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#671 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Mi sedetti e appoggiai i gomiti sul tavolo. La testa tra le mani.
Presto forse avrei avuto notizia di ciò che si profilava nel mio futuro. Nel frattempo l'attesa era insopportabile. Qualcuno avrebbe parlato in mia difesa davanti al piano di Aytli? Perchè mai avrebbero dovuto? Forse Lord Nyclos per infatuazione. Quanto Gouf... aveva percepito che gli stavo nascondendo qualcosa. Se mi fosse successo qualcosa che ne sarebbe stato di Uriel? Certo, non si poteva ricordare di me, poiché troppo piccolo. Quando lo avevo lasciato non si reggeva ancora sulle gambine. Avevo la stessa consistenza di un sogno, nei suoi ricordi e in un certo senso avrebbe presto iniziato a capire che quello era l'unico modo per stargli accanto. Almeno finchè non mi fossi accertata di aver eliminato tutti i pericoli che incombevano su di noi. Appena lo avevo preso in braccio avevo percepito una natura simile alla mia... prima o poi i suoi poteri sarebbero germogliati e ci sarei stata io lì ad insegnargli come usarli. Non il mio vecchio signore, nè suo padre. Mi voltai verso la fiamma della candela appoggiata lì da una serva e la fissai intensamente. La fiamma brillò e crebbe... mi punsi con una spilla e, stringendo il mio cristallo feci sfrigolare la fiamma. Appena si levò il fumo comparve il sorriso che stavo aspettando di vedere... ma una morsa mi strinse il cuore e lo dissolsi rapidamente con il gesto della mano. Appoggiai la testa sulle braccia incrociate e chiusi gli occhi.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
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#672 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Nord
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Rimasi stupita e contrariata quando capii che Pasuan mi avrebbe condotta chissà dove con quel cavallo. Stavo per partoriere, non era per niente il momento di lanciarsi in gite o altro, volevo solo raggiungere il mio letto e lascire che la natura facesse il suo corso. Mentre il cavallo galoppava veloce io cercavo di dire tutto questo a Pasuan ma, sia per la concentrazione che aveva, sia per il dolore che provavo, decisi di fidarmi di lui come avevo fatto fino ad allora. Allora essecondai il movimento del cavallo e mi rannicchiai ancora di più contro il petto del cavaliere. Il dolore, così improvviso, mi aveva trovata completamente impreparata. Avevo molta paura di quel che sarebbe accaduto ma nello stesso tempo morivo dalla voglia di scoprire i lineamenti di quella creatura, sapere se stava bene, se era sana, se assomgliasse al suo povero padre e se fosse maschio o femmina. Avevo sempre pensato di aspettare un maschio ma ultimamente immaginare che un domani questo bambino avrebbe potuto rischiare la vita diventando cavaliere mi faceva sperare che si trattasse invece di una femmina.
Arrivammo in un piccolo borgo di case semplici, sembrava un paesino di contadini, nulla di più. Appena Pasuan ordinò al cavallo di arrestarsi lo guardai e gli dissi: "Pasuan, devi promettermi che se dovesse succedermi qualcosa, qualsiasi cosa, ti prenderai cura di questa creatura che sta venendo al mondo. Promettimelo per favore!" Sembrò aver capito, scendemmo da cavallo, avevo dei dolori sempre più forti e sempre più frequenti. Pasuan chiamò delle persone fermandosi davanti ad una delle case "Mamma?! Vuol dire che mi ha portata a casa sua?! Ossignore e ora che cosa faccio" pensai, ma non riuscivo a ragionare. Chiusi gli occhi e mi rasegnai a conservare qualsiasi tipo di energia, sia fisica che mentale, per il momento del parto imminente. Pochi istanti dopo fui adagiata in un letto. Mi sembrò di trovare un leggero conforto almeno alla schiena mentre portavo le mani sul ventre che sembrava in procinto di scoppiare. Entrarono nella camera altre due donne oltre alle due che già c'erano e cacciarono Pasuan. Ebbi solo il tempo di fargli un leggero sorriso prima che la porta si chiudesse. Mi sembrò molto preoccupato, aveva un'espressione di impotenza che non gli avevo mai visto sul volto. Presi la mano di quella che avevo capito essere la madre di Pasuan e le sussurrai con un filo di voce: "Signora, non pensi male di me, questo bambino non è il figlio illegittimo di suo figlio. Lui si sta solo prendendo cura di noi". ![]()
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![]() "Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire Ultima modifica di Lady Dafne : 09-05-2011 alle ore 17.01.18. |
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#673 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Un paese invisibile ad occhi umani...
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Mi girai di scatto e vidi una vecchia. Parlò di cose senza senso, ma fui colpita dalle sue parole.
Deve essere davvero pazza, Gyaia è morta... Ma dopotutto anche io l'ho vista, l'altra notte. Il signore accorse verso di noi e portò via la vecchia, scusandosi per il suo strano modo di comportarsi. Quando mi lasciò il polso corsi nelle mie stanze e lo guardai; piccoli rivoli di sangue scorrevano veloci, macchiando di rosso la manica del vestito blu come la notte. Improvvisamente ricordai: già la scorsa notte ero mancata al nostro appuntamento, ma non sarebbe successo di nuovo. Guardai fuori dalla finestra e vidi splendere in cielo, la nostra stella; teneri ricordi riaffiorarono e un'immensa sensazione di pace si impossessò di me... -Guarda. Il cielo è bellissimo questa sera. Nessuna stella manca al suo appello...- -Aspetta, Verdammt... c'è una stella ritardataria. Rubira non è ancora comparsa in cielo. Sempre in ritardo, come te alle lezioni...- -Luna?- -Dimmi.- -Rubira sarà la nostra stella d'ora in poi... che ne dici?- -Sarebbe fantastico. Facciamo così, quando anche Rubira sarà comparsa in cielo io ti chiamerò...- -Sono felice, amica mia...ora anche io ho una stella... Ci vediamo domani, Luna...- -Buona notte, Verdammt...- Rubira è già comparsa in cielo! Mi sdraia velocemente sul letto, mi liberai da ogni pensiero e abbassai le difese della mia mente. Riconobbi immediatamente il suo tocco leggero, allora la chiamai, per esortarla ad entrare completamente nella mia testa... Vieni pure, Luna. La mia carissima amica Luna, cominciò a raccontarmi tutto ciò che era successo nella setta in quei giorni, di tutto il trambusto e il via vai che si era creato a causa della guerra di Cimarow contro i Taddei. Ascoltai con attenzione ogni sua singola parola, l'indomani sarei dovuta partire per Capomazda. Dopo aver salutato Luna mi addormentai e ebbi come al solito il sonno infestato dagli incubi. Il mattino dopo decisi di fare colazione e poi di dirigermi di soppiato a Capomazda per raggiungere Lady Talia. La stavo tirando troppo per le lunghe... "Buongiorno" nella sala da pranzo non c'era nessuno. Ma guardando meglio vidi la vecchia della sera prima. Decisi di non fare caso a lei e feci colazione in tutta tranquillità. Poi presi dei viveri e mi diressi fuori dalla torre dove stavano fischiettando un gruppetto di nani, intenti a lavorare del legno. Non fecero caso a me, ma il vecchio non sembrava molto propenso a lasciarmi andare via di lì... Ma, mi sbagliavo. L'anziano signore mi condusse alle scuderie e mi fece segno di prendere un cavallo, io di tutta risposta gli feci un inchino. "Vi ringrazio per la vostra generosità, messere, ma è ora che io parta e senza cavallo. Vorrei solo che cortesemente mi dicesse da quale parte devo dirigermi per poter arrivare alla nobile terra dei Taddei, Capomazda." Il vecchio indicò un sentiero e io senza nemmeno voltarmi a ringraziare corsi verso di esso e mi inoltrai di nuovo nel folto del bosco... destinazione Capomazda.
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#674 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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“Sono innamorato.” Disse Icarius prendendo la mano di Talia che gli accarezzava la guancia. “Innamorato di mia moglie. Ecco cosa provo. Credo sia normale, non trovi!” E sorrise.
Poi si appoggiò ad uno degli alberi del giardino. “No, non ricordo nulla…” continuò guardando il cielo stellato che l’aria fresca della sera aveva reso chiaro e limpidissimo “… al Gorgo del Lagno mi sono risvegliato in questo stato, senza rammentare nulla del mio passato… sai, se mi fossi risvegliato in un mulino e mi avessero detto di cominciare ad impastare acqua e farina, ora forse sarai un panettiere!” E rise. “No, non ricordo assolutamente niente, del ducato, dei miei avi e della guerra che imperversa in questi luoghi…” ritornando serio “… e non ricordo nulla neanche di te… ma più ti guardo, più mi sembra di conoscerti da sempre…” La fissò allora negli occhi, restando per qualche istante in silenzio. “Sei bellissima…” sospirò “… ogni volta che ti guardo il tuo volto mi sembra diverso, più bello, come se scoprissi sempre qualcosa di nuovo… un po’ come questo meraviglioso cielo di inizio Maggio…” volgendo lo sguardo verso l’alto “… il vento che ha soffiato per tutto il giorno, ha reso l’aria limpidissima, mostrandoci stelle meravigliose che ieri invece erano celate dalla foschia…” E tornò a fissarla di nuovo.
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#675 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Ignota ai più
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Continuavo a fissarlo... non riuscivo a staccare gli occhi dal suo volto, non riuscivo ad allontanarmi e mi sembrava quasi che non sarei più riuscita a formulare un pensiero razionale... mi sentivo soltanto molto confusa!
Certo, mi dissi, per lui il passato non esisteva più e sembrava non curarsene affatto... ma per me non era così. Io sapevo. Io ricordavo. Io potevo ancora vedere il suo sguardo più freddo di fronte a me, se solo avessi chiuso gli occhi per un momento. Eppure non ero arrabbiata con lui... tutt’altro! “Le stelle...” mormorai con un mezzo sorriso, alle sue parole “Sai che è la prima volta che guardiamo le stelle insieme?” Lentamente abbassai gli occhi... Pascal era venuto ai miei piedi e si stava strusciando contro il bordo del mio abito, facendo le fusa. Questo mi stupì: Pascal non era mai stato tanto tranquillo in presenza di mio marito. Mai! Mi chinai appena e lo presi in braccio, carezzandolo piano... “Lui è Pascal!” dissi ad Icarius, accennando al gatto con un piccolo sorriso.
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#676 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Piacere, Pascal!” Disse Icarius accennando un inchino scherzoso. “Mi sa che io e te dovremmo farci una lunga chiacchierata, sai!” Avvicinandosi al gatto mentre questo saltellava sul muretto del giardino. “Ti rivelerò un segreto, amico mio…” fingendo di parlare sottovoce al gatto, ma fissando sorridente Talia “… sai, io sono follemente innamorato della tua bella padrona, ma lei, chissà poi perché, non sembra fidarsi troppo di me… tu che la conosci bene, Pascal, dimmi cosa devo fare per conquistarla? Non so… come ama trascorrere il tempo? Cosa fa nelle giornate di pioggia? Ed in quelle di Primavera? E soprattutto dimmi se vedi nei suoi occhi, quando scorge la mia figura, quella luce che i poeti descrivono per le eroine innamorate dei romanzi! Dammi una mano tu, Pascal!”
Si alzò allora, mentre il gatto si nascose nei cespugli. “Ora ho un valido alleato, gioia mia!” Esclamò Icarius. “Attenta quindi!” E sorrise. Fissò poi le stelle. “Davvero non abbiamo mai visto le stelle insieme? Allora capisco perché ho dimenticato tutto il mio passato… perché non c’era niente per cui valesse la pena ricordarlo…” mormorò fissandola negli occhi “… ora vieni con me a vedere la mia Matys?” Sorrise di nuovo. “Dai, lei non si lascia avvicinare da me… dimmi, hai mai galoppato nella sera?”
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#677 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi... Pascal lo fissava con una strana espressione, poi saltò sul muro e si rifugiò tra i cespugli proprio di fianco alla vasca del draghetto, il quale adesso sguazzava felice.
Lui continuava a parlare... dolce, affascinante... e per un momento desiderai lasciarmi andare, desiderai dimenticare tutto il resto e perdermi in quell’attimo, in quel giardino... Ma fu un momento soltanto. “Basta, Icarius!” dissi poi, sollevando una mano e accostandola alle sue labbra “Basta, ti prego... Non giocare con me!” Lo dissi senza il pur minimo rimprovero nella voce, ma con un tremito che la attraversava e la spezzava appena... avevo paura e avevo bisogno di tempo per capire. Abbassai gli occhi un istante, poi tornai ad alzarli su di lui... “Vuoi vedere Matys?” domandai, lasciando che il tono delle mie parole si facesse più leggero “Vuoi provare a cavalcarla? E chiedi a me se ne sarei capace? Ah, mio signore... tu non lo ricordi, ma ti informo che noi abitanti di Sygma siamo i migliori domatori di cavalli mai esistiti! Io posso cavalcare meglio di qualsiasi tuo conterraneo...” lo punzecchiai poi, con un lieve sorriso sulle labbra “Tu compreso!” Mi avviai verso le scuderie, poi mi voltai e gli lanciai un’occhiata divertita... “Vedremo... se ti dimostrerai un cavaliere non troppo scadente, forse, potrò convincere Matys a lasciarsi cavalcare per un po’!”
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#678 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La madre di Pasuan accarezzò il volto di Dafne e asciugò il sudore che ne rigava la fronte.
“State tranquilla, ora…” disse dolcemente la donna “… dovete solo pensare al bambino… andrà tutto bene e sarà bello come voi.” Sorrise. “Nian, presto, porta delle lenzuola pulite e dell’acqua calda!” Disse poi a sua figlia, mentre le altre due donne preparavano il tutto per il parto. “Ora cominciate a fare lunghi respiri…” rivolgendosi di nuovo a Dafne “… lunghi e regolari… al resto penseremo noi…” Pasuan intanto fuori dalla casa, passeggiava nervosamente. Di tanto intanto si voltava verso la porta con l’istinto di correre dentro, ma poi, riacquistata un po’ di lucidità, abbandonava quell’idea. “Sei un cavaliere tu?” Chiese un ragazzino avvicinandosi. “Già…” rispose quasi senza badarci Pasuan. “La ragazza che avevi con te sul cavallo è la tua bella?” “Ehi, piccolo, ma oggi non hai nulla di meglio da fare? Corri a giocare, dai!” Lo esortò Pasuan. “Aveva un bambino nella pancia, vero?” Chiese il piccolo. “Nascerà presto? Come è successo alla mia mamma quando è nato il mio fratellino?” “Si, ma ora vai a giocare che qui ho da fare!” “Ma tanto fanno tutto le donne!” Esclamò il ragazzino. “Il mio papà stava in campagna quando mia mamma fece il bambino!” “Insomma, ragazzino, cosa cerchi da me?” “Se sei un cavaliere perché non hai l’armatura?” Domandò il ragazzino. “Vuoi saperlo?” Avvicinandosi Pasuan. “L’ha mangiata un grosso drago! E credo che ora sia diretto proprio qui! Sarà meglio che tu ora corra a chiuderti in casa!” “Ma tanto ci sei tu!” Esclamò il piccolo. “Sei un cavaliere, ammazzare i draghi è compito tuo!” Pasuan lo fissò scuotendo la testa. In quel momento però si udì un pianto di neonato. E dopo un attimo di meraviglia, come un fulmine, Pasuan corse dentro. Qui trovò sua madre, Nian e le due donne accanto a Dafne che, nel letto, teneva fra le braccia quella dolce creaturina. “E’ un bellissimo bambino, Pasuan.” Disse la madre sorridendogli.
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#679 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il cielo, infinito, inquieto, tormentato da antiche ed inesorabile pene, copriva come un manto spettrale l’intera brughiera, fino ai monti che si stagliavano lungo l’orizzonte, quasi a delimitarne l’ultimo e fatale confine.
Squarci di bagliore rossastro si levavano sui quei monti, disegnando i contorni di quel mondo che sembrava prossimo alla sua Apocalisse. Un silenzio angosciante dominava ogni cosa e solo il vento sembrava aver accesso in quello scenario malinconico, col suo soffio simile ad un lamento straziante. Gouf, in cima ad una torre, fissava la brughiera quasi a volerla interrogare. “Non ti fidi più di me, mio signore? Dimmelo, ti prego…” disse Aytli giungendo alle sue spalle. “La fiducia in questo caso non c’entra niente.” “Quando mi unii ai tuoi legionari” fissando anch’ella quello scenario selvaggio “ben sapevo che la morte sarebbe stata la nostra inseparabile compagna… adesso come allora nulla è cambiato…” Il cavaliere restava in silenzio ad ascoltarla. “Ho sempre obbedito ad ogni tuo ordine, senza mai esitare…” continuò Aytli “… nessuno tra i tuoi cavalieri ti è devoto come lo sono io… ai miei occhi sei il più alto modello di cavalleria… ti ho sempre ammirato, imitato e… amato…” Pronunciata quella parola esitò qualche istante per poi proseguire: “Ma non ti ho mai chiesto nulla… ti ho amato da sempre, senza mai giudicarti… questo credo sia l’amore più grande… amare, al di sopra ed al di là di tutto… al tuo fianco non ho mai avuto paura di morire, né ti sbagliare… tu sei la mia vita e la mia morte, il mio bene ed il mio male…” Si avvicinò di qualche passo, fino a sfiorare il mantello di lui gonfiato dal vento. “Ma ora questo me lo devi…” aggiunse Aytli “… per la mia fedeltà ed il mio amore… se sei in pena per Melisendra, sappi che la proteggerò a costo della mia vita se è davvero innocente…” “Voglio che torniate entrambe sane e salve.” Disse Gouf senza voltarsi. “Se ella è innocente, non permetterò a nessuno di torcerle un capello.” “Va…” mormorò Gouf. Aytli si avvicinò ancora di più, fino ad affiancarlo. “Grazie, mio signore…” sospirò “… partiremo all’alba per Capomazda…” E prima di andar via sfiorò con le sue labbra la bocca di lui. Rimasto solo, un profondo ed insopportabile senso di angoscia attanagliò il cuore di Gouf ed improvvisamente il vento diventò freddo e tagliente. E quel vento condusse con sé un’immensa solitudine. ![]()
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#680 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Qualcuno bussò alla porta di Melisendra, destandola dal suo sonno.
“Dormivi? Ho visto il bagliore della candela dalla finestra…” disse Gouf entrando. Si avvicinò allora al tavolo e la fissò. “Cos’hai? Sei pallida…” mormorò fissandola con più attenzione “… i tuoi occhi… conosco quello sguardo... è lo stesso sguardo che vedo riflesso quando mi specchio... qualcosa ti tormenta…” Guardò poi dalla finestra. “Abbiamo bisogno di scoprire le mosse dei nostri nemici…” disse all’improvviso “… conoscere il giorno dell’incoronazione del duca… tu conosci bene il palazzo dei Taddei, visto che sei riuscita a rubare quel bracciale tanto prezioso e poi a fuggire via… voglio che tu conduca là un mio cavaliere…”
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