16-11-2010, 20.31.54 | #551 |
Cittadino di Camelot
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" la nostra vita stessa" risposi" essa ha un inizio e una fine "
Guardai il mendicante aspettando risposta .....
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
16-11-2010, 20.37.08 | #552 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il mendicante fissò Gonzaga negli occhi.
"Questa è la vostra risposta, milady?" Chiese. "Se non lo fosse allora sappiate che nessuno di voi tre può rivolgersi a me, se non per darmi la soluzione dell'indovinello. Ditemi voi, dunque... quella che avete pronunciato è la vostra risposta all'enigma?"
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16-11-2010, 21.01.42 | #553 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, nel profondo ed oscuro cuore del misteriose bosco, Talia e la ragazza avevano trovato quella macabra stanza.
E Talia, appena accortasi del sangue che tingeva l'intera parete, cercò di fuggir via da quel luogo di morte. Ma mentre tentava di trascinarsi dietro la ragazza, questa cominciò finalmente a parlare. E stavolta, come se si fosse destata da un incubo, le sue parole era comprensibilissime. Anche troppo. "Loro sono già qui..." disse fissando il tavolo "... sono ovunque... sapevano che saremmo giunte a questo punto..." si voltò verso Talia ed aggiunse "... loro sapevano che saresti tornata... non puoi sfuggire al loro potere... nessuno può... siamo destinati a morire tutti..." E si abbandonò in una delirante risata che si tramutò presto in un doloroso pianto. E proprio in quel momento diversi di quegli uomini tatuati apparvero sulla porta della stanza.
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16-11-2010, 21.06.53 | #554 |
Cittadino di Camelot
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Guardai il mendicante fissando i suoi occhi scuri e risposi " si ..è la mia risposta".
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 17-11-2010 alle ore 00.08.58. |
16-11-2010, 21.27.10 | #555 |
Viandante
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All’udire quelle parole del giovane poeta mi soffermai e lo invitai a sedere in un tavolo e discutere le sue preoccupazioni. Ci sedemmo un pò distanti dai fragori festosi degli astanti ed iniziai a dirgli che non è stolto bensì una persona cui dà senso a ciò che è un rapporto umano “L’amicizia”, “La fedelta”, “ il timore di Dio” etc .etc. e che mi ricorda moltissimo la mia dolce amata la quale ha studiato questa scienza per poi prodigarsi ed aiutare la gente a ritrovarsi nell’animo e nel corpo. Comunque, aggiunsi che l’indomani lo avrei aiutato volentieri nella ricerca del suo padrone e che adesso era meglio che riposassimo quindi vedendolo un pò rasserenato mi alzai dal tavolo, gli diedi la buonanotte e mi avviai nella mia stanza.
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17-11-2010, 01.42.00 | #556 |
Cittadino di Camelot
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Tentai di trascinare via la ragazza, ma fu tutto inutile... era immobile come una statua e non pareva intenzionata, o forse non era capace, di muoversi.
Poi improvvisamente, inaspettatamente parlò. La osservai per un istante, sorpresa... “Che vuol dire che loro sapevano?” chiesi, ma non ottenni risposta. Così le afferrai le spalle e la scossi, perché uscisse da quella sorta di vaga trance in cui era caduta... E tuttavia lei non faceva caso a me, rideva e piangeva... era chiaramente fuori di sé. “Guardami!” tentai di nuovo “Rispondimi, ti prego! Chi sono ‘loro’? Che cosa vogliono? Chi c’è dietro a tutto questo?” Ma un debolissimo rumore alle mie spalle mi distrasse... mi voltai e vidi che alcuni di quegli uomini tatuati erano giunti sulla soglia di quella stanza e ci stavano fissando in un modo che non prometteva niente di buono... Istintivamente arretrai di alcuni passi, trascinandomi la ragazza dietro, e accidentalmente andai a sbattere contro quella sorta di altare sacrificale che era al centro. Fu un istante: al volo, d’istinto, mi voltai e afferrai uno dei lunghi coltelli piantati lì... lo impugnai saldamente con entrambe le mani e, tornando a fronteggiarli, lo feci roteare in alto di fronte a me... “E va bene!” dissi, nel tono più sprezzante che riuscii a tirare fuori “Giochiamo al vostro gioco!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
17-11-2010, 01.51.19 | #557 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel palazzo della dama del bosco, Cavaliere25 era in cerca di Belven, che aveva lasciato misteriosamente la loro stanza.
Il giovane arciere aveva così cominciato a vagare nei corridoi del palazzo, fino a quando si accorse di una luce soffusa che giungeva da una porta semibuia. Giunto davanti ad essa, Cavaliere25 entrò nella stanza. E quando fu dentro si ritrovo in una strana stanza, arredata con vecchi mobili ammuffiti, drappi cadenti e polverosi, ritratti sbiaditi e ragnatele ovunque. La stanza era illuminata solamente da una candela che si trovava su un vecchio e malandato scrittoio. "Perchè siete qui?" Chiese all'improvviso una voce alle sue spalle. Era di una donna seduta su un grosso seggio proprio alla sinistra di Cavaliere25. La poca luce rendeva impossibile scorgere il volto della donna e praticamente il giovane arciere di Camelot poteva solo udire la sua voce.
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17-11-2010, 02.11.06 | #558 |
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Nel frattempo, alla locanda, Iodix non stava più nella pelle dopo aver udito le parole di Vortigen.
"Oh, mio valente e forte sire, è gioia ciò che io vi sento dire! Davvero mi aiuterete a cercarlo? Oh, son felice che potrò ritrovarlo!" Recitò felice il giullare. E salutatisi, entrambi andarono a dormire. L'indomani, Iodix attese di buon mattino che Vortigen si svegliasse e scendesse giù. "Stamani sei felice, menestrello!" Disse il locandiere. "Certo che lo sono, mio genuino amico! Troverò presto il mio padrone, ti dico!" Rispose il giullare. "E come farai?" Chiese il locandiere. "Al massimo puoi tenere in mano un flauto e potresti giusto trovare una scrofa in un porcile!" E rise forte. "Eh, a forza di annusare tappi di bottiglie la testa ti è diventa di sughero e poltiglie! E ora ascoltami, mio amico rustico e villano, nella ricerca mi aiuterà un re e non un nano!" E soddisfatto fissò il locandiere.
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17-11-2010, 02.36.05 | #559 |
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Nello stesso istante, la notte buia aveva avvolto il bosco, con i suoi sinistri lamenti e la pallida Luna a stento riusciva ad illuminare quel primordiale luogo.
Il mendicante fissò Gonzaga e la sua sicirezza nel dare quella risposta. "Allora altro non ho da dirvi, milady..." disse "... non vi tratterrò oltre... prendete il sentiero e percorretelo tutto. Se la vostra risposta è quella esatta, voi troverete ciò che mi avete chiesto." "Un momento!" Intervenne Goldblum. "Volete dire che lei sola potrà andare?" "Si, nano. L'hai detto." Rispose il mendicante. "E' assurdo!" Esclamò Goldblum. "Non permetteremo certo che lei si ritrovi da sola a vagare per questo bosco! Sarebbe come mandare un agnello nelle fauci del lupo!" "Allora o rispondete al mio enigma allo stesso modo della ragazza, ma se ella ha sbagliato non giungerete mai dove siete diretti, o formulate un'altra risposta... ma badate che il tempo concessovi per rispondere è quasi terminato..."
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17-11-2010, 02.53.08 | #560 |
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Intanto, in un luogo sconosciuto ai più, Talia e la ragazza si trovavano in una sorta di trappola.
Quella macabra stanza infatti sembrava non avere altre via d'uscita per le due ragazze. Quegli uomini fissavano in silenzio Talia che brandiva l'affilato coltello davanti a loro. I loro volti erano scarni, con i lineamenti perennemente contratti e gli occhi come quelli di fantasmi. I segni che ricoprivano i loro corpi, dal torace, agli arti, alla faccia, sotto la soffusa luce di quella stanza, sembravano voler prendere vita ed i colori con i quali erano impressi sulla pelle di quegli uomini rendevano quella visione simile ad un assurdo incubo. Ad un tratto la ragazza alle sue spalle lanciò un grido di disumano terrore e si lanciò sul tavolo, afferrando un altro di quei coltelli. "Avete vinto..." mormorò "... ho fatto come volevate... siamo qui, senza più speranze di fuga..." cominciò a sorridere confusamente ed aggiunse "... ma non mi farete altro male... no... non più..." E con gesto improvviso si spaccò il cuore con una coltellata, cadendo poi a terra in un lago di sangue. Quell'atto estremo sembrò stupire gli uomini tatuati che si avvicinarono tutti al corpo senza vita della ragazza, lasciando quindi la porta libera, senza più nessuno a bloccare quell'unica via di fuga.
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