09-08-2010, 11.52.05 | #571 |
Cittadino di Camelot
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Sentii la zia che mi chiamava, ma non mi fermai...
Corsi fuori e poi corsi verso il borgo, vidi Guisgard sparire in una strada laterale e lo seguii da lontano; il convento era un po' fuori dal paese, la strada saliva costeggiando il bosco e giungeva ad un ampio spazio verdeggiante simile ad un'arena. Mi fermai al limitare di quello spazio e mi appoggiai ad uno degli ultimi alberi, quasi mi accasciai contro il tronco, incapace di avvicinarmi ancora così come di fuggire via. Vedevo varie figure al centro di quella sorta di teatro naturale, ma ne distinguevo soltanto due: le due al centro... non potevo sentivo quello che dicevano, il vento mi portava soltanto l'eco di parole che però non riuscivo a cogliere. E rimasi lì, in attesa, con lo stomaco sottosopra e cercando disperatamente di non sentirmi un mostro.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
09-08-2010, 14.18.31 | #572 |
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sentendo il vecchio che si stava arrabbiando dissi perche vi scaldate tanto il mio fratello Maladesh vi a solo chiesto se lo conoscete perche non rispondete cosa ce da sapere che voi non volete dirci signore mentre aspettavo una risposta lo guardai dritto negli occhi per capire qualcosa.
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fabrizio |
09-08-2010, 20.08.19 | #573 |
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Avevo la netta sensazione di essere seguita.........presi tra le mani la coppa che mi venne offerta.......e avvicinandola alle labbra ne sentii l'odore......era dolciastro, e poco invitante......." Vi ringrazio Signora, ma non credo di essere inquieta......forse mi sento oppressa visto che mi trovo sempre qualcuno che gradisce farmi compagnia.....vero Cosimus ?......avevo voglia di prendere una boccata d'aria, non credo che passeggiare ...sia proibito......vi sarei grata ....se da questo momento in poi.....pensiate al vostro seguito...e mi lasciaste libera di andare dove mi pare.......avete molte persone compiacenti al vostro fianco..sono sicura che starete bene anche da solo........."............roteavo la coppa con la tisana......sino a che feci cadere il liquido sulla pietra....e una densa nube di fumo si levo' dal liquido versato..........." Vi ringrazio signora.....avrei dormito benissimo...ne sono certa....."......gettai la coppa a terra e feci per andare verso la porta..
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09-08-2010, 20.25.04 | #574 |
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"Ma certo, milady..." disse la donna "... ognuno in questo castello è libero e voi non siete da meno..."
Cosimus la fissò, ma la donna gli sorrise. Un servo allora aprì il portone grande ed Elisabeth fu libera di uscire nella foresta...
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09-08-2010, 20.31.18 | #575 |
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Libera.......una parola molto strana....perche' la liberta' e' qualcosa che si ottiene a caro prezzo...e per me era stato tutto molto semplice......sentii chiudersi il portone alle mie spalle....e io prosegii immettendomi nella foresta....c'era qualcosa di strano...io ero vissuta anni in quel posto..perche' mi sembrava ostile ora..........i miei piedi si poggivano su un tappeto di foglie morte.....e scansavo le radici deglia lberi.....quando udii ancora quella voce.......allora allungai il passo ...aiutandomi col bastone.....si era levato il vento...........e la voce mi arrivava a tratti.,....quando in lontananza scorsi una luce...sembrava una lanterna.....chi poteva esserci....erano segnali...
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09-08-2010, 21.28.03 | #576 |
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"Il ragazzo ha ragione!" Disse Maladesh. "Perchè vi scaldate tanto?"
"Lasciatemi in pace!" Gridò il vecchio. "Perchè il nome di Guisgard vi ha fatto reagire in quel modo?" "Al diavolo..." Maladesh allora si avvicinò ed il vecchio tentò di colpirlo col suo bastone. Ma Maladesh bloccò quel colpo e lo disarmò. "Ora parlate..." intimò al vecchio. "E perhè mai?" Chiese questi. "Ormai tutto è deciso contro di lui..." "Non tutto. Parlate." "Chi siete voi?" "Un frate a cui interessa la sorte di Guisgard." Rispose Maladesh. "La sua anima?" Chiese il vecchio. "No, quella non è di mia competenza. Ora raccontatemi tutto..." Ed attese il racconto del vecchio.
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09-08-2010, 21.42.35 | #577 |
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Il crepuscolo era ormai giunto e gli ultimi momenti di luce invadevano quell'arena.
Dal convento si udì il rintocco di una campana, che sembrava dare il via alla contesa. Un attimo dopo i due contendenti si lanciarono l'uno contro l'altro. Subito le spade vibrarono forti e lo scintillio delle loro lame si avvertì chiarissimo. "Alto, destro e fendente a mezzavita!" Disse Iwan menando il suo colpo. "Dovrai fare di meglio, stolto, per impressionarmi." Rispose Guisgard deviando il suo colpo. "Mezzo destra, mezzo sinistra e sciabolata bassa!" "Buffone, mi vien già a noia questa farsa!" Esclamò Guisgard parando anche quest'altro colpo. Iwan attaccò ancora e lacerò la camicia di Guisgard. "Questo è andato vicino!" Pensò Tisson. "E' me che devi infilzare, non la mia camicia!" Esclamò Guisgard sbeffeggiando Iwan. "Tranquillo... i graffi non mi interessano..." disse Iwan "... il prossimo vedrai che ti arriverà al cuore... ma forse lì sei già stato colpito, vero?" "Al diavolo, gaglioffo!" Ringhiò con disprezzo Guisgard, attaccandolo con vigore. "Bene... preparati... il prossimo colpo sarà l'ultimo..." disse Iwan, dopo aver schivato quell'attacco. "Sono pronto..." Rispose Guisgard fissandolo diritto negli occhi. Tutto questo sotto lo sguardo di Talia a poco distante dall'arena.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 09-08-2010 alle ore 22.08.16. |
10-08-2010, 02.17.24 | #578 |
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Seminascosta dal tronco del grande albero al quale mi ero aggrappata osservavo la scena. Non udivo le loro voci, ma solo in clangore delle spade che stridevano l’una contro l’altra… e ad ogni colpo trattenevo il respiro, socchiudevo gli occhi, nascondevo il viso contro l’albero… poi il momentaneo sollievo dovuto a quell’istante di stallo che sempre intercorre tra un attacco e una difesa… poi un nuovo scontro e nuovi momenti di paura.
Fui colta da una strana sensazione prima di quell’ultimo colpo, senza rendermene conto trattenni il respiro e lanciai un debole grido.
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10-08-2010, 02.32.31 | #579 |
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I due avversari erano l'uno di fronte all'altro.
Si studiavano ed attendevano l'attimo giusto prima del fatale colpo, mentre un innaturale ed opprimente silenzio avvolse l'arena. Ad un tratto qualcosa sembrò destare Guisgard. Un qualcosa che lui solo sembrò udire. Il cavaliere, senza rifletterci, con un gesto istintivo, si voltò dietro, in direzione dell'albero dove si trovava Talia. E la vide. Ma in quello stesso istante Iwan, approfittando della distrazione del suo avversario, tirò un poderoso fendente. "Attento, Guis!" Gridò Tisson. Il cavaliere ebbe solo il tempo di spostarsi leggermente verso destra, senza riuscire però ad evitare del tutto il colpo del suo avversario. Un momento dopo Guisgard si accasciò a terra, stringendosi con forza il fianco ferito. "Primo sangue!" Urlò uno dei presenti. "La contesa è di Iwan!" "No, fermi, voglio finirlo quel lurido porco!" Urlò con rabbia Iwan. E tentò di avventarsi sull'avversario, che nel frattempo raccolse la spada e nonostante la ferita si apprestò a rispondere al nuovo possibile attacco. "No, fermati, Iwan!" Lo bloccarono i presenti. "Secondo le regole decise all'inizio, questa sfida è conclusa! E ne sei il vincitore!" "Guis, come stai?" Chiese Tisson avvicinandosi all'amico ferito.
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10-08-2010, 03.08.36 | #580 |
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Elisabeth vagava per la foresta.
Tentava di seguire quella voce che avvertiva quasi a stento. Era incomprensibile e sembrava mischiare alle parole infantili risate. Poi quella luce. Tentò di raggiungerla e quando fu a pochi passi da quella, si accorse di una sagoma che reggeva la lanterna. Era una donna. Non sembrava essere molto vecchia, eppure profonde rughe solcavano il suo volto. Mentre un'espressione dolorosa affliggeva il suo sguardo. "Elisabeth..." cominciò a dire "... Elisabeth... non siete cambiata per niente... ma forse non vi ricorderete di me... anni fa, nelle lande del nord a Cewick... ricordate una ragazzina dai capelli rossi, la pella chiara e gli occhi blu come il mare di mezzogiorno... Calandrake era il suo nome... il nome di quella splendida fanciulla... non mi riconoscete, vero? Eppure io... sono tutto ciò che resta di quella bellissima fanciulla..." Intanto nel castello, in una stanza semibuia, a stento illuminata da alcune deboli e stanche candele, la padrona di quel maniero rigirava i sassolini ed i cocci sulla tavola di duro legno inglese. "Vedo... si, lo vedo..." cominciò a dire "... lo vedo chiaramente..." "Cosa vedi?" Chiese ansioso Cosimus. "Vedo il tuo uomo..." "Guisgard..." "Si..." disse la donna "... e vedo quella ragazza..." "Dove?" Chiese con rabbia Cosimus. "Non è limpido questo... vedo un borgo... vedo sangue..." "Si deve essere rifugiato in qualche posto sicuro..." disse Cosimus "... ma dove?" "Forse la donna che è con te può saperlo..." "Elisabeth!" Esclamò Cosimus, mentre le candele bruciavano e si consumavano in quella tetra atmosfera.
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