Flegeemerone

[Guisgard]

Asfald ascoltò con attenzione ogni parola del racconto di Gwen.
"Quindi..." disse Elv "... mi sembra un racconto convincente, No? Nessuno invrnterebbe una simile storia. Nessuno sano di mente."
In quel momento si sentì arrivare un'auto davanti alla baracca.

[Guisgard]

Il principe guardò prima gli occhi famelici di Destresya, poi le sue labbra ardenti e lussuriose.
"Si, perché no..." disse lui con tono deciso, ma con lo sguardo che sembrava invece celare un che di incerto, quasi debole nel fissarla.
Garion se ne stava in silenzio ad osservare la scena, ma col viso lungo ed imbronciato.

[Lady Gwen]

Asfald ci ascoltò senza interromperci ed Elv cercò di convincerlo, trovando ovviamente il mio appoggio.
Era una storia impossibile da inventare, doveva per forza essere vero che avesse ucciso quell'alieno.
Poi, si sentì arrivate un'auto davanti alla casa e mi affacciai per vedere chi fosse.

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[Guisgard]

"Altezza..." disse Parvia ad Altea "... i cento sono stati sottoposti ad una durissima selezione, proprio per avere il meglio che la galassia potesse offrire. I tre guerrieri prescelti sono davvero il massimo in fatto di coraggio, forza ed abilità." Per poi fare un cenno all'araldo di corte.
"I tre pretendenti alla missione sul pianeta Terra sono..." annunciò l'araldo "... Manel di Burone, conosciuto come il più abile cacciatore di taglie della galassia... Capitan Evan del sistema di Petra, famigerato pirata spaziale... infine Dottor Whi, il più giovane e geniale scienziato della galassia..."

[Destresya]

Il mio sguardo non si staccò nemmeno per un momento da quello del principe.
Poi mi ricordavo che c'era ancora il piccolino lì accanto a me, tutto bello imbronciato.
Allora mi voltai a guardarlo con un leggero sorriso.
Che fare del piccolo?
Gli accarezzai dolcemente i capelli.
Oh era un'occasione troppo ghiotta per lasciarmela scappare.
Due a prezzo di uno, così diversi tra loro.
"Vuole venire anche il mio coccolino a giocare?" dandogli un bacino dolce sulla guancia.
Oh, era da così tanto che volevo turbare quel ragazzino, eppure il principe era più di quanto avessi mai potuto immaginare in vita mia.
Non volevo scegliere.. perchè avrei dovuto?

[Altea]

Annuii a Parvia.."Avete fatto un eccellente lavoro, complimenti...bene presentate i pretendenti".
Entrarono tre guerrieri, ognuno diverso per bravura ma sicuramente tutti imbattibili...forse.."Vostra Altezza Serenissima vi da il benvenuto nel Regno di Serenica, penso siate a conoscenza del vostro compito...ora ognuno di voi si presenterà e mi dirà le proprie abilità e perché dovrebbe venire con me sulla Terra per sconfiggere questa non conosciuta civiltà, parlo di abilità ovviamente...non siamo in viaggio di piacere" ridendo appena con aria indifferente ma osservando i tre...Manel di Burone, Capitan Evan e Dottor Whi".

[Guisgard]

Era un'auto di grossa cilindrata e si fermò proprio davanti alla baracca di Asfald.
Il vecchio allora subito corse fuori a vedere, con Elv che fece cenno a Gwen di fare altrettanto.
I tre videro così un uomo scendere dall'auto.
Di bell'aspetto e dai modi sicuri.
“Il signor Asfald, immagino...” disse quello “... l'ho cercata per tutta la mattinata... io mi chiamo Ivaz e sono un giornalista... le va di farsi intervistare?”

[Lady Gwen]

Era una macchina di grossa cilindrata.
Uscimmo a vedere e scese un uomo di bell'aspetto, dirigendosi verso Asfald.
Riconobbi subito il suo nome.
Era alla radio!
"Lei è quello che parlava alla radio di quei segni nel campo, e poi parlò anche di quello strano oggetto che era caduto in diretta, non è vero?" chiesi subito.

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[Guisgard]

Il primo ad avvicinarsi al trono della regina Serenissima fu Manel di Burone, il cacciatore di taglie.
Indossava una tuta da combattimento ed un elmo copriva il suo volto.
“Sono pronto per la missione, altezza.” Disse ad Altea inginocchiandosi. “Sono in grado di combattere in ogni ambiente conosciuto, sia in scontri a fuoco che corpo a corpo. Inoltre sono un esperto in esplosivi, signora.”

[Guisgard]

A quelle parole di Destresya, Garion restò a bocca aperta e sgranò gli occhi, puntandoli in quelli della bella e disinibita zia.
“Io...” disse sorpreso e spiazzato “... io? Ma io non so combattere, zia Destresya...”