06-09-2013, 10.55.57 | #61 |
Disattivato
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Avevo parlato al maschile, e al maschile quell'uomo si era rivolto a me.
Ringraziai di non avere una vocina stridula. Sorrisi, portando una mano al cappuccio, per scoprire il mio viso. Mi credevano una minaccia, ma come poteva una fanciulla esserlo? La mano mi tremava impercettibilmente, mentre le raccomandazioni di mio padre mi tornavano alla mente. La grande sala era illunimata dalle molte fiaccole appese alle pareti, creando un gioco di luce ed ombra che da bambina mi aveva sempre spaventato. Era raro che fosse così gremita di gente, eppure, quel giorno soldati, scudieri, ancelle e persino ragazzi lo affollavano. Tutti, però, si scostavano al mio passaggio. Raggiunsi così la parte alta della sala, dove uomini giovani e anziani erano in piedi intorno ad un tavolo, intenti a discutere animatamente. Feramai l'araldo con un cenno della mano: mi sarei annunciata da sola. "Padre.." chiamai ad alta voce, calma e decisa. Un uomo non molto alto ma dal portamento nobile ed elegante lasciò quel tavolo e si girò verso di me. I suoi occhi azzurri, così simili ai miei, si illuminarono nel vedermi. Sorrisi. "Clio.. grazie al Cielo, sei qui.." disse con un sorriso, si voltò poi verso gli altri uomini "..vogliate scusarmi..". Si avvicinò e mi fece cenno di seguirlo in una piccola stanzetta poco distante. "Quelli non sono gli abiti di tuo fratello.." disse mentre camminavamo, osservando i pantaloni, la cintura e la camicia che mi andavano alla perfezione, evidentemente fatti su misura. "No, in realtà.." balbettai io, arrossendo. "Lascia stare.." mi interruppe lui "..non ho il tempo per rimproverarti perchè ti sei fatta fare dei vestiti da uomo..". Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Come potevo spiegare a mio padre che gli splendidi abiti da fanciulla, che sicuramente non mi mancavano, erano davvero scomodi nelle lunghe cavalcate con mio fratello, o per tirare con lui di spada? Eravamo soli, dopotutto. E insieme ci eravamo sempre divertiti un mondo. Alzai lo sguardo e repressi il sorriso che quel breve ricordo aveva posato sulle mie labbra, eravamo arrivati nella stanzetta splendidamente affrescata, e quello non era certo il momento di scherzare. Mio padre restò a fissare la parete per alcuni minuti, vi erano raffigurate scene mitologiche: Achille e Pentesilea, Atteone dilaniato dai cani, Bellerofonte e la Chimera, Eracle e il cinghiale Erimanto. Mi ero sempre chiesta se ci fosse un senso in quella successione di immagini così diverse tra loro, ma se c'era, io non riuscivo a trovarlo. Ero rimasta in silenzio ad osservare lo sguardo di Pentesilea morente. "Devi partire, Clio.. stanotte stessa.." mio padre parlò come se ogni parola fosse un pesante macigno. Un lampo di terrore attraversò i miei occhi. "No!" esclamai, trattenendo le lacrime. Lui si girò e mi fissò negli occhi, con una calma che mi sorprese. "Sono qui.." disse piano "..ma quando entreranno, tu sarai già lontana..". "Padre, vi prego.." sussurrai, tra le lacrime che non ero riuscita a fermare "… il mio posto è qui… non.. non potete chiedermi di lasciarvi.. non passeranno, li fermerete, lo so..". Il suo sguardo tradì una tristezza che non vedevo da molti anni. "Somigli sempre di più a tua madre.." sussurrò "..impulsiva e fiduciosa..". Mi avviciai di un passo, e lui, di slancio, mi abbracciò. Restai tra le sue braccia per molto tempo, fingendo di non sentire i tamburi e gli schiamazzi provenire dal palazzo. "Sono in troppi.." disse, infine. Mi scostai da lui. "Da quando avete così poca speranza, padre?" dissi, guardandolo negli occhi "..li respingerete..". Per tutta risposta lui si tolse la spada lucente dal prezioso fodero e me la porse. "Non discutere con me, Clio.." disse, ritrovando l'autorità che la tristezza aveva fatto vacillare per un momento. La presi tra le mani tremanti. "Padre.. come.. come potete pensare che potrei abbandonarvi? Questa è casa mia, il mio posto è accanto a voi.." dissi, con tutta la calma che mi restava. Guardai la spada che avevo in mano, apparteneva alla mia famiglia da secoli, era stata bottino di guerra di un mio avo, e ogni discendente maschio l'aveva abbellita, affilata, ammodernata, ma mai cambiata o persa. Mio padre aveva aggiunto solo un incisione con un monogramma che univa le iniziali sue e di mia madre, morto lui, sarebbe appartenuta a mio fratello. "Tu farai quello che ti dico, Clio.." tuonò con voce severa "… non osare contraddire i miei ordini…" con uno sguardo triste e disperato che contrastava con la sicurezza della voce. "Ma padre…" mormorai "..è la vostra spada.." porgendogliela nuovamente. "E tu sei mia figlia.." tuonò lui "..e non voglio che abbiano nessuna delle due! Sono stato chiaro?". Per un breve momento, sorrise "So che la saprai maneggiare molto bene.. credi che non sappia con chi si esercita quell'incosciente di mio figlio?". Arrossii "..mandate lui in salvo.. questa spada appartiene a lui non a me..". Mio padre scosse la testa "..No, lui mi serve qui.. e se dovesse accadermi qualcosa prenderà il mio posto, ma se tutto dovesse essere perduto, almeno sapremo entrambi che la nostra stirpe non si esaurirà.." mi posò le mani sulle spalle "…ascolta Clio… c'è una nave che ti aspetta.. ha istruzioni precise, ma non mostrare mai il tuo volto, non sanno chi devono trasportare… non fidarti di nessuno.. quando sbarcherai, raggiungi Camelot e poi, Capomazda o Sygma.. regni lontani, dove non hanno idea di cosa accade qui.. so che saprai badare a te stessa.. Beh, anche se non potrai guadagnarti da vivere ricamando o cucendo, visto che fai di tutto per non imparare.." sforzandosi di scherzare. Sorrisi. "Quando sarai al sicuro.." continuò "..solo allora fidati delle persone.. nessuno ti riconoscerà, nessuno ti cercherà.. fai di tutto per passare inosservata, per non dare nell'occhio.. e, soprattutto, vedi di non metterti nei guai.." con un sorriso. Non riuscivo a trattenere le lacrime, lui mi strinse per lunghi istanti. "Se tutto andrà bene, verremo a cercarti, potresti anche raggiungere i confini del mondo ma ti troveremo.. e.." la voce gli tremò "..se dovesse andar male..". "Tornerò a vendicare la mia casa.." lo interruppi, con la voce calma e lo sguardo deciso, nonostante le lacrime. Lui sorrise e mi guardò colmo d'orgoglio. "Sei la nostra speranza, Clio.. nel bene e nel male.." disse sorridendo. "Ora va, e rendimi fiero..". "Addio padre.." dissi, reprimendo la voglia di abbracciarlo o sarebbe stato ancora più doloroso il distacco. "Ehi.." mi chiamò, facendomi voltare un'ultima volta "..attenta alla spada..". "Non temete, è in buone mani.." dissi, con un doloroso sorriso. "Oh, lo so bene.. addio, figlia mia.." mormorò piano. Ero abbastanza lontana, dovevo essere una persona qualunque, uguale a mille altra. Così, abbassai il cappuccio, rivelando all'uomo i miei occhi chiari, fermi e decisi. "Il mio nome è Clio.." dissi, guardandolo negli occhi. Mentire sul mio nome non mi sembrava una buona idea. "…vi ho già detto chi sono, solo un viandante… e i cinghiali non mi spaventano… Ho viaggiato molto per arrivare qui…" dissi sorridendo "… non vi stavo seguendo, sono solo diretta a Sygma, come voi… e temo che la strada sia la stessa per tutti… Ci siamo già visti, rammentate, a Camelot.. alloggiavamo nella stessa locanda.. siete solo partiti prima di me…". Alzai le spalle "…mettete via quella spada.." dissi con noncuranza "…non mi aspetto che vi fidiate delle mie parole, io non mi fiderei delle vostre, d'altronde… se preferite, partirò prima di voi stavolta, così potrete controllare che non vada a spifferare a nessuna banda di briganti dove siete…". |
06-09-2013, 15.34.10 | #62 | |
Cittadino di Camelot
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Ero corsa via da quel luogo con la mente così sconvolta che non mi ero quasi accorta di aver raggiunto in breve la periferia della città.
Il mio cavallo prese la strada principale, passando così proprio di fianco al muro di cinta del sontuoso Palazzo Lorana, e fu perciò che vidi quella scena... Citazione:
e tutto ciò a Palazzo Lorena... mi chiesi se Jacopo avrebbe trovato interessante, quella cosa... Jacopo... non gli avevo neanche detto che sarei uscita a cavallo... certo, mi corressi subito, lui forse neanche si era accorto della mia assenza, chiuso nel suo studio... Esitai... lanciai un’ultima occhiata a quella carrozza ferma... poi spronai il cavallo e ripartii.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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06-09-2013, 15.45.08 | #63 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi e il mio viso si illuminò di falicità.
"Oh, caro zio. Per me va benone. Certo che verrò con voi. Che bello. Grazie ancora". Lo abbracciai di nuovo. Adoravo mio zio Nicolò. Non poteva darmi una felicità piu' grande.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 06-09-2013 alle ore 18.51.29. |
06-09-2013, 15.57.32 | #64 |
Cittadino di Camelot
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La locanda era veramente affollata, a fatica si respirava...mi sentii per un attimo barcollare per il caldo e la stanchezza.
Mi incamminai verso il bancale osservando le persone e il mio sguardo si pose a un tavolino..vi erano seduti non persone del popolo ma un nobile con alcuni uomini che si stava lamentando per qualcosa che non capivo. Ad un tratto il suo sguardo si fermò su di me, rimase quasi incredulo e sbigottito..mi guardavo attorno..cosa avessi di tanto strano? Si alzò e baciandomi la mano mi propose addirittura di corteggiarmi, lo osservai sgranando gli occhi..che mai voleva quello sconosciuto? Da una serva poi...ovvero non eravamo a Camelot quindi non poteva sapere fossi del suo stesso rango e pure baronessa come lui e il mio aspetto era quello di una umile e povera ragazza ora. "Milord" feci un leggero inchino togliendo la mano dalla sua "posso sapere cosa mai ha colpito tanto la vostra attenzione?" lo fissai attentamente mentre gli parlavo..poteva avere pure cattive intenzioni.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
06-09-2013, 16.21.38 | #65 |
Cittadino di Camelot
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Chiudere la Chiesa al culto.....ci sarebbe stato il caos...Padre Anselmo pregava sommessamente...tenevo stretta la mia sacca tra le mani......e vidi i due andare a chiudere le porte della Chiesa......sotto minaccia.....mi voltai verso la sagrestia e portai il Capo nella piccola stanza dove ogni tanto Padre Anselmo...schiacciava un pisolino nelle ore più calde dell'estate......la porta in legno cigolava.....c'era poca luce...veniva da una finestrella in alto..." Sdraiatevi sul letto...siete stanco e state zoppicando.........se volete daro' un'occhiata alla vostra gamba.....ma permettetemi di dirvi,che se chiudete le porte della Chiesa vi tirerete dietro un vespaio......qui' c'e'povera gente e questo luogo e' luogo di rifugio.....cercheranno Padre Anselmo a costo di buttare giu' le porte......non credo che abbiate bisogno di questo....!!!! ".......ero in ansia...i ragazzi da soli, io che sarei dovuta essere già in cammino per quei maledetti soldi che mi servivano e che mi avevano condotto a prendere quella decisione........
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06-09-2013, 21.28.45 | #66 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non fidiamoci di lei...” disse uno dei mercanti a Francesco “... è troppo sveglia per essere una semplice donna...”
“Perchè, tu hai mai incontrato donne meno sveglie di te, Bartolo?” Fissandolo lui. “Stento a crederlo.” Tornò a guardare Clio. “Perchè siete diretta a Sygma? E' per la storia del quadro forse? Siete un'avventuriera o una cacciatrice di taglie?” “Credi che ti dirà la verità se non è né l'una, né l'altra?” Fece Bartolo. “Siamo ormai prossimi ai confini di Sygma.” Disse Francesco. “Tra un'ora al massimo avvisteremo la capitale... se ci fossero dei briganti sulle nostre tracce, allora ci avrebbero già attaccato molto prima...” fissò di nuovo Clio “... se volete, potrete unirvi a noi fino a Sygma... io mi chiamo Francesco dei Binardi e questi due sono i miei compagni... Bartolo e Cadimo... lui” indicando il chierico “è frate Biagio...” e il capo dei mercanti attese una risposta da Clio.
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06-09-2013, 21.30.55 | #67 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nicolò rise per la reazione felice di Eilonwy.
“Su, comincia a preparare le tue cose.” Disse poi. “Partiremo domattina presto. Devo tornare subito alla mia banca.” Nicolò infatti era un noto banchiere a Sygma, legato alla ricca e potente compagnia dei Bardi. Tuttavia il padre di Eilonwy si mostrava ancora contrariato per quella faccenda. “Non credi sia pericolosa ora Sygma?” Chiese allo zio. “E perchè mai?” “La storia di quel ladro... tutta Camelot ne parla...” “Sciocchezze!” Minimizzando lo zio. “Il mio palazzo è lontano dalla chiesa di Santa Felicita, dove si trova il quadro. Questa storia neanche ci toccherà.” E alla fine Nicolò riusci a convincerlo. Così cominciarono i preparativi del viaggio. Il giorno dopo, al mattino presto, la carrozza di Nicolò era pronta per lasciare Camelot e raggiungere Sygma. Cominciava una nuova vita per Eilonwy.
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06-09-2013, 21.33.02 | #68 |
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Il capo si sdraiò sul piccolo letto, facendo attenzione a poggiare la gamba ferita sul materasso.
“Non ho bisogno del vostro aiuto...” disse ad Elisabeth “... occupatevi solo di seguire tutto ciò che vi dirò...” fece una smorfia di dolore a causa di quella ferita “... piuttosto... cosa dicevate prima? Verrà gente qui? Bene, troveranno il mio compagno ad accoglierli...” e mostrò ancora il suo coltello “... anzi, vi darò l'occasione per salvare voi, il prete e ognuno che tenterà di entrare qui... trovate uno stratagemma per tenere eventuali seccatori lontano da questa chiesa... perchè vi avverto... io sono il più ragionevole dei tre... i miei due compagni invece sono teste calde e mettono mano alle armi per un nonnulla...”
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06-09-2013, 21.35.30 | #69 |
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Talia ritornò così a casa.
Ed entrando nel cortile del palazzo, vide uscire dall'androne due figure. Erano Jacopo ed un altro uomo. “Talia...” disse il militare nel vedere la ragazza “... eri uscita a cavalcare? Già di ritorno? Lascia che ti presenti messer Simone Missani... viceprocuratore del re...” “Nonché” sorridendo Simone “amico di vecchia data del capitano... incantato di conoscervi, milady...” e mostrò un lieve inchino. “Messer Missani stava andando via...” “Eh, ci sono molti impegni ultimamente qui...” fece Simone “... ma sono certo che avremo molte occasioni per rivederci ancora... milady... capitano...” E andò via, lasciando Talia sola con Jacopo. E lo sguardo del militare era cupo ed indecifrabile.
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06-09-2013, 22.36.37 | #70 |
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Sorrisi alle parole dell'uomo.
"Non ho mai detto di essere una semplice donna.." strizzandogli l'occhio. Ascoltai il capo dei mercanti parlare, e lo fissai negli occhi. "Già, è per la storia del quadro..." annuii "...per me un posto vale l'altro e.. beh, un po' di avventura non fa mai male, no?" sorridendo. Presi le briglie di Ercole e tornai a guardare i mercanti. "Beh, preferisco viaggiare da sola, in realtà.. ma se manca così poco a Sygma.. allora non vedo perchè non viaggiare con voi...". Sospirai, avevo cercato di evitare quei mercanti per tutto il viaggio, eppure mi ero ritrovata a dover condividere la strada con loro. La verità era che erano anni che non parlavo con gente di quel tipo, arricchiti e borghesi che bramavano il potere e il guadagno più di qualunque altra cosa. Ma loro non avevano idea di chi fossi, e non avrebbero mai dovuto saperlo. Una volta giunti a Sygma, ognuno avrebbe preso la sua strada. L'ultima cosa che volevo era legare con dei mercanti, ma avevo accettato solo per sembrare gentile. Mi sembrava terribilmente scortese, infatti, andarmene per la mia strada, lasciandoli con il dubbio che fossi una minaccia. Meno problemi trovavo sul mio cammino, meglio era. "Ebbene, messeri.." dissi guardandoli con un sorriso "..vogliamo andare?'". |