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Vecchio 23-11-2010, 02.43.45   #601
Guisgard
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nello stesso momento, in un luogo sconosciuto e maledetto, nel cuore più oscuro del bosco, due figure si trovavano in un'umida cella.
Uno era incatenato alla parete e l'altro era il suo carceriere.
"Cos'hai da guardarmi, nano?" Domandò con rabbia Guisgard al suo carceriere. "Cerchi di spaventarmi? Credi davvero che le parole di uno storpio come te possano intimorirmi?"
Il nano continuava a fissarlo senza dire niente.
"Al diavolo!" Esclamò Guisgard. "Non so cosa sia più sgradevole in questa maledetta storia... se questa cella maleodorante, queste dannate catene che mi stanno segando i polsi o il fatto di avere davanti agli occhi un cane come te!"
"Continui ad insultarmi..." prese a dire il nano "... ma questo non cambierà la tua posizione..."
"Togliti di mezzo e va all'Inferno!" Ringhiò Guisgard.
"Sono morte molte giovani qui dentro..." disse il nano.
"Già ed ora, a quanto pare, la prossima festa sarà in mio onore, vero?"
Il nano lo fissò di nuovo senza rispondere nulla.
Ad un tratto si udirono dei passi ed un attimo dopo due uomini tatuati entrarono nella cella.
Uno dei due cominciò a colpire Guisgard con violenti calci allo stomaco e ai fianchi.
E quando il cavaliere si accasciò per il dolore, i due lo liberarono dalle catene e lo tirarono su.
Gli legarono poi i polsi dietro la schiena e lo condussero via, sotto gli occhi del nano.
"Dove... dove mi portate...?" Chiese Guisgard con il fiato che ancora risentiva dei colpi subiti.
"Sta zitto, feccia Cristiana!" Lo zittì uno dei due uomini tatuati.
I tre giunsero poi in una stanza illuminata da alcune torce alla pareti.
C'era un grande tavolo di legno massiccio e vari utensili su di esso.
Al centro della stanza vi era un piccolo pozzo, con alcune catene che dal soffitto pendevano su di esso.
Guisgard allora fu legato a quelle catene e lasciato penzolare sul pozzo.
In quel momento, da una porta laterale, nella stanza entrò un omino di età avanzata.
Era magro e con la faccia rugosa.
I suoi occhi erano bianchissimi ed inespressivi, i capelli grigi e cortissimi e con una leggera peluria sul viso.
"Chi... chi sei... tu?" Chiese Guisgard al vecchio.
"Oh, ma questo non è importante ora, mio buon amico..." rispose con una voce calma e calda il vecchio "... la domanda invece credo più opportuna sia dove siamo..."
Guisgard lo fissò.
"Questo è il Pozzo del Supplizio, mio sventurato amico..." continuò il vecchio, mentre teneva con le mani gli occhi di Guisgard aperti per controllare in che stato fosse il cavaliere "... bene, vedo che sei abbastanza cosciente... cosi che tu stesso possa renderti conto di ciò che ti accadrà ora..."
Il vecchio allora si avvicinò al tavolo e cominciò a preparare i vari utensili che si trovavano su di esso.
"Trovo che sia molto ingiusto, sai..." riprese a dire "... che la tortura non venga definita come una forma d'arte... ti stupiresti, credimi, se potessi vedere i numerosi ed esotici metodi che hanno escogitato in Oriente per causare dolore al proprio prossimo... io fui apprendista di un cinese e da lui imparai i più bizzarri e crudeli modi per torturare i miei simili... lui fu al servizio dei mongoli dell'Orda d'Oro..."
Si voltò verso Guisgard e lo fissò con indifferenza.
"Vuoi sapere quale supplizio subirai?" Chiese il veccio. "Bene, voglio rivelartelo... qualcuno crede che non faccia differenza, ma io sono convinto che suscitare la paura nel prigioniero aumenti l'efficacia della tortura..." e rise in maniera grottesca "... ebbene, sarai immerso in un calderone, colmo di acqua calda. Non caldissima, diciamo 60, 70 gradi. Resterai a bollire fino a quando la tua pelle comincerà a gonfiarsi pian piano. Si formeranno piccole bolle destinate a rompersi, lasciando il posto a piccole piaghe. E lì comincerà il mio lavoro... io con questo piccolo coltello" disse mostrandogli uno dei coltelli sul tavolo "ti allargherò ciascuna di quelle piaghe... e da esse ti strapperò via, pian piano ed a piccoli strati, tutta la tua pelle, mio buon amico..."
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Vecchio 23-11-2010, 09.52.46   #602
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
dissi avete ragion cavaliere sono stufo anche io speriamo di trovare la strada del ritorno poi rivolgendomi a mylady Arowhena gli chiesi voi madame cosa dite sapreste portarci fuori di qui? aspettai una sua risposta mentre mi giravo su me stesso per cercare un indizio ma sembrava tutto uguale in quel bosco non si intravedeva neanche un sentiero
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fabrizio
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Vecchio 23-11-2010, 13.18.15   #603
vortigern
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vortigern è sulla buona strada
Ci fermammo vicino al vecchio che ancora scavava e gli domandai se avesse visto passare da queste parti un nobile messere che scortava una giovane fanciulla e dalla sua risposta capì che a mezz’ora di cammino c’era
un vecchio rudere che forse lì c’era qualcuno, quindi proseguimmo verso il rudere.
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VoRtIgEn

Ultima modifica di vortigern : 23-11-2010 alle ore 21.48.39.
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Vecchio 23-11-2010, 13.28.20   #604
ladyGonzaga
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ladyGonzaga ha un'aura spettacolareladyGonzaga ha un'aura spettacolare
" mio Signore , dissi rivolgendomi a Se Morven , avete visto come il mendicante si è prostrato ai suoi piedi e come in un solo secondo abbia perso tutta la sua sicurezza? "
Continuai , osservando i miei amici , " Il cavaliere del Giglio sembrava conoscere molto bene il nostro amico mendicante, ha saputo fare centro nella sua mente.
Se non ricordo male anni fa esisteva non lontano da queste terre un nobile casato chiamato appunto " contrada del Giglio" .
Sentii dire che il padre diseredò il suo unico figlio perchè questo si innamorò di una fanciulla accusata di stregoneria .Seppi che il padre pur di separare questi due giovani fecce di tutto persino di mandare il figlio alle crociate.
Il padre morì in seguito ad un epidemia di colera e del figlio l'unica traccia che si riusci a trovare , furono quelle lasciate in terra santa.

Della giovane fanciulla non si seppe più nulla per molti anni sino a quando non circolò la voce che mori di parto lasciando un piccolo bimbo alle porte di un antico convento .

Non so se questo misterioso cavaliere possa far parte di questo passato, ma e meglio non fidarsi , anche lui vuole la vostra spada..e noi dobbiamo fare in modo che nessuno all'infuori di voi la possa impugnare.

Conclusi dicendo...abbiamo deciso il da farsi? "
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Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B]
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Vecchio 23-11-2010, 18.50.08   #605
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Quella delirante risata echeggiò tra le pareti della piccola cella e mi gelò il sangue, mentre l’allusione a Eileen fece sprofondare il mio cuore nella disperazione. Tuttavia irrigidii la schiena, per non lasciare che neanche un tremito la scuotesse, e mi sforzai di sfoderare un sorriso sarcastico.
“La potenza degli Atari?” chiesi, in tono tagliente “Una potenza tale che avete dovuto addormentarmi e incatenarmi ad una parete per avere la meglio su di me... su di me, poi: una donna! I miei più vivi complimenti per tanta audacia!”
Rimasi per un istante in silenzio, assaporando l’effetto delle mie parole su quegli uomini, poi proseguii: “Atari! E’ così, dunque, che ambite a farvi chiamare? Non avevo mai sentito parlare di voi! Del resto, la gente ormai vi nomina soltanto ‘assassini’ e ‘criminali’... perché è ciò che siete, non è vero? Assassini! Pazzi, che rapiscono ragazze sole e indifese nel bosco! Ma non siete altro che codardi... guardatevi: dipingete i vostri corpi a tal punto da rendervi irriconoscibili, camuffate persino le voci...” dissi, strizzando gli occhi per riuscire a scorgere nel buio il volto dell’uomo che mi aveva parlato “E vi credete potenti? Vi credete migliori? Perché? Che cosa fate per esser migliori? Rapite! Torturate! Uccidete! E’ questo che vi rende migliori?”
Feci una breve pausa, poi soggiunsi: “Volete spedire i miei capelli a Corte? Fatelo! ...E presto giungeranno cavalieri a reclamare la vostra testa! Potete aver corrotto Bumin, ma non potrete corrompere tutti... e la gente di Cartignone presto si stancherà di sacrificare le proprie figlie! Verrà un giorno in cui vi pentirete di tutto questo!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 23-11-2010, 18.56.06   #606
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
Il giovane Morven si guardò attorno per qualche istante, piuttosto confuso.
Gli scocciava ammetterlo, ma tutte quelle circostanze lo avevano messo in difficoltà. Aveva sfiorato in pochi minuti tutta una immensa gamma di emozioni che andavano dall'ira alla paura, dallo scoramento alla tracotanza, per dover infine accorgersi di essere forse ancora troppo giovane ed inesperto per poterle fronteggiare e dominare nella maniera più corretta.

Si era messo in viaggio con i più nobili intenti di guidare quella piccola compagnia e di proteggere Lady Gonzaga, ed invece aveva finito per esporre tutti ad una pericolosa situazione. Perfino Samsagra, che pure gli era tanto cara, era stata messa in pericolo, alla mercè di quel vile mendicante.

L'apparizione del Cavaliere del Giglio lo aveva sorpreso non poco. Morven lo aveva fissato a lungo, con stupore, e all'udire il suo discorso, aveva in cuor suo ringraziato il Cielo, e aveva pensato che l'intervento di quell'uomo fosse stata una provvidenziale risposta alla sua preghiera.
Così felice al pensiero di poter riavere la sua spada, Morven promise al cavaliere che sarebbe andato al suo castello e che lo avrebbe sfidato. Non pensò nemmeno per un istante alle conseguenze di quelle parole. Non calcolò il peso, l'importanza e i rischi di quella sfida. Non si domandò chi fosse il cavaliere e perchè avesse in tal modo riscattato la sua arma. Così felice egli era, al pensiero di poterla impugnare ancora, che non fece nessuna delle considerazioni pratiche che sarebbe stato utile fare in quel frangente. Promise, senza battere ciglio, e appena il Cavaliere Gigliato ebbe spronato il cavallo lontano da loro, Morven si inginocchiò sull'erba e delicatamente prese Samsagra tra le mani, come avrebbe preso una creatura delicata e preziosa. La strinse a sè, quindi, ringraziando il Destino che lo aveva aiutato, si sollevò e con cura rimise la spada nel fodero.

Solo allora, quando ebbe sentito il familiare peso di Samsagra al suo fianco, Morven prestò orecchio ai discorsi di Gonzaga e di Goldblum.
Ascoltò con grande interesse quello che la ragazza aveva da dire, e pensò che era stata una gran fortuna l'averla incontrata, chè Gonzaga mostrava di conoscere molto bene quelle terre e la loro storia, e la conoscenza degli uomini e dei luoghi è sempre fondamentale per la riuscita di un'impresa.
Quando ebbe finito con quel racconto, Gonzaga si era rivolta verso di lui:

"Non so se questo misterioso cavaliere possa far parte di questo passato, ma e meglio non fidarsi , anche lui vuole la vostra spada... e noi dobbiamo fare in modo che nessuno all'infuori di voi la possa impugnare. Abbiamo deciso il da farsi?"

Quelle parole servirono a riportare Morven alla realtà, ad ancorarlo fortemente a Gonzaga, a Goldblum e alla realtà che lo corcondava. Ripetè a se stesso che, se avesse continuato ad inseguire le sue strane fantasie, non sarebbe giunto da nessuna parte, e non sarebbe stato di alcuna utilità nè a se stesso nè ai suoi compagni.
Decise che da quel momento sarebbe stato più deciso nelle sue azioni, e più responsabile del suo operato.
Sorrise gentilmente delle parole di Gonzaga. Le prese la mano e si chinò ad omaggiarla con un gesto galante.

"Milady, vi ringrazio per la pena che vi siete data per la mia spada!"

Tornò a fissarla negli occhi, e finalmente la sua espressione si fece più distesa.

"Non temete... non commetterrò più l'errore di mettere Samsagra in pericolo. Nessuno potrà mai togliermi questa spada, perchè mi è stata donata da una volontà che trascende la comprensione degli uomini!
... E poi, " scherzò a quel punto, con voce più serena "con due compagni fieri e leali come voi e sir Goldblum, chi mai potrai attentare alla sua sicurezza? Samsagra ci proteggerà, come noi proteggeremo lei!"

Quindi rivolse un sorriso amichevole a Goldblum, e con nuovo entusiasmo, rispose ai suoi compagni.

"Amici miei, comprendo i vostri dubbi e le perplessità che la storia narrataci da Milady possa aver indotto nelle vostre menti, ma vedete... siamo giunti fino a questo punto, e come voi stesso, Goldblum, avete detto quando ci siamo nuovamente incontrati, la nostra missione non è finita... lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri compagni... a quelli che sono morti e a quelli che forse invece attendono ancora il nostro arrivo! Quindi riprendiamo il nostro cammino e seguiamo questo sentiero fino alla chiesa, così come ci è stato detto da quel mendicante... seguiamo la nostra strada, e accettiamo quello che il Fato ci ha riservato!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 23-11-2010 alle ore 20.51.32.
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Vecchio 23-11-2010, 20.42.52   #607
Guisgard
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Così, Morven, Gonzaga e Goldblum, ripresero il cammino attraverso il bosco, seguendo le indicazioni del mendicante.
"Devo ammettere che conoscete storie tanto affascinanti quanto misteriose, milady." Cominciò a dire Goldblum a Gonzaga. "Prima la storia del cavaliere ladro di quegli antichi saperi, poi il triste racconto del Cavaliere del Giglio... è vero ciò che mi raccontavano i bardi da piccolo... questo bosco è ricco di leggende e misteri... e putroppo per noi anche di orrori..." aggiunse inquieto guardandosi intorno.
I tre continuarono il loro cammino, fino a quando qualcosa cominciò a vedersi nella folta boscaglia.
"Guardate, amici..." indicò Goldblum "... c'è qualcosa laggiù..."
E quando si avvicinarono, ai nostri eroi apparve una vecchia costruzione abbandonata.
Era la chiesa di cui parlava il mendicante.
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Ultima modifica di Guisgard : 25-11-2010 alle ore 03.56.44.
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Vecchio 23-11-2010, 21.00.44   #608
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Intanto, in un'altra parte del bosco, Belven, Arowhena e Cavaliere25 si trovavano in una situazione disperata.
"Inutile continuare ad interrogare il fato..." disse Belven "... le uniche risposte che avremo saranno quelle degli uccelli e delle fiere di questo bosco! Prendiamo quindi una direzione a caso e cominciamo a seguirla... sperando che madonna Fortuna non ci abbandoni..."
Detto ciò, Belven guidò il terzetto attraverso un piccolo sentiero che si apriva a fatica tra la verdeggiante vegetazione.
Proseguirono così, fino a quando si ritrovarono davanti ad una robusta e vecchia quercia.
E sul tronco di quell'albero vi erano impressi strani segni, simili ad un'antichissima mappa.
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Vecchio 23-11-2010, 21.03.25   #609
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Morven fermò i suoi passi non appena si trovarono dinnanzi l'antica e cadente costruzione, e così fecero i suoi compagni al suo fianco.
Il giovane studiò a lungo le pietre erose dal tempo, la porta visibilmente malferma sui cardini, la vecchia croce arrugginita, che svettava ormai piegata e non più dritta e orgogliosa verso il cielo, le campane che avevano perso i batocchi, l'edera che si arrampicava abbacciando l'edificio.
Trasse un profondo respiro.

"Venite, amici..." disse "questo è il luogo!"

Fece ancora qualche passe in direzione della chiesa, quindi lanciò a Goldblum uno sguardo d'intesa e si volse immediatamente verso Gonzaga, come colto da un improvviso, pesante pensiero.

"Milady... "esitò solo un istante, come se gli pesasse pronunciare quelle parole "io non vorrei che voi vi inoltraste in questo luogo così malsicuro! Mi piacerebbe che rimaneste qui fuori, nella radura, e ben in vista e alla portata del nostro orecchio, per poterci chiamare immediatamente in caso di bisogno. Lasciate che io e Goldblum controlliamo questo posto pericolante. Vi prometto che vi chiamerò se non vi scorgerò pericolo alcuno"
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"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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Vecchio 23-11-2010, 21.23.36   #610
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Nel frattempo, in un luogo dove l'orrore e la morte sembravano aver messo le radici, Talia era davanti ai suoi rapitori.
E proprio quando la ragazza ebbe finito di parlare, uno di quegli uomini la colpì al volto con un violento schiaffo.
"Zitta, donna!" Le intimò.
"Vedo che sei ancora convinta di essere alla corte di Cartignone..." disse il capo degli Atari "... ma qui nessuno ti proteggerà... e nessuno accorrerà in tuo aiuto quando griderai per il dolore... perchè tu griderai, credimi, griderai..."
Fissò con disprezzo Talia per qualche istante e poi fece un cenno ai suoi.
Due di loro si avvicinarono alla ragazza e cominciarono a toccarle i capelli.
"Meravigliosi capelli..." mormorò il signore degli Atari "... saranno un dolce ricordo per i membri della corte di Cartignone... almeno avranno qualcosa su cui piangerti..."
A quelle parole, gli eretici uscirono dalla cella, lasciando Talia sola in preda ai fantasmi ed ai demoni di quel luogo maledetto.
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