04-02-2014, 21.10.49 | #671 |
Cittadino di Camelot
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Mi voltai e vidi la figlia del locandiere..ella iniziò a narrare della storia del barone che dimorava in quel castello..un uomo saggio e buono..ma fu come sempre interrota dal padre...ovvio voleva celare qualcosa.
"Ma?" mi voltai istintivamente verso le ragazze.."chi si è impadronito poi di quel castello e forse del borgo? Non abbiate paura...nessuno può sentirvi.." e ad un tratto vidi la anziana donna vicino a me che mi guardava..sembrava quasi volesse prendere parola per continuare e le sorrisi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
04-02-2014, 21.18.04 | #672 |
Disattivato
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Il mio cuore non poteva sopportare tutto quello, per un momento, credetti di sentirlo scoppiare.
Quelle parole, parole che avevo sognato tutta la vita. Faticavo a recepire tutte quelle emozioni. Ero come stordita da tutta quella felicità. Poi, sgranai gli occhi. Sposarmi? Non credo esista un aggettivo adatto al sorriso che mi illuminò il viso. L’unica risposta fu un altro lungo bacio. Il matrimonio non mi era mai sembrato tanto bello e allettante. No, decisamente mio padre non sarebbe andato su tutte le furie. Magari il re sì, però. O magari no. Infondo, la mia era una delle più antiche famiglie del regno. Quei pensieri erano troppo, e la stanchezza mi avvolse, cullandomi dolcemente in un sonno profondo e colmo di sogni confusi e bellissimi, dove le parole di Karel e i suoi baci si ripetevano all’infinito. Fui svegliata dai primi raggi del sole, tra le braccia di Karel, mentre il camino era ormai spento. Gli posai un lieve bacio sulle labbra. “Sta attento.. mi raccomando… anche se sarei molto più tranquilla nel saperti al sicuro… Se ci tieni ad esserci, fatti dare un'uniforme e confonditi tra i miei uomini, porta con te la tua scorta.. Tanto riconoscerei i tuoi occhi in mezzo alla folla, sta pur certo..” sorrisi “Possibile che il duello mi sembri una sciocchezza stamattina?” gli tolsi una ciocca dal viso “Attenderò con ansia il crepuscolo, piuttosto..”. E gli feci l’occhiolino. Mi chinai a baciarlo nuovamente, per poi alzarmi. Dovevo tornare in caserma, sistemarmi un attimo, e prepararmi per il duello. Ma sapevo che non avrei pensato ad altro che a lui, a quella notte così dolce, e al futuro che ci attendeva. Sembrava un sogno. Chi si sarebbe preso la responsabilità di sposare in segreto un membro della famiglia reale? Immaginai che avesse un uomo di fiducia. Infondo, però, io ero un aristocratica, per di più con la fedeltà dell’esercito, poteva anche funzionare. Ma non mi importava.. riuscivo solo a pensare che l’avrei avuto accanto ogni giorno per il resto della mia vita. E non riuscivo ad immaginare felicità più grande. Ultima modifica di Clio : 04-02-2014 alle ore 21.38.53. |
04-02-2014, 21.52.25 | #673 |
Cittadino di Camelot
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La mia mente era confusa, ci volle qualche secondo perchè potessi realizzare che quello che vedevo non erano gli abitanti del villaggio ma affreschi dai colori sgargianti ......enormi per quella piccola Chiesa.....ne rimasi meravigliata...sconvolta.....rimasi avvolta da quelle figure.....erano....la condanna , la purificazione e il premio ....l'uomo e Dio......mi distolsero dai miei pensieri la voce di Daizen ai Frati.....a quanto pare loro erano tranquilli non si erano accorti di nulla........poi come per incanto il rintocco della campana.....e la porta della Chiesa si apri' facendo entrare gli abitanti del villaggio.......guardavo come ognuno prendesse il suo posto....e mi voltai di scatto, guardando il prete con i suoi paramenti....sorridere compiaciuto.....la Casa del Signore era gremita........." Daizen, io non voglio essere paranoica ...ma qui non e' possibile.....io salgo sul pulpito e parlo a questa gente....questi non esistono....dove diamine sono stati.........e dove sono i boscaioli ?......"....incominciai a camminare attraverso la navata guardando un prete incuriosito....." perdonate .....non dovrei....ma..." sentii qualcuno che mi affero' per un braccio.....
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05-02-2014, 02.04.24 | #674 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth all'improvviso sentì una mano che le strinse il braccio.
“Venite...” disse Daizer alla donna “... nel presbiterio non è possibile stare... stanno celebrando la messa... andiamo, ci metteremo in fondo alla navata ad ascoltarla...” Così il contrabbandiere portò Elisabeth dall'altra parte della navata centrale per assistere alla celebrazione. C'erano praticamente tutti in quella chiesa. Tutti gli abitanti del villaggio. Tra i presenti, infatti, Elisabeth alla fine riuscì a riconoscere anche i boscaioli. E poco prima della fine della messa, un diacono passò tra i banchi per raccogliere le offerte dei fedeli. Aveva con sé due cestini. In uno i fedeli mettevano le monete offerte alla chiesa e nell'altro raccoglievano ciascuno un piccolo oggetto. Quando il diacono con i suoi cestini raggiunse Elisabeth e Daizer, questi lasciò cadere una moneta come offerta e dall'altro cestino prese, come tutti, uno dei piccoli oggetti in esso contenuto. Ma il suo stupore fu grande quando aprendo la mano vide cosa aveva preso dal cestino. “Elisabeth, guardate...” mostrandolo poi alla maga “... riconoscete di cosa si tratta? Sembra... si, sembra un piccolo frammento d'ossa...”
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05-02-2014, 02.11.12 | #675 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quelle ragazze non dissero nulla ad Altea, limitandosi a fissarla, per poi allontanarsi definitivamente.
La vecchia, invece, restò con l'avventuriera. I suoi occhi erano piantati in quelli di lei. “Figlia mia...” disse infine “... dovete lasciare questo luogo... si, dovete andare via... esso è maledetto...” alzò gli occhi verso il grande maniero che dominava dall'alto il borgo “... se non lascerete questo luogo, loro vi porteranno da...” la sua voce esitò per un momento “... da quell'essere...” chiuse gli occhi, quasi a voler cercare la forza dentro di sé “... andate via, vi supplico... non restate ancora, o anche il vostro sangue finirà sulla coscienza di tutti noi...” “Vecchia pazza!” Gridò qualcuno arrivando. “La smetti di spaventare la gente con le tue fandonie! Perchè non te ne torni a casa tua? O forse aspetti che uno di questi giorni ti cacciamo dal borgo? Eh? Le suore del convento di Santa Lucia accolgono le pazze come te! Perciò, se non vuoi finire i tuoi lerci giorni rinchiusa in una cella, tornate a casa tua e restaci!” Scosse il capo. Era uno dei due villani che avevano condotto Altea nel borgo. “Non date retta a questa vecchia pazza...” rivolgendosi poi alla bella avventuriera “... è solo una povera demente. La lasciamo vivere qui perchè infondo le siamo tutti affezionati. Venite, alla locanda stanno servendo la cena. E dopo mangiato potrete riposare. Anzi, sarete di certo stanca. Venite, allora... dirò al locandiere di farvi servire la cena direttamente in camera vostra.” E accompagnò Altea alla locanda.
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05-02-2014, 02.18.38 | #676 |
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“Aspettate, damigella Eilonwy...” disse Boyke alla ragazza, afferrando le redini del suo cavallo “... perchè tanta fretta?” Guardò il suo arco con le frecce. “Siete forse un'Amazzone?” Sorrise. “Se così fosse, allora siete di certo la più bella fra esse. Io sono un abile guerriero, sapete? E ho sentito che poco lontano da qui ci sarà un'importante gara con l'arco. Vi va di partecipare? Magari, se ciò vi piace, potremmo allenarci insieme. Io sono un ottimo arciere. Anzi, conosco un tiro speciale, infallibile. E se volete vi insegnerò come effettuarlo.”
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05-02-2014, 02.26.04 | #677 |
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Clio ritornò così in caserma.
Ormai era giorno. Il giorno dell'atteso duello. La ragazza trovò ad attenderla in caserma Astin ed alcuni dei suoi fedelissimi. “Capitano, vi stavamo attendendo.” Disse il luogotenente. “Appena sarete pronta partiremo per l'ippodromo. La voce di questo duello si è sparsa abbastanza velocemente. Probabile che a diffonderla siano stati i mercenari. Stanotte infatti, alcuni degli uomini che hanno effettuato la ronda, mi hanno riferito che diversi di quei mercenari hanno passato il tempo nelle taverne e nelle case di piacere. Comunque, come dicevo, la notizia del duello è circolata in gran parte della città e l'ippodromo vedrà una buona presenza di curiosi. Anche se questo non so quanto possa far piacere ai senatori.” Scuotendo il capo. Poco dopo, con Astin ed alcuni soldati, Clio lasciò la caserma e raggiunse l'ippodromo. E come aveva detto il suo luogotenente, molte persone erano accorse per assistere all'atteso e singolare duello. E più passava il tempo, più nuovi spettatori gremivano gli spalti. Era presente anche un Maresciallo di Campo, inviato dal Senato affinchè si accertasse della regolarità dello scontro. “Salute a voi, capitano Clio.” Salutando la ragazza. “E' tutto pronto. Ormai manca poco per Mezzogiorno. Attendiamo solo che si presentino i mercenari con il loro campione.”
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05-02-2014, 02.33.27 | #678 |
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Guisgard tornò alla caserma dei mercenari e subito una delle sentinelle gli rivelò che Gufo Scarlatto lo stava attendendo nell'androne.
“Mi hanno detto” disse Gusgard raggiungendo il capo dei mercenari “che volevi vedermi.” “Già...” voltandosi verso di lui Gufo. “Ebbene?” “Deve per forza esserci un motivo” fece il mercenario “perchè un padrone chiami a sé il proprio schiavo?” “Magari” fissandolo il cavaliere “per controllare che lo schiavo non fugga.” “Sei troppo furbo” sorridendo Gufo “per tentare una cosa così stupida. Fuggire sarebbe come morire per te.” “Davvero?” Senza mostrare emozioni Guisgard. “Certo.” Annuì il mercenario. “Ti troverei subito e pagheresti a caro prezzo. Ma questo lo sai bene anche tu.” Il cavaliere lo guardò senza rispondere nulla. “Dove sei stato?” Chiese Gufo. “In giro.” “Senza denaro?” “Uno schiavo non ne possiede.” “Questa città è bella” mormorò lo Scarlatto “ma vende a molto le sue meraviglie.” “In verità” fece Guisgard “pensavo mi avessi fatto chiamare per questo. Per darmi del denaro.” “Infatti...” avvicinandosi a lui il mercenario “... ti ho chiamato per questo... per darti la possibilità di guadagnarti la prima paga.” “Si combatte di già?” “I mercenari combattono sempre.” Rispose Gufo. “Anche quando non scendono in campo. Contro il tempo, la noia, l'insofferenza, l'inoperosità.” “Risparmiami la tua filosofia.” Con disprezzo il cavaliere. “E sia...” ridendo Gufo “... veniamo a noi... ti do la possibilità di guadagnare la tua prima paga... un duello.” “Un duello?” Ripetè Guisgard. “Già...” guardandolo negli occhi Gufo “... contro il Capitano della Guardia Reale.” “Credevo che i soldati del re fossero nostri alleati.” “La differenza” replicò il mercenario “tra i nemici e gli alleati è che questi ultimi conoscono il tuo valore e dunque ti temono. Impara la tua prima lezione... solo la paura rende saldi i legami tra gli uomini.” “Non voglio lezioni da uno che combatte per denaro.” Con astio il cavaliere. “Imparerai da te allora.” Ridendo ancora una volta Gufo. “E il duello?” “Si terrà stamattina.” Disse Gufo. “Verso Mezzogiorno, all'ippodromo.” “Perchè hai scelto me per duellare?” Domandò Guisgard. “Perchè ti sei dimostrato più abile di Koim.” Con soddisfazione Gufo. “E voglio che tu dia una bella lezione al capitano. Così io potrò avere la mia bella scommessa.” Aggiunse con un ghigno. “E se non accettassi?” “Non puoi mettere in discussione i miei ordini” spuntando a terra Gufo “o io ti caverò gli occhi, cane. E poi c'è il denaro. Forse non ti interessa? Hai dimenticato che se vuoi la libertà dovrai pagarla?” “Quanto mi darai per questo duello?” “Ti darò un Taddeo se sopravvivi” allacciandosi il mantello lo Scarlatto “e tre se ne uscirai vincitore.” “Due Taddei se ne esco vivo.” Rilanciò Guisgard. “Prendere o lasciare.” “E sia... due Taddei se ne esci vivo.” Acconsentì il mercenario. In quel momento arrivò Koim. “Partiamo, capo?” Chiese a Gufo. “Si, andiamo.” Annuì questi. E presi alcuni cavalli, scortati poi da diversi dei loro, lasciarono la caserma e raggiunsero l'ippodromo.
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05-02-2014, 02.38.08 | #679 |
Cittadino di Camelot
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Guardai il cielo. Dovevo ritornare da Lady Galatea e subito!
"Vi ringrazio ancora, ma il mio futuro sposo mi aspetta! Magari un' altra volta. Buona serata!" dissi un po' innervosita. Spronai Dante e veloci come il vento ritornammo al palazzo della incantevole Strega Bianca. Entrai nel salone e vidi sul tavolino degli inviti a corte. Non potevo resistere a Monna Curiosità! Lessi che era stato organizzato un ballo al castello del re di Afravalone per il ritorno del principe Karel e ringraziare i mercenari di essere venuti in quella città. Che peccato! Non avrei potuto andarci perchè di notte mi sarei trasformata in sirena. Proprio a me che adoravo i balli. Che sfortuna!!! Cosa avrei dato per ballare alla corte del principe Karel con Sir Riccardo. Chissà se era morto il mio bel cavaliere? (SIR RICCARDO)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
05-02-2014, 10.21.49 | #680 |
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Al posto di distrarmi, quella folla accelerava i battiti del mio cuore.
Non era la prima volta che combattevo con tutti quegli spettatori, ma di solito era per gioco, divertimento, non c’era la mia vita in ballo. Astin, con alcuni dei miei, era a bordo del campo, mentre altri, che non erano di guardia, se ne stavano sparpagliati nel l’ippodromo. Ero stata categorica su questo. Il duello non doveva distrarli dal loro compito: salvaguardare l’ordine. Una flebile voce dentro di me si chiese dove fosse Karel, se fosse venuto davvero. Ma in realtà, appena entrata in caserma, qualche ora prima, la donna dentro di me si era rintanata in un angolo, a fantasticare sul matrimonio, senza far fastidio a nessuno, mentre il soldato si era svegliato riposato per la lunga notte in cui non aveva avuto voce in capitolo ed era pronto a combattere, spettava a lui difendere la donna, infondo. Lanciai ad Astin uno sguardo d’intesa e sorrisi. Sapeva, gli avevo spiegato esattamente cosa fare nel caso di sconfitta. Dovevano venirmi a prendere, non permettere a nessuno di avvicinarsi al mio corpo. Tranne a Karel, ma non si aspettavano che il principe fosse lì a vedere. E comunque, non avevo alcuna intenzione di morire, avevo appena cominciato a vivere. Sorrisi al maresciallo di campo, e restai vicino ai miei uomini, incapace di sedermi, mentre, col capo rivolto al sole, mormoravo una preghiera. Un trambusto mi destò, abbassai lo sguardo e li vidi: erano arrivati finalmente. Le preoccupazioni, i sogni, i pensieri tutti scomparvero dalla mia mente. Forse non ero un granché come donna, ma combattere era la cosa che sapevo fare meglio. |
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