19-07-2014, 11.39.05 | #571 |
Cittadino di Camelot
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Sbruffone e arrogante...lo faccio solo per Imone Marsin e la sua famiglia..per voi uomini di Imperion provo disprezzo, si vede...dovete essere pure privi di ogni cultura, non come noi Orientali che ne portiamo dietro bagagli di cultura...e mi sbeffeggi coi tuoi uomini..odi gli Orientali? Bene..vedremo..
"Una guerra..." scossi il capo "ne avevo sentito parlare ma lo vedo un posto cosi tranquillo, ma vi ricordo una cosa..sir Musain..si battè per me per darmi un dono che volevo, e poi disse al mio Gran Consigliere, visto lo volevo come mia guardia personale, che la sua spada era per Imperion ora ma mi avrebbe sembre dato il suo aiuto qualora ne avessi avuto bisogno...sarebbe arrivato immediatamente..siete voi ora state negando la volontà di chi vi comanda". Guardai Ismael e gli parlai in arabo..."Sali e avverti gli altri che domani si torna ad Amoros, e di non scendere in locanda..di che il filosofo non ha voluto aiutarci...e non abbiamo mai mostrato simpatia per questi uomini..e poi lui aveva detto non si interessava di politica e si è risentito..qui non troveremo indizi, è inutile proseguire". Mi voltai verso Dension e i suoi uomini.."Scusate, il mio capoguardia parla e capisce solo l' arabo, stavo impartendo gli ordini per la mia partenza domani ad Amoros, dove ho incontrato sir Musain, appunto, e ho il mio Palazzo". Fermai il locandiere e gli feci un gesto col capo sorridendogli.."Mi portereste una tazza di the, come quella di stamattina, mentre mi fermo al tavolo di questi..signori..lo vorrei puro e orientale, non quello occidentale..è privo di sapore..io amo, invece, i sapori forti e decisi..come quelli orientali". Mi sedetti al tavolo e iniziai a narrare..."Si..mi tocca dire a voi..allora...prima di tutto dite a Musain si è perso una altra occasione con me, visto domani mattino presto partiremo per Amoros...e poi..volevo solo portare una notizia ai Marsin, vi sarà qualcuno? Era solo questo.." e ora anche se approvi Imone Marsin e ciò che ha fatto, devi fingere...ma almeno qualcuno della tua famiglia saprà di te Imone..."Imone Marsin...lo incontrai proprio al porto mentre sbarcava da una nave militare e parlai con lui..egli pure mi salvò la vita da due uomini volevano derubarmi..disse stava venendo a Lortena e mi disse appunto qui vi era la guerra ma nulla di più.." e sorseggiai il the lentamente e vedevo il loro sguardo incuriosito "Forse questo Imone era un pò rivoluzionario...o una testa calda...chissà, stavo cenando in una locanda, dove mi avete trovata, e udii di un duello e mossa da curiosità uscii con la mia sacerdotessa e la mia ancella...infatti il povero Imone Marsin..lo vidi morto davanti a una altra locanda, era proprio lui..quindi volevo solo informare di questo i suoi familiari, anche se poteva salvarsi la vita, ma probabilmente ha meritato quello che ha avuto" sorrisi ma sapevo benissimo non era cosi ma non potevo mica essere dalla parte del rivoluzionario...non ora. "Potreste narrare questo...una mia guardia, che ora è ad Amoros, disse che prima di spirare Imone Marsin diede la sua sacca e la sua spada a un ragazzo vicino lui e questo pure osò minacciare chi fece vendetta, ovvero il vincitore, con una pistola prima per poi dire avrebbe provveduto con una spada..non so perchè quel Imone diede la sua spada a quel ragazzo e pure i suoi averi..un soldato vuole essere seppellito, solitamente, con la sua spada...bene questo è tutto..come vedete la mia era una innocua informazione..non sono una spia segreta venuta dall' Oriente..ora se permettete" dissi alzandomi "mi recherei a dormire, domani mi aspetta un altro lungo viaggio per tornare ad Amoros" e stavolta ero risentita per altro e pure amareggiata, sarei dovuta tornare da Bauon a quanto pare. Misi delle monete sul tavolo..."Pagate da bere a questi uomini...noi orientali siamo ospitali pure in terra straniera" e guardai Dension sorridendo..eccoti la mazzata finale. Senza aggiungere altro salii in camera mia e mi misi la veste da notte..ero amareggiata, per tutto, per non aver concluso nulla su Caleidos a Lortena, perchè mi dispiaceva molto per la morte di Imone...e il fuggitivo..e mi auguravo il fuggitivo fosse stato bene lontano, ma tanto...lui non si era interessato minimamente a me..io gli avevo salvato la vita ma lui...a lui era bastato solo questo, aveva profanato il mio pugnale senza sapere nulla di me, e ora mi ero trovata sola davanti agli uomini di Imperion e lui era fuggito. Quardai fuori il Sole che lentamente cedeva il posto alla Luna e mi addormentai.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-07-2014, 20.48.16 | #572 |
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Salutai a mia volta Euntreo, e mi lasciai prendere sottobraccio controvoglia da mio cugino.
Scendemmo così verso il fiume, seguendo quel sentiero dove ci rincorrevamo da bambini. La rigogliosa vegetazione, ricca di arbusti ed alberi in fiore, sembrava contrastare con il mio umore e con la triste situazione della mia terra. Come invidiavo la natura, capace di resistere imperterrita alle disgrazie più terribili, ed apparire sempre splendida. Ai lati del sentiero, le more e le minuscole fragole di bosco facevano capolino tra i rovi. Mi sporsi per coglierne una, lasciando che il gusto amaro mi distraesse per un momento dalla malinconia che mi afferrava il cuore. Una volta raggiunto il fiume, si scorgevano, sulla riva opposta, le colline incorniciate dalle montagne. Filari di vite si rincorrevano da Est ad Ovest, persino la strada era stata rimpicciolita per far posto al frutto per eccellenza della nostra valle. Il fiume scorreva leggero, accarezzando i bianchi sassi del fondale. Ma i miei occhi, per un momento, indugiarono su un sasso di gran lunga più ampio degli altri, sul quale io e mio cugino eravamo soliti sederci nei pomeriggi estivi, perché, poco distante, un enorme faggio ricopriva interamente il sasso con la sua ombra. Ed era lì che mi aveva annunciato la sua partenza. Il sasso piatto proprio non voleva saperne di rimbalzare più di tre volte. "Eppure Imone ci riesce.." pensai. Dovevo farcela, dovevo impegnarmi e riuscire a stupirlo. A proposito, pensai, perché tardava? Mi sembrava di aspettarlo da ore. "Non ce la farai mai così.." una voce alle mie spalle "Non puoi lanciarlo da seduta..". Mi alzai interdetta, lui mi si avvicinò, prese un sasso piatto da terra, e lo mise nella mia mano, guidandola con la sua. Magicamente, il sasso fece cinque rimbalzi. Come ci riusciva? Ci sedemmo uno accanto all'altro, su quell'enorme sasso ombreggiato. "Ti aspetto da ore.." brontolai "Dove ti eri cacciato?". Lui rise "Da ore, addirittura... scusa, ma lo zio voleva parlarmi..". Così, mi parlò della partenza, dell'Accademia, della Spada. Dapprima mi arrabbiai perché mio padre aveva dato a lui la sua spada, ma poi iniziai ad essere triste perché capii che non l'avrei rivisto per molto tempo. Mi rifugiai tra le sue braccia, triste come non lo ero mai stata. "Quando partirai?" chiesi, titubante. "Alla fine dell'estate.." mormorò lui, tenendomi stretta "Abbiamo ancora un sacco di tempo.." ma potevo percepire la sua tristezza, nonostante fosse contento dell'opportunità che gli veniva offerta. "Mi mancherai.." con voce soffocata, senza riuscire più a nascondere le lacrime. Lui sorrise "Anche tu mi mancherai, piccola peste..". Restammo così, abbracciati e in silenzio, fin quasi al tramonto. "Ma poi tornerai?" chiesi, alzando gli occhi lucidi su di lui. "Certo che tornerò.. che domande.. non c'è posto al mondo che valga la mia terra, devo partire proprio per saperla difendere al meglio.." mi alzò il mento in modo che potessi guardarlo negli occhi "Quando tornerò tu sarai una bellissima contessina... e vedi di trovarti un marito che mi aggradi, altrimenti dovrà vedersela con me.." scherzò "Ma io sarò sempre con te.. il giorno in cui sarai pronta per la Prova, e so che lo sarai così come so che la supererai perché sei testarda come pochi.. quel giorno sarò lì, accanto a te..." mormorò mentre anche i suoi occhi si inumidivano "Sarò sempre con te.. e quando tornerò staremo svegli un giorno e una notte e mi racconterai tutte le tue avventure, e io le mie..." accarezzandomi dolcemente i capelli. Feci una smorfia, e lui si scostò ridendo appena. Detestavo che qualcuno mi toccasse i capelli. "E quando tornerai comanderai l'esercito?" con gli occhi sognanti. Lui sospirò "Se ne sarò all'altezza, pare di sì.. come mio padre prima di me.. " lui mi guardò negli occhi "E insieme renderemo Lortena ancora più prospera e sicura.. tu governerai e io difenderò la nostra terra da tutti i nemici, gli invasori... persino da draghi e giganti se sarà necessario.." rise. "Che sciocco.." scuotendo la testa, io "Draghi e giganti non esistono..." lo canzonai. Lui sorrise. "Dimenticavo che sei grande ormai.." Facendomi l'occhiolino. "E comunque voglio combattere pure io insieme a te.." con aria decisa. "E al palazzo chi ci lasciamo, se siamo tutti e due in battaglia?" fingendosi serio, trattenendosi dal ridere. Io rimasi pensierosa per un momento. Non aveva mica tutti i torti, pensai, si doveva trovare una soluzione. "Iris!" esclamai, poi, tutta contenta "Lei può curare il castello! Mi dice sempre che non dovrei comportarmi come un maschio.. non le dispiacerà se la lasciamo a casa.." sorrisi. "In effetti potrebbe funzionare.. e insieme saremo invincibili.." rise appena. Mi si illuminarono gli occhi. "Sarai il mio capitano, il più coraggioso e leale cavaliere del regno.." con aria sognante "E i bardi canteranno le tue gesta nei secoli..". Lui rise, ma mi diede corda, rispondendo con la stessa enfasi "E ti difenderò da tutti gli impostori, e sarò il tuo campione, se lo vorrai... finché, naturalmente, non arriverà un cavaliere a rubare il tuo cuore.." strizzando l'occhio. Corrucciai la fronte "Ehi.. so difendermi da sola io.. non mi serve un campione!". Lui alzò un sopracciglio e mi guardò con aria divertita. "Ma davvero?" e iniziò a farmi il solletico. Il ricordo mi investì come una folata di vento gelato, uccidendo le mie difese, facendo crollare la maschera che portavo, lasciando soltanto la rabbia e il dolore lancinante in mezzo al petto. Avevo indurito il mio cuore, dopo tutto quello che avevo passato, l'avevo nutrito di speranza, lotta e non mi ero mai arresa. Ma Imone era presente nel profondo, e il dolore per il suo cambiamento era talmente profondo da rischiare di distruggermi. E non potevo permettermelo. "Vorrei non fossi mai tornato.." sussurrai, cercando di fermare le lacrime. In verità” mormorò poi “a mio giudizio dovresti interessarti poco a questo genere di situazioni. La politica non ha portato molta fortuna alla nostra famiglia e questo deve esserci da monito.” Sorrise tiepidamente. “Mi spiace per Axses, ma continuare a parlare di vendette non è il modo migliore per pensare al futuro di Lortena. Sei giovane e bella e fra un mese ti sposerai con il signore di queste terre. E allora potrai dare il tuo contributo affinchè Lortena diventi davvero un luogo degno e in cui sarà possibile vivere in pace. Magari senza dover impugnare più le armi.” Annuì. Il dolore rischiava di sopraffarmi. Euntreo aveva ragione, era il mio eroe, ora mi appariva un estraneo. Ma un estraneo non mi avrebbe mai fatto così tanto male. Mi liberai dal suo braccio e lo guardai negli occhi, così vicina da poter sussurrare. Non c'era nessuno, ma la prudenza non era mai troppa. "Vattene via.." con gli occhi colmi di dolore e rabbia "Va' via.." ripetei, sussurrando. "Perché sei tornato? Perché? Ho visto morire mio padre, assoggettare il mio popolo.. e ora tu.. tu che sei diventato tutto ciò che detesto.. tutto ciò che tu stesso detestavi.." non riuscivo a fermare le lacrime, un'altra parola e avrebbero iniziato a scorrere, ma non potevo fermarmi. Tutto quel dolore mi avrebbe distrutto. "Cosa ti aspettavi? Che sarei stata contenta di vedere che disgustoso uomo sei diventato?" ormai le lacrime mi rigavano il viso, ma non mi sarei fermata "Va' via.. trova una scusa e vattene.. ma lascia il tuo nome dietro di te.. " gli occhi lividi di rabbia "L'hai disonorato abbastanza.. Imone Marsin non avrebbe esitato a mettere a repentaglio la sua vita per difendere il nome della sua famiglia..." scossi la testa, disgustata. "Tuo padre è morto con la spada in pugno, difendendo la Rocca del Tireo quando il Castello Eubeo era già caduto.." continuai, con gli occhi nei suoi "Tua madre era con le altre donne nella torre, e si è buttata quando ha capito che stavano per entrare, perché non la prendessero viva.. tua sorella non l'ha fatto, e credo se ne sia ben pentita.." cercai di respirare normalmente, ormai stavo quasi singhiozzando, dovevo calmarmi, non mi ero mai lasciata andare così. "E tu.. tu hai osato persino andare sulle loro tombe..." scossi la testa "Martina.. hai dimenticato il volto di Martina.. lei.. ti ha aspettato, ha rifiutato un pretendente dopo l'altro, anche se sapeva che non l'avresti potuta sposare, ma le bastava il tuo cuore.. l'ho trovata morente dopo l'assedio, e mi ha supplicato di dirti che ti amava.. ma come può una ragazza di montagna competere con le maliziose donne francesi, o le calienti spagnole.." mi portai una mano al petto "Come darti torto!" sarcastica. "Quanto a me, mi sono salvata solo perché Froster era presente quando sono entrati nelle stanze delle donne del Castello Eubeo, e ha avuto la brillante idea di sposarmi.." risi appena "Oh, non temere.. non vedo l'ora di sposare il signore di queste terre, come lo chiami tu.. non vedo l'ora di avere addosso le mani sporche del sangue del mio popolo.. devo continuare o riesci a immaginare il resto da solo? Beh, se pensi che permetterò un simile abominio, davvero non ricordi nulla di me.." con gli occhi colmi di rabbia "Se le cose non cambieranno, mi resta meno di un mese di vita.. quindi abbi pietà di me e lasciami morire in pace.. lasciami trovare conforto nei ricordi dei momenti passati insieme da bambini.. è l'unica cosa che mi resta, ormai.. abbi pietà..". Scossi la testa, disgustata. "Vattene via.. se il dolore di questa terra ti lascia indifferente, abbi almeno la decenza di avere pietà del mio dolore e di quello dei tuoi cari.. Per tutti questi anni, ho avuto paura di non vederti più... non avrei mai pensato che ci potesse essere di peggio.. hai disonorato la spada di mio padre.. lui si fidava di te.. e anch'io..." senza lasciare mai il suo sguardo "Vuoi vivere, no? E' questo che vuoi.. benissimo, allora va' più lontano possibile da qui, ma non osare mai più fregiarti del nome della mia famiglia.. non osare.. essere aristocratici comporta avere delle responsabilità, se pensi che la tua vita appartenga semplicemente a te e non alla tua terra, come fossi un semplice borghese, benissimo.. ma trovati un altro nome, non insozzare il mio..". Ero distrutta, il viso sconvolto dal dolore, dalla rabbia e dalle lacrime. Come potevo tornare a palazzo in quello stato? Chiusi gli occhi e cercai di calmarmi. Ma come li riaprivo lui era davanti a me, e la rabbia e il dolore non mi lasciavano. "Ti ho detto che questa commedia è l'unica cosa che mi tiene in vita.." mormorai "Non posso permettermi di ascoltare i miei sentimenti, o dire quello che penso, lo capisci? Se non riesco a mantenere la maschera, si accorgeranno che sono diversa dall'inutile e frivola Clio che impersono.. Non posso permettermi di stare così male.. non posso.. quindi per favore.. va' via.. lasciami credere che sia stato tutto un brutto sogno, che tu non sei in realtà mio cugino.. che posso continuare a volergli bene, ad ammirarlo... lasciami credere che sia ancora prigioniero di quei pirati..." risi appena "Meno male che mi hai scritto di aver passato ogni giorno a pensare a noi e a Lortena.." scossi la testa "Facevi più bella figura a non tornare..". Abbassai il capo, mi avviai verso il sasso e mi sedetti ad ascoltare il fiume. Calmati, Clio.. calmati.. come giustificherai queste lacrime? Adesso calmati.. Nascosi il viso tra le braccia, lasciandomi cullare dal ritmo regolare del fiume. |
20-07-2014, 02.39.49 | #573 |
Viandante
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L'espressione di Hedera si addolcì alla critica sulla superstizione.
"Non tutti i segreti sono accessibili a chiunque, quello che a voi pare superstizione e controllo in realtà è ciò che il volgo ha di per sè domandato. Ma non è certo mia intenzione discutere di questo con voi, la Chiesa ha fatto tanto per me ma non so quanto abbia aiutato voi.... che siete...?" Domandò infine, desiderosa di dare un nome all'uomo che, mettendo in dubbio i capisaldi del suo credo, pareva compiacersi, ignorando il mistero che stava dietro la partenogenesi e la resurrezione di Cristo. "Suppongo abbiate ragione, con l'eccezione che Egli è venuto a lavare i peccati del mondo, mentre la regina di Gioia Antiqua... posto che davvero esista!" E lasciò la frase in sospeso, tornando sul giovane giardiniere. "Una singolare passione. E siete sicuro che la sovrana possa esaudirvi? Avete i mezzi per intraprendere un viaggio verso Gioia Antiqua?" Ancora stentava a non sorridere, pensando pietosa che nessun fiore al mondo, neppure il più raro, poteva davvero valere una porzione di regno, tanto più un regno frutto della fantasia degli uomini. Ma aveva sentito, e la sensazione non voleva sfumare, di trovarsi già dinnanzi a una prova; dunque si sforzò di essere il più seria e sincera possibile mentre proseguiva: "Mi piacerebbe accompagnarvi, sostenervi nel vostro obiettivo con i miei mezzi."
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20-07-2014, 21.49.40 | #574 |
Cittadino di Camelot
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Vidi il Barone ...versare del vino e nel voltarsi mostro' due coppe con del vino rosso.......Il quadro alla parete del camino era di Symoin.......non c'era posto in quel castello che non fosse dedicato a lei.......ma in quel quadro che la ritraeva seduta in un parco.......c'era altra gente , sembrava una festa anche se lei sembrava esserne la protagonista.........sorrisi alle parole del Barone.......e presi la coppa di vino........." Grazie per avermi dedicato il vostro tempo......e per avermi donato una chiave molto preziosa.....apre la porta di una stanza confortevole...privata....dove ho trovato ogni cosa ha rinfrancato il mio corpo.....ero stanca...stavo viaggiando....con il mio servo da Amoros....ci siamo fermati una notte ad Imperios...e poi in quella ...fortunata locanda......il destino mi ha fatto incontrare....Lei....così uguale a me ...che a momenti mi fa paura....Non mi avete detto......perchè io e lei potremmo essere...come dire...gemelle ecco si...gemelle.........la gente con cui ho parlato......se a tratti sembrava adorarla dall'altra ne ha paura......."......poggiai le labbra sul bicchiere in cristallo.....e ne assaporai il gusto...ill profumo...quell'aroma delicato......che solo alcune botti di antico legno....rendono al vino giustizia...........dalla finestra aperta proveniva una leggera brezza e il mio vestito si muoveva.......lasciando filtrare il profumo della mia pelle.......".........Vedo che Lady Symoin ...partecipava a delle feste....qui al maniero...oppure al palazzo dei Signori di Lortena...presumo voi li conosciate..........?....".........vedevo i suoi occhi spostarsi ad ogni minimo movimento........mi sedetti su di una poltrona ed accavallai le gambe..........Oxuid caro...mi sento nell'imbarazzo più profondo preferirei affondare una spada nel suo petto........ma il ruolo dell'amante.....se qualcuno me lo avesse raccontato....non gli avrei mai creduto.........Ero la Marozia...di quel secolo......potere......e fascino femminile....
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21-07-2014, 01.34.30 | #575 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio era seduta su quel bianco sasso, con il viso fra le braccia e ancora rigato dalle lacrime, mentre il fiume scorreva quasi indifferente, generando un alone di frescura intorno a se in quella calda giornata di Luglio.
Poi un rumore di passi. Un salto e qualcuno la raggiunse su quel sasso bianco. “Devi detestarmi davvero tanto...” disse Guisgard senza smettere di fissare la dolce corrente del fiume “... e forse non posso darti torno, perchè in certi momenti non piaccio a me stesso...” lanciò un sassolino nel fiume “... so anche io di essere diverso, cambiato da come tu rammenti... ma quindici anni sono tanti... e tanti sono gli anni che praticamente non impugno più una spada... la vita all'accademia, i richiami della grande città e poi la vita mondana delle sue sere e delle sue notti... era più semplice, più facile abbracciare quella nuova vita, che rammentare quella passata... e così, mentre gli anni trascorrevano, io smarrivo a poco a poco il ricordo di questa terra e di me stesso... ho conservato gelosamente la spada di tuo padre, ma senza usarla mai... una volta un nobile mi accusò di essere stato con sua moglie...ed io non ho saputo difendermi, fuggendo via invece di affrontarlo... ma forse la vergogna più grande l'ho provata al porto delle Flegee, quando sono sbarcato per poi tornare qui... un cavaliere di Imperion mi ha insultato per le mie idee ed io sono rimasto là, senza poter e saper difendermi... impugnando la spada di tuo padre, con la paura però di usarla... si, ho avuto paura... se non ti alleni con la spada, se trascorri tanti anni senza usarla mai non solo perdi la tua abilità, ma forse anche il coraggio... ho giurato vendetta verso quel cavaliere, ma poi sono fuggito via...” sorrise amaramente “... mi servirebbe un buon maestro per impugnare in modo degno una spada... forse oggi riuscirei solo a disarmare te...” disse sorridendo, ignorando la vera identità della ragazza “... ecco, ora sai la verità...” “Si, sono altre bugie” pensò “ma almeno fra esse ho celato ciò che sono veramente. E so di essere la cosa più lontana dal cugino che attendevi...” Le si avvicinò e con la mano, delicatamente, le sollevò il viso, in modo che gli occhi di lei fossero nei suoi, per poi asciugarle le lacrime col suo fazzoletto di Batista. “Ora sai cosa sono davvero oggi...” fissandola “... tanto non puoi disprezzarmi più di quanto già tu non faccia...” sorrise malinconico “... ma ti prometto che presto partirò... si, partirò e non sentirai più parlare di me... promesso...” si alzò, voltandosi verso la sponda del fiume “... e naturalmente sei dispensata da ogni tuo dovere verso di me... dunque non sarai più costretta a farmi da accompagnatrice, né dovrai più sopportare la mia sgradevole compagnia...”
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21-07-2014, 02.14.40 | #576 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Appena Altea lasciò il tavolo di quei cavalieri, Dension ed i suoi si scambiarono inquiete occhiate.
“Ma quella donna parlava...” disse uno dei cavalieri. “Abbassa la voce, idiota...” lo zittì Dension “... vuoi che ci sentano in questa locanda?” “Ma quella donna parlava...” “Già...” annuendo Dension al suo cavaliere “... parlava dell'uccisione di quel tipo al porto... e pare si trattasse di uno dei Marsin...” “Ho udito” un altro di quei cavalieri “che alla rocca attendevano l'arrivo di un nipote del defunto conte. Che si tratti della stessa persona?” “Non lo so...” mormorò Dension “... e sinceramente non mi interessa... ma se qualcuno accosta a noi l'uccisione di uno dei Marsin, allora potrebbe scoppiare il finimondo qui a Lortena... per fortuna quella ficcanaso non sapeva che sono stato io ad uccidere quel lurido porco al porto...” “Cosa facciamo ora?” Chiese un altro di loro. “E me lo domandi?” Con sguardo cupo Dension. “C'è una sola cosa da re adesso...” Intanto, al primo piano della locanda, Ismael narrò a Korshid dell'incontro avuto con Solone e di come il filosofo si fosse rifiutato di aiutarli. Inoltre svelò alla sacerdotessa l'intenzione di Altea di tornare di nuovo ad Amoros. Poco dopo, allora, Korshid lasciò la locanda e si diresse con Ahmed verso la capanna di Solone. “So che non volete più vederci” disse al vecchio filosofo “e non vi do torto. Ma vi chiedo di ascoltarci. La mia principessa non è una cattiva persona. Ha un animo buono ed ideali puri, sinceri. Forse non è abituata all'avventura e non comprende che una ricerca importante come quella che abbiamo intrapreso richiede devozione e costanza. Ma vi assicuro che lei davvero vuol svelare il segreto della spada. Lo vuole con tutta se stessa.” “Sembrava più interessata ad incontrare i malvagi cavalieri di Imperion.” Seccato il filosofo. “Anche io so che sono uomini crudeli.” Fece la sacerdotessa. “E so anche che quel Musain non diceva il vero quando metteva a disposizione della mia padrona la sua spada. Ma la principessa Altea è di animo semplice e non concepisce il male nelle persone di cui ha fiducia. Ma presto anche lei scoprirà la vera indole di quegli uomini. Vi prego, dateci un indizio che ci permetta di continuare la ricerca...” “A mio giudizio voi non ne siete degni.” Fissandola Solone. “Se sarà come voi dite” replicò Korshid “allora falliremo. Ma dateci almeno la possibilità di provarci. Fatelo per il vostro amico Bauon.” “E sia...” annuì infine il filosofo “... lo farò solo per lui... ma poi non voglio più vedervi... dal messaggio trovato nella spada si parlava di semi riguardo alle quattro città... e ciò mi ha fatto pensare che i vessilli di Imperion raffigurano il simbolo di Picche... e vi è una torre diroccata detta proprio Dei Quattro Semi qui a Lortena... si trova nel cuore di questo bosco, seguendo il sentiero che costeggia il fiume, in un luogo isolato e dimenticato da tutti... questo è tutto. E non seccatemi più.” Korshid ringraziò e poi tornò insieme ad Ahmed alla locanda, dove raccontò della torre ad Altea.
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21-07-2014, 02.23.20 | #577 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Potete chiamarmi Giorgio, madama...” disse l'uomo vestito di nero a Hedera “... è un nome come un altro ed è facile da rammentare...” sorrise “... sembra un po' una beffa, vero? Il nome di un Santo la cui esistenza è messa in forse da molti. Si vede che era destino.” Rise piano.
Intanto il giovane giardiniere era rimasto meravigliato dalle parole della ragazza. “Non ho denaro con me, madama...” chinando il capo a quelle parole di Hedera “... la mia unica ricchezza è rappresentata dalla passione che ho nel cuore verso il mio lavoro e da questi semi...” mostrando il sacchetto che aveva in mano “... ma voi... davvero mi aiutereste? Ad arrivare fino a Gioia Antiqua? E perchè mai, madama? Io non ho nulla... se riuscissi a vincere in quella mostra saprei ricompensare la vostra generosità, ma se perdessi non avrei modo di ripagarvi...”
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21-07-2014, 02.30.40 | #578 |
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Serrai la mascella.
Adesso lo ammazzo. Poi posso dire che è caduto nel fiume. Ero davvero fuori di me, cosa stava blaterando? Ma poi scoppiai a ridere. "Disarmare me? Sì, ti piacerebbe..." alzai gli occhi su di lui "Non tentarmi.. non sai che voglia ho di levarti fisicamente il mio sangue dal corpo, fino all'ultima goccia...". Presi un profondo respiro. "Storia affascinante, ma totalmente infondata... sei andato all'Accademia solo ed esclusivamente per imparare a combattere, com'è possibile che siano anni che non impugni una spada? Se non ci fosse stato Froster oggi saresti a capo del nostro esercito.. quindi si può sapere cosa stai blaterando? Se sei diventato un vigliacco è affar tuo.. ma almeno non ti inventare balle tanto grossolane, hai davvero tutta questa voglia di prenderti gioco di me?" con gli occhi nei suoi "Pensi di parlare con una delle donne che hai incontrato nelle città mondane che hai visitato? Davvero? Hai dimenticato proprio tutto di me? Eppure dalla tua lettera non sembrava... l'hai scritta pochi giorni fa, mica secoli.." scossi la testa. Eppure la situazione era talmente assurda che quasi mi divertiva. "Mi piace il modo in cui mi parli..." trattenendo una risata "Sì, decisamente sei abituato a donne ben diverse.. il mio non era un consiglio..." con gli occhi nei suoi, tornando seria "Ti ho detto di andartene e di lasciare il tuo nome dietro di te.. vuoi che ti rinneghi ufficialmente con tanto di pomposo rituale e vecchie formule di maledizione? Questa non è più la tua casa, io non sono più la tua famiglia, e Marsin non è più il tuo nome... tu prega per i nostri nemici, prega che i Marsin vengano dimenticati.. perché altrimenti il tuo nome verrà bollato come vigliacco nei secoli a venire...". Scossi la testa. "Paura.." sussurrai "Ti sei lasciato insultare e hai il coraggio di rivolgermi la parola?" risi appena "Paura.. di cosa? Di morire? Meglio morto che vigliacco, me lo hai insegnato tu.." mi tolsi lo spillone affilato come un coltello dai capelli, e le due ciocche che rendeva insieme mi caddero davanti agli occhi, e li allontanai con un gesto repentino. Tolsi il fodero di velluto, che mi impediva di tagliarmi, e lo porsi a Imone, imperturbabile "Tieni... A tutto c'è rimedio, poi non dire che non sono misericordiosa.." sorrisi, perfida, per poi sospirare di nuovo "Ma poi tu la pensi esattamente come quelli di Imperion, niente onore, niente stirpe, niente di niente.. perché mai avrebbero dovuto insultarti? O ti hanno dato del codardo?" scossi tal testa "Si mettano in fila dietro di me.." risi appena. Sospirai "Comunque, avevi ancora il mio nome addosso.. dimmi il nome di questo cavaliere, ci penserò io... non è più affar tuo.." alzando gli occhi al cielo. "E io che pensavo che perdere tutto fosse la cosa più terribile.." alzai gli occhi su di lui "Beh, dovrei ringraziarti.. mi hai ricordato che esistono cose peggiori della morte o della disgrazia...". |
21-07-2014, 02.47.40 | #579 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard restò in silenzio ad ascoltare Clio che gli sbatteva in faccia il suo odio.
Poi, d'improvviso, prese lo spillone dalla mano della ragazza. “La vita in città mi ha conquistato, mi ha sedotto...” disse “... cos'altro vuoi che ti dica? Ho imparato ad amare la vita e ad aver timore della morte. Si, forse sono davvero un vigliacco...” annuì “... si, forse si... ma non immaginavo che per ritornare a casa, per essere accettato, sarei dovuto essere uno spadaccino infallibile, un cavaliere senza macchia...” chiuse per un momento gli occhi e sorrise amaramente “... forse sei tu ad essere abituata a uomini diversi... forse li giudichi solo da come sanno impugnare una spada...” alzò gli occhi colmi di rabbia di nuovo su di lei “... ma forse non basta essere così, no? Guardati intorno... i grandi cavalieri di Lortena neanche esistono più... e ovunque ci sono solo morti... a cosa serve dunque essere come loro? Tanto non sono riusciti neanche a difendere la loro terra!” Scosse il capo. “Vuoi uccidermi? Avanti fallo! Colpiscimi con questo spillone! Basta un colpo preciso e ben assestato, per poi vedermi ruzzolare all'indietro nell'acqua! E con un po' di fortuna neanche troverebbero più il mio corpo!” Rise beffardo. “Ammesso che qualcuno sia interessato a piangere per me... avanti, riprenditi lo spillone e sfoga la tua rabbia... perchè questo hai dentro... solo rabbia...” il tono era deciso “... anzi, ti aiuterò io... meglio morto che vigliacco, no?” Strinse lo spillone e con gesto rapido lo puntò sul suo cuore. La fissò per un altro istante, poi chiuse gli occhi e si trafisse. Direttamente al cuore. E Clio vide lo spillone che per stessa mano di suo cugino penetrò a fondo nella giubba di lui, spaccandogli il petto.
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21-07-2014, 03.13.08 | #580 |
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Questa sì che è bella..
Non aveva capito un accidente. Adesso era lui l'offeso. Ma guarda un po'. Qui qualcuno ha la coda di paglia.. "Ma piantala.. Qui non si tratta di saper combattere o no... ma una frase come 'Sei giovane e bella e tra poco sposerai il signore di questa terra' decisamente te la potevi risparmiare...". Alzai gli occhi al cielo. Vieni a spiegare a me che basta un colpo assestato? Ti ho detto di non tentarmi.. Ma non mi diede il tempo di reagire. Prese lo spillone e se lo conficcò nel cuore. Beh, io l'avrei conficcato nel collo, ma anche il cuore non era male. Non avevo realmente pensato che l'avrebbe fatto. Ero di parola. Mi chinai su di lui, ed estrassi lo spillone, per poi sciacquarlo nel fiume, inserirlo nel fodero, e legarci tutti i capelli. "Tutta quella paura della morte, ed è stato così facile?" sorrisi "Ti facevo arrabbiare prima..". Gli tolsi la giubba e la camicia. Strappai un pezzo della mia sottoveste di seta, versai un po' del vino che avevo con me sulla ferita, e lo fasciai in qualche modo. La ferita era piccola e poco profonda, perché lo spillone aveva dovuto trapassare la giubba, ma sanguinava lo stesso. E io non amavo sprecare il vino. Dovevo portarlo al tempio, non era tanto lontano. "Andiamo, testone.. appoggiati a me..." cingendolo con il braccio "Da bravo..". |
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