02-02-2012, 09.18.50 | #551 |
Cittadino di Camelot
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Entrammo nella città magica e surreale..."è un sogno" pensai "e presto mi sveglierò da dove sono venuta e vicino alla mia arcigna madre"..il carro procedeva, la gente ci attorniava..nemici?? liberazione? Ma come ci accusavamo di crimini senza prima sapere chi fossimo, guardai Elisabeth e continuai a starmene zitta...ero troppo nervosa per apprezzare lo scintillio, lo sfarzo di quella città, il bazar era stupendo, volevo correrre con quella gente e poter godere di quei profumi dolci e inebrianti. Ci trovammo di fronte al palazzo, le porte si aprirono, dentro rispecchiava la bellezza di quella città, le pietre più belle risplendevano. Finalmente il nostro viaggio sembrava avessi avuto fine, i cavalieri fecero chiamare un milord, forse era il padrone del castello?? Non mi importava più di niente...ma speravo almeno egli avrebbe ascoltato le nostre ragioni.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
02-02-2012, 12.42.47 | #552 |
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ma voi chi siete e cosa potete capire dei miei amici dissi ci siamo persi lungo il viaggio ancora non mi avete detto come vi chiamate e csa ci faccio qui io ero insieme a due clerici avevo una missione da portare avanti ma a quanto pare il destino mi a giocato un brutto scherzo e abbassai lo sguardo e rimasi zitto
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fabrizio |
02-02-2012, 14.51.46 | #553 |
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"Il viaggio sarebbe terminato presto"..... avreì voluto dire al Maestro, ma non potevo ancora dirlo. Non avevo ancora avuto modo di presentargli la lettera che ho trovato e ciò che ero riuscito a scoprire da qual libro che mi era stato donato.
Sarebbe stato l'attimo buono, ma ad un tratto la spada del Maestro Redentos vibrò nell'aria ed io, puntaì e caricaì il mio arco verso il cespuglio. La figura che avanzava era tozza e muscolosa, quell'immagine non mi era nuova. Improvvisamente la luce del fuoco scandagliò quell'ombra, era il nano che avevo liberato. "Messere che ci fa qui? Adesso è libero di andare dove vuole perchè ci ha seguito. Spero non abbia qualche intenzione sul libro che mi ha visto."
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
02-02-2012, 15.53.47 | #554 |
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Il carro andava avanti ed entrammo in citta' la cosa mi lascio' indifferente, la gente voleva i colpevoli......e in quel carro sembravamo delle bestie, ed era quello che mi stava dando un fastidio senza precedente, non ci avevanoneanche dato il tempo di aprire bocca e gia' ci condannavano.......Umano...spaventosamente umano.....il volto di Daniel era bianco....come la neve mai calpestata.....avevo paura per lui, ma la paura avrebbe frenato le mie doti e dovevo essere forte....." Altea, vi siete irrigidita, purtroppo non e' un sogno.......sarebbe stupendo se cosi' fosse e invece eccoci in Piazza ad aspettare una sentenza......Saro' una vecchia maga da strapazzo eppure sento ancora un filo di buona energia......forse ci sara' chi ascoltera' le nostre parole.....forse ci sara' chi non lascera' morire mio figlio.....Voglio vedere il sorriso sul vostro volto in noi non c'e' peccato...."......non potevo stringerle la mano...eravamo incatenate da ore....ma Altea sapeva che sopra le nuvole c'e' sempre il sole......
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02-02-2012, 16.01.11 | #555 | |
Cittadino di Camelot
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Successe tutto in fretta... il fumo, che aveva iniziato a filtrare appena tra le assi del pavimento, in breve tempo riempì la stanza e l’aria divenne irrespirabile...
Il servitore perse la testa... iniziò a gridare e a correre da una parte all’altra della stanza... io no... io, pietrificata dal terrore, mi accostai ad una parete e lì rimasi... lo osservavo... lo osservavo con gli occhi sbarrati, incapace di muovermi e di parlare... Infine, sempre più in preda al panico, l’uomo scivolò, perse l’equilibrio e precipitò giù dalla finestra che aveva appena aperto... Gridai. Il fumo intanto stava saturando l’aria della stanza... iniziai a sentirmi debole, sempre più debole... non riuscivo più a respirare. Lingue di fuoco lambivano le pareti, incendiando i tendaggi e gli arredi lignei... il seggio aveva preso fuoco così come il tavolo... E lentamente, un po’ per la paura e un po’ per la mancanza d’aria, mi accasciai sul pavimento. Citazione:
Lo fissai per appena un istante, poi mi concentrai su quella voce... quella voce che avevo sentito e che mi stava chiamando... Era reale quella voce, mi chiesi, o soltanto frutto della mia immaginazione? “Guisgard...” mormorai, con la poca aria che mi era rimasta “Guisgard... sono qui... aiuto!”
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02-02-2012, 16.01.39 | #556 |
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Il chierico fissò Cavaliere25 e poi scosse il capo.
“Volevate fare una gita di piacere sul Calars?” Con tono di rimprovero. “Solo gli stolti affrontano una natura avversa! Come vi sentite?” Domandò poi al boscaiolo. “Potete muovervi? Tra poco farà buio e non è prudente restare qui.”
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02-02-2012, 16.30.38 | #557 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il fuoco.
Consumava tutto, compresa l’aria. Talia, infatti, faticava a respirare e pian piano anche a vedere davanti a sé. Poi, all’improvviso, quell’animale emerse dalle fiamme. Un ruggito e poi i suoi occhi sulla ragazza. Poi quella voce che Talia riconobbe. Un attimo dopo, guidato dalla voce di lei, apparve il cavaliere. Si calò il cappuccio e si avvicinò a lei. “Come stai, Talia?” Sheylon ruggì nuovamente: tutto sembrava sul punto di crollare. Guisgard si tolse il mantello e con quello avvolse la testa e le spalle di Talia. Prese con sé la ragazza e seguì la sua tigre che si lanciò tra quelle lingue di fuoco. Di corsa scesero le scale che già scricchiolavano sotto quell’Averno di fiamme. Fortunatamente il dongione, dove era stata rinchiusa Talia, fu la parte che più resistette all’incendio. Così, i due, preceduti dalla tigre, raggiunsero prima il cortile, poi il portone e si ritrovarono finalmente fuori da quella trappola incandescente. Pochi istanti dopo e gran parte del castello crollò orma carbonizzato. “Come stai, Talia?” Ansimando Guisgard. “Ma cosa ti è saltato in mente?” Cambiando umore e accigliandosi. “Perché sei venuta da sola in questo posto? Cosa volevi fare? Se ti fosse accaduto qualcosa?” Avvicinandosi e stringendola per le braccia. “Rispondi! Rispondi Talia! Perché non sei venuta prima da me?” I suoi occhi erano ancora lucidi a causa del fumo che avevano attraversato. Ma incontrati quelli di lei, in breve ripresero il loro colore naturale ed anche l’animo del cavaliere si rasserenò. “Li…” mormorò “… li ho uccisi tutti… chi non è caduto sulla mia lama è poi morto tra le fiamme…” parlava come se volesse scacciare la paura. La paura di averla persa. Ad un tratto un brontolio seguito da un grugnito. “Già, mi stavo dimenticando di te…” fece il cavaliere voltandosi verso la sua tigre “… si, hai ragione, amico mio… non vi siete ancora presentati… Talia, questo gattone è Sheylon!”
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02-02-2012, 17.55.59 | #558 |
Cittadino di Camelot
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Il carro ci porto in una mistica città magica.. Sentivo la magia dappertutto.. Non avevo più le orze.. Lo sentivo stavo per morire.. Col pensiero chiamai Elisabeth e Altea e dissi:
"Elisabeth.. Se non avessi mai intrapreso questo viaggio non ti avrei mai conosciuta.. E quindi anche se ho erso la vita sono contento di aver conoscuto mia madre.. Non dirmi di resitere perchè ormai è inutile.. Sento l'energia che mi abbandona mi rimane poco.. Vorrei abbracciarti per un ultima volta ma non possiamo.. BEh.. Addio.." Detto questo mi ritirai nella mia mente e lì sul pavimento di uno schifoso carro aspettavo la morte..
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02-02-2012, 21.21.15 | #559 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth, Altea e Daniel furono fatti scendere dal carro e ancora incatenati condotti in una monumentale sala.
Due fila di colonne di granito correvano fino ad un alto e vasto abside, nel quale stava un sontuoso seggio. Daniel non riuscì nemmeno a fare un passo e cadde a terra senza forze. “Alzati, cane!” Gli intimò uno di quei cavalieri. “Non ne ha la forza.” Disse lady Shoyo. “Aiutatelo… deciderà lord Goxyo sulla sua sorte e su quella di queste due donne.” Daniel fu così aiutato da due cavalieri. I tre prigionieri furono poi condotti davanti al seggio sotto l’abside. Un attimo dopo, da una tenda laterale, uscì un cavaliere. Era alto e magro. “Lady Shoyo…” sorridente questi “… vedere voi è come restare incantati davanti alla Luna…” “Un uomo come voi, sir Kojo, non si lascia certo incantare dalla Luna…” rispose la donna. “Eh, milady…” scuotendo il capo lui “… quell’armatura può ingannare gli altri, ma non me… sotto quell’acciaio si nasconde una donna… una bellissima donna…” “Sir…” quasi incurante lei “… posso sciogliere ogni vostro dubbio in qualsiasi momento, circa il mio valore cavalleresco… scegliete voi il luogo e duelleremo.” “Il luogo?” Ridendo lui. “Ma io già so dove vorrei affrontarvi, mia bellissima Clorinda… nelle mie stanze!” E rise di gusto. “Mi concedete un vantaggio, dunque!” Fissandolo lei. “Lì siete di sicuro meno pericoloso, che sul campo di battaglia!” A quelle parole, il cavaliere restò in silenzio. “Voglio vedere lord Goxyo.” Disse Shoyo. “Subito.” In quel momento entrò un valletto. “Miei signori, sua maestà vuole che siano condotti a lei i prigionieri.” Annunciò il nuovo entrato. “Dite alla regina” replicò Kojo “che penseremo noi ai prigionieri.” “Perdonatemi, miei signori…” spiegò il valletto “… ma ella insiste…” Shojo annuì e fece cenno ai suoi di condurre i prigionieri nella sala del trono. “Dannazione…” mormorò Kojo “… quando impareranno che ora comandiamo noi!” Shojo lo fissò, per poi seguire i suoi uomini verso la sala del trono. Così, Elisabeth, Altea e Daniel furono portati nella stanza più importante del palazzo. Mosaici, dipinti e arazzi con scene di caccia e di guerre animavano le sue pareti, mentre centinaia di candele ardevano in candelabri d’oro massiccio come se fosse mezzogiorno. Larghi finestroni correvano tutti intorno al soffitto e sotto ciascuno di essi vi era una pianta dai frutti sconosciuti per noi abitanti del mondo al di qua del Calars. Tre sontuose fontane abbellivano la sala con getti d’acqua colorata e con ogni specie di fiore che galleggiava tutt’intorno. In fondo alla sala c’era il magnifico trono, tutto in oro bianco, corallo e giada, sul quale erano adagiate pelli d’ermellino. E una bellissima donna era seduta su quel seggio. “Portate qui i prigionieri.” Ordinò. I tre furono allora condotti davanti a lei. “Pensiamo siano spie, maestà.” Disse Shoyo. “Spie?” Fissandola la donna sul trono. “E per conto di chi?” “Dei nostri nemici, mia regina.” “Ignoravo che i demoni si servissero di spie.” Disse la regina. “Quel ragazzo sanguina ed è pallido.” Fissando Daniel. “Si è meritato quella punizione.” Spiegò Shoyo. “Se non erro non sono stati ancora dichiarati colpevoli.” Replicò la regina. “E fino a quando ciò non avverrà, saranno trattati con umanità. Medicate quel ragazzo.” Ordinò ai suoi servi la regina. Daniel fu così condotto in una stanza per essere medicato. “Chi siete?” Domandò la regina ad Elisabeth e ad Altea. “Parlate! Come e perché siete giunti qui?”
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02-02-2012, 21.47.10 | #560 |
Cittadino di Camelot
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Ci accompagnarono per i lunghi corridoi di quel palazzo...si sentivano solo i nostri passi pesanti, guardavo Daniel, stava male...temevo per la sua vita.
Ci fecero accomodare in una sala e apparve un misterioso uomo, con mia sorpresa si mise a proferir parole d'amore con la donna cavaliere..."Che sciocchezze" pensai "Noi stiamo qui a pensare alla nostra sorte e loro amoreggiano come niente fosse?" Guardai Elisabeth, se solo avessi potuto parlare...ma ad un tratto entrò un valletto, parlando di una regina. Capii dalle parole che non scorreva buon sangue tra loro e la loro regina, come se forse si fossero impossessati di quel regno o stessero tramando qualcosa. Seguimmo la donna guerriera, che capii si chiamava Lady Shoyo, e ci fece accomodare in una stanza veramente sontusa, guardai il soffitto e rimasi a bocca aperta...ma che meraviglia, sopra di me sembrava scorrere il Calars con la sua bellezza...ma una voce mi destò, una voce alquanto benevola..era la regina, mai vidi una creatura cosi meravigliosa, elegante ed eterea, sembrava uscita da una favola. Ella si premurò della salute di Daniel e pure della nostra sorte...e poi si rivolse a Elisabeth e me, lanciai alla mia compagnia di venture uno sguardo d'intesa. Feci un leggero inchino..."I miei omaggi...vi ringrazio prima di tutto per averci accolto con benevoli parole. Non sappiamo perchè ci troviamo qui, ma vi giuro che siamo venuti in pace, e infatti Daniel fu ingiustamente punito. Siamo partiti da una città lontana, in una specie di barca dove un uomo, messer Goz, voleva scoprire cosa vi fosse al di là del Calars...ma la sventura ha voluto che la nave affondò e noi naufraghi ci trovammo ignari nelle vostre Terre." Non avevo più la forza di parlare, ella mi fissava e mi spiazzava.
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