12-10-2011, 16.53.55 | #611 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai il discorso tra i due, e irruppi nella stanza "Fermatevi Roowey, ho portato Dark Moon a riposarsi. Ordunque chi era questa padrona? Non preoccupatevi Angry, sarà Lord Carrinton a dirmelo, non voglio risposte da voi, se egli non proferirà parola sparirò presto da questa casa, cosi come sono venuta. Se invece Lord Carrinton mi chiarirà ogni cosa, sappiate che è mia intenzione rimanere e chiederò una giovane dama di compagnia, ovviamente voi rimarrete qui Angry, per la fedeltà con cui avete servito i Carrinton fino ad oggi". Mi sedetti sulla sedia e chiesi una buona tazza di the fumante, quando improvvisamente il fattore Jones arrivò correndo annunciando l'arrivo a Carrinton Hall di tre giovani: un cavaliere in compagnia di due scudieri. Dissi di farli entrare.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-10-2011, 17.18.38 | #612 |
Cittadino di Camelot
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sedetti obbediente li' dove l'oste mi aveva indicato e rimasi in silenzio ascoltando il suo racconto, potei avvertire l'odore del sudore misto alla paura degli uomini in attesa delle fustate.......ricordavo il mio quando attendevo le cinghiate del mio padrigno......per me mai nessuno prese le mie difese....il cuore mi batteva in petto come se avesse voluto uscire fuori da quella gabbia che lo imprigionava........l'oste fini' il suo racconto e io ripresi fiato......" Non so come si chiama, dopo avermi tirato fuori dai guai..mi disse di chiamarlo Monsieur e di non fare domande...ho rispettato la sua richiesta, rispetto gli altri sperando che gli altri rispettino me, non so chi sia e dove sia diretto.....voi mi chiedete se per lui posso decidere di rallentare la mia ricerca.......io mi trovo qui e non so dove questa strada mi portera' e non gli e lo chiedero', non lo faro' mai,lui sa dove devo andare e perche'....sono una sciocca vero ?...mi fido di un uomo che non conosco, ma voi pensate veramente che si possa conoscere qualcuno ?........Sinceramente penso che non conosco neanche me stessa, dovrei diffidare di lui, come dovrei diffidare di voi.......ma se lo facessi..dovrei diffidare della vita stessa...di tutto cio' che mi circonda......mi avete raccontato una storia bellissima, il vostro dolore la paura di aver perso tutto...e invece avete trovato colui che oggi chiamate Fratello.....non so cosa mi riserva tutto questo, non so se riusciro' nella mia impresa......sino ad ora Monsieur mi ha trattata con rispetto.....ed io lo ripaghero' con tutto l'Amore che conosco.......e badate che io parlo di un Amore che e' al di sopra del terreno sentimento....".......
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12-10-2011, 17.33.00 | #613 |
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Il taverniere fissò incuriosito Elisabeth.
“Beh, del resto come si può amare un uomo di cui non si conosce nulla?” Mormorò. “Né il nome, né la storia della sua vita.” Riempì due bicchieri di vino. “Beveteci su, madame… l’amore è forse l’ultimo pensiero di noi miserabili… forse è solo per i ricchi aristocratici, i valorosi cavalieri e le belle dame che ispirano le loro gesta… quanto a lui, poi… beh, l’uomo che chiamate Monsieur non credo si sia mai innamorato… forse per lui l’amore neanche esiste…” la fissò “… dite… volete conoscere il suo vero nome? O per voi un nome non conta nulla?”
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12-10-2011, 17.40.26 | #614 |
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".....Io parlo di un Amore che non tiene confini, non parlo dell'a more che vivono i ricchi o gli aristocratici....io parlo dell' Amore per un essere umano, e pre tutto cio' che di bello ci puo' donare la vita.....non mi sono chiesta se lui ha mai amato, ama o amera'.....la cosa non e' affar mio...mi basta chiamarlo Monsieur...se vorra' e quando vorra'...sara' lui a dirmi il suo nome...."...
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12-10-2011, 17.49.12 | #615 |
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Sollevai un sopracciglio e lo osservai mentre mi voltava le spalle e si allontanava... un vago sorriso mi aleggiò sulle labbra per un momento, ma lo repressi e ripresi a camminare in fretta.
“Sai cosa trovo divertente?” dissi, accordando il mio passo al suo “Il fatto che, dopotutto, il misterioso Tafferuille e l’impulsivo Renart non siano in fin dei conti così diversi... Finite con il credere alle stesse cose, indulgete agli stessi stereotipi e finite con il fare gli stessi madornali errori...” Sospirai e sollevai gli occhi al cielo... “Tu credi davvero che Colombina sia così docile? Credi davvero che sotto quell’aspetto sognante e sospiroso non vi sia nient’altro? Che non possa avere un'anima, un cervello, delle capacità... o dei desideri? Già... certo che lo pensi! Questo è ciò che ogni uomo pensa, è quello che vi piace credere...” Di scatto tornai a guardarlo... “...ed è precisamente questo il motivo per cui io entrerò ad Ostyen ed arriverò esattamente dove voglio arrivare! Dopotutto la dolce, remissiva, sospirosa, innamorata Colombina che paura può fare ad un esercito di intrepidi soldati? Perché mai dovrebbero, tutti quegli uomini, prestarle più attenzione di quella bastevole ad accarezzarle i capelli?” Intravedevo, sotto il cappuccio, appena il bagliore dei suoi occhi fissi su di me... ricambiai lo sguardo con un mezzo sorriso poi, facendogli allegramente l'occhiolino, ripresi a camminare tranquillamente.
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12-10-2011, 18.33.17 | #616 |
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L’uomo col cappuccio scosse il capo come a volersi mostrare indifferente a quelle parole di Talia.
“Io e lui somigliarci?” Mormorò. “Questo è da vedersi.” Sentenziò. “Quanto a Colombina… io la conosco bene, come pochi altri potrei dire… il teatro è la mia vita e ogni sua maschera non ha alcun segreto per me… di Talia invece ignoro ogni cosa… ma solo perché di lei non me ne occupo… per me il mondo inizia e finisce sulla scena, racchiuso dal sipario e dal sfondo… un vero attore è colui che sa unire se stesso alla maschera che indossa… e tu…” fissandola con i suoi occhi chiari “… tu, puoi dire di riuscirci?” Si accomodò meglio il cappuccio. “Gli attori che vivono soltanto sulla scena i loro personaggi sono esseri meschini, degne figure dello squallore di questo mondo senza slanci… ombre destinate all’infelicità… quanto poi ai soldati di Ostyen… beh, non dubito che si lasceranno ammaliare, come tutti, dalla dolcezza della tua Colombina…” sottolineando quel tua…”… per il resto, per me puoi arrivare ad Ostyen, a Parigi o anche in capo al mondo… non è affar mio…” ed affrettò il passo, come a volersi allontanare da lei. Intanto, da lontano, cominciò a mostrarsi il paese ed il luogo in cui Talia aveva dato appuntamento a Renart.
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12-10-2011, 19.16.31 | #617 |
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“Oh, suvvia, monsieur Tafferuille...” sorrisi “Non ti pare di peccare un tantino di presunzione a parlare così? La cosa più importante per un attore, sostiene qualcuno, è la vita e il viverla... in ogni sua emozione ed in ogni sua pur minuscola piega... niente conta di più, non le sue convinzione e tantomeno il suo ‘io’!”
Eravamo alla porta della città, ormai... la varcammo in silenzio e in silenzio piegammo per una delle stradine che portava alla piazza centrale. “Quanto alla mia Colombina... non so quanto valga! Non oso sperare che sia buona secondo le tue aspettative...” soggiunsi, non senza una punta di pungente ironia “...ma sarà mia cura migliorarla! Sarà mia cura diventare lei o forse, non potendo far ciò, sarà mia cura farla diventare me... Dopotutto tu mi insegni, monsieur, che fin troppo labile è il confine tra realtà e sogno, tra finzione e verità, tra il teatro e la vita...” Avevamo quasi raggiunto il luogo in cui Renart doveva ormai essere ad attendermi, così tacqui.
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13-10-2011, 00.49.20 | #618 |
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Il sibilo di uno schiaffo lacerò l'aria e Gaynor fissò compiaciuta il segno rosso sulla guancia di Missan. "Non provarci mai più, viscido verme, o ti giuro sul mio onore che ti pianto un coltello nel cuore con le mie stesse mani." Gaynor fremeva di rabbia, ma si impose di continuare a parlare. "E per quanto riguarda le tue minacce, so bene che non hai il potere esecutivo di vita o di morte sulle persone, non sei abbastanza in alto, per quello ci pensa De Jeon. Ed io a questo punto mi imbarcherò ben volentieri, così almeno ti starò lontano. E non credo che De Jeon sarà così contento della tua condotta verso di me, dalle minacce alle avances... E dire che ti volevo bene veramente, che mi fidavo di te... Ora dammi quella busta, ho una missione da portare a termine."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
13-10-2011, 01.58.34 | #619 |
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“Capisco, siete una filosofa, madame…” disse il taverniere ad Elisabeth, mandando giù l’ultimo sorso di vino nel suo bicchiere “… beh…” continuò “… sappiate che l’uomo che chiamate Monsieur è diverso da tutti gli altri… in lui il bene ed il male sembrano annullarsi… ha un codice di comportamento tutto suo… un codice che farebbe impallidire un chierico e infuriare un soldato… egli è un uomo di un’altra epoca, capace di amare ed odiare come nessun altro… è un filosofo, un contrabbandiere, un guerriero, talvolta persino un poeta… vive in un mondo suo, un mondo che sembra aver smarrito… è un Ulisse che vaga in balia delle miserie di questo mondo, che come onde tentano di avvilirlo… è un Enea che sulle spalle porta un Anchise fatto di dolore e malinconia…è un Cesare che oltrepassa ogni giorno il Rubiconde che separa il mondo dei vivi da quello dei morti…” la fissò “… egli è il tipo d’uomo che, se io fossi donna, non potrei fare a meno di innamorarmene…” sorrise “… ma che stupido!” Esclamò. “Sono in compagnia di una bella donna e perdo tempo parlando di un altro uomo!” Cambiò poi di colpo espressione. “Per Giove!” Alzandosi di scatto. “Dimenticavo i Salmi del prete!” E corse a prendere un libro nella vecchia credenza davanti a loro. “Questo libro di Salmi mi fu consegnato un mese fa da un prete… era un uomo strano… troppo affascinante per essere un chierico, ma troppo dotto per essere un nobile… mi disse di darlo solo ad una persona, che prima o poi sarebbe di certo passata da qui… e sapete chi è quella persona alla quale consegnare questo libro? Il vostro Monsieur…” fissando Elisabeth.
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13-10-2011, 02.20.50 | #620 |
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Lyo aveva gli occhi rossi di rabbia dopo aver udito quelle parole di lady Sophia.
Il suo volto era una smorfia di astio e delusione. Saltò allora in sella al suo cavallo e galoppò verso Carrinton Hall. “Presto, Daniel!” Gridò Marco. “Seguiamolo! Credo possa mettersi nei guai, visto lo stato in cui si trova!” I tre così giunsero alla dimora di caccia di lord Carrinton. Qui, il fattore Jones li condusse da Altea. E quando Lyo si trovò davanti alla bella irlandese, il suo volto divenne una maschera di ghiaccio. “Allora è vero…” mormorò fissando Altea “… vivete qui… ospite di quell’uomo… che sciocco sono stato…” In quel momento arrivò anche Roowey. “Cosa succede qui?” Domandò. “Va tutto bene, milady?” Rivolgendosi poi ad Altea. “State tranquillo…” disse Lyo “… la vostra padrona non ha nulla da temere da me… non la toccherei neanche con un dito ora…”
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