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Vecchio 06-02-2012, 20.14.13   #611
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Cavaliere25 attese qualche istante e poi uscì per seguire il chierico che l’aveva ospitato.
Si addentrò così nella selva che appariva impenetrabile e sterminata.
L’aria era gelida e i monti tutt’intorno erano imbiancati dalla neve, mentre un freddo vento si abbatteva con una furia non comune.
Tuttavia il Calars continuava ad emanare fumi caldi che salivano al cielo e si addensavano come sottili nuvole.
Il sibilo del vento, simile ad un insieme indefinito di voci lontane, ben presto confuse il boscaiolo, facendogli perdere le tracce del chierico.
Ad un tratto cominciò a sentire dei rumori.
Rumori che divenivano sempre più chiari e riconoscibili: erano passi di animali.
Diversi animali.
Qualche istante dopo, Cavaliere25 vide dei bagliori nel buio.
Poi quei bagliori presero forma: erano gli occhi di un branco di feroci lupi.
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Vecchio 06-02-2012, 20.22.18   #612
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Elisabeth restò così, malinconica e silenziosa, nella sua stanza.
Poi qualcosa la destò.
Era un leggero canto.
Il canto era dell’uomo in uniforme che aveva parlato qualche istante prima con la regina.
Ora, davanti a quel cancello, fissava Venere che per prima illuminava il Cielo lasciato orfano dal crepuscolo e la bellezza ancestrale della Luna, resa ancora più magica dalle alte e fredde nuvole che la velavano.
Cantava quel militare.
Cantava una canzone.
Una canzone fatta di malinconiche immagine smarrite in un passato lontano e reso fiabesco dalla tristezza del presente.
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Vecchio 06-02-2012, 20.32.25   #613
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mi girai e mi vidi circondato da lupi con denti ben affilati e che ringhiavano ero in trappola se mi muovevo mi avrebbero attaccato e sbranato allora cercai di stare calmo e di non agitarmi per non dare a loro una buona scusa per attaccarmi allora iniziai a guardare intorno per cercare un appiglio ho una via di fuga ma in quel buio non riuscivo a vedere nulla
guardai a terra e vidi vicino a me un ramo lo raccolsi e lo tenni ben stretto e pronto a difendermi
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fabrizio
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Vecchio 06-02-2012, 20.45.06   #614
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I lupi in breve circondarono Cavaliere25.
Ringhiavano e lo fissavano con i loro occhi feroci.
L’aria era gelida e la fame li aveva resi ancora più pericolosi.
E dopo un istante che parve infinito, una di quelle belve balzò verso il boscaiolo, afferrando con le zanne il ramo che quello brandiva per difendersi.
Anche un altro lupo balzò, azzannando il braccio del ragazzo e facendolo cadere a terra nella neve.
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Vecchio 06-02-2012, 20.48.26   #615
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rimasi a terra con il braccio sanguinante non avevo speranza era arrivato il mio momento non sarei riuscito a uscirne vivo pregai che quei lupi affamati se ne andassero ma era una cosa improbabile sapendo di avere trovato carne fresca
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fabrizio
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Vecchio 06-02-2012, 20.54.02   #616
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Ero persa persa nel momento stesso in cui vidi quella scena.....
ma ogni cosa si riesce a destare......e la voce di quell'uomo volo'
verso l'alto....La luna splendida e luminosa rischiarava il buio di quella notte il
vento soffiava impetuoso lasciando posto al silenzio........ma Venere illuminava gli occchi di quell'uomo....non potevo vederlo ma lo vedevo con gli occhi della mia anima.....quel canto....quel canto mi lascio' stordita....io conoscevo quel canto, io conoscevo quella voce......mi allontanai inorridita dalla finestra.....mentre il cuore mi martellava in petto.....non badai al fatto che non avevo nulla che un semplice vestito fatto di foglie, ma uscii dalla mia stanza correndo, raggiungendo il giardino.......seguendo quello che era un canto al passato....
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Vecchio 06-02-2012, 21.13.32   #617
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I lupi si lanciarono tutti su Cavaliere25, lacerandogli i vestiti e graffiandolo su gran parte del corpo.
Il boscaiolo vedeva la ferocia di quelle belve e i loro occhi spietati.
Poi il buio.

Un lupo si lanciò contro di lui e lo azzannò alla gola, fino a strappargli via la carne e le vene.

Il boscaiolo saltò su e gridò.
Qualche istante dopo comprese che aveva solo sognato.
Era in un letto ed il suo corpo aveva bende ed unguenti dappertutto.
Il chierico si avvicinò al suo letto, porgendogli una ciotola fumante.
“Bevi questo, ti sentirai meglio…” mormorò col suo solito accento severo “… sei stato fortunato… si, tanto sciocco, quanto fortunato… abbiamo sentito i passi dei lupi e siamo tornati indietro…”
Infatti nella stanza c’era anche un altro uomo.
“Grazie al Cielo” disse questi “quelle bestiacce l’hanno solo ferito… certo che è da pazzi attraversare la selva col buio…”
“Da pazzi?” Ripeté il chierico. “Da idioti!”
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Vecchio 06-02-2012, 21.16.31   #618
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Elisabeth corse così nel parco, guidata da quel canto.
E vedendola arrivare, il militare smise di cantare.
“Salute a voi, milady.” Fissandola meravigliato. “Non fa un tantino freddo per uscire così?” Indicando il suo strano abitato. “Siete forse una ninfa dei boschi? Beh, spero per voi che le creature fatate non abbiano i nostri stessi sensi, o vi buscherete un malanno!” Rise di gusto e le si avvicinò, per poi coprirla col suo mantello.
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Vecchio 06-02-2012, 21.18.06   #619
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guardavo quei due uomini e dissi grazie di avermi salvato avevo pensato il peggio lo so sono stato idiota ad avventurarmi in quella selva e di sera mi dispiace davvero e rimasi in silenzio mentre bevevo quel liquido che era nella ciotola e dissi che roba è che sto bevendo? poi continuai a dire anche se morivo non avrebbe importato a nessuno non ho nessuno qui non ho piu amici gli unici che avevo conosciuto sono scomparsi
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Vecchio 06-02-2012, 21.22.08   #620
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Mentre fissava ed ascoltava Talia, Guisgard fu attraversato da una marea di sensazioni ed emozioni.
E negli occhi di lei, il cavaliere vedeva la stessa luce di quel giorno lontano…

Il giorno dopo il suo arrivo al Casale, lui se ne stava da solo presso il giardino degli aceri.
Gli altri bambini lo guardavano con curiosità e anche con un pizzico di diffidenza.
Lui appariva ombroso e malinconico.
Aveva detto si è no qualche parola ed era rimasto quasi sempre accanto all’uomo che l’aveva trovato presso le antiche rovine.
Solo di lui sembrava fidarsi.
Poi c’era lei.
Quella ragazzina dai capelli chiari che aveva sorriso nel vederlo.
Trascorsa la prima notte al Casale, il piccolo Guisgard era uscito presto per starsene da solo nel giardino.
Ad un tratto, incuriosito, decise di muovere i primi passi per esplorare e conoscere quel mondo per lui nuovo e misterioso.
E si ritrovò davanti al Tempio.
Qui, su una mezza colonna di marmo, vi trovò adagiato un libro.
I suoi occhi si fermarono su quel volume e spinto da un’irrefrenabile curiosità, allungò una mano e lo prese.
Sulla copertina vi era impresso un nome a lettere colorate.
“Talia.” Lesse, per poi restare turbato.
Era un nome o una parola per lui sconosciuta, scritta magari in una lingua a lui ignota?
Cominciò allora a sfogliare quel libro.
Su alcune pagine c’erano scritte frasi e pensieri, mentre in altre vi erano dei disegni.
Sfogliando quel libro, Guisgard si sentì agitato da una sensazione a lui ignota.
Qualcosa di dolce colpì il cuore del ragazzino.
Ad un tratto udì dei passi e chiuse subito quel libro.
Giunse così l’uomo che l’aveva trovato.
Ma non era solo.
Dietro di lui avanzava una bambina e nel vederla Guisgard non poté trattenere un’espressione meravigliata.
Era la ragazzina che gli aveva sorriso la sera prima.
Aveva sui sette anni, dalla figura aggraziata, snella ed elegante, dall’aspetto luminoso e gioviale, con fianchi così stretti da essere afferrati da una mano adulta.
La pelle era chiara come l’alabastro e fresca come un fiore di campo appena sbocciato.
Aveva una testolina graziosa ed ammirabile, con due occhi vispi e luminosissimi, nei quali i vivaci raggi del Sole mattutino correvano e danzavano, donando bagliori e riflessi di ambrato splendore.
Folti e lunghi capelli chiari scendevano con vivace disordine, come un manto simile al pittoresco chiarore che ricopre le colline quando l’Estate comincia a ritrarsi per lasciare il posto all’Autunno nascente.
“Ed ecco qui il nostro nuovo ospite, mia cara!” Esclamò il maestro rivolgendosi alla bambina.
“Non parla molto però.” Sorridendo lei.
Sorrideva spesso.
“Vedo che ti ha incuriosito il mio libro.” Continuò lei.
Guisgard non rispose nulla.
“Vedrai che qui ti troverai bene…” fissandolo la bambina “… questa è una grande famiglia e qui siamo tutti fratelli... e nessuno ci separerà mai, vero maestro?” Alzando poi gli occhi sull’uomo accanto a lei.
Questi annuì.
“Mi dici il tuo nome?” Domandò lei al ragazzino. “Oh, ma che scortese… io non ti ho detto ancora il mio... piacere, io sono Talia…” facendo un passo avanti e mostrando un leggero inchino.

Con un’impercettibile movimento del capo, Guisgard sembrò destarsi da quel ricordo.
“Sono qui, no?” Fissandola ed accennando un velato sorriso. “Non avrei mai potuto lasciarti qui, da sola... ora…” mormorò “... ora non pensare più a ciò che è successo... vieni, ti riporto a casa…”
Sheylon grugnì.
Tornarono allora verso il Casale, senza che il cavaliere dicesse nulla per tutto il tragitto.
Sembrava incupito nei suoi pensieri.
Arrivati a casa, trovarono ad attenderli gli altri fratelli.
Tutti allora si avvicinarono a Talia per abbracciarla forte.
Lei aveva il viso sporco di fuliggine ed era spettinata, mentre il suo abito appariva spiegazzato.
“Come stai, sorellina?” Chiese uno di loro.
Il cavaliere, intanto, quasi evitando tutti loro, riportò nel Tempio la spada del maestro, che aveva utilizzato per fingere la sua appartenenza all’ordine della Luna Nascente.
Poi restò davanti all’altare a pregare.
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