08-10-2015, 01.10.53 | #6381 |
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Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Sorrisi ad Hansiner e annuii.
"Sì, sto bene.." Dissi, stringendo i denti per il dolore. Poi alzai gli occhi su quegli uomini. Che fossero stati i cavalli a metterlo in fuga? Perché i nostri spari non l'avevano spaventata? "Si temo sia piuttosto vera, signore..." Osservando la mia coscia dilaniata. "Pensate voi a quell'essere?" Chiesi "Noi dobbiamo trovare i nostri amici, e scoprire se sono ancora vivi.." Guardai Hansiner, anche lui non era messo benissimo. "Magari senza morire nel frattempo.." Sorridendo all'artista. Dove diavolo poteva essersi cacciato Icarius? Perché non riuscivano a trovarlo? Quel posto era vasto ma non così immenso! Ma finalmente il sole stava sorgendo. |
08-10-2015, 11.28.37 | #6382 |
Cittadino di Camelot
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Mentre fuggivano tra i rovi e l'erba bagnata, Marwel non riusciva a non pensare al grosso errore che aveva fatto nel lasciare il ciondolo sul letto in bella vista.
Glielo aveva regalato la sua omonima nonna prima delle nozze, mai avvenute, dicendole di ricordarsi sempre chi fosse e da dove venisse. "Sophie Elisabeth Leroux" recitava l'incisione al suo interno. Quella stramaledetta incisione pensò Marwel sistemandosi meglio la bisaccia con le erbe e stringendo Guisgard in modo che non cascasse. Era stanca, affaticata da quella notte che non aveva in programma di lasciarla rapire da Morfeo. Poi le venne in mente un rifugio nascosto tra gli alberi che ella utilizzava d'estate, quando non riusciva a rincasare prima che facesse troppo buio. "Mon Dieu Guisgard! Non lontano da qui c'è un... abri! Refuge!" le capitava spesso di parlare francese nei momenti di pura agitazione e finchè lo faceva da sola non recava problema alcuno, ma quando era in compagnia spesso le venivano rivolte occhiate stranite "Un rifugio, insomma...". L'alba era vicina e la fioca luce di un sole freddo cercava di passare attraverso le chiome per illuminare il tetro paesaggio. Marwel lo vide, o meglio, riconobbe gli arbusti e le erbacce che divoravano l'abitazione scavata nel terreno. Era un nascondiglio perfetto, poichè, da quanto ne sapeva, nessuno conosceva la sua ubicazione ed era quasi impossibile da scorgere in quanto mimetizzata tra la natura. "Nous sommes arrivés!" sussurrò avvicinandosi piano e guardandosi attorno. Spostò le erbacce e trovò una porta di fortuna fatta con sassi e rametti, facilmente ricostruibile dall'interno, ma sapeva che una volta dentro avrebbero patito un po' il freddo, poichè non c'era la possibilità di accendere fuochi in quel rifugio. Era piccolo e per nulla accogliente, ma era un luogo sicuro dove poter stare, almeno per un po'. Dall'altro lato dell'unica stanza che c'era, si trovava una porta simile a quella principale, ma ancora più difficile da trovare dall'esterno. Marwel sistemò Guisgard in modo che potesse poggiare la schiena alla parete rocciosa; la temperatura la dentro era molto bassa e già la fanciulla si ritrovava con le mani ghiacciate e la punta del naso arrossata. Prese il suo mantello cremisi e coprì Guisgard "Non dovete prendere freddo" disse mentre cercava le erbe e gli unguenti nella sua bisaccia. "Devo controllare le vostre ferite Guisgard, specialmente dopo una corsa così" fece avvicinandosi a lui. Sotto il primo strato di bende si potè vedere con chiarezza del sangue e ciò voleva dire che una delle ferite si era aperta e andava ricucita. Non sarebbero stati minuti felici per il ferito. "Oh non... mi dispiace Guisgard, dovrò ricucirvi" disse senza guardarlo. Doveva concentrarsi e i suoi occhi la distraevano sempre; gli diede del tempo per prepararsi al dolore, intanto ella ricostruì la porta di pietra e diede un ultima occhiata fuori. Poi prese delle forbici, ago e filo e si avvicinò a Guisgard. Tagliò più delicatamente possibile i punti precedenti, li sfilò dalla sua pelle e guardò l'uomo. Grosso errore. Lo stomaco cominciò a fare le capriole e le sue gote s'infiammarono; aveva una mano appoggiata al petto di Guisgard e si stava beando del suo calore sulle dita fredde. Scosse il capo e chiuse gli occhi per un istante, poi strinse l'ago e appoggiò la punta su un lembo dello squarcio. "Siete pronto? farà male" disse Ma non quanto fanno male i vostri occhi pensò. Unì il primo centimetro di pelle, poi un altro e un altro ancora, finchè non ebbe completato l'opera e si disse soddisfatta più di prima. Spalmò gli unguenti su tutte le ferite e bendò nuovamente il torace di Guisgard; lo coprì fino al collo con il suo mantello, mentre il corpo della giovane veniva scosso da brividi per il freddo. "Dovete riposare Guisgard" disse, illuminata solo dalla debole luce di una lanterna che aveva lasciato nel rifugio qualche mese prima e che, ringraziando il cielo, aveva olio a sufficienza per poter donare un po' di luce nel momento del bisogno. La spense e tutto crollò in una fitta oscurità e Marwel si ritrovò a cercare la mano di Guisgard.
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L'amore non ha un senso, l'amore non ha nome, l'amore bagna gli occhi, l'amore scalda il cuore... L'amore batte i denti, l'amore non ha ragione. L'amore è così grande da sembrarti indefinito, da lasciarti senza fiato, il suo braccio ti allontanerà per sempre dal passato. |
08-10-2015, 18.16.56 | #6383 |
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Il bosco cominciò a schiarirsi, come il cielo d'Oriente e pian piano le ombre della notte si ritirarono, per poi svanire nel nulla.
Ma l'inquietudine dominava ancora su quelle lande, come se una paura primordiale pulsasse da ogni cosa verso un terrore inesorabile. Gwen, Cq e la vecchia seguirono Amlin attraverso la boscaglia selvaggia, fino ad intravedere un'abitazione isolata. “Ecco la casa...” disse Amlin “... lì si trova il vostro amico ferito.” E raggiunsero l'abitazione. Ma qui, con loro grande sorpresa, non trovarono nessuno. Tutto era sottosopra, come se qualcuno avesse rovistato con foga. “Ma cosa diavolo è accaduto qui?” Perplesso Amlin.
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08-10-2015, 18.20.32 | #6384 |
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Dacey si avvicinò al tronco dell'albero e lo accarezzò.
Il simbolo della setta era propri lì, inciso nel legno secolare, quasi fosse un segnale. Ad un tratto avvertì un fruscio alle sue spalle e poi un rumore di passi.
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08-10-2015, 18.25.20 | #6385 |
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“Siamo qui per questo.” Disse Udino a Clio. “Per scoprire la verità su quella creatura. Così vuole Sua Grazia.”
“L'abbiamo vista e messa in fuga” fece Jean “ma sul mio onore non ho mai veduto una bestia simile. Se dovessi descriverla non riuscirei a paragonarla a nessun altro animale presente al mondo.” “Comunque voi non potete restare qui nel bosco in queste condizioni.” Udino rivolto alla ribelle e a Hansiner. “Vi porteremo a Bocca della Selva per essere medicanti. Altrimenti finirete per morire dissanguati.” “No...” mormorò Hansiner “... dobbiamo trovare il nostro compagno...” “In queste condizioni” Jean “troverete solo una rapida e dolorosa morte.”
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08-10-2015, 18.29.20 | #6386 |
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Guisgard e Marwel a fatica trovarono quel rifugio.
La ragazza sistemò il tutto per renderlo ancora più sicuro ed introvabile. Poi si occupò delle ferite dell'uomo. Furono momenti lunghi e dolorosi, dove lui a denti stretti, tra gemiti e moti di dolore, soffrì parecchio mentre lei gli ricuciva la pelle viva. E a dargli sollievo vi era solo la mano della giovane sul suo petto. Alla fine le sue ferite furono ricucite e medicate. Poi Marwel spense l'unica lanterna che avevano e tutto divenne buio. Lei allora cercò la mano di lui e la trovò. Le loro mani si strinsero, quasi a darsi calore reciproco in quel freddo rifugio. “Mi piace il suono della vostre voce...” disse lui, con il respiro rotto ancora per il dolore di poco prima “... e mi piace quando spaventata parlate in francese...” accennò un lieve sorriso, immaginando il suo volto che il buio invece gli celava “... venite... divideremo questo mantello... è freddo questo luogo e non voglio certo che patiate a causa mia... magari così, essendo ora al sicuro, potrete riposare un po'...”
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08-10-2015, 18.29.41 | #6387 |
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Attesi mentre vedevo il mio fiato unirsi alla notte e sentivo il mio cuore battere nel mio petto. Dopo il ritrovamento del simbolo avvertivo un crescente senso di paura. Mi accucciai ancora di più, tenendo comunque occhi e orecchie vigili. E fu così che sentii del fogliame muoversi alle mie spalle.
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan |
08-10-2015, 18.31.50 | #6388 |
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Oh, meno male che erano arrivati loro.
Un problema in meno, forse... Ma restava ancora il fatto che Icarius non si trovava, e cominciavo a preoccuparmi seriamente. Perché lui non ci cercava? Non gli veniva in mente che lo stavamo cercando disperatamente? Che ero spaventata a morte non trovandolo? Possibile non pensasse a noi? ... a me? E la risposta poteva essere una soltanto: era incosciente. Magari ferito da quella bestia, impossibilitato a muoversi chissà dove. Certo, non c'era altra spiegazione, altrimenti in qualche modo l'avremmo trovato. Perché, mi dicevo, come noi stavamo cercando lui, lui di certo stava cercando noi. Non era preoccupato che ci fosse successo qualcosa? A maggior ragione ora che era spuntata l'alba. "No!" dissi categorica, alzando lo sguardo su quegli uomini. "Posso fermare il sangue in qualche modo, ma non me andrò da questo bosco senza averlo trovato..". Mi sembrava di rivivere Vacolis in tutto e per tutto, quando quel dolore mi aveva fatto comprendere di amarlo. Ma ora era diverso, ora era tutto diverso, e come allora non mi sarei arresa. Anche se forse non l'avrei trovato, come quel giorno. Non mi sarei mai arresa. Strappai un lembo della mia sottoveste di seta e fasciai la coscia che perdeva sangue strettissima, in modo da fermare l'emorragia. Non mi importava di niente e di nessuno, nemmeno del dolore, se non di trovarlo. Ultima modifica di Clio : 08-10-2015 alle ore 18.39.12. |
08-10-2015, 18.46.13 | #6389 |
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Quel fruscio.
Poi il rumore di passi. “Guarda guarda...” disse una voce alle spalle di Dacey “... che sorpresa... una fata dei boschi forse?” Per poi ridere il militare. “Già, si fanno strani incontri in queste lande.” Fece il suo compagno. Erano infatti due soldati. Due soldati di Maruania.
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08-10-2015, 18.48.08 | #6390 |
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Davanti a quella scena, a quella cieca determinazione di Clio, Udino scosse il capo.
“Siete pazza.” Disse il chierico. “Non troverete nessuno e non andrete troppo lontana in queste condizioni. Tra un'ora cadrete a terra senza conoscenza.” “Io invece posso comprenderla.” Fece Jean. “Si, anche io farei di tutto per cercare colei che ci ha spinti a giungere fin qui.” Fissò Clio. “E sta bene... verrete con noi e vi daremo due cavalli. Dubito riusciate a farcela, ma da ciò che vedo siete un soldato come me, sebbene donna. E morire in un letto non è nel nostro Destino.” Così diede ordine ai suoi uomini di far salire lei e Hansiner in sella a due cavalli e tutti insieme ripresero le ricerche. Ognuno cercava qualcosa. Qualcosa di diverso.
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