08-04-2018, 03.21.47 | #61 |
Cittadino di Camelot
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Il ragazzo si tolse il cappello con reverenza e si scuso'.. "Bene Furio.. Sei perdonato.. In compenso verrai alla Pieve con me.. Sei il nostro servitore no?" sorridendo con fare beffardo per vendetta "Sali sul tuo mulo e seguimi.." e ci dirigemmo verso la Pieve.. "Dimenticavo io sono la contessa Altea de Bastian. Hai detto non sei di queste parti? Ovvero?" vedendo la Pieve vicina.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
08-04-2018, 03.22.15 | #62 |
Cittadino di Camelot
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Ce ne andammo, soprattutto per sentire i commenti che non tardarono ad arrivare.
"Il vecchio ha l'occhio lungo..." mormorai a loro. Andarono poi nelle rispettive camere ed io osservai il più grande. "Voglio che facciate un lavoro pulito, vedete di non sporcare troppo in giro, che poi ci tocca spiegarlo al nostro giovane ospite" spiegai a tutti loro. Dopotutto, quello non era importante e non mi interessava, ma non potevamo certo lasciarlo in giro, soprattutto ora che poteva aver intuito qualcosa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
08-04-2018, 03.32.07 | #63 |
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“Sono del paese di mio zio Salamano, madama.” Disse Furio ad Altea. “Non sono mai stato qui a Chanty.” Seguendola col suo mulo.
La pieve apparve in lontananza. Era molto antica, circondata da ciò che restava di un muretto di cinta, qualche cipresso alle spalle dell'antica costruzione e cespugli sparpagliati di platani e bacche davanti all'ingresso. Un pozzo in muratura era costruito sul lato destro della Pieve, con un canaletto d'acqua che gorgheggiava vicino. Altea ed il giovane arrivarono presso l'ingresso. Furio scese dal mulo e fece suonare la campanella appesa sulla porta. Apparve allora un vecchio Frate. Elv e Setto tornarono nelle loro camere. Si salutarono, si divisero e si coricarono, ciascuno nel suo letto. La fatica del viaggio li prese subito e caddero addormentati. Erano diversi giorni che non dormivano in un letto comodo e soprattutto pulito. Inoltre il buon vino aveva reso più dolce il loro riposo. Tuttavia prima di addormentarsi Setto rimise al collo il suo Crocifisso Benedetto.
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08-04-2018, 03.41.03 | #64 |
Cittadino di Camelot
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Anche da fuori sentivo i loro respiri sereni, profondi, regolari, segno di un sonno pieno e ristoratore.
Ormai avevo dimenticato cosa volesse dire dormire, ma avevo imparato che la notte era troppo preziosa per trascorrerla fra le braccia di Morfeo. Non resistetti alla tentazione. Lasciai che gli altri si occupassero di togliere di mezzo l'uomo, mentre io scivolai silenziosa nella camera di Elv. Silenziosa come un'ombra avanzai, salii i due ampi scalini che portavano al baldacchino e mi stesi sul materasso morbido accanto a lui, impalpabile e leggera come una piuma. Rimasi ad osservarlo dormire, col silenzio rotto dal suo respiro e dal suo cuore, il cui battito mi martellava forte e chiaro nelle orecchie. E rimasi così, a guardarlo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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08-04-2018, 04.01.53 | #65 |
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Elv dormiva e Gwen restò a guardarlo.
Lui cominciò a sognare... Era su un cavallo bianco nei boschi di Chanty. Ad un tratto vide un cane, un levriero dal pelo maculato. Lo seguì mentre l'animale risaliva un pendio fino ad un ruscello che scorreva lento. Qui la vide. Era Gwen, vestita di nero, con un velo scuro sul viso. Montava un cavallo nero come la notte. Prese a spronarlo e cavalcò via. Lui la inseguì. Più correva però e più lei sembrava allontanarsi. Lui tirò le briglie con forza, incitò il suo cavallo, ma vide soltanto quello di lei sparire nella boscaglia. Raggiunse allora una vecchia chiesa abbandonata. Si guardò intorno in cerca di lei. Vide però Setto sulla soglia della chiesa. “E' sconsacrata, non posso entrare.” Disse. “Ti avevo detto di andarcene via.” Toccandosi il Crocifisso al collo. Un colpo di vento, un ululato lontano e si fece buio. Setto era sparito ed Elv vide Gwen davanti alla chiesa sconsacrata. Gli sorride. Lo stesso sorriso visto a tavola, enigmatico, candido e mutevole, anche anche ambiguo e malizioso. Di nuovo quell'ululato. Poi la nebbia. Dolce, umida, malinconica, opprimente, vaga, cupa. Si svegliò di colpo.
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08-04-2018, 04.18.59 | #66 |
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Mai mi sarei stancata, mai al mondo.
Chissà cosa stava sognando... Ebbi il tempo di sfiorare il suo viso, un tocco impercettibile che lui si svegliò. Le palpebre si aprirono, rivelando i suoi occhi di onice, come uno scrigno che aprendosi riveli meravigliose pietre preziose. Sorrisi appena, continuando ad accarezzargli il viso e i capelli, in silenzio, il mio tocco gelido sulla sua pelle calda. Quando scesi più giù, sul collo, sentendo quella pelle sottile, morbida e vellutata, ebbi un fremito. La mia acuta sensibilità tattile, un altro dei tanti doni della razza, la percepì come la più preziosa delle sete orientali, più morbida del più nobile velluto, sentivo quasi il sangue scorrere nelle singole vene, caldo ed invitante e mai mi era capitato di avere una simile percezione. Ma dovevo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non affondare in quella carne così desiderabile. Non adesso. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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08-04-2018, 04.27.29 | #67 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Sei sempre brava, piccola mia...” disse lui dallo specchio a Lys “... molto più che brava...” con tono basso, caldo, lascivo “... il maresciallo di Monsperone è un uomo molto interessante ed importante... ma non saprà resisterti... chi può?” Fissandola tutta. “Nel frattempo ammaestra bene i tuoi servitori... le bestiole allietano i padroni, sai?”
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08-04-2018, 05.22.16 | #68 |
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Quel suo tono, quel suo sguardo, era così eccitante, così intenso, così capace di leggermi nel profondo.
"Oh, il mio signore è troppo gentile.." arrossendo a quel suo complimento "Farò in modo che il maresciallo non abbia segreti per me..." con aria complice "Dopotutto, può esserci comodo un centro di potere, dico bene mio signore?". Eseguivo sempre il volere del mio signore, egli era così attento ai miei bisogni, così generoso da darmi sempre tutto ciò che desideravo. Era così da sempre, e io lo adoravo per questo, e poi era anche molto attento ai miei bisogni e ai miei capricci. Oh, e questa volta non era da meno, sentendo le parole sui domestici. "Il mio signore mi ha lasciato un regalo, devo dedurne?" tutta eccitata "Certo, addomesticherò le bestiole per il mio piacere, perchè mi tengano compagnia in vostra assenza..." sospiro "Vi attendo sempre con ansia, lo sapete non è vero?" guardandolo supplichevole. |
08-04-2018, 13.22.11 | #69 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai il ragazzo e lo esaminavo attentamente.. Stranamente era diventato cordiale e meno spavaldo ma forse aveva paura di perdere il lavoro ma Salamano aveva ragione nel dire era di animo buono.
"Non sei mai stato a Chanty? Si tuo zio ha detto abiti in un borgo sperduto e spero un giorno me ne parlerai. Il bosco di Chanty è una delizia per gli occhi e l'udito.. Adoro il gorgogliare del fiume, anche se.. racchiude segreti." i miei occhi furono percorsi da quel solito lampo.. Lì a pochi metri dal mio nuovo palazzo vi stava il Castello della mia famiglia." Non dare confidenza ai militari e parla poco del Clero.. Questo mi ha sempre detto mio padre, il Conte Gustav de Bastian". La Pieve si mostrò davanti a noi e scesi da cavallo, era decadente e aveva bisogno di lavori ma era sempre la Casa del Signore. Furio suono' la campanella ed uscì un Frate e sorrisi.. "I miei saluti sono la Contessa Altea de Bastian" ebbi un fremito.. dovevo aggiungere forse Casolare ma evitai, non ero parte di quella famiglia "Padre Anselmo, mio maestro e confessore, mi disse di rivolgermi qui per la confessione e le preghiere.. dopo sposata" e pronunciai quelle ultime parole tutte di un fiato e seccatamente. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk
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09-04-2018, 00.35.16 | #70 |
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Quel sogno enigmatico, persino inquietante ed Elv si svegliò di colpo.
Ci misero alcuni istanti i suoi occhi per abituarsi alla penombra della stanza con le tende ancora chiuse nonostante fosse giorno. Notò allora una figura accanto a lui che lo guardava. Era Gwen. La guardò stupito di vederla là in quella stanza. “Chissà...” disse lui col suo accento straniero “... forse potrei raggiungerti... chi può dirlo... vedremo nel Tempo... mirabile virtù il Tempo... nulla crea e nulla distrugge...” fissando Lys con i suoi occhi mutevoli, profondi, mutevoli e sfuggenti... attenta al nostro maresciallo...” un ghigno ed il suo volto si dissolse nello specchio, lasciando il posto al viso riflesso di lei. “Io non do confidenza a nessuno e poco mi interesso degli affari altrui.” Disse Furio a quelle raccomandazioni di Altea. Il suo mulo camminava accanto al cavallo di lei e di tanto in tanto il giovane lasciava delle occhiate alla ricca dama. Erano sguardi semplici, a volte impacciati per paura di essere scoperto e giudicato inopportuno, fugaci, persino insicuri. “Comunque è molto bello qui...” guardandosi intorno “... sono spazi sconfinati... un mare di colline che si perdono fino a dove arriva la vista e proseguono forse dove solo i sogni giungono...” fissando i poggi macchiettati dagli ulivi, dai cipressi e dai campi di girasoli, tra casali isolati e sentieri serpeggianti come nastri dorati al docile Sole di Aprile. Giunsero infine alla Pieve. L'ingresso del Santo luogo si trovava sotto un basso porticato squadrato ed ammantato d'edera e rampicanti, decorato con alcuni bassorilievi consumati dal tempo come spesso si può ammirare nell'arte romanica. Sopra il porticato si ergeva un campanile racchiuso da quattro pilastri quadrangolari, al quale era appesa una campana resa verdognola dalle intemperie.
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