14-10-2011, 01.22.00 | #631 |
Cittadino di Camelot
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Gaynor cominciò a piangere, grossi lacrimoni le scendevano copiosi e silenziosi mentre ascoltava colui che fino a quel momento era stato il suo migliore amico. "Io non ho dimenticato niente... niente... sei tu che sei cambiato, sei tu che mi stai mostrando un volto che io non conoscevo..." Fra i singhiozzi, prese la lettera dal tavolo e corse via, verso la carrozza che l'avrebbe portata al porto.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
14-10-2011, 02.47.56 | #632 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Tutto era accaduto in un lampo.
Daniel e Marco, come due audaci filibustieri, abituati alle situazioni precarie e rischiose, avevano tratto via Lyo da quell’impiccio. Ora correvano tutti e tre in direzione opposta a Carrinton Hall. Ma Lyo era confuso, arrabbiato e deluso. “Come stai?” Chiese Marco al cavaliere. “Mi sento un idiota…” rispose Lyo “… un grosso idiota… io non ho fatto altro che pensare a lei notte e giorno… e lei invece si cullava nello sfarzo e nel lusso di quel nobile… ma giuro sul mio onore che non finisce qui! Carrinton capirà che non può prendersi tutto ciò che vuole!” “Calmati ora.” Fece Marco. “Mettersi contro un aristocratico è sempre pericoloso… e poi ho sentito che lord Carrinton è il miglior spadaccino di Camelot.” “Questo lo vedremo…” mormorò Lyo, mentre nei suoi occhi non smetteva di ardere la fiamma dell’odio. Un attimo dopo però sembrò come destarsi da quegli inquieti pensieri. “Comunque, vi sono debitore ragazzi…” disse ai due fratelli “… se mi fossi ritrovato Carrinton davanti, avrei sicuramente perso le staffe… voi però siete davvero in gamba!” Esclamò. “Dal modo in cui siamo usciti da quel palazzo nessuno potrebbe prendervi per semplici scudieri!” “In verità, siamo cresciuti con la dura legge della strada…” fissandolo Marco “… e se non sai adattarti a quella legge, alla fine soccombi…”
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14-10-2011, 03.29.46 | #633 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth sfogliò delicatamente il libro e lesse il Salmo segnato col carboncino.
Richiuse poi il libro e lo rese al taverniere. Ma dalle pagine cadde a terra un biglietto. Era ripiegato più volte ed era stato nascosto con cura fra le pagine del testo sacro. “Un biglietto…” raccogliendolo il taverniere “… mah…” sbuffò “… meglio rimetterlo dov’era…” riponendolo fra le pagine del libro. Un attimo dopo Monsieur entrò nella tavernetta. “Rieccomi…” avanzando verso Elisabeth ed il suo amico taverniere “… ora abbiamo anche due buoni cavalli. Siete pronta per rimetterci in viaggio, madame?” Chiese ad Elisabeth. “A chi avevi detto del tuo arrivo qui?” Domandò il taverniere. “A nessuno.” Rispose Monsieur. “Anche perché solo all’ultimo momento ho deciso di venirci.” “Beh, allora c’è qualcuno capace di leggere il futuro, o di prevedere le tue mosse…” “Che vuoi dire?” “Qualcuno ha lasciato questo libro di Salmi per te.” Rispose il taverniere, dandogli il libro. “Era un prete.” “Un prete?” Ripeté Monsieur mentre prendeva il libro dalle mani del taverniere. Lo sfogliò rapidamente. “Ah, si…” sussurrò “… grazie per averlo conservato. E’ ora di andare, madame.” Fissando Elisabeth. “Mi raccomando…” disse il taverniere abbracciandolo “… stai sempre in guardia… che Dio ti assista, amico mio.” “Grazie, fratello.” Rispose Monsieur. “Che Dio preservi anche voi, madame.” Voltandosi il taverniere verso Elisabeth. I due allora uscirono dalla tavernetta e montarono in sella ai loro cavalli, per poi svanire, subito dopo, nella boscaglia circostante.
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14-10-2011, 03.54.47 | #634 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Roowey sorrise ed annuì a quelle parole di Altea.
Un attimo dopo dalla carrozza di lord Carrinton scese qualcuno. Erano dei valletti, accompagnati da una donna. “Milady…” inchinandosi questa davanti ad Altea “… sono qui con le vostre stoffe. Ho cominciato a lavorarci ed ora mancano solo pochi aggiusti… se volete farmi la cortesia di mostrarmi i vostri gusti, terminerò in breve tempo il tutto. Così le vostre tende saranno pronte.” Aggiunse la sarta Liza. Questa spiegò poi ad Altea che alcuni servitori di lord Carrinton avevano portato le stoffe nella sua sartoria a Wirkley Street, pregandola di lavorarci su e recarsi poi a Carrinton Hall per terminare il tutto sotto la sguardo della dama irlandese. “E’ volontà di lord Carrinton incomodarvi il meno possibile” continuò la sarta “e per questo mi ha incaricato di venire qui ad ultimare il lavoro. I valletti hanno portato in casa le stoffe… controllate se il tutto è di vostro gradimento, milady.”
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14-10-2011, 04.30.41 | #635 |
Cittadino di Camelot
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Sollevai la mano per rassicurare Sir Hagus, che aveva un cipiglio un po' preoccupato.
Rincorsi Tyler, spronando il cavallo e gli urlai: "Capito niente? Non hai mai voluto dirmi niente! Non mi hai mai parlato di te o di quello che pensi! Te ne stai sempre chiuso come un riccio, come se il mondo fosse sempre tutto contro di te! Sei maledettamente cocciuto!" Lo affiancai. "Per quanto riguarda papà... cosa pensavi che sarebbe successo? Me ne sono andata per evitarti problemi e per evitare di peggiorare le cose..." Strinsi le redini con nervosismo. "Siamo fortunati che gli sia nemmeno venuto il sospetto che..." la mia voce tremò, "siamo fortunati che ti abbia solo allontanato... perchè ti voleva bene. Altrimenti sarebbe stato peggio." Poi il risentimento rimontò dentro di me. "Ma cosa credi? Che sia sempre stato semplice per me? Solo con la prigionia ho capito che ho vissuto tutta la vita dentro una gabbia dorata! Mi sono sentita libera solo quando eravamo rimaste io e Giselle... decise a ricominciare una vita lontano da Animos..." sospirai "Che mio padre mi perdoni... ma cosa mi ha lasciato a parte doveri verso il nostro sangue, verso il nostro onore, verso il nome che mi ha dato? La sopravvivenza a ogni costo non è vita. Come non lo è stato crescere accanto a lui come un bel purosangue che un giorno avrebbe donato a qualcuno a suggello di un patto di alleanza..." esitai "Sai con chi ha stretto quel patto? Con un Pomerino... ecco con chi! Invece di accettare la sconfitta dei Du Blois... ora tutte le speranze gravano sulle mie spalle." Assestai al cavallo un lieve colpo con i talloni e lo lanciai al galoppo. "Se pensi di essere stato l'unico a soffrire... ti sbagli di grosso!"
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
14-10-2011, 04.48.21 | #636 |
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“Straordinario il tuo scritto di ieri, repubblicano!” Esclamò uno dei ragazzi che lo circondavano.
“Davvero notevole, amico mio!” Aggiunse un altro di loro. A turno, così, ciascuno di quegli studenti mostrò il proprio entusiasmo a Missan. Se De Jeon era il demagogo per eccellenza, colui in grado di malleare a suo piacimento gli umori delle masse, Missan era il filosofo del partito. L’uomo capace di fissare i punti fondamentali del movimento ginestrino, di elaborare teorie e dogmi sul ruolo spettante alla Ragione nella vita dell’uomo. “E dicci…” fece uno di quegli studenti che gli stavano attorno “… occorre una legge specifica per confiscare i beni ecclesiastici, oppure vengono considerati direttamente patrimonio del popolo?” “Secondo me dovrebbero essere venduti!” Disse un altro di loro. “Trovo sia pericoloso lasciare intatti quadri e statue di soggetto religioso! Il popolo deve dimenticare queste superstizioni!” “Si, bravi!” Intervenne una ragazza che aveva assistito a quel dibattito da lontano. “Pensavo che il nostro unico scopo fosse quello di liberarci dei tiranni, non pure della cultura!” “Gaynor.” Sorridendo Missan nel vederla arrivare. “Tu sei una donna, cosa ne sai di queste cose!” Con indifferenza l’ultimo studente che aveva parlato. “Non possiamo correre il rischio che il popolo continui a vivere nella superstizione!” “Si, ma neanche correre il rischio di vederlo sguazzare nell’ignoranza.” Replicò Gaynor. “Cosa ne sai, tu?” Intervenne un altro. “Passi il tuo tempo a leggere di poesie e romanzi sull’Amor Cortese! Quelli come te credono che l’arte sia migliore della filosofia, della retorica, della grammatica e degli scritti giuridici!” “Tanto si sa che le donne non utilizzano mai la Ragione per quello che dicono e fanno!” Aggiunse un altro di loro. “Falla tacere, Missan!” “Per secoli l’aristocrazia ed il Clero hanno fatto tacere il popolo” fece Missan “ed il solo pensiero di fare altrettanto mi da la nausea. Dite il vero, amici miei… il sonno della Ragione partorisce sempre belve voraci…ed il crederci arrivati è solo l’inizio della catastrofe, perché anche in cima al mondo vi è l’ombra dell’abisso che ci minaccia…” fissò poi Gaynor “… quanto alla poesia, essa non ha bisogno di nulla, neanche della verità… essa stessa genera la verità...” si allontanò allora da quel capannello di studenti e fece cenno a Gaynor di venir via con lui “… amici miei... non vi è nessuno tra voi che valga questa ragazza... ella non è solo Ragione… ma anche, e soprattutto, cuore...” La carrozza giunse al piccolo porto e Gaynor si destò da quel ricordo. Un ricordo intriso di amara malinconia per dei tempi che sembravano ormai smarriti in quella notte battuta dal vento. “Madame…” disse il cocchiere “… il battello per Calais vi sta attendendo.”
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14-10-2011, 05.03.51 | #637 |
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Il vento.
Ululava, correndo lungo la campagna. Sferzava le cime più orgogliose e superbe degli alberi, gonfiava le nuvole che navigavano da Occidente e schiariva l’aria fino ad allargare alla vista un orizzonte che sembrava ora sterminato. E, nel suo ululare, quel vento sembrava celare un lamento. Un lamento lontano. Melisendra, Hagus e Tyler cavalcavano in quel lamento, tra inquietudini e paure. Tyler non aveva risposto nulla a Melisendra. A quella sua durezza aveva opposto il suo rabbioso silenzio, come era suo solito fare. Poco dopo i tre giunsero al Belvedere, dove furono subito fatti entrare per poi essere ricevuti da lord Tudor. Il duca era nella biblioteca ed attendeva da un pezzo il loro ritorno. Hagus allora prese i documenti e gli atti che indicavano i signori di Du Blois come i legittimi proprietari di Trafford Bridge e li consegnò a Melisendra. “In qualsiasi momento, milady, potete prendere possesso della vostra dimora.” Disse lord Tudor a Melisendra.
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14-10-2011, 09.56.36 | #638 |
Cittadino di Camelot
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Con sorpresa vidi scendere la sarta Liza ma la feci accomodare in casa, guardai le stoffe e il lavoro e mi complimentai con ella. "Ottimo lavoro milady Liza, venite andiamo a vedere come accomodarle alle finestre". Notai Angry che ci seguiva con lo sguardo astioso, poi la feci accomodare nella mia stanza e mi raccomandai di mettervi tende color azzurro, bianco e oro.
Chiesi poi della stoffa aranciata, ella estrasse dei disegni, li scrutai accuratamente, chiusi la porta e scelsi il modello e la sarta iniziò a prendermi le misure "Milady Liza, vi ricordate di Lady Florencia de Mistrad? è una ragazza di buona famiglia, ricordo era la dama di compagnia di una anziana signora amica di Lady Sophia. Sapete dove ella dimora? Dovrei mandarle una missiva". Pensavo ancora a Lyo, trattenevo a stento le lacrime, e di Lord Carrinton non si sapeva ancora nulla. Forse avevo sbagliato tutto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
14-10-2011, 14.58.54 | #639 |
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Una carrozza nera trainata da una pariglia di robusti stalloni baschi raggiunse la scogliera in balia del vento.
Il Cielo si gonfiava e si contorceva di ampie ed inquiete nubi che sembravano voler avvolgere e sradicare i pilastri che reggevano la volta celeste. Un attimo dopo l’arrivo della carrozza, dagli alberi che lambivano quelle rocce una figura si avvicinò ad essa e vi entrò. All’interno la figura vi trovò un uomo, solo a stento illuminato dal grigiore del cielo che filtrava da una delle finestrelle. “Era necessario questo nostro incontro?” Chiese l’uomo a quella figura. “Temo di si…” rispose questa, che un attimo dopo allentò il bavero della giubba e si tolse il cappello, mostrando così il suo vero volto “… vi ricordo i nostri accordi…” aggiunse Missan. “Li rammento perfettamente.” Rispose l’uomo della carrozza. “Dobbiamo trovare il Giglio Verde…” fece Missan “… è in gioco la mia testa…” “Lo troveremo.” “Lui conosce ogni mia mossa…” “Come sarebbe?” “Lo so…” agitato Missan “… credo abbia spie ovunque… occhi in ogni angolo ed orecchi ad ogni angolo…” “Siete paranoico.” “Conoscete un certo Presbitero Tommaso?” “Mai sentito…” rispose l’uomo dopo un attimo di riflessione. “Quel prete affermava di conoscere il Giglio Verde!” Fissandolo Missan. “E’ giunto nel palazzo come un’ombra!” “Invece di occuparvi dei fantasmi, prestate attenzione ai vivi…” avvicinandosi l’uomo a Missan “… il palazzo di lord Tudor è un crocevia per i nostri nemici…” “Cosa intendete?” Stupito Missan. “Ho ragione di credere che strani movimenti avvengano in quel luogo…” spiegò l’uomo della carrozza “… quella nobile fuggita dal vostro paese, la dama di Du Blois...” “Ebbene?” Tradendo impazienza Missan. “Credo che presto prenderà possesso dei feudi appartenuti alla sua famiglia.” Rispose il misterioso uomo della carrozza. “Abbandonate ogni pretesa su quelle terre.” “Lo vedremo…” mormorò Missan, appoggiando la testa all’indietro “... la bella Melisendra non costituirà più un problema… ma, anzi, una potente alleata…” “C’è dell’altro…” fissandolo l’uomo “… ricordate il foglietto marchiato dal simbolo del Giglio che mi mostraste?” “Si, certo…” “Bene, l’ho fatto analizzare da un mio servitore greco… era intriso di un profumo particolare… lo stesso che usa un uomo di fiducia di lord Tudor…” “Chi?” “Sir Hagus.” Missan si morse la lingua. “Il profumo proviene dai fiori del giardino del palazzo dei Tudor” continuò l’uomo “e pare sia il preferito di sir Hagus.” “Interessante…” “Presto lord Tudor darà un nuovo ricevimento… e noi sapremo dove cercare…” “Ottimo, amico mio!” Esclamò Missan. “Sarete ricompensato a dovere!” “Lo spero bene.” “Io mantengo sempre la parola data.” “Ma il denaro pattuito non mi basta più.” “Come sarebbe a dire?” Turbato Missan. “A tempo debito conoscerete cosa voglio.” Disse l’uomo della carrozza. “Voi aiutatemi a catturare colui che presta il volto ed il cuore al Giglio Verde” con un ghigno Missan “ed io esaudirò ogni vostra richiesta.” Una stretta di mano sancì allora quel patto tra Faust ed il suo Mefistofele. Un attimo dopo, ricopertosi di nuovo, Missan scese dalla carrozza e questa scomparve nell’echeggiare di quel vento, mentre l'ambasciatore restò a fissare il mare agitato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
14-10-2011, 15.21.53 | #640 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 18-04-2011
Residenza: Dove il sole è più cocente, e il mare più limpido..
Messaggi: 428
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<<Già..>> dissi con voce malinconica.. Quella vita non mi mancava affatto.. Però mi ha accompagnato durante l'infanzia e l'adolescenza..
<<Comunque.. Caro Lyo che vuoi fare adesso?>>
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"And all i want is the taste that your lips allow, my my my , Give me love" |
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