10-10-2010, 17.22.57 | #51 |
Dama
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La notte non fu portatrice di riposo. Mi giravo...rigiravo nel letto. Fissai le travi sul suffitto...inventai le storie che i disegni degli arazzi mi suggerivano...vi era quella sensazione strana come se qualcuno mi stesse "scrutanto"..."Sarà una fata dei boschi" dissi tra me e sorridendo conscia di aver detto una sciocchezza..."le fate non esistono...ma se cosi non fosse..come pegno prometto di fare la cosa che peggio detesto fare: cucinare! Cucinerò per un mese intero per il nostro re e il suo entourage!!" risi di gusto a questa pazza idea e in quel momento Morfeo mi accompagnò nel mondo dei sogni.
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10-10-2010, 17.50.04 | #52 |
Viandante
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"Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli?" La voce del bardo, accompagnata da dolci accordi di liuto, risuonava tra le vie della città addormentata. Arowhena cantava malinconicamente e guardava la luna che rifletteva i suoi raggi luminosi sulle case, sulle strade e sulle innumerevoli croci di fronte le abitazioni... Scosse la testa leggermente ad un pensiero: la paura, aveva sempre affermato, è un sentimento troppo pericoloso, spinge inevitabilmente verso la perdizione, le scelte sbagliate, la follia, ... Una ciocca argentata si liberò da sotto il cappuccio e brillò alla luce della luna: "E tu certo comprendi Il perchè delle cose, e vedi il frutto Del mattin, della sera, Del tacito, infinito andar del tempo. Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore Rida la primavera, A chi giovi l'ardore, e che procacci Il verno co' suoi ghiacci." Guardò dunque la luna, sua silenziosa interlocutrice, chiuse gli occhi dolcemente e lasciò che i raggi illuminassero la sua pelle vellutata. Dischiuse dunque le labbra... l'acuto più struggente lo cantò il più soavemente possibile, per non destare la popolazione dormiente, e, anzi, per accompagnarla nel suo sonno, e non disturbare i sogni: "Che fa l'aria infinita, e quel profondo Infinito Seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono?"
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La Conoscenza è Potere |
11-10-2010, 02.10.46 | #53 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Icarion restò un attimo in silenzio.
Febo scese dolcemente nel bosco, proprio dove aveva suggerito Empi. Icarion scese con un balzo dal suo destriero. Ebbe un attimo di titubanza, poi voltandosi verso Empi, dimenticando della sua abilità nel volare, disse: "Vieni, ti aiuto a scendere... dammi pure la mano..." Poi fissò le mura di Cartignone. "Quella compagnia cavalleresca..." prese a dire "... credi che vi siano in essa valenti cavalieri? Io ne ho veduto uno... era attorniato da alcuni compagni d'arme... era una mattinata di Sole e stavano tutti fuori ad uno di quei templi che gli umani chiamano chiesa... il cavaliere parlava della sua infanzia e faceva segno ad una bellissima statua sull'altare..." Si voltò allora verso Empi ed aggiunse: "Si, buona idea... osserveremo quella compagnia di cavalieri..." Ma in quello stesso istante, Empi percepì qualcosa. Come un eco lontano, straziante e doloroso. Un sinistro lamento di tante voci sovrapposte, indefinite, confuse, come se si confondessero con l'indifferente silenzio della notte. E quell'eco lasciò una viva inquietudine nel cuore di Empi. Mai la fatina aveva provato una simile sensazione di angoscia e paura.
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11-10-2010, 02.54.56 | #54 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 vagava per i lunghi corridoi del palazzo, quando all'improvviso udì delle voci e dei passi di cavalli provenire dal grande cortile.
Erano alcuni cavalieri appena giunti. Ad un tratto una figura coperta da un cappuccio si avvicinò a colui che li comandava. "Ce ne avete messo del tempo per arrivare!" Disse la figura. "Siamo partiti appena avuta la vostra chiamata." Rispose il capo di quei cavalieri. Era magro e con i capelli cortissimi di un biondo spento. "Sono già giunti quei cavalieri?" Chiese. "Si e li guidano tre chierici." Rispose la figura. "Sembra che il vescovo cominci ad aver paura..." "Lord Bumin è giunto?" "Non ancora." Rispose la figura. "Occorrerà il suo aiuto." "Si, ma ora tu pensa a tenere in allerta i tuoi uomini." "Si, mio signore." Disse il cavaliere. "Presto voi, seguitemi!" Ordinò poi ai suoi. "Si, lord Dukey." Risposero i suoi uomini. Allora Dukey condusse i suoi cavalieri nelle scuderie e poi nei loro alloggi, mentre la misteriosa figura svanì nel buio della notte. Tutto questo sotto gli occhi di Cavaliere25.
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11-10-2010, 03.02.49 | #55 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'indomani, quando il Sole fu alto nel cielo, i servitori di Frigoros, il signore di Cartignone, chiamarono i membri della compagnia giunta in città il giorno prima.
"Sua signoria, lord Frigoros, vi attende nella Sala dei Trofei, dove verrà servita una degna colazione per tutti voi." Questo annunciarono i servi a tutti loro.
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11-10-2010, 03.44.11 | #56 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel frattempo, oltre i confini di Cartignone, due uomini a cavallo stavano per intraprendere un viaggio che si presentava loro molto incerto.
"Cosa ci attenderà, padrone, in questo viaggio? Avventura, fama o della gloria solo il miraggio?" Guisgard non prestò attenzione alle parole di Iodix il buffone, intento com'era a suonare la sua ocarina. "Che musica malinconica, signore... cosa avete dunque nel vostro cuore?" Guisgard continuò a suonare. Giunsero allora davanti alla bottega di un maniscalco. Guisgard fissò il buffone e sorrise all'improvviso. "Se c'è una cosa che odio" disse "sono i segni della schiavitù!" Scese allora da cavallo ed entrò nella bottega, facendo segno a Iodix di raggiungerlo. "Avanti, metti la testa vicino a questa incudine." Ordinò al buffone, impugnando un martello ed un grosso chiodo di ferro. "Cosa volete farne della mia testa? Perdonate, ma la vostra mano è lesta?" Chiese preoccupato il giullare. "Avanti, metti qui la testa e sta zitto o mi confonderai." Guisgard allora fissò il chiodo sopra all'anello di ferro che cingeva il collo di Iodix e col martello tirò un colpo secco. Un attimo dopo l'anello di ferro era a terra, spaccato in due. "Oh... ricordo che mio padre quando morì l'aveva ancora al collo ed io invece ne sono libero. Che strano non avere più quel bollo." Mormorò il buffone accarezzandosi il collo. "Ecco, ora sei un uomo libero!" Esclamò Guisgard. I due allora ripresero il loro viaggio.
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11-10-2010, 10.26.25 | #57 |
Cittadino di Camelot
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vidi quella scena e senti quel discorso feci finta di nulla e continuai a girare per il castello riflettei su cio che avevo visto mi domandai chi fossero quei cavalieri e chi poteva essere quella strana figura incappucciata che svani nel buio poi ritornai nella mia stanza e aspettai la mattina seguente.
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fabrizio |
11-10-2010, 11.16.42 | #58 |
Cittadino di Camelot
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Una tetra notte era stata quella... inquieta, agitata, foriera di cupi pensieri, di incubi e di ricordi tormentati.
“Talia, sei pronta?” “Milady, veramente...” “Che succede?” “Il mio piede, Eileen... ricordate la caduta dell’altro giorno?” “Ti fa ancora male?” “Un poco!” “Va bene, non fa niente... resta pure qui!” disse Eileen, voltando il suo cavallo e avviandosi per la via. “Ma, milady, cosa fate? Non vorrete andare da sola...” “Ma certo che voglio andare!” mi sorrise, come se avessi detto una sciocchezza. “Aspettate, vi prego! Lasciate almeno che chiami due guardie per accompagnarvi...” La ragazza sorrise di nuovo: “Talia, Talia, amica mia... da quando sei diventata così ponderata?” “Penso solo che non sia saggio uscire a cavallo dalla città, men che meno da sola... se non altro perché vostro padre, il principe, l’ha proibito!” “Che sciocchezza!” mi rispose, mentre già si stava allontanando “A più tardi, amica...” Mi svegliai con un nodo alla gola... ‘Li troverò, Eileen! Li troverò quei barbari!’ ripetei tra me e me, avevo il viso bagnato. I primi, flebili raggi di sole iniziavano a filtrare dalla mia piccola finestra, doveva essere l’alba... osservai per un momento la danza dei granelli di polvere del fascio di luce, poi lentamente mi alzai, mi vestii ed uscii dalla stanza. Pochi -riflettevo, mentre camminavo a passo svelto nel corridoio- davvero pochi potevano vantarsi di conoscere il bosco di Cartignone come lo conoscevo io! Nessuno come me vi aveva passato gran parte dell’infanzia, esplorandone e scoprendone tutti gli anfratti... il principe non poteva dunque rifiutarmi quella licenza! Accelerai il passo verso la sala grande, dove il principe era solito dare udienza... ero decisa a parlargli!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
11-10-2010, 13.55.12 | #59 |
Cittadino di Camelot
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Quei giorni che si susseguirono alla scoperta del cadavere di mia cugina Eileen mi avevano fatto ripensare ai tristi giorni della perdita di mio padre Elbanius, morto crudelmente in battaglia con l'unico cruccio di non potermi vedere cresciuta.. a quel tempo avevo poco più di sei anni..e mio padre in fin di vita ,guardandomi con gli occhi arrossati dal pianto e respirando affannosamente ,mi disse:"piccola Rainbow non temere la solitudine e fai risplendere sempre il sorriso sul tuo volto..quando ti sentirai sconfortata o triste stringi questo amuleto e tuo padre sarà li con te..."..le sue ultime parole prima di lasciarmi....mi aveva donato un piccola collana di ambra che lui portava al collo..e da allora fui affidata alle cure dello zio, principe della ridente Cartignone..lo zio mi aveva dato la migliore educazione e i migliori insegnanti..ma ero stata sempre considerata la piccola del castello, ero stata protetta e tenuta all'oscuro dei problemi..anche con mia cugina a cui pure ero affezionata non avevo mai avuto un rapporto di vera complicità..ricordo che quando era con le sue amiche e io entravo in camera sua mi ripeteva spesso"Rainbow cosa ci fai qui?il tuo posto è a giocare con le bambole..sei troppo piccola per capire di queste cose"...a nulla valevano ovviamente le mie repliche...ora dopo la sua morte rimpiangevo solo di non averla conosciuta meglio..di non aver condiviso con lei gioie e dolori...di non aver imposto a lei la mia presenza...
Pensavo questo guardando il paesaggio fuori dalla grande finestra nella sala del trono...senza accorgemene istintivamente strinsi l'amuleto.. "Vi capisco mio adorato zio..capisco la vostra paura"-dissi guardandolo negli occhi che vedevo quasi umidi e rassegnati ormai alla perdita-"ma bisognerà pur capire cosa sta accadendo nel Regno e certo barricarsi nel palazzo servirà solo ad accrescere i timori...ma non si risolverà nulla"! il mio buono e testardo zio non voleva perdermi...ma ormai ero grande..e avrei scoperto la verità con o senza il suo permesso....rinunciai cosi a parlare con lui.. "Va bene zio..vi ascolterò..ma adesso state tranquillo.." E sorridendogli tornai a guardare fuori...
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lady rainbow Ultima modifica di lady rainbow : 11-10-2010 alle ore 19.52.46. |
11-10-2010, 15.41.47 | #60 |
Cittadino di Camelot
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<Empi diede la mano al Principe Icarion, si lasciò aiutare a scendere da cavallo, sorridendo e ripetendo dentro di sé come un mantra la parola pazienza…
Non prestò molta attenzione alle parole del Principe, annuì distrattamente alla sua domanda mentre con lo sguardo scrutava il bosco che li circondava, nero nella notte, quasi che la pallida luna che brillava in cielo avesse dimenticato d’illuminarlo. Fu allora che l’udì… era un lamento costante, un coro di voci strazianti che riempiva la fata d’angoscia e tristezza. Le tornarono in mente le parole di Alesia che la metteva in guardia da qualcosa d’oscuro.> Mio Principe, gli umani di notte si riposano, lo sapete vero? <cercò di coprire con la sua voce quel lamento per evitare che Icarion lo udisse. Si appoggiò al tronco di un imponente salice e percepì lo scorrere della linfa vitale nel guardiano del tempo, sospirò e lasciò che l’energia dell’albero invadesse il proprio corpo> Alcuni di loro passano notti insonni tormentati dai sogni <si sforzò di sorridere, sebbene l’angoscia ancora la invadesse> Sapete, Altezza, alcuni umani hanno messo a tacere il loro spirito con la ragione, ma lo spirito parla loro nei sogni e turba le loro coscienze, rendendoli più consapevoli al risveglio. Lo spirito del Piccolo Popolo è sempre vigile e non ha bisogno del sonno per rivelarsi <aggiunse, e mentre i due conversavano con un’apparente serenità i primi raggi del nuovo sole illuminarono il bosco. Empi teneva i sensi vigili cercando di percepire ogni cosa intorno e ogni tanto osservava Icarion… aveva un sogno quel Principe, forse un sogno assurdo e strambo… ma quale sogno non lo è all’inizio… Empi si stupì di provare un velo di tenerezza per il giovane Principe e per un momento, grazie a quel pensiero, le sue paure si affievolirono>
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Come away, O human child! To the waters and the wild With a faery, hand in hand, For the world's more full of weeping than you can understand. |