05-09-2013, 21.19.52 | #51 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eilonwy fu accompagnata dalla sua nutrice nel grande salone, dove si trovava suo padre in compagnia dello zio Nicolò.
E questi, nel vedere arrivare la giovane nipote, le corse subito incontro, abbracciandola forte. “Ma sei diventata una signorina ormai...” disse poi ridendo “... una splendida signorina! Eh, ma bisognerà tenere lontani i giovanotti, o qualcuno penserà bene di rapirti! Sai che tuo zio ti ha portato un dono? Guarda qui...” prendendo la sua borsa “... questa è una magnifica spada greca che secondo la leggenda è appartenuta all'eroina Clorinda... ed è ora tutta per te!” “Nicolò, non voglio che Eilonwy abbia simili oggetti...” fece suo padre. “Sciocchezze!” Esclamò Nicolò. “E' una spada degna di una principessa!”
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05-09-2013, 21.55.12 | #52 |
Cittadino di Camelot
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Annuii leggermente ma fui distolta dalla visuale che improvvisamente apparve...entrammo in città, eravamo a Sygma. Mai avevo visto niente di spettacolare, forse nemmeno a Camelot, guardavo i palazzi monumentali e le chiese a naso in su e leggermente sorrisi.
Ma poi mi destai...quello non era un viaggio di divertimento o una visita. Ad un tratto il carro si fermò e io volli scendere..."Avete ragione...la sorte può essere buona o cattiva e io mi affido al Buon Dio". Certamente io non ero arrivata a Sygma proprio per custodire quel quadro...era solo un pretesto per fuggire da quel assurdo matrimonio e alla infelicità che mi avrebbe sopraffatta. Salutai e ringraziai i frati e iniziai a camminare per la città..forse avrei potuto chiedere in qualche locanda vitto e alloggio e in cambio avrei fatto la lavapiatti. Ricordavo ancora quando nel casolare di caccia mia nonna mi chiamava a lavare i piatti solo per distogliersi da quei noiosi discorsi mondani. Lei era forte, particolare...dicevano avevo preso da lei. E ci divertivamo assieme parlando di vari argomenti. Vidi una insegna proprio vicino e mi diressi verso quella locanda e la gente mi spintonava, era vero...a Sygma era arrivata gente di ogni genere.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
05-09-2013, 22.01.44 | #53 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel palazzo dei Gufoni, Jacopo entrò nel suo studio e trovò ad attenderlo un uomo.
Era di corporatura sgraziata, il collo tozzo e le spalle strette, i capelli scurissimi e la pelle cotta dal Sole. Questi si voltò e il Capitano della Guardia Reale subito lo riconobbe. Il mercato si Sygma, attraversato dal fiume Elsa, era il centro commerciale ed economico dell'intero regno. E un'umanità viva, vivace e varia frequentava quel luogo per le ragioni più disparate. E così avventurieri, mendicanti, mercanti, commercianti, accattoni, prostitute, imbroglioni e sprovveduti affollavano ogni angolo di quello spaccato cittadino. E due figure, distinguendosi da tutte le altre, fissavano un punto del parapetto del ponte, dal quale si sporgeva un ragazzo con abiti militari e l'aria cupa a fissare la parte più ampia del corso del fiume. “Jacopo...” disse una delle due figure indicando quel militare “... è innamorato... spasima per la bella Talia... ma lei non si decide... e lui soffre... boh! Bravo chi comprende l'amore!” Gli occhi dell'altra figura, piccoli e scuri, si serrarono quasi del tutto, come se volesse penetrare l'animo del ragazzo che si sporgeva dal parapetto. “Vieni, Massimo...” mormorò poi all'altro “... andiamo da lui...” E raggiunsero il giovane militare sul ponte. “Jacopo...” fece Massimo quando i due lo raggiunsero “... mica vorrai gettarti nel fiume!” “Meglio!” A denti stretti il soldato. “Assaggia un po' di vino se vuoi bagnarti.” Fissandolo Massimo. “A parte che l'acqua un uomo vero non la tocca mai.” Disse l'altro. “Simone ha ragione.” Indicandolo Massimo. “L'acqua fa male. Il Diluvio lo insegna. L'acqua è per gli uomini malvagi e i derelitti.” “Andiamo...” guardando il militare Simone “... affogheremo le tue pene d'amore, amico mio...” E i tre si avviarono verso la locanda. “Ci si rivede, amico mio.” Voltandosi l'ospite. “O dovrei dire capitano?” “Simone, che sorpresa.” Sorridendo Jacopo. “Pensavo fossi in Corsica.” “Qui c'è molto più da fare.” Fissandolo Simone. “Sia per te che per me... e già una volta, se rammenti, abbiamo fatto ottime cose insieme...” “Ti ascolto...” mormorò Jacopo. “Come Procuratore del Re” spiegò Simone “sono stato richiamato per occuparmi della faccenda del Verziere Fiesolano e scoprire chi c'è dietro quella minaccia di furto...” “Andiamo, non penserai che esiste un fantomatico ladro che con piglio epico e romantico ruba ai nobili per dare ai chierici...” “Affatto.” Scuotendo il capo Simone. “Ma di sicuro so che non saranno i Domenicani o i Gesuiti, dopo essersi alzati i loro cappucci, a portare via quel quadro... la Chiesa in passato ha più volte agito contro la normale etica e morale umana, giustificando un Bene, per essa, superiore... e probabilmente anche in questo caso sta andando così... e il nostro compito è scoprire chi sta agendo per conto del Vescovo...” Jacopo lo ascoltava in silenzio. “Se ci riusciremo” continuò Simone “io diventerò Console... e tu magari Governatore di una città del regno... pensaci, amico mio...” sorrise “... dobbiamo solo scoprire chi o cosa si cela dietro il nome Mirabole...” Intanto Talia, quasi senza accorgersene, galoppando si ritrovò alla periferia della città. E vide una sfarzosa carrozza correre e poi arrestarsi davanti a Palazzo Lorena, uno dei palazzi più sontuosi della città. E dalla carrozza scese un uomo dall'aria semplice e i capelli cortissimi, seguito da altri abbigliati in modo fastoso ed esotico, come se fossero guardie di qualche ricco emiro. L'uomo fece segno alle guardie di attenderlo accanto alla carrozza, per poi dirigersi verso l'ingresso del palazzo, dove fu accolto con tutti gli onori dal proprietario.
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05-09-2013, 22.45.06 | #54 |
Cittadino di Camelot
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Erano due idioti con l'immondizia in bocca.......il collo lo avrei tirato io a loro.....ma il Capo dei due infelici.....apri' bocca, voleva un rifugio.......e aveva anche ragione..tutto calcolato, la Chiesa tra un po' si sarebbe popolata.....donne uomini...e bambini....già i miei bambini.....mi guardai con Padre Anselmo.....era una storia da sistemare al piu' presto.....nel guardare quell'uomo mi accorsi della sua gamba....era ferito, ma la carità Cristiana non guarda in faccia nessuno......" Abbiamo il piacere di parlare con chi ?....un ladro, un assassino....un fuggiasco di sicuro e la vostra gamba credo che abbia bisogno di cure.......Padre Anselmo....c'e' una stanza che non usate mai nella sacrestia, non sarà la stanza di un castello...ma per sua signoria e i suoi amici, credo vada bene.....che ne dite..credo che abbiamo tutti da fare...."....
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05-09-2013, 22.51.57 | #55 |
Disattivato
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"Buono, buono, bello.." esclamai alzandomi di scatto.
"Non è niente, su… tranquillo.. se n'è andata..". Presi le redini di Ercole e gli accarezzai il muso dolcemente, finchè non si calmò. Ma il suo nitrito aveva attirato l'attenzione dei mercanti. In un attimo, me li ritrovai di fronte, con le spade sguainate. Tutto quello che avrei voluto evitare. Sospirai, indurendo lo sguardo. Ma qualcosa mi colpì a tal punto, da farmi sgranare gli occhi: lo sguardo interrogativo dell'uomo. Forse, avevo esagerato, forse era giunta l'ora di abbassare la guardia. Non aveva idea di chi fossi, non aveva mai visto il mio viso, e sicuramente non conosceva il mio nome. "Mi dispiace.." dissi, calma "..una serpe.. si è imbizzarito.." alzando lo sguardo verso Ercole. "Io? Io sono solo un viandante diretto a Sygma in cerca di fortuna… perdonate se ho disturbato la vostra quiete.." sorrisi "..non era mia intenzione spaventarvi..". |
05-09-2013, 23.20.37 | #56 |
Cittadino di Camelot
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"Oh, ma è stupenda. E' magnifica, bellissima. Davvero era appartenuta a
Clorinda? Grazie, grazie, grazie mille. Siete un angelo". Lo abbracciai forte e gli diedi un bacio sulla guancia rasata. Non avevo mai visto una spada così lucente e affilata. La impugnai e mi senti una guerriera. Scommetto che nessuno aveva una spada come questa. Anche se era un po' pesante riuscivo a destreggiarla bene. Tutto merito dei miei insegnanti di scherma.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
06-09-2013, 05.13.56 | #57 |
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Nicolò fu felice nel vedere la giovane Eilonwy raggiante per quel dono.
“Così dicono...” disse poi “... pare sia davvero appartenuta a Clorinda... e secondo la leggenda la stava impugnando quando fu battezzata dal suo Tancredi...” sorrise “... insomma con questa spada sarai una perfetta amazzone!” Rise di gusto. “Una ragazza del suo lignaggio” fece il padre di lei “non può avere oggetti simili.” “Sciocchezze, fratello mio!” Scuotendo il capo Nicolò. “Anzi, penso che tu sia troppo severo con tua figlia. E' una ragazza in gamba e deve imparare a conoscere il mondo.” “Davvero?” Contrariato il padre. “Si, davvero.” Annuendo Nicolò. “E forse dovresti farla venire con me a Sygma. Sarebbe utile per la sua educazione.” Guardò Eilonwy. “Cosa ne pensi, Eilonwy?”
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06-09-2013, 05.15.44 | #58 |
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A quelle parole di Clio, Francesco fece cenno ai suoi due compagni di abbassare le armi.
“Un viandante da solo ad attraversare questi boschi...” fissandola “... il meno che può capitarvi è quello di incontrare un cinghiale furioso...” la sua arma era però ancora in bella mostra “... posso sapere invece perchè ci stavate seguendo? Attratto dal nostro carico? O forse siete solo il primo di una banda di briganti? Magari mandato avanti dai suoi compari? Parlate se tenete alla vita!” Con fare minaccioso Francesco. “E vi avverto... la mia pazienza scarseggia come i guadagni che questo dannato viaggio ci ha portato... avanti... ditemi chi siete o giuro davanti al Cielo che vi infilzo all'istante!” “Bontà Divina!” Segnandosi tre volte il religioso che era con loro.
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06-09-2013, 05.19.58 | #59 |
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“Si, abbiamo tutti da fare...” disse il capo ad Elisabeth “... e voi due” indicando la donna ed il prete “più di tutti... indicatemi la stanza... vi seguirò... voi intanto” parlando poi ai suoi due compari “tenete d'occhio il prete e chiudete la chiesa.”
“La Casa del Signore non può essere chiusa!” Protestò Padre Anselmo. “E' come chiudere la Sua Misericordia!” “Fa quello che ti dico, prete, o qui di misericordia non ce ne sarà per nessuno...” fissandolo il capo. Ioga rise forte. “Avanti, mostratemi quella stanza...” rivolgendosi ancora ad Elisabeth “... e badate di non fare scherzi o farete la fine di una delle tante statue di martiri che affollano questo posto... e cercate di tenere per voi le vostre domande... meglio sapete di noi, meglio è per voi...” e puntandole il coltello contro le intimò di portarlo in quella stanza.
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06-09-2013, 05.23.56 | #60 |
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Nonostante quella ressa, Altea riuscì a raggiungere l'entrata della locanda.
Era un ambiente non grandissimo, eppure vi era gente praticamente seduta anche sul muretto che correva lungo la parete interna tanto era gremito. E mentre la ragazza cercava di arrivare al banco, udì una strana conversazione. “Dilettanti...” disse un uomo seduto ad uno dei tavoli “... ciò che più detesto sono i dilettanti... Kos, quando verranno gli altri?” Chiese ad un omone che era seduto con lui. “Credo in giornata, barone...” “Ci saranno tutti?” “Si, barone.” “Ci occorre qualcun altro...” per poi guardarsi intorno “... ma che non siano dilettanti o persone comuni... detesto quello scialbo apparire e quell'insignificante inespressività tipica degli individui ordinari...” sgranò gli occhi “... per Bacco!” Esclamò. “Fidia avrebbe risolto gran parte del suo tempo se fosse passato qui, invece che cercare fra l'Attica e l'Arcadia!” Si alzò in piedi, avvicinandosi ad Altea. “Madama... permettete?” Prendendo la sua mano e baciandola. “Anche se la bellezza è patrimonio di ogni uomo intellettualmente libero, concedetemi l'ardire di potervi adulare da vicino...” e mostrò un vistoso inchino, per poi restare a fissarla.
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