17-11-2010, 11.53.39 | #561 |
Cittadino di Camelot
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Mi sono svegliato nel cuore della notte e ho notato che il mio compagno di stanza non c'era nel suo letto e allora mi sono preoccupato e lo sto cercando voi chi siete e come vi chiamate dissi girandomi verso la voce.
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fabrizio |
17-11-2010, 13.09.34 | #562 |
Cittadino di Camelot
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A questa sua risposta guardai il mendicante con rabbia e risposi" E questa sarebbe una risposta? Vi state prendendo gioco di noi?
Il Signore ha incrociato le nostre strade non credo per essere presi in giro da lei. Posso proseguire come dite voi lasciando i miei amici ancora qui con voi, cosi come posso tornare liberamente alla mia casa al di là del bosco, ma di certo non starò ancora qui a farvi prendere gioco di noi. Accetto la vostra risposta e non starò qui con voi un minuto di più , scusatemi " Mi voltai e parlando con dolcezza a Goldblum e ser Morven dissi" Non credo che il mendicante ci stia lasciando molta scelta.Lui non è qui per caso, credo che lui abbia uno scopo ben preciso e di certo non sarò io a farglielo portare a termine. Continuai.." proseguirò il mio viaggio con le due uniche armi che conosco...la fede nel mio Signore e questo ricordo che il mio caro abate mi donò quando lo lasciai...saranno loro la mia spada e la mia forza." Mi avvicinai al mio cavallo , salì in sella e voltamdomi ai mie amici, feci un cenno di saluto con il capo , mentre una lacrima nascosta velava i miei occhi.. " coraggio ..andiamo..." dissi al mio compagno di viaggio..." siamo solo io e te ora.... Mi allontanai da loro senza avere un idea precisa di dove potessi andare
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17-11-2010, 14.23.41 | #563 |
Viandante
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Al mattino presto,mi svegliai e mi accinsi a guardare fuori dalla finestra della mia stanza, Il tempo era gaio e sereno perciò gli uccelli, sotto i raggi del sole, per la stagione e per il verde novello cantano in alto i loro amori. I fiori già sbocciati con i loro splendidi colori vivaci ,ospitano le variopinte farfalle che lievemente si posano tra i loro petali per poi riprendere il volo ed impollinare inconsapevoli altri fiori, si alternava alla visita, delle api che suggevano il loro miele, che fantastica scena della vita. Mi bussarono alla porta, era il fedele amico poeta che mi esortava a mantenere fede alla promessa cioè quella di andare alla ricerca del suo padrone. Quindi prontamente dopo aver indossato la mia armatura e fissando la mia spada alla vita, sono uscito dalla stanza e con il fedele menestrello scendemmo le scale sino all’uscio della taverna scambiandoci i convenevoli. Giunti alle stalle chiesi allo stalliere di procuraci un altro cavallo. Il giovane poeta mi guardò perplesso dicendomi che non sapeva cavalcare e preferiva seguirmi a piedi, quindi dopo aver imbracato il mio cavallo c’incamminammo verso i sentieri che conducevano a Cartignone. Durante il percorso chiesi al giovane notizie su chi fosse il suo padrone così potevo avere degli indizi sulla sua rintracciabilità.
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VoRtIgEn |
17-11-2010, 17.11.06 | #564 |
Cittadino di Camelot
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Per tutto quel tempo era rimasto senza respirare.
Non riusciva a pensare a nulla. Vide Gonzaga alzarsi, andare incontro al mendicante, esporgli la sua risposta, e al contempo esporsi al destino che lui le stava riservando. Nel momento in cui la vide fronteggiare quell'uomo, udì il loro scambio di battute, la sicurezza nella voce di lei, l'oscurità nelle parole di lui, fu come se qualcosa l'avesse di colpo ridestato da un lungo sonno. Guardò Samsagra e si avvide che era stata la sua spada a richiamarlo, lanciando attorno a sè un nuovo bagliore di smeraldo. A quel segnale, Morven provò un profondo senso di scoramento. Guardò Gonzaga, ed ebbe vergogna di se stesso, nel pensare che quella fanciulla stava assumento su di sè i rischi e le responsabilità di quella risposta così tanto importante per loro. La sua spada, la sua preziosissima, unica spada era il prezzo da pagare e da perdere, e lui era rimasto immobile senza riuscire a far nulla per difendere Samsagra, se stesso e i suoi compagni. Guardò Gonzaga, sì, ancora una volta... ritta, fiera, senza alcun timore di affrontare quell'uomo... e guardò Samsagra, che sembrava pulsare e scalciare dentro la brilante prigione della sua lama. "Samsagra..." mormorò di nuovo "parlami ancora... giurasti di venirmi in soccorso" La dolce voce di Samsagra ricominciò a nuotare nella testa di Morven, cantilenando la stessa frase che aveva pronunciato poco prima... "Mi invocherà e gli darò risposta..." Morven si sentì quasi sopraffatto da quelle parole ossessive. Per un istante gli parve di poter perdere la testa. Le sentiva, ma non le comprendeva, e aveva quasi l'impressione che quella sirena si stessa prendendo gioco di lui e dei suoi limiti umani. "Dannazione, Samsagra!" esclamò infine, incapace di trattenere oltre la sua ansia e la sua collera per quella situazione di stallo che non riusciva ad affrontare "Che significa?!?!" A quell'esclamazione, Samsagra tacque di colpo, e il tempo attorno a Morven parve fermarsi, cristallizzarsi nella perfezione di un attimo di immobilità. Il silenzio attorno a lui gli riportò con calma le parole che aveva udito fino a quel momento, ma che non aveva ascoltato, così preso com'era dai suoi pensieri... "... l'Onnipotente... il Signore infatti dice... Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo..." "... proseguirò il mio viaggio con le due uniche armi che conosco...la fede nel mio Signore e questo ricordo che il mio caro abate mi donò..." "... mi invocherà e gli darò risposta..." ... ma sì, ma sì... ecco qual'è la risposta! E non l'aveva vista subito, proprio perchè in quel momento era tutto ciò che gli era mancato.... ma gli sarebbe bastato possederne almeno un po' per riuscire a pregare, e allora, in quel momento, avrebbe avuto risposta. Vide Gonzaga montare a cavallo, salutarli con un sorriso colmo di tristezza e dare di sprone al suo animale. Si lanciò in direzione della fanciulla, all'imboccatura di quel sentiero che il mendicante aveva indicato loro e cominciò a urlare con quanto fiato aveva in gola: "Aspettate, milady! Aspettate! Riusciremo insieme o insieme falliremo!" Quindi, con occhi carichi di decisione e di ansia insieme, volse lo sguardo verso il mendicante che gli stava proprio di fronte. "E' la Fede... la risposta è la Fede! Ciò che ci fa forti e sicuri quando la possediamo, pazzi e disperati quando non l'abbiamo... può al contempo essere inizio o fine della nostra esistenza! Perfetta nella forma, e liscia e tonda, splende al contempo sulle dita di coloro che il cielo ha unito in sacro vincolo!" Quindi, dopo aver pronunciato quelle parole con irruenza, tutte d'un fiato, tacque e rimase a fissare intensamente gli occhi brillanti di quell'uomo misterioso.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 18-11-2010 alle ore 13.11.13. |
17-11-2010, 17.56.27 | #565 |
Cittadino di Camelot
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“No!” gridai... ma prima che potessi fare anche solo un passo, la ragazza si era già trapassata il cuore con uno di quei coltelli ed era scivolata a terra. E tuttavia, mentre il sangue le sgorgava già dal petto, un istante prima che la vita la abbandonasse, mi sembrò di cogliere il suo sguardo su di me... era uno sguardo implorante, uno sguardo che mi parve chiedere perdono... e allora, lentamente, nonostante lo sgomento per quel gesto definitivo, le sue parole iniziarono a penetrare nella mia testa e a far breccia tra i miei pensieri...
‘Avete vinto...’ aveva detto ‘... ho fatto come volevate... siamo qui, senza più speranze di fuga...’ Il sangue mi si gelò nelle vene! Era una trappola! Era stato tutto progettato... e io c’ero cascata completamente! L’avevano usata... e io non lo avevo compreso! Un’ira nera mi pervase. E poi, proprio in quel momento, i miei occhi saettarono verso l’uscita e vidi che era rimasta incustodita... in fretta, allora, feci due passi in quella direzione, senza tuttavia voltar loro le spalle neanche per un istante. Vidi, così, che questo mio movimento aveva attratto l’attenzione di uno di quegli uomini, lo vidi girarsi verso di me e allungarsi, tentando di afferrarmi. Non ci pensai: mossi entrambe la braccia in un gesto ampio e rapido, l’arma che tenevo in mano brillò alla luce danzante dei ceri e, secca e precisa, sfregiò il petto di quell’uomo, schizzando di sangue i suoi compagni. E io, approfittando della sorpresa e del disordine creatosi, uscii da quella stanza e iniziai a correre il più velocemente possibile.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
17-11-2010, 20.02.19 | #566 |
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Goldblum si lanciò dietro al cavallo di Gonzaga, afferrandolo per le redini.
"Aspettate, milady!" Disse. "Sir Morven ha gridato ciò che penso anche io... noi siamo partiti insieme ed insieme termineremo questa impresa. L'errore di uno è l'errore di tutti... come la vittoria di uno è la vittoria di tutti. Se la risposta di Morven è quella giusta, allora anche voi ne trarrete beneficio... tornate con noi ad attendere il responso di quel mendicante e dividerete la nostra stessa sorte, milady..."
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17-11-2010, 20.18.26 | #567 |
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Tirai le briglie al mio cavallo tanto da farlo scalciare nervosamente , scesi e mi avvicinai a pochi passi dal mendicante . Il fatto che tenesse il viso basso e nascosto nel suo mantello , mi rendeva nervosa.Ero sempre stata abituata a guardare in viso le persone a cui rivolgevo la parola. Ecco perchè non ero fiduciosa in quest'uomo, era come se avesse qualcosa da nascondere.. e poi...quel medaglione...ero sicura di averlo già visto..ma dove? qualcosa di lui mi era familiare...ma questo pensiero non mi rendeva serena..anzi..mi metteva ansia..avevo la sensazione che fosse qualcosa di malefico. " Avete ragione amici miei" risposi a Ser Morven, poi voltandomi al mendicante dissi" siamo qui per voi , in attesa della vostra risposta, coraggio..."
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17-11-2010, 20.20.36 | #568 |
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Nello stesso istante, Vortigen e Iodix erano appena partiti dalla locanda per cercare il padrone del menestrello.
Questi, grazie ad un gioco che molti noi oggi definiremmo senza dubbio illecito, era riuscito a vincere un modesto ronzino ad uno sciocco bifolco del posto e grazie a questa poco onorevole, ma opportuna, cavalcatura aveva affincato il buon Vortigen nel viaggio. "Qualcuno disse, convinto d'ingannare, perchè giullare io non sapessi cavalcare. Ma in realtà sappiam tutti in Cornovaglia salire a cavallo e guidare una squadriglia!" Recitò il giullare che poi aggiunse: "Il mio padrone svanì un'aspra sera nel nulla, accompagnando verso il bosco una fanciulla. Da quella sera non ebbi, ahimè, più sue notizie e attesi con speranza buone nuove assai propizie. E' Guisgard il nome del mio nobile e valente padrone e posso io dire sicuro che della cavalleria è campione!"
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17-11-2010, 20.37.16 | #569 |
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Goldblum tornò da Morven e dal mendicante accompagnato da Gonzaga.
I tre erano uniti e determinati a superare quell'impresa. Ad un tratto si udirono le mani del mendicante applaudire con sarcasmo. "Eh, l'unione fa la forza..." disse sorridendo "... ma talvolta non serve... le risposte che avete dato sono entrambe errate... e quando conoscerete quella giusta comprenderete come spesso la semplicità sia il rimedio a molti mali..." "Taglia corto" ringhiò Goldblum "e dacci il tuo responso!" "Se la tua arguzia" replicò il mendicante "fosse pari alla tua insolenza, invece che alla tua altezza, allora saresti riuscito di certo a risolvere l'enigma, nano." Fissò poi i tre davanti a lui e continuò: "La risposta al questito è semplice quanto chiara... l'inizio di ogni cosa... e la fine di tutto... è la lettera O... essa infatti appare di forma perfetta ed invidiabile precisione, liscia e tonda, senza incertezze nella forma." Rise di gusto e richiuse la sua borsa. "Ora pagate il pegno stabilito, amici miei..." aggiunse "... la spada del cavaliere" indicando Morven "o il crocifisso che porta al collo la dama..." guardando Gonzaga "... mi spetta uno di quegli oggetti... mantenete quanto promesso ed io vi indicherò la via che state cercando. E badate che sono stato generoso, dandovi la possibilità di scegliere quale oggetto perdere... se la spada o il crocifisso."
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17-11-2010, 20.47.51 | #570 |
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Nel frattempo, nei meandri sotterranei del bosco, Talia sembrava essere caduta in un terribile incubo.
Prima quella macabra stanza, poi l'arrivo degli uomini tatuati ed infine l'assurdo suicidio della ragazza. Ma in un attimo di confusione, l'eroina di Cartignone era riuscita ad approffittarne ed a scappar via. Correva nel semibuio e lungo corridoio col cuore che le batteva senza sosta per la paura. Su tutto sembrava essere sceso un gran silenzio ed un senso di claustrofobia pareva attanagliarle l'anima. Correva disperatamente fino a quando qualcosa apparve in fondo al corridoio. Era una figura, superba e fiera, che la fissava immobile. E quando Talia si avvicinò, riuscì a riconoscere quella sagoma. Era Bumin.
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