29-10-2012, 20.25.02 | #551 |
Disattivato
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Guardai Giuff con uno sguardo chiaro, deciso.
"Credete che io mi beva queste storie? Vi sto solo dicendo ciò che mi ha detto lei prima di morire." Non staccai mai gli occhi da quelli del capitano. Poi, come un lampo attraversò i miei occhi. "L'unica indicazione di cui ha parlato è stata l'isola di Vivermagren, dicendo poi di navigare verso Nord, ma probabilmente è un altro luogo di miti e favole per bambini." Sorrisi, sarcastica. "Magari li ci sono le sirene.." Tornai a fissare seria il capitano. "È tutto quello che so, a parte il fatto che nei suoi occhi non c'era ombra di menzogna, per quanto assurde fossero le sue storie." |
29-10-2012, 20.30.30 | #552 |
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Sembravano volerci seguire, ma Storm aveva ragione poteva solo essere un caso....mano nella mano guardammo quella vetrina con bottigliette di varie forme e misure piene di profumi.......l'odore che usciva dalla bottega in quel momento mi sembrava nauseabondo.....quando Storm mi chiese di reagire....." Sei il solito avaro....non ti sembra il caso di fare un bel regalo alla tua mogliettina ?.....".....mi appoggiai a lui alzando il viso come a volere un bacio....speravo che quell'atteggiamento cosi' intimo facesse andar via le guardie.....ma nella vita le cose non vanno sempre come si vuole e dal negozio venne fuori un fragore di vetri rotti......
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29-10-2012, 21.10.32 | #553 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Vivermagren...” disse pensieroso Giuff “... come poteva conoscerla? É molto lontana... quasi ai confini di questi mari... no, non può aver inventato anche questo...” i suoi occhi fissarono il sangue di Loren a terra “... forse vi è del buono in questa storia... val la pena di tentare...” guardò Clio “... e tu sei l'unica ad aver parlato con lei... dunque conosci la rotta...” si alzò “... tu ci condurrai lì... e vedremo se quel tesoro esiste davvero oppure no...”
In quel momento scese Boyuke. “Capitano, la tempesta si è placata. Dove ci dirigeremo?” Chiese. “A Portuga.” Rispose il Gufo Nero. “Ma ci scoveranno!” “Affatto.” Fece il capitano. “E' passato troppo tempo. Avranno armato una nave per partire e cercarci. Noi invece li giocheremo. Non si aspettano questa mossa. Avanti, a Portuga!” Ordinò. “Bouyke!” Esclamò. “Ti presento la nostra nuova socia!” Indicando Clio con tono sarcastico. “Ci renderà ricchi!” E rise forte. L'Antigua Maria prese così la rotta verso Portuga.
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29-10-2012, 21.22.30 | #554 |
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Abbassai gli occhi mentre Musan parlava, li abbassai per non dover sostenere quello sguardo che tuttavia avvertivo su di me... era glaciale, quello sguardo, ed allo stesso tempo tagliente... e mi dava i brividi! Così come mi dettero i brividi le sue parole...
Le ascoltai in silenzio, tenendo lo sguardo lontano, apparentemente molto occupato a seguire lo scorrere delle nuvole oltre il cespuglio di rose europee che mia madre aveva fatto piantare lì al nostro arrivo... Infine tacque. Per qualche momento ancora rimasi immobile, poi lentamente mi accostai al vassoio d’argento che Jamiel mi aveva portato, presi con delicatezza la teiera e versai il tè nella tazza di fine porcellana... c’era una sola tazza, la riempii ma poi la lasciai dov’era... “Eh, milord... voi mi sopravvalutate...” iniziai a dire, sfoggiando il sorriso più vago e più innocente che riuscii a tirare fuori “Io sono solo una dama e molto poco mi intendo di politica, di alleanze, di processi, di arresti e di tutto ciò di cui dite... la filosofia, le lettere, la poesia: ecco ciò che conosco! I greci, avete nominato... Eschilo era uno dei miei preferiti...” Gentilmente spinsi verso di lui la tazza di tè, poi iniziai a recitare... “Non vi è riparo allo sterminio ed alla tua rovina per te, uomo, che, imbaldanzito dalla ricchezze, hai violato il grande altare della Giustizia!” Sorrisi innocentemente... “L’Agamennone!” spiegai. Poi, indicando il vassoio, soggiunsi “Latte o limone, milord?”
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29-10-2012, 22.37.07 | #555 |
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Salutai Fhael con un nodo alla gola, sapendo che mi sarebbe mancato molto. Osservai attentamente tra le mie mani il Rosario che mi aveva dato in dono prima della sua partenza.
Era un oggetto a me praticamente sconosciuto, ma avevo capito dalle parole del portoghese, molto importante per molti europei. Mi misi a contare i grani azzurri lucenti e a guardare i giochi di luce prodotto sulla parete, al contatto del sole con lo zaffiro. Un servitore mi avvisò che il Colonnello mi attendeva in giardino per il tè. Mi misi il Rosaio attorno al collo e mi diressi, lungo un ampio corridoio, ad un patio dal quale si accedeva al giardino vero e proprio. Mi ritrovai immersa da una folta vegetazione quando meno esotica ma molto ben curata. Sulla sinistra poi, c'era un ampio spazio dedicato unicamente alle rose. Mi fermai un momento a guardarle, incantata dai molteplici colori delle sfumature di ogni specie di rosa presente. Gon, che non aveva smesso di seguirmi, mi tirò per la gonna, come per ricordarmi il mio dovere, così alla fine giunsi al tavolo del tè.
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30-10-2012, 01.24.30 | #556 |
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Lin sorrise a quella reazione di Altea.
“Guardate, non è affatto noiosa la storia delle Flegge.” Disse divertito. “Anzi, tutt'altro. Vedete, la maggior parte delle persone odia la storia a causa delle date e dei nomi da ricordare. Ma la storia non è solo date e nomi. Anzi, paradossalmente quelle cose sono quasi secondarie. La storia è comprendere gli uomini che l'hanno fatta, perchè nei loro spiriti vive lo slancio per il quale si è compiuta. Immaginate la storia come un grande libro... come un romanzo... le battaglie dei popoli antichi, gli intrighi nella politica di Roma, la nascita delle nazioni, le Crociate... e poi ancora, i primi navigatori, le grandi scoperte... non manca nulla, perchè davvero la realtà può superare l'immaginazione. E per quanto riguarda le Flegee, sappiate che non mancano straordinarie figure e grandi avventure... olandesi, inglesi e spagnoli... e poi i pittoreschi pirati...”
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30-10-2012, 01.29.08 | #557 |
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Ad un tratto, mentre Elisabeth e Storm fingevano scaramucce matrimoniali, dal negozio si udì un fragoroso rumore di vetri rotti.
Uno dei garzoni aveva fatto cadere un vassoio in esposizione, meritandosi poi i richiami del suo padrone. “Perdonate, milady...” disse all'improvviso uno dei due soldati ad Elisabeth “... mi occorre un vostro suggerimento... vedete, devo regalare qualcosa a mia moglie per il suo compleanno e magari il gusto di una donna può aiutarmi a scegliere. Voi siete d'accordo, milord?” Rivolgendosi poi a Storm. “Uh... si, certo...” annuì questi “... certo, certo...”
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30-10-2012, 01.45.59 | #558 |
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Cheyenne, così, raggiunse il colonnello.
L'uomo la pregò di sedersi con lui e subito un servitore portò del tè con dei pasticcini. “Posso comprendere” disse l'uomo “questa situazione assai singolare e forse anche, almeno in parte, imbarazzante. Soprattutto per te. Inventarsi un legame dall'oggi al domani non è affatto semplice. Tutt'altro. Tuttavia dobbiamo pur relazionarci in qualche modo. Per questo è mio desiderio che tu sia il più naturale possibile. Io, per quanto mi riguarda, non ti negherò nulla, né ti imporrò abitudini a te estranee. Ciò che ti chiedo è di rispettare l'austerità e il decoro di questa casa, comportandoti come una dama spagnola di tal rango. Saluterai e ti presenterai agli ospiti che io riceverò, naturalmente come mia nipote, senza però l'obbligo di presiedere a tali incontri. Ovviamente non ti obbligherò a praticare i riti e le cerimonie cattoliche, fatta eccezione di accompagnarmi ogni Domenica alla piccola cappella di Sant'Anna, dove ascolto la messa, senza però, naturalmente, chiederti di restare ad ascoltare la Parola di Dio, visto che probabilmente il tuo Credo sarò tutt'altro. Alla fine della messa ritornerai a prendermi e faremo insieme la strada di ritorno verso casa. Tutto ciò che si trova in questa villa è mio come tuo e ne potrai usufruire senza alcun limite. Questo è quanto. Facciamo dunque del nostro meglio per rendere piacevole questa nostra convivenza.” Prese allora la sua tazza di tè e cominciò a sorseggiarla. “Prendi il tè, finché è ancora caldo. Dopo, quando avremo finito, c'è qualcosa che voglio mostrarti. Nel frattempo, hai qualche domanda che vuoi rivolgermi?”
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30-10-2012, 01.47.58 | #559 |
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Appoggiata al parapetto, guardavo il mare. E per un istante chiusi gli occhi e ascoltai soltanto le onde infrangersi contro la chiglia.
Mi parve così di tornare sulla Moeder Recht, colma di speranza, e attesi di udire da un momento all'altro la voce gioviale di Guerenaiz. Possibile che fossero passati solo pochi giorni? Eppure una voce, flebile e minuta, dentro di me, mi parlava di speranza. Cominciavo a capire che potevano esserci stati mille motivi a trattenere Jhonn. E se l'idea che mi avesse allontanato cominciava a sbiadire, si faceva largo al suo posto il timore di non essere in grado di trovarlo... o di arrivare troppo tardi. Il sole si prestava a tramontare, e per quanto guardassi ripetutamente fuori dalla piccola finestra , lui non si vedeva. D'un tratto la porta si spalancò pigramente ed entrò un uomo giovane e snello, con lunghi capelli color del mogano e occhi dai riflessi ambrati. "Mi hai fatto stare in pensiero.." Proruppi con un gran sorriso, correndogli inoltro : " vieni, ti ho preparato una cena speciale. Che c'è, chi credevi preparasse il rancio all'accampamento?". Risi di gusto vedendo lo sguardo sorpreso di lui. "Devo parlanti, Clio.. " La sua voce spezzata mi indulse a posare il mestolo e correre accanto a lui. "Sono qui amor mio, dimmi..." Mi accovacciai a terra, tra lui e il camino r lo fissai con occhi titubanti e inquieti. "Ricordi.. Tempo fa... Ti parlai di una missione speciale per conto del Re, ma non sapevo di cosa si trattasse?" Annuii. "Oggi l'ho saputo". Silenzio. Mi avvicinai e gli presi la mano, senza dire una parola, sebbene il cuore tremasse come mai aveva fatto. "Mi manda nelle Flegee, insieme a dei soldati, su una nave di cui non ricordo il nome. A quanto ho capito un nobile è entrato nella mia bottega, quasi per caso, ed è rimasto talmente colpito dai miei disegni da parlarne al Re." Due anime lottavano dentro di me, dietro il mio viso candido. L'una, innamorata, era felice per il riconoscimento che aveva avuto il mio amore. L'altra, umana, urlava di angoscia e terrore per ciò che questo avrebbe comportato. "Quando devi partire?" Dissi, infine, con gli occhi gonfi. "Tra una settimana.." Rispose lui asciugandomi una lacrima indisciplinata. Sgranai gli occhi. "E il matrimonio? Non puoi partire tra una settimana, i preparativi non sono ancora finiti, non faremo mai in tempo!" Lui mi guardò e sorrise. "Lo so, non hai nemmeno l'abito da sposa..." In tono di dolce rimprovero. "Sposiamoci adesso, s'impicchi l'etichetta, andiamo in chiesa domani, solo io e te... Io... Troverò un vestito che mi stia bene." Con un mezzo sorriso divertito. "No,amor mio, non voglio rischiare di renderti vedova a vent'anni.." "Cedi forse che non lo sarei comunque, se tu... Se tu non.. Maledizione non voglio nemmeno pensarci!" Ora iniziai a singhiozzare, irrefrenabile. Lui mi abbracciò, dolcemente. "Su, Amor mio non fare così.. Non starò via molto, e per quando tornerò avrai tessuto uno splendido abito con le tue mani. Farai come quella regina greca che preparava l'abito da sposa mente lo sposo era per mare". Risi, Risi tra le lacrime e i singhiozzi. "Quella era Penelope, la moglie di Odisseo. Mente il marito era per mare, assalita dai pretendenti tesseva il velo da sposa di giorno e lo diafana di notte. Non credo che io farei in grande affare!" "Però Odisseo torna a casa..." Disse lui, rosso in volto, prendendomi tra le braccia. Risi, come allora al ricordo di quell' ingenuo errore. Mi portai una mano alla bocca per non destare sospetti. Guardai il mare, complice silenzioso. Mi chiesi se sarei mai riuscita a ritrovarlo, queste isole nascondevano insidie ad ogni angolo. Sentii un gran vociare, mi voltai, chiedendomi se fossimo già arrivati. |
30-10-2012, 02.22.07 | #560 |
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Clio, abbandonata a quella velata malinconia, fissava quel mare che sembrava essere divenuto suo complice in quel calvario.
L'Antigua Maria, grazie ai venti favorevoli, navigava rapida verso la sua meta, con le vele gonfie e la bandiera del teschio che sventolava, sebbene fosse ammainata per metà. Ad un tratto la ragazza udì chiasso e si accorse dell'agitazione che ora regnava a bordo. Un pirata sull'albero maestro aveva avvistato Portuga. “Se quel tesoro esiste davvero” disse Giuff avvicinandosi a Clio “potrei anche prendere in considerazione l'idea di lasciarti andare, sai? Sarei ricco a quel punto e magari lascerò qualcosa anche a te. Dopotutto potresti rifarti una vita e dimenticare il tuo capitano...” rise “... e se stanotte ti sentirai sola e malinconica, allora non abbatterti... lascerò la porta della mia stanza aperta...” le sfiorò i capelli e si abbandonò ad una nuova risata, stavolta ancor più insopportabile. Poco dopo scesero a terra. “Volete che le incateni i polsi, capitano?” Chiese Boyuke indicando Clio. “No, stavolta no...” rispose Giuff “... non credo sia tanto stupida da scappare... quest'isola è piena di farabutti e rinnegati, pronti a molestare qualsiasi donna...” fissò Clio “... gli altri pirati non sono mica dei gentiluomini come me!” E rise di gusto. Raggiunsero così una locanda e Giuff ordinò subito da bere. “Bevi anche tu!” Disse a Clio. “Il rum possiede il raro dono di scacciare l'insofferenza e la tristezza. E stanotte voglio saperti allegra, visto che dovrai disegnarmi una mappa con la rotta che ti ha rivelato la pazza.”
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