08-02-2012, 19.14.38 | #661 |
Cittadino di Camelot
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Speravo di trovare Daniel in quella stanza ero entrata come una furia.....rimanendo senza parole alla vista di Cavalieri che si riunivano, avevano degli abiti diversi da quelli di Reas.......e anche il loro modo di ridere e di parlare non somigliava al suo.....avevo il viso in fiamme " Mi spiace Signori, non volevo disturbare il vostro riposare......anche perche' non vi sarei di nessun aiuto ne' per la cucina....ne' per il vostro letto...."...stavo tornando indietro sui miei passi quando Reas.......venne a tirarmi fuori da problemi seri.....e la breve discussione tra lui e un altro pari...mi fecero intendere che li' ci si divideva in due fazzioni.....un unico luogo due eserciti......uscita fuori da quella stanza e lontana dall'essere udita....mi rivolsi a Reas..." Mi avete coperta le spalle.......prendendovi cura della mia salute e in quella stanza vi siete schierato dalla mia parte.....voi lo sapete che potrei essere condannata...qualcuno ritiene che io sia una spia,anzi che io , mio figlio e la mia amica lady Altea siamo delle spie........avete involontariamente aiutato tre probabili candidati alla pena capitale..........ascoltate...non sentite nulla ?...."......Lo presi per mano e chiudendo gli occhi seguii quel suono....." Reas questi sono i passi di Altea......credo che dovro' andarle incontro.....se e' uscita dalla stanza c'e' un motivo serio....per quanto riguarda voi credo di avervi procurato gia' abbastanza guai........la regina deve essere una donna molto fortunata per vervi al suo fianco..."...
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08-02-2012, 19.29.06 | #662 |
Cittadino di Camelot
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e correvo per quel corridoio...ricordavo le parole di Elisabeth...questo corridoio sembra allungarsi...era vero più correvo e più sembrava non avere fine, fino a quando vidi della luce, e delle figure e mi fermai subito, un sorriso sul mio volto...Elisabeth e quel cavaliere del giardino.
"Elisabeth...è successo qualcosa di tremendo.." parlavo affannatamente per la corsa, la paura..."Lady Shoyo e il suo compagno hanno intenzione di imprigionarci...dobbiamo fuggire da questo palazzo o parlare con la regina"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
08-02-2012, 20.06.15 | #663 |
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Quel lungo silenzio.
Quegli attimi fatti d’incertezza, timore, paura. Vayvet si era sentito, in quei lunghi momenti, come perso, smascherato. Cercò di pensare in fetta. Prendere la ragazza come ostaggio e cercare così una via di fuga. Ma anche in quegli istanti di vibrante tensione, il fuggiasco aveva tentato comunque di restare lucido. Era ferito. Non poteva fare molto. Allora tutta la sua vita gli attraversò il cuore e la mente. Forse era giunta la fine. Poi le parole di Chantal. Ormai insperate. Ma finalmente giunte. “Non vi basta la parola di un gentiluomo, capitano?” Voltandosi Vayvet verso il capo di quelle guardie. “Volete forse chiederlo anche al buon prete che ci unì in matrimonio? O magari al testimone delle nozze?” “Era per assicurarmi, messere…” spiegò il militare “… sto solo facendo il mio dovere… purtroppo quei fuggiaschi sono pericolosi, sono bestie…” “Comprendo, capitano.” Accomodandosi meglio sulla sedia Vayvet. “Ma, vedete, mia moglie è particolarmente impressionabile e vedervi piombare così in casa, chiedendo poi di quei fuggitivi...” “Ma voi siete ferito, messere!” Esclamò il capitano. “Si, un incidente di caccia…” minimizzando Vayvet “… ma nulla di che, grazie al Cielo… mia moglie saprà accudirmi…” fissando Chantal. “Allora non abbiamo altro da fare qui.” Fece il capitano. “Lascerò comunque due uomini nei paraggi… questa casa è isolata e dunque rappresenta l’ideale per quei maledetti.” “Vi ringrazio, capitano.” Sorridente Vayvet. “Mi sentirò più sicuro sapendo dei vostri uomini qui intorno.” Le guardie uscirono e Vayvet tirò un sospiro di sollievo. Un attimo dopo, Monty e Haro uscirono dai loro nascondigli. “Dannati…” mormorò Monty “... sembravano quasi intenzionati a non voler andare più via… che il diavolo li porti!” “Cosa facciamo con quelle due sentinelle, capo?” Domandò Haro. “Ci penseremo, tranquillo…” rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”
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08-02-2012, 22.59.10 | #664 |
Cittadino di Camelot
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Quel rumore di scarpe in quel corridoio lungo e solitario....si materializzo' vicinoa a me e a Reas ....come un raggio di sole in un giorno di passata tempesta...era Altea....che aveva dandirne di cose terribili....." Capitano Reas vi presento la mia amica Lady Altea e come avete udito con le vostre orecchie siamo in guai seri.....ora abbiamo du e strade..scappare o presentarci alla regina.....il punto e' che devo riunirmi con Daniel....non esco di qui se non lo porto con me......altro punto....Ho sentito delle vocine strane correndo in questi corridoi....due eserciti....e Isolde.....mi cara Altea, conosciamo gia' la stupenda creatura........vedete Reas, credo che noi siamo solo il pretesto perche' qualcuno possa sovvertire l'ordine delle cose...........e non credo di essere disposata a sacrificare la mia vita..per far contento qualcuno che neanche conosco....."........
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08-02-2012, 23.13.19 | #665 |
Cittadino di Camelot
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… rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”
"Siete stata brava.."Ripetè Chantal nella sua mente mentre si abbandonava ad un sospiro e si sollevava per raggiungere la governante, la quale era rimasta interdetta di fronte all'affermazione della ragazza. Mosse pochi passi,in quel frangente si accomodò i capelli,li raccolse e li annodò con una stringa improvvisata,poi,volgendosi verso la governante,previo un abbraccio lungo e rassicurante,le domandò se se la sentisse di andare a prelevare dell'acqua fresca,sebbene questo comportasse raggiungere il pozzo. E l'operosa donna annuì. Chantal guardò Vayvet dritto negli occhi e a voce bassa,come se parlasse a se stessa disse:"Credete davvero che sia stata brava?"Poi spalancò la finestra,il sole mattutino scaldava la profumata aria della capmagna ed i vapori che provenivano dal fiume conferivano al mattino una carezzevole vellutatezza.Chantal chiuse gli occhi e si abbandonò per qualche istante alla freschezza ed alla dolcezza di quel giorno sorto così affannosamente,respirò profondamente e sospirò alle nuvole che correvano veloci sospinte dal vento un pensiero,uno dei mille che le attraversavano il cuore,inudibile ed inafferrabile a chi era con lei in quella stanza. Lasciò la finestra aperta e ritornò presso il focolare,una guizzante fiamma faceva capolino tra due tronchetti di faggio che ardevano e profumavano di linfa aromatica,Chantal sentì quel fuoco rasicurante, e il fresco venticello proveniente dalla valle del Calars e che penetrava in casa sembrava portare sulla sua scia una promessa di libertà. Dalle bianca tenda filtrava una luce candida e i suoi ricami creavano,sotto le movenze delle volute che si generavano col soffio d'aria fresca,delicate immagini che si proiettavano nella stanza,e giocavano a ombre che si rincorrevano. Mentre si abbandonava a questi giochi di luce,Chantal s 'accorse che un raggio di sole feriva gli occhi del fuggiasco,così la ragazza si frappose tra l'uomo e la fonte luminosa,perchè non giungesse a infastidirlo. E quella posizione fu tanto gradita anche alla ragazza,poichè i raggi diretti sorti da est la investivano di spalle riscaldandole piano e con delicato tepore la schiena e le braccia. Tuttavia,non rimase così a lungo,ma andò verso il ferito per esprimergli una richiesta. "Consentite alla mia governante di raggiungere il pozzo e prelevare acqua fresca."Disse con sicurezza.Poi, guardando uno dei complici,colui che aveva sorvegliato fuori,prima,e ritornando con lo sguardo al ferito:"Siate generoso,ordinate loro di lasciarla fare serenamente,vi do la mia parola che ella non tradirà,pertanto,non raggiungerà le guardie per denunciarvi." Vayvet sembrò guardarla con sospetto,allora Chantal cercò di rassicurarlo:"Comprendo il vostro disappunto,messere,ma è mattino,e dell'acqua fresca gioverà a noi tutti." Intanto,Chantal prelevò da una cesta di fianco al focolare delle nocciole e le mise ad abbrustolire,poi ritornò vicino al ferito,senza toccarlo apprezzava che non era più sudato,e che la ferita non aveva sanguinato molto, dato che le bende apparivano solo lievemente macchiate. Guardò l'uomo mentre gli porgeva il lembo di camicia che egli stesso s'era strappato per coprirsi il volto e che la ragazza gli aveva tolto,adagiandolo presso le sue mani. Poi asserì:"Ho certezza che lascerete la mia casa di vostra volontà,ed io pregherò il Cielo che vi sostenga e protegga tutti noi.Avete ritenuto cosa sciocca da parte mia affidarvi alla protezione della mia catenina,ma dovete all'intercessione della Vergine la vostra vita."Poi si voltò di nuovo verso il fuoco e prelevò in un panno una manciata di nocciole tostate.."Non è molto,ma io e la mia famiglia avremmo dovuto intraprendere un viaggio questa mattina,pertanto,le vivande sono state prelevate dal fattore.Ciò di cui mi nutrirò io,da ora sarà anche il vostro cibo,se vorrete esere grato al Cielo con me di questo di cui mangeremo". E si diresse verso la credenza in cerca di un arnese per sgusciare i frutti. E quando fu di ritorno domandò:"Vi fa ancora male la ferita?" Chantal ostentava sicurezza e disinvoltura,ma nel suo cuore si agitavano ancora paura ed inquietudine.Evitò volutamente di meditare sulla risposta data alle guardie onde tormentarsi oltre,pur essendo certa di non aver agito in nome della giustizia,ma non se l'era sentita di condannare quell'uomo,e sperava che le sue percezioni potessero condurla alla fine di quella orrenda vicenda di orrore e di sangue Ma quando,muovendosi nella stanza,vide sul tavolo da pranzo ancora i petali di anemoni non raccolti,e lievemente appassiti,fu assalita da un profondo senso di angoscia e solitudine da farle inumidire gli occhi. Fu allora che,alzando lo sguardo su quell'uomo,Monty,che aveva tentato di usarle violenza,ebbe un profondo senso di smarrimento che le fece mancare il fiato e sbiancare in viso improvvisamente. Ultima modifica di Chantal : 09-02-2012 alle ore 23.48.34. |
08-02-2012, 23.55.17 | #666 |
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Elisabeth, appena iniziò a parlare il mio cuore si placò in quiete. Mi presento il cavaliere e parlò ancora di quella donna..Isolde...e due eserciti..ricordavo vagamente le visioni sul Calars di quel giovane boscaiolo.
"I miei omaggi sir Reas" mi presentai a quel cavaliere il quale sembrava come l'ombra di Elisabeth "penso che la mia amica vi abbia spiegato tutto ciò che vi è accaduto" cercavo di parlare sottovoce "sembra siamo in pericolo, ho sentito dal giardino la voce di Lady Shoyo con l'uomo che ci accolse appena arrivati..sembrano convinti noi siamo delle spie, e ci vogliono togliere di mezzo, siamo in pericolo." Era incredibile, pensai, come quella città dalle guglie luminescenti, che ostentava una bellezza da far venire i brividi celasse misteri cosi oscuri.
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09-02-2012, 01.25.42 | #667 |
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VI Quadro: La regina Destefya
("Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer si forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.") (Dante Alighieri, "Divina Commedia, Inferno") Nigros osservò Daniel e sorrise nel vederlo felice. “Fuggire?” Ripeté il medico. “E dove? E’ impossibile fuggire da questo palazzo… i cavalieri del Tulipano Imperiale lo sorvegliano notte e giorno… sorvegliano tutta Tylesia ormai…” si alzò e cominciò a passeggiare nella stanza “… forse possiamo trovare una soluzione… potrei chiedere a sua maestà una grazia… massì! Seguimi, ragazzo!” I due, allora, si diressero verso la sala del trono, dove il medico chiese di essere ricevuto dalla sovrana. “Mi raccomando…” disse a Daniel “… ora che la regina ci riceverà, tu lascia parlare me… e intervieni solo se sarai interrogato…” Qualche istante dopo, la porta si aprì e un servitore fece cenno ai due di entrare. Sul trono li attendeva la regina. “Salute a voi, vostra maestà!” Esordì con un inchino Nigros. “Perdonatemi se giungo così al vostro cospetto…” “Sapete bene, dottor Nigros” lo interruppe lei “che attendevamo i vostri risultati in merito a quella certa faccenda…” “Perdonatemi, maestà, ma non ho ancora ultimato le mie ricerche…” rispose il medico “… e proprio per questo sono qui… ho bisogno di un aiutante e questo giovane sembra possedere le abilità e le capacità adatte…” “Tu sei il ragazzo ferito ad una mano, vero?” Rivolgendosi a Daniel la regina. “Qual è il tuo nome e qual è la tua storia?”
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09-02-2012, 01.30.44 | #668 |
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Reas condusse via Elisabeth.
Aveva uno sguardo carico di rabbia. “Non so cosa mi abbia trattenuto…” mormorò “… se non avessi giurato a sua maestà…” fissò poi Elisabeth “… si, ho un debole per le cause disperate…” cercando di ingoiare la rabbia e sorridere “… detto tra noi, la mia vera vocazione è quella di prendere le difese delle donne ormai condannate!” La donna prese poi la mano del capitano e accennò di una sua compagna. Pochi istanti dopo, Altea li vide e li raggiunse. “Calmatevi, milady!” Fece Reas, dopo aver ascoltato le sue parole. “Nessuno può imprigionarvi qui senza il volere della regina.” Fissò allora di nuovo Elisabeth. “Due eserciti? In verità dovrebbe essercene uno soltanto… ma in realtà uno dei due ha instaurato una vera e propria dittatura sulla città…” restò poi stupito “… avete nominato lady Isolde? Come la conoscete?”
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09-02-2012, 01.59.47 | #669 |
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Vayvet acconsentì alla richiesta di Chantal e permise alla governante di andare a prendere dell’acqua fresca.
“La ferita va meglio…” mormorò, senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza “… se quei soldati avessero chiesto il nome di mia moglie? Io lo ignoro… e sarei stato scoperto per questo…” si alzò, anche se a fatica e si avvicinò alla ragazza “… provate davvero così tanto disprezzo per me e per i miei compagni? Al punto da temere anche di rivelare il vostro nome?” Restò a fissarla per alcuni istanti, poi scosse il capo e si avvicinò alla finestra. “Tranquilla, al massimo tra un paio di giorni andremo via… così dimenticherete in fretta le nostre facce…” ma proprio in quel momento, Vayvet sussultò. “Presto…” disse a Chantal “… fate finta di niente… le guardie non sono la fuori e probabilmente stanno entrando in casa… continuate a recitare la vostra parte…” e tornò a sedersi. La porta dopo qualche istante si aprì e Monty entrò nella stanza. Aveva le mani sporche di sangue. “Cosa è accaduto?” Domandò Vayvet. “Quelle due guardie…” mormorò Monty “… mi fissavano in uno strano modo…” “Cos’altro hai combinato, imbecille?” Alzandosi Vayvet. “Capo… mi provocavano ed alla fine io…” Entrò Haro. “Capo, questo idiota ha ucciso le due guardie a sangue freddo…” raccontò “… gli avevo detto di non fare idiozie… non c’era motivo, ma lui le ha aggredite per il solo gusto di ucciderle…” “Stupido, pezzo d’asino!” Gridò Vayvet e prendendo Monty per il bavero. Poi lo colpì più volte. Restò allora a fissarlo. “Che motivo avevi di uccidere quei due soldati?” Urlò. “Presto verranno altri due soldati per il cambio di guardia e allora scopriranno tutto! Imbecille!” Sbuffò e restò a riflettere. “Haro… va con lui e nascondete i due cadaveri… partiremo appena farà buio… qui non possiamo più stare…” “Ma la tua ferita, capo?” Fece Haro. “Fate come vi ho detto.” Ordinò Vayvet. “Si rivolse poi a Chantal. “Voi o la vostra governante verrete con noi… ci serve qualcuno come ostaggio…” Proprio in quel momento ritornò la governante. Aveva udito le ultime parole di Vayvet e per la disperazione lasciò cadere a terra il secchio con l’acqua appena presa.
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09-02-2012, 02.06.59 | #670 |
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Padre Nicola, l’uomo e Cavaliere25 entrarono così in quella casa.
Attorno ad un focolare acceso trovarono alcune donne a recitare i Divini Misteri del Santo Rosario. Nel vedere il chierico, una di quelle si buttò ai suoi piedi in lacrime. “Salvate la mia bambina, padre…” “Possiamo solo confidare in Dio, figlia mia…” disse padre Nicola alzando da terra la donna. In quel momento un altro urlo disumano si udì in casa. “Vattene prete!” Gridò una voce tanto spaventosa quanto grottesca. “Questa casa è mia!” Padre Nicola, allora, quasi incurante di quel terribile monito, preparò ciò che aveva portato con sé. Indossò la stola viola e baciò il Crocifisso che aveva al collo. Prese poi una boccettina di acqua benedetta e fece cenno all’uomo e a Cavaliere25 di seguirlo. “Quando saremo in quella stanza” fissando il boscaiolo “farai tutto ciò che ti dirò… non ascoltare ciò che ti dirà invece il demone… esso tenterà di impressionarti, impaurirti, di farti vacillare… mischierà la verità alla menzogna per vincerti… ma tu lo ignorerai…” Un attimo dopo, padre Nicola aprì la porta e i tre entrarono nella stanza, dove trovarono uno spettacolo agghiacciante: una bambina, dai lineamenti orrendamente deformati e sfigurati, legata nel letto. E nel vedere i tre, cominciò a fissarli con uno sguardo carico di primordiale odio…
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