06-05-2011, 02.48.30 | #651 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L’uomo anziano fece finta di non accorgersi del gesto di Sayla ed alzatosi si avvicinò al tavolino lì accanto.
Sopra vi erano varie bottiglie, tutte di colori diversi, con all’interno strani ed esotici elisir. Riempì un bicchiere con uno di questi liquori e lo servì alla ragazza. “Bevete, ragazza mia…” disse a Sayla “… questo ammansirà le vostre fatiche.” Si avvicino poi ad un grosso tavolo rettangolare e cominciò a lavorare su alcune statuine di legno. “Il legno è il materiale che preferisco…” fece mentre sceglieva con cura i propri attrezzi “… è morbido, si lascia lavorare, ma sa durare nel tempo…” Levigò una statuina raffigurante un piccolo animale e poi ci soffiò sopra, come a voler spazzar via la polvere. Ed incredibilmente, appena il vecchio posò la statuina sul tavolo, questa si animò e cominciò a muoversi. Un attimo dopo riassunse la posa originaria e tornò immobile. “Cosa avete, ragazza mia?” Domandò il vecchio. “Avete visto qualcosa che vi ha stupita, o meravigliata?” Sorrise. “Spesso i nostri occhi ci ingannano, mostrandoci cose irreali… non è magia, ma solo illusione…” Rimise allora a posto i suoi attrezzi. “Vedrete molte cose strane d’ora in poi…” aggiunse “… alcune vi sembreranno incredibili, altre terribili… starà a voi non lasciarvi incantare…” Guardò poi il cielo che accoglieva l’imbrunire. “La cena sarà quasi pronta…” indicandole la sala per cenare “… andiamo, sarete mia ospite… ho già fatto preparare un’accogliente stanza tutta per voi, dove potrete riposarvi fino a domani, a Dio piacendo.”
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06-05-2011, 03.34.45 | #652 | |
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Avevo dormito profondamente quella notte. Nonostante i molti pensieri, o forse proprio in virtù di quelli, ero scivolata immediatamente in un sonno profondo e senza sogni, dal quale non mi ero risvegliata che alle prima luci dell’alba.
Stavo facendo colazione, sola, come di consueto, quando giunse Matthias. Mi voltai verso la porta al suono della sua voce e gli sorrisi, vedendolo entrare... “Dimenticare Sygma?” domandai alle sue parole “Dimenticare il vento che accarezza le colline e si infrange sulle mura delle nostre città? Dimenticare il profumo che quel vento porta e il turbinio delle foglie nella valle... credi che potrei? Ma, come hai visto oggi, anche Capomazda può dare le stesse emozioni, talvolta...” Feci una piccola pausa e, alle sue parole, tornai a guardarlo... “E’ escluso!” risposi, sorridevo ma il mio tono era severo “Conosci le mie regole: se resti, la tua cura sarà per Capomazda, non per me. Se resti Icarius sarà il tuo duca e tu lo tratterai con rispetto!” Fu in quell’istante che giunse Izar... Citazione:
“Non lo vedo da quando...” esitai appena un istante “...da quando ci siamo salutati, ieri sera! Ma... beh, non è la prima volta che Sua signoria non dorme nel suo letto, sbaglio forse?” domandai, in un tono che non riuscì a suonare del tutto privo di stizza “E mai c’è stato da preoccuparsi, mi pare! Non vedo come mai questa volta dovrebbe esser diverso!” Osservai Izar per un attimo e, curiosamente, mi parve imbarazzato. E tuttavia non ci feci molto caso. Mi alzai e mi inchinai leggermente ad entrambi: “Ora... vogliate scusarmi, ma ho un appuntamento al quale non intendo mancare!” Uscii dalla stanza in fretta e in fretta percorsi scale e corridoio, fino a giungere nel cortile... lo attraversai senza guardarmi troppo intorno e, rapidamente, varcai la piccola porta che dava sui giardini. “Ciao, mi piccolo amico...” dissi felice, non appena giunsi presso i vecchio forno e vidi il draghetto che, festosamente, saltava fuori dalla sua vasca e correva verso di me. E cosa che mi sorprese ancor più fu il trovare lì, seduto sul suo muro, anche Pascal... sorrisi, vagamente divertita.
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06-05-2011, 03.50.21 | #653 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Siete così carina” disse Icarius sollevando, delicatamente, con una mano il volto di Dafne “eppure parlate a capo chino.”
Le sorrise ed aggiunse: “Deve essere una persona speciale quel cavaliere, se ha deciso di restarvi accanto in un momento così importante per voi… ma anche il capitano è un uomo in gamba e sa il fatto suo… sono certo che quando sarà il momento libererà il vostro amico e quel cadetto… perché non vi recate nella nostra Cappella della Vergine per pregare?” Indicandole il sacro edificio. “Vedrete che tutto si risolverà. Ora scusatemi, ma devo andare… i miei omaggi, damigella.” “Come invidio quel cavaliere, la cui vita preme tanto a quella ragazza…” pensava mentre si allontanava “…e nessuno dovrebbe soffrire per le pene d’amore… posso ben dirlo io…” Icarius giunse in caserma. Nel vederlo i soldati presenti salutarono subito il proprio signore. “Vorrei vedere il capitano.” “Vi accompagno da lui, milord.” Fece una guardia. “Mio signore…” stupito nel vederlo Monteguard “… a cosa devo quest’onore?” “Salute a voi, capitano.” Sorridendo Icarius. “Mi occorrevano un paio dei vostri uomini per regolare una certa faccenda.” “Tutti gli uomini sono a vostra disposizione, milord.” “Non vedo però quelli a cui avevo intenzione di affidare quella certa cosa…” “Dunque avete già deciso chi scegliere.” “Si, sir Pasuan ed un cadetto…non conosco il nome, ma il volto si e qui non lo vedo...” ”Impossibile, milord!” Scuotendo il capo Monteguard. “Quegli uomini sono agli arresti!” “Hanno commesso qualche grave reato?” “L’essere indisciplinati è sempre una grave colpa, mio signore!” “Comprendo…” fingendosi rassegnato Icarius “… siete uomo troppo esperto perché io possa criticare le vostre scelte… sapete che vanno benissimo i miei allenamenti?” Cambiando discorso. “Sir August è un valente maestro ed anche il buon Lho sa il fatto suo. Ormai ho ripreso tranquillamente a tirare di spada ed a tendere l’arco!” “Me ne compiaccio, milord.” Sorridendo il capitano. “Nessuno può essere più felice di me nell’udirvi raccontare queste cose. I Taddei sono da sempre grandi guerrieri ed anche voi non potevate aver dimenticato la vostra abilità con le armi.” “I greci affermavano” prendendo una delle mele che il capitano aveva in un cesto per la sua colazione “che anticamente gli esseri umani erano per metà uomini e per metà donne. Poi peccarono contro gli dei e Zeus li punì… divise ogni essere dalla sua metà e da quel momento l’umanità trascorre la propria esistenza nel cercare la parte perduta… il mito dell’anima gemella. Affascinante, non trovate? Immaginate di dividere questa mela in due parti… esse poi, ricomponendola, combacerebbero alla perfezione!” “Si, gli antichi erano molto saggi, milord.” Rispose il capitano, cercando di comprendere dove volesse arrivare il suo signore. “Eh… l’amore…” sospirò Icarius “… è la più grande forza che muove l’intero Creato… vi andrebbe di vedermi all’opera? Magari con arco e freccia?” “Sarebbe una gioia, milord!” Rispose Monteguard. “Scommettiamo che riesco a spaccare proprio questa mela al primo colpo?” Mostrando il frutto al capitano. “Scommettiamo la libertà dei due prigionieri?” “Spaccate questa mela, milord” sorridendo il capitano “e poi ne riparleremo.” I due, sotto gli occhi dei soldati incuriositi, si recarono nello spiazzo che sorgeva dietro la caserma, dove solitamente si addestravano i cadetti. Uno dei soldati portò la mela su un treppiedi. “Troppo lontana, milord?” Chiese Monteguard. “Fatelo arretrare di altri dieci passi, grazie.” Rispose Icarius, intento a sistemare il proprio arco. “Vedo che siete sicuro di voi!” Disse Monteguard, facendo cenno al soldato di arretrare ancora. Icarius allora tese l’arco fino al suo orecchio ed un attimo dopo scoccò il dardo verso quella mela, spaccandola in due parti uguali. “Fantastico, milord!” Gridarono alcuni soldati. “Ora tocca a voi, capitano, ricomporre le due parti della mela!” Esclamò divertito Icarius. “Liberate i due prigionieri!” Ordinò il capitano ai suoi. “Liberateli dando loro forti pedate, in modo che se la ricorderanno bene questa lezione!” “Vi sono debitore, capitano!” Esclamò Icarius prima di andare via.
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06-05-2011, 04.28.53 | #654 |
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Il draghetto sguazzava nell’acqua, fermandosi di tanto in tanto, come ad invogliare Talia a giocare con lui, per poi riprendere i suoi rapidi e grotteschi movimenti.
Pascal invece li fissava, un pò in disparte, incuriosito e perplesso per quella scenetta. “Qualcuno dei saggi che il buon Izar mi impone di leggere…” disse all’improvviso Icarius a Talia “… afferma che gli animali hanno una speciale sensibilità a comprendere le persone… tu sei speciale, unica… e loro lo percepiscono.” Sorrise. “Perdonami se sono rimasto qui a fissarti…” aggiunse “… ma era una bellissima immagine…” Si avvicinò ed accarezzò il draghetto. “Sai, mi chiedevo…” fissandola di nuovo “… quella bellissima cavalla portatami da Sygma, che tu sei riuscita a cavalcare… mi chiedevo… verresti con me a convincerla che non sono poi tanto terribile come molti mi dipingono? Sempre se” sorridendole “anche tu non la pensi come quei molti.” Rise. “Una delle poesie che secondo Izar cantano la gloria dei miei avi e che puntualmente mi impone di imparare a memoria, recita che i Taddei sono predestinati a governare perché hanno gli occhi chiari… segno questo, secondo il poeta, di sincerità. Comprendi quindi che merito una possibilità? Dai, su…” prendendola per le mani e tirandola su con entusiasmo “… vieni con me, Talia!”
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06-05-2011, 04.55.40 | #655 |
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Balzai in piedi al suono della sua voce.
Lo osservai avvicinarsi al drago come se niente fosse, come se non fosse stato lui a catturarlo prima di scomparire... lo ascoltai parlare... ero sorpresa e, per qualche ragione, affascinata! Avevo sempre provato una sorta di leggero disagio di fronte ai suoi occhi, ma questa volta era diverso... la luce che vi era in essi, unita al tono leggero delle sue parole, causava una strana sensazione in me... Mi prese le mani, quindi, tirandomi leggermente... io mi lasciai condurre per qualche passo, poi opposi resistenza e lo trattenni. “Aspetta!” dissi “Aspetta, Icarius... che cosa sta succedendo? Che cosa ti è successo?” Avevo quella domanda che mi bruciava sulle labbra dal momento in cui era tornato, e adesso non riuscii più a trattenerla. “Dimmelo, ti prego...” mormorai, in tono vagamente implorante “Dimmi perché ti comporti così... Io non capisco! Non capisco... e questo mi spaventa!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." Ultima modifica di Talia : 06-05-2011 alle ore 05.04.14. |
06-05-2011, 06.20.52 | #656 |
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Icarius le sorrise.
“Cosa succede? Nulla succede!” Disse. “Sono solo felice di rivedere mia moglie! Non credo ci sia niente di male, non trovi?” Le strinse ancor più le mani e avvicinò a se Talia. “Vuoi sapere cosa mi succede? Semplice, sono innamorato!” Ed i suoi occhi si illuminarono ancora di più. “Innamorato della più bella ragazza di Capomazda, di Afragogna, di Sygma e del mondo intero! E sono felice… felice di poterti stare accanto… sai, quando si è rischiato di morire, quando tutto ciò che ti circonda sembra estraneo, quando non hai più dei ricordi per immaginare la tua felicità… allora la vita acquista tutto un altro valore… non dai più nulla per scontato… dalle cose più semplici, a quelle più grandi... cerchi allora di cogliere, conservare e vivere ogni attimo che ti viene concesso… quando mi sono risvegliato, dopo i fatti accaduti al Gorgo del Lagno, non avevo nulla… solo un gran vuoto dentro… un vuoto lasciato da un passato, da un’intera esistenza cancellata in un attimo… forse davvero la morte al Lagno ha cercato di portarmi via, ritrovandosi però tra le mani solo il mio passato…” esitò “… Talia, io dopo quel giorno ho perduto ogni memoria di me stesso… tutto qui mi è estraneo… non ricordavo e non ricordo niente del ducato, della sua storia, dei miei avi, del mio popolo e dei miei nemici… e cosa assurda è che non ricordavo neanche te…” portò le sue mani al petto e Talia sentì il cuore di lui battere forte “… qui tutti mi chiamano lord, signore, duca… si inchinano al mio passaggio e si prostrano ai miei piedi… ma io non so se tutto ciò è vero… non so chi sono, capisci? Io non mi sento il signore di nessuno, se non di me stesso!” Poi le sorrise teneramente e quella voce, che aveva accompagnato la passionalità e lo slancio di ogni sua singola parola, sembrò diventare musica, sulla quale scivolava la luce che emanavano i suoi occhi. Occhi del colore del cielo limpido di Primavera, dell’acqua pura di una fresca sorgente tra le rocce. Occhi dello stesso colore della giovinezza che sa ispirare i sogni più belli. Sogni che ora stavano attraversando quegli occhi. Sogni che avevano tutti la bellissima immagine di Talia.
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06-05-2011, 11.17.53 | #657 |
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"Vi ringrazio per la vostra generosità, messere. Ma quindi ditemi, avete mandato voi quella donna a chiamarmi?"
L'uomo non mi rispose, ma seguendo il suo sguardo notai un piccolo quadro appeso alla parete che ritraeva la donna che avevo visto quella notte. Gyaia... la donna del sogno... Senza proferire parola mi alzai e mi diressi verso la stanza in cui avrei riposato per ripensare ai fatti accaduti. Tutto ciò non può essere solo una coincidenza. Forse... devo scoprire qualcosa in più su questa donna e su questo vecchio. Il mio nome è troppo importante, non posso rischiare che qualcuno lo scopra. Dopo che avrò scoperto tutto ciò che mi serve...io lo... Un buonissimo odore interruppe i miei pensieri. la cena era pronta...
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart. |
06-05-2011, 22.01.46 | #658 |
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L'incontro con il duca era stata la cosa più strana e fortunata che mi fosse capitata fino a quel momento nella mia vita. Mai avrei pensato che fosse stato così vicino a me. Mi sorprese anche il suo modo di fare, gli occhi penetranti con i quali mi aveva guardata la prima volta erano misteriosamente scomparsi, ora pareva proprio un uomo perbene
"Mah, sarà solo una mia impressione" pensai Dopo avermi parlato il si allontanò, io ripetei l'inchino. Poi decisi di seguire il consiglio che mi aveva dato e mi recai nella bella chiesetta che sorgeva lì in cittadella. Mi copersi il capo con lo scialle, spinsi la pesante porta di legno entrando nella cappella. Era illuminata dalle sole fiammelle delle candele. Non andai subito ad inginocchiarmi in uno dei banchi ma decisi di osservare una ad una le piccole cappelle laterali. Alcune custodivano vecchie lapidi di sepoltura sulle quali non si scorgevano quasi più le iscrizioni funerarie; altre avevano statue di angeli che sorreggevano dei grossi ceri. Erano molto belle quelle statue, imponenti e bianche mi parsero dei veri angeli. Presi una delle monete che avevo con me e la feci tintinnare all'interno della cassettina delle offerte, presi una candela e l'accesi pregando mentalmente per l'anima del buon Friederich, per il nostro bambino, per Pasuan e per me. Rimasi qualche istante a guardare la fiamma prendere vigore poi mi feci il segno della croce e presi posto tra i banchi. Mi inginocchiai e iniziai a pregare.
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
07-05-2011, 02.18.36 | #659 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il delizioso profumo della cena invase il corridoio, fino a giungere presso la stanza dove riposava Sayla.
Poi un campanellino suonò. “Venite, damigella…” disse il vecchio invitando la giovane Sayla a prendere posto a tavola. Diversi piatti, dai profumi ammalianti e dagli intensi colori, erano serviti davanti alla ragazza. Ceramiche di gusto greco, terracotte di Cipro e cristalli delle Fiandre accoglievano quelle primizie, a dimostrare la nobiltà e la ricchezza del padrone di casa. Poi nella sala entrarono alcuni nani che, dopo aver salutato il loro signore e la sua giovane ospite, cominciarono a suonare gradevoli melodie per accompagnare quel delicato pasto. “Non ho potuto non notare” fece il vecchio a Sayla “il modo in cui guardavate quel ritratto alla parete. Amate l’arte forse? Sarebbe un portento data la vostra giovane età, oltre che cosa assai gradita da un vecchio appassionato come me.” Sorseggiò un po’ di vino. “Vedete, io amo le arti figurative e purtroppo per me non ho nessuno con cui discutere e confrontarmi riguardo questa mia passione.” Si voltò allora verso il ritratto della donna. Aveva un qualcosa di particolare, di enigmatico. Il suo sguardo, impreziosito da grandi ed intensi occhi verdi come le acque limpide e splendenti di una laguna all’albeggiare, sembrava fisso sul vecchio e su Sayla, eppure appariva come svuotato di qualcosa. Forse della vita stessa. Il viso invece, bellissimo con lineamenti puliti e solari, tradiva una sorta di malinconia, di indefinita tristezza. “Si, era davvero una donna bellissima…” mormorò il vecchio con lo sguardo perso in quel ritratto “… ed il ricordo della sua purezza aleggia ancora vivo in queste terre…”
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07-05-2011, 04.27.50 | #660 |
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Finiwell era ancora davanti alla cella dei due prigionieri, quando giunse un soldato.
“Libera i prigionieri.” Disse alla sentinella. “E’ un ordine del capitano Monteguard.” “Non pensavo durasse così poco la loro punizione.” Mormorò la sentinella mentre apriva la cella. “Forse al capitano gli si sta intenerendo il cuore!” Esclamò Finiwell. “Macchè, è stato sua signoria ad intervenire.” Fece il soldato. “Sua signoria?” Ripeté Pasuan mentre usciva dalla cella, seguito da Cavaliere25. “Come sarebbe a dire?” “Che ti importa il motivo? Ciò che conta è che ora siete liberi!” Esclamò Finiwell. “Non chiederlo a me.” Disse il soldato. “Magari ve lo spiegherà il capitano, ora che passerete da lui.” Poco dopo Pasuan e Cavaliere25, ormai liberi, si presentarono dal capitano Monteguard. Questi li liquidò con poche parole, facendo però capire ai due che non avrebbe tollerato altre bravate. “E ora toglietevi di mezzo, che ho molto lavoro da fare!” Con modi spicci il capitano. “Un’ultima cosa, capitano…” mormorò Pasuan “… è vero che dobbiamo la nostra liberazione a sua signoria?” “Si, è vero.” Rispose Monteguard. “Ma badate che la prossima stupidaggine che farete nessuno riuscirà a tirarvi fuori dai guai! Neanche sua maestà in persona! Sono stato chiaro? Perché se le parole non bastano, lo sapete, non ho problemi a prendervi a calci fino a Pentecoste! E ora filate! Vi voglio qui, di nuovo a pieno servizio, fra un giorno esatto! Nel frattempo meditate su quello che avete fatto! E’ tutto e non fatevi vedere prima che sia passato un giorno!” Pasuan e Cavaliere25 salutarono il capitano ed uscirono dalla caserma. “Finalmente!” Esclamò Finiwell nel rivederli. “Come è andato l’incontro col capitano?” “Lasciamo perdere…” scuotendo il capo Pasuan. “Ora andremo a farci un goccio per dimenticare gli ultimi accadimenti, amici miei!” Disse Finiwell. “Andiamo, offro io!” “Andate voi due…” fece Pasuan “… io devo andare in un posto…” “Ho capito, ho capito…” con un sorriso malizioso Finiwell e facendo l’occhiolino a Cavaliere25. “E sia!.” Prendendo sottobraccio il giovane cadetto. “Andiamo a farci questa bevuta noi due, ragazzo!” Pasuan allora salutò i due amici e corse a casa di Dafne. Correva veloce, attraversando il borgo, col cuore in gola e con un’irrefrenabile voglia di rivedere quella ragazza. Giunse così alla casa di lei e la chiamò a gran voce. “Chi cercate, cavaliere?” Domandò una donna. “Perdonate se vi ho recato disturbo, ma cerco la mia…” esitò e sorrise “… cerco la ragazza che vive qui.” “Credo sia andata al borgo.” Disse la donna. “E’ da un bel po’ che non la vedo… è una ragazza strana… sembra sempre intenta a fantasticare, a sognare… come se vivesse in una sorta di favola. Ma la vita è tutt’altra cosa!” Pasuan sorrise, rivedendo nella sua mente Dafne con quella sua sognante espressione, a lui tanto cara. “Si, è una ragazza piena di vita!” Esclamò Pasuan. “Allora attenderò qui il suo ritorno.” “Fate come volete, ma per carità, non chiamatela più ad alta voce o mi sveglierete i bambini, cavaliere!” E rientrò in casa. Pasuan allora si sedette sulla staccionata e restò a fissare le stelle che cominciavano a splendere nel limpido cielo di quella sera. Ripensò alle ultime parole di quella donna e sorrise. “Non dovrei chiamarla ad alta voce?” Sospirò. “Io invece vorrei gridare il suo nome così forte da far giungere la mia voce fino a quelle stelle perse in questo magnifico e limpido cielo!” E sorrise.
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