile visione svanì, disegnando altissime mura che sembravano avere le proprie fondamenta nel cuore stesso della terra. Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò ai loro occhi. Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verdeggiante laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda. Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome. Uno dei cavalieri suonò il corno e la porta di quella magnifica città si aprì, permettendo alla compagnia dei Tulipani e ai loro prigionieri di entrare fra quelle ciclopiche mura.
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01-02-2012, 17.03.17 | #544 |
Cittadino di Camelot
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Quel viaggio sembrava infinito, dato da quel silenzio, me ne stavo zitta, non osavo proferire parola, ogni tanto ascoltavo i cavalieri parlare ma non capivo. Perchè mai ci avevano fatto prigionieri? La giustizia insegna che qualcuno che abbia compiuto un peccato o delitto sarebbe stato punito, ma noi quale avevamo compiuto?
Il Calars emanava vapore caldo, il caldo iniziò a farsi pesante, poi all'improvviso...freddo, nuvole. Era una sensazione strana, il sudore causato dal vapore caldo del Calars e anche dalla paura dava una sensazione strana addosso a contatto con il vento freddo. "Per favore, lasciateci liberi" urlai ai cavalieri, ma loro non ascoltavano. Chiusi gli occhi...quella era una lenta agonia. Un tratto, una piccola luce proveniente dalle nubi mi sfiorò il viso..il Sole sembrava volesse consolarmi o parlarmi. Le nuvole prendevano sembianze strane e d'un tratto davanti a noi si presentò una città..era meravigliosa. "Mio Dio pensai...mai ho visto una città del genere, non ricordo nemmeno nei miei studi col maestro so solo che è affascinante..ma chissà potrebbe essere pericolosa. Dove vorranno portarci ora? In qualche prigione immagino, che destino questo, ho peccato forse perchè ho voluto vedere ciò che vi è aldilà del mondo?" pensai. E fissavo quelle cupole dei colori ambrati propri del bosco, e gli elementi dell'oro e argento, cosi diversi tra loro, uno luminoso e l'altro freddo...la porcellana e mille altre bellezze. E una laguna e il rumore scrosciante delle cascate che voleva rasserenare il mio animo inquieto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
01-02-2012, 18.43.29 | #545 |
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Osservai un'ultima volta il sole che rifletteva i ruoi raggi sulle mura di quel luogo.
"Non vedo niente di buono nel colore dei raggi del sole morente... e il vento soffia triste lontano da qui. L'acqua è muta." Una folata di vento si portò via le mie parole e gonfiò i veli della mia tunica. "C'è qualcosa... in questo luogo immobile... qualcosa che nessuno riesce a pronunciare..." Si era alzato il vento. Forse ancora riuscivo a sentire le voci lontane che mi portava. E forse lui riusciva a sentire me, come quando mi accarezzava e giocava con la superficie dell'acqua del fiume. Ondeggiai su me stessa, come se volessi volare via e lo sentii avvolgermi. Accompagnò i miei movimenti, come un danzatore. O come la carezza d'addio di un innamorato. Danzammo insieme finchè, con un bacio leggero sulla mia guancia, non volò via, mentre la sera si avvicinava sempre di più. "Non mi abbandonare..." mormorai... "Digli che mi dispiace!" Lo pregai.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
01-02-2012, 20.42.06 | #546 |
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Semmai il viaggio di un uomo fosse segnato dal tempo il mio era segnato dallaconsapevolezza...." Grazie Altea poter contare su qualcuno e' la cosa piu' importante al mondo...non ci sono beni terreni che possono ricompensare l'amicizia di una persona nella sua piu' grande lealta'.....ce la faremo perche' al mondo nulla abbiamo fatto....ecco perche' ce la faremo ".......e cosi' fu il grido di Altea ai cavalieri e il loro silenzio.....la vita di Daniel...appesa al tempo, al tempo che non esiste...........e poi la magnificenza,la visione eccelsa di mondo capovolto...il riflesso dell'immensa ricchezza alchiarore delle nuvole...come cielo cosi' in terra.......avevo freddo, eppure rivoli di sudore percorrevano le parti pu' intime della mia pelle.......freddo e caldo....tutti i sensi erano svegli ...e Al suono del corno le porte furono aperte..e il carro degli impuri entro' nelle mura della citta'.......tutto doveva rimanere cheto in me, nessuna perdita di forze, perche' sapevo che giustrizia sarebbe stata fatta.......forse avremmo dovuto lottare per ottenerla.....ma forse questo doveva essere...per un' Altea che aveva sete di conoscenza..per un Daniel che avrebbe dovuto imparare l'umilta' e il rigore dell'anima....e per me ..perche' forse non avevo sofferto abbastanza......." Altea.....ricordatevi che conoscere voi e' stata un dono del cielo.....mi siete stata vicina anche qundo avete dubitato di me......ed ora siamo pronte ad andare avanti...l'inizio della storia sta solo prendendo forma".......e il carro continuava ad andare avanti
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01-02-2012, 21.46.46 | #547 |
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Il carro continuava ad andare avanti, guardando Elisabeth, i suoi occhi parlavano da soli, e solo chi ha l'animo puro ha il potere di farlo. Le sorrisi, per celare la mia paura.
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02-02-2012, 01.33.03 | #548 |
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Cavaliere25 aveva finalmente ripreso i sensi.
Si era ritrovato da solo in mezzo a quella selva e i suoi compagni di viaggio, Elisabeth, Altea e Daniel, sembravano essere spariti. Davanti a lui però vi era un uomo. Era alto, di robusta costituzione e indossava un saio. Aveva occhi penetranti con i quali fissava il boscaiolo. “Sembra che il Calars” disse il chierico “abbia attirato un bel pò di visitatori da queste parti…” sorrise “… vuoi forse seguire le orme di Giacobbe o di Mosé? O magari ti hanno venduto i tuoi fratelli, come accadde a Giuseppe? Ma hai fatto male ad avventurarti in questi luoghi… loro avevano il favore di Dio!” E scoppiò a ridere.
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02-02-2012, 01.36.20 | #549 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il padrone fissò Melisendra che si avvicinava.
Il vento accarezzava i suoi capelli e la veste che la copriva. “Avete ordini per me, signore?” Chiese Heyto, come chi è pronto a congedarsi. “Si, stasera sarò occupato a causa di una certa faccenda.” Rispose il padrone. “Farai tu compagnia a Melisendra. Esaudisci ogni suo desiderio.” “Sarà fatto, mio signore.” Chinandosi col capo Heyto. Il signore del castello fissò per qualche altro istante Melisendra, per poi allontanarsi ed uscire dal giardino. “Allora, Melisendra…” sorridendo Heyto “… come preferisci trascorrere questa sera?”
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02-02-2012, 03.19.48 | #550 |
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La compagnia dei Tulipani entrò così in quella magnifica e fiabesca città.
Elisabeth, Altea e Daniel erano partiti col Carrozzone di Goz per raggiungere le leggendarie sorgenti del Calars, ma ora, dopo quel lungo viaggio, avevano finalmente visto quel luogo, scoprendo quell’incredibile città tra le acque ed il Cielo. Appena la compagnia attraversò la grande porta della città, Elisabeth, Altea e Daniel videro un maestoso arco, con al centro una lastra di marmo finemente incisa, che recava la scritta: “Porta della Concordia” Nel vedere entrare il manipolo di cavalieri con quei prigionieri, la gente che affollava le strade della città si avvicinò incuriosita. La compagnia avanzò attraverso la grandiosa strada lastricata che tagliava in due la città, tra l’attenzione e lo stupore del popolo. “Sono loro, milady?” Avvicinandosi un ragazzino alla donna cavaliere che guidava la compagnia. “Sono i nostri nemici? Li avete catturati? Siamo salvi dunque?” Ma la donna ignorò quel ragazzino. Tutti fissavano quei tre prigionieri. Li fissavano con stupore, curiosità, diffidenza. La strada pullulava di passanti che come greggi irregolari riempiva ogni angolo ed ogni passaggio. Un grande bazar correva sul lato sinistro della strada, nel quale si accalcava una ressa senza precedenti. Odori e profumi, essenze ed aromi, colori e bagliori riempivano quel luogo, attirando gente come la luce richiama le falene. Superata quella moltitudine, i cavalieri con i loro prigionieri salirono l’Agorà, che sorgeva al centro della città e ne era il suo punto più alto. Da lì era possibile vedere il camminamento che correva sulla cinta muraria e parte del favoloso paesaggio che circondava la città. Al centro della piazza dominava la maestosa cattedrale, di un’architettura tanto prodigiosa quanto ignota alle nostre conoscenze. Accanto a questa, sempre nel centro della piazza, si ergeva il magnifico palazzo reale. Una superba costruzione che sembrava eretta per raggiungere i Cieli. Costruita con una pietra sconosciuta nelle nostre terre, che emanava, a contatto con la luce del giorno e sotto gli effetti dei caldi fumi del Calars, un alone cangiante e multicolore. Ben sette torri racchiudevano il perimetro del palazzo e da ciascuna di esse scaturiva un colore diverso: rosa perla, verde acqua, azzurro madreperla, pallida aurora, bianco puro, viola crepuscolare e vermiglio tramonto. E tra il palazzo e la cattedrale stava una statua di superbe fattezze, sul cui piedistallo si trovava una lastra dai riflessi di ametista e argento. E sulla lastra erano incise queste parole: “A Vigilyo, che brevemente vegliò su questa città e per sempre veglierà nella sua anima. Regina Destefya” Arrivati davanti al palazzo, si fecero avanti alcuni valletti. “Salute a voi, lady Shoyo.” Salutò uno di quelli nel vedere la donna cavaliere. “Abbiamo qui dei prigionieri…” disse lei “… avvertite lord Goxyo." Il valletto annuì e i cavalieri con i tre prigionieri furono fatti entrare nel palazzo reale.
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