07-11-2012, 03.16.48 | #691 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Musan osservò l'abbraccio fra Talia e suo padre con un vago sorriso sulle labbra.
“Il mio nome” disse lo spagnolo fissandola “suona sempre meravigliosamente quando è scandito dalla vostra voce, Analopel. E potrei mai negarvi qualcosa?” “Interrogare qui mia figlia” intervenendo Philip “è stato un atto inqualificabile ed intimidatorio! E ne risponderete voi e i vostri superiori!” “Io rispondo solo a sua eccellenza, signore.” Fissandolo Musan. “E comunque non vedo per quale motivo debba esserci astio fra noi. E' stata vostra figlia a chiedere di poter incontrare Passapour in rappresentanza di suo nonno. E vi assicuro, come lei stessa potrà confermare, che non c'è stata alcuna intimidazione da parte mia e dei miei uomini.” “Da oggi, riferite a chi di dovere, i miei familiari risponderanno alle vostre domande solo in presenza del signor Aron Blind” indicando l'uomo che era giunto con lui “che è eminente avvocato della Compagnia delle Flegee Occidentali!” “Riferirò, non temete.” Con tono fermo Musan. Philip allora prese sua figlia e con Blind lasciarono quel luogo. Per tutto il tragitto non disse nulla. Giunti a casa, dopo che anche Maria abbracciò Talia, Philip pregò la servitù di occuparsi della ragazza. “Ora va con loro.” Disse a sua figlia. “Riposati e quando ti sentirai meglio scenderai in giardino. Io sarò lì con il signor Blind. E così potrai raccontarmi tutto.”
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07-11-2012, 07.58.22 | #692 |
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Sesc se ne andò e poco dopo giunse il colonnello.
Mi sedetti a tavola cercando di mantenere la calma e non fare trasparire cosa era appena successo. Ringrazia ancora il colonnello per il bel pomeriggio passato in città. I servitori iniziarono a portare in tavola cibi favolosi e esotici di cui non sapevo neppure il nome. Ad un tratto, con noncuranza chiesi al colonnello " Perdonate colonnello, ma non vedo vostro nipote al tavolo, è usanza che non ceni mai con voi?"
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07-11-2012, 09.27.27 | #693 |
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" Volerete via come il vento Storm ?....allora disegnero' uno stormo di uccelli per inseguirvi"...Risi e lo feci con serenita'..lo vidi pagare cosi' come avrebbe fatto un uomo con la sua donna....ed uscimmo dalla locanda, sembrava che tutto scorresse nella normalita', ol porto era pieno di gente...urla di marinai, odore di pece e di salsedine e il luccichio del mare, che quasi accecava.....mi resi conto che parlava di soldi. aveva ragione....i soldi..." Storm, ho dei soldi alla locanda......sono abbastanza per non avere problemi, mi sarebbero serviti a comprare casa e a vivere serenamente.......ma devo andarli a prendere non pensavo di doverli portare con me "......ero una gran sbadata, i soldi non dovevo mai lasciarli in luoghi poco sicuri, ma buon Dio era la prima volta che uscivo il naso fuori di casa e gia' mi sembrava che il cervello mi scoppiasse, quante cose a cui pensare.....e Ingrid...lei era il pensiero piu' grande...." Vi apsettero' qui...state tranquillo".......Lo vidi come promesso arrivare poco dopo, a me sembro' un tempo infinito.....mi avrebbe mai abbandonata ?......ogni tanto in quei giorni il terrore di rimanere sola mi era arrivato gelido lungo la schiena..ma cosi' come si fa con un grosso boccone amaro lo avevo buttato giu'....." Avete buon gusto Storm e' una bella carrozza.....ma dobbiamo prendere i soldi alla locanda dove sono arrivata la prima notte, dovrei pagare e portare tutto via, o la cosa potrebbe diventare sospettosa...infondo sono ancora passibile di controlli....non e' cosi' che funziona?.."........rimasi a guardare la strada davanti a me...lui si sarebbe accorto prima o poi che non ero una donna di quelle che avevano una grande esperienza della vita...mi avrebbe presa per una ragazzina vizziata....e senza conoscenza, ed in realta' quella ero...e la cosa mi dava fastidio....
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07-11-2012, 15.24.13 | #694 |
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Ascoltai il maestro Lin in silenzio...sembrava veramente pentito, la cosa mi fece piacere non fosse altro per il fatto che avesse ammesso di aver sbagliato.
"Una sorpresa..? Non preoccupatevi maestro, io non porto rancore verso nessuno e sono lieta che voi abbiate capito anche la mia sfuriata." Ero molto curiosa di sapere di che sorpresa si trattasse..speravo fosse anche positiva.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-11-2012, 17.42.23 | #695 |
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Il colonnello scosse il capo a quelle parole di Cheyenne.
“Mio nipote” disse “purtroppo non rispetta nessuna regola, né sembra conoscere alcun precetto. E' un ribelle che vive infischiandosene di chiunque altro non sia se stesso. Ho cercato in tutti i modi di cambiare questo suo comportamento, sia con la comprensione, sia con l'autorità, ma pare abbia fallito. Ma ormai mi sono abituato a questo suo modo di vivere... diciamo che ognuno vive la propria vita... spero solo che non giunga mai ad importunare te, altrimenti sarei costretto a prendere seri provvedimenti stavolta.” La cena proseguì allora col colonnello che cercò subito di cambiare discorso. Non amava molto parlare di quel suo nipote così impetuoso. Finito di cenare, l'uomo mostrò a Cheyenne una scacchiera molto particolare. Era antica e di ottima fattura, risalente al XIV secolo e proveniente da Toledo. “Io adoro il gioco degli scacchi...” fece lui “... tu lo conosci? Altrimenti ti insegnerò io a giocare...” La serata trascorse così, fino all'ora in cui il colonnello, salutata Cheyenne, si ritirò per la notte.
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07-11-2012, 17.57.41 | #696 |
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Non me lo feci ripetere due volte.
Mi alzai, in silenzio e disgustata dalla tavola di capitan Giuff. Raggiunsi velocemente la porta sul cortile e mi guardai indietro ad osservare la scena, rabbrividii. Spinsi la pesante porta di legno e mi ritrovai fuori, sotto il tepore di una leggera brezza. Dapprima non vidi nessuno, pensai che anche Guerenaiz fosse entrato nella locanda insieme al suo guardiamarina. Ma poi, seduto su una panca seminascosta lo vidi. Sorrisi, e mi avvicinai lentamente, per non spaventarlo. "Che ci fai qui fuori tutto solo, marinaio? A quanto ho sentito potrebbero essere i tuoi ultimi giorni su questa terra, dovresti sfruttare meglio il tuo tempo!" Gli feci l'occhiolino. "Dovresti andare dentro e sceglierti una bella ragazza per la notte...potrebbe essere l'ultima occasione, dato che al prossimo arrembaggio salterai per primo." Scossi la testa, ripensando a Giuff e alla moretta che teneva sulle ginocchia. "Maledizione, che animali..." Bisbigliai. Guardai Guerenaiz negli occhi, mi avvicinai a lui : "Avere un nemico comune ci rese potenziali alleati... Portami via da qui... Poi lasciami venire con te... " Appoggiai i gomiti alle ginocchia, sporgendomi in avanti. "Ho visto atrocità di ogni tipo vivendo in un accampamento... Massacri perpetrati da una parte e dall'altra...." Sospirai "...pensavo che nulla ormai potesse impressionarmi... Ma questo è davvero troppo... Almeno si rispettavano le stesse regole... Lo stesso codice d'onore..". Un risolino divertito mi sfuggì dalle labbra... : "comincio a rimpiangere di non essere stata acciuffata da quei dannati soldati olandesi!". Mi fermai, con gli occhi sbarrati, rammentando di aver accanto uno di loro. "Senza offesa, marinaio..." Strizzando l'occhio. |
07-11-2012, 17.59.09 | #697 |
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Esitai... non volevo andare in camera mia, volevo subito raccontare tutto, volevo che sapessero subito tutto quello che sapevo io... o che credevo di sapere.
Ma la mamma di Jamiel fu inflessibile: mi circondò le spalle con un braccio e, senza sentire ragioni, mi condusse nella mia camera. Qui trovai ad attendermi un bagno caldo, poi un fresco abito pulito ed infine una tisana distensiva... non opposi alcuna resistenza a tutto questo, lasciando che la buona donna si prendesse cura di me. Infine mi lasciai sprofondare sulla mia poltrona, di fronte alla finestra, sorseggiando quell’aromatica tisana fumante... Il sole del primo pomeriggio era alto, quel giorno, e si specchiava sul mare, rifrangendosi tra le onde in mille e più scintille di luce. Io, immobile sulla banchina, ne respiravo ad occhi chiusi il profumo... mi piaceva ascoltare il silenzio, rotto solo dal debole infrangersi delle onde sugli scogli sotto di me, mi piaceva stare con il viso al sole in quelle tiepide giornate di tardo autunno... Improvvisamente dei passi proprio dietro di me infransero quel silenzio... tuttavia non mi mossi. Conoscevo quei passi, li avrei riconosciuti tra mille. Lui si avvicinò, restando tuttavia qualche passo dietro di me... attesi per qualche momento, poi sorrisi... “Iniziavo a pensare che non saresti più venuto...” mormorai. “Nutri davvero così poca fiducia in me?” domandò quella voce alle mie spalle. Il mio sorriso si allargò... e mi voltai a guardarlo. “Sai che non è così... ma desideravo così tanto che tu arrivassi che...” Anche lui sorrise... “Ho fatto il prima che mi è stato possibile...” “Lo so!” risposi, tornando a guardare il mare. Per qualche tempo restammo così... con la sua mano che stringeva la mia, osservando le onde che si rincorrevano... “Sai...” dissi ad un tratto “Ho fatto un sogno stanotte... un sogno orribile... mi sono svegliata di soprassalto e sono rimasta scossa per buona parte della mattina...” Lui si avvicinò di mezzo passo... il suo sguardo era cupo, ora, vagamente preoccupato... “Davvero?” mormorò “Che cosa hai sognato?” “Ho sognato...” esitai per un attimo, cercando le parole per spiegare quell’orribile sensazione che avevo provato “Ho sognato che ero... come... come tenuta prigioniera. Ed ero spaventata. Ma non potevo fuggire... avevo paura che, se fossi fuggita, se la sarebbero presa con le persone cui volevo più bene... con il nonno, per esempio...” La mia voce tremò appena. Lui mi osservava in silenzio... i suoi occhi erano fissi nei miei, quasi desiderasse entrare nella mia anima per scovare cos’era che l’aveva tanto turbata... “Chi?” domandò poi, dolcemente “Chi ti teneva prigioniera?” “Non lo so...” dissi scuotendo appena la testa “Non so chi fosse... ricordo solo che ero molto spaventata... ed ero preoccupata...” “Capisco... e come finiva il tuo sogno? Cosa accadeva dopo?” “Non lo so...” mormorai tristemente “Perché poi mi sono svegliata e dunque non so cos’è accaduto...” “Davvero?” sussurrò, dopo un momento di silenzio, carezzandomi appena la guancia “Strano...” “Perché dici che è strano?” domandai, sollevando gli occhi nei suoi. Sorrise... “Perché io, invece, so com’è finito quel sogno...” “Davvero?” domandai. “Certo!” “E come lo sai?” “Oh, beh... l’ho sognato!” “Oh...” sorridendo a mia volta “E vuoi raccontarmelo?” Lui mi osservò per qualche momento, in silenzio... i suoi occhi ardevano nei miei... mi sfiorò con un dito la guancia, poi lentamente mi cinse la vita e mi attrasse a sé... “Chiudi gli occhi...” sussurrò allora al mio orecchio, tenendomi stretta “Chiudi gli occhi ed immagina... immagina di guardare l’orizzonte, aspettandomi... immagina di pensarmi così intensamente da farmi giungere la tua voce ovunque io sia... immagina tutto questo... ed io ti racconterò cosa è accaduto nel tuo sogno, così saprai di non dover avere paura mai più...” Battei le palpebre, avvertendo quel ricordo scivolare via... lo trattenni con me ancora per qualche momento, crogiolandomi tra i suoi colori ed i suoi sussurri, chiudendo gli occhi ed immaginando di fargli arrivare la mia voce ovunque fosse... ma poi dovetti lasciarlo andare. La tisana era finita, ormai, quasi senza che me ne fossi accorta... non sapevo quanto tempo era passato, ma sapevo che era giunto il momento di scendere. Poggiai quindi la tazza vuota sul davanzale della finestra ed uscii dalla mia stanza, diretta in giardino. Qui, sotto la pergola, trovai mio padre intento a confabulare fittamente con il signor Blind... Mi avvicinai lentamente, salutandoli con un piccolo inchino. “Buon pomeriggio, signor Blind...” iniziai a dire, dopo essermi seduta dietro loro invito “Padre... innanzi tutto volevo chiederti perdono... sono stata sciocca ed ingenua a chiedere di poter vedere Passapour. L’ho fatto principalmente per prendere tempo, giacché quei soldati erano giunti qui per il nonno proprio nel momento in cui tu non eri a casa. E poi l’ho fatto perché pensavo, stupidamente, che mi avrebbero davvero lasciata parlare con Passapour... perché... padre, io ho vissuto per molti anni in Olanda e dunque conoscevo bene quell’uomo... poteva avere molti difetti, poteva aver avuto una vita travagliata e difficile... ma sono assolutamente certa, e tu devi credermi, che non fosse un assassino: non avrebbe mai e poi mai trucidato quelle persone indifese. E’ follia pensarlo! Così come è follia credere che il nonno possa aver commissionato una cosa del genere! Eppure Musan sostiene questo... sostiene che Passapour abbia confessato tutto questo e poi, subito dopo, provvidenzialmente, sia morto tentando la fuga!” Tacqui e li fissai per un momento... “Il signor Musan ha molto insistito su questo punto. Così come ha insistito sul fatto che, qualora tutto ciò fosse stato confermato, ne sarebbe naturalmente scaturito un increscioso incidente diplomatico, che avrebbe coinvolto tutti noi... ed in tutto questo, oggi, il signor Musan si è posto come mio, e nostro, unico e solo possibile protettore!” Di nuovo la mia voce si spense... i miei occhi rimasero in quelli di mio padre per qualche momento, poi si spostarono sull’avvocato... “Signor Blind, voi non mi conoscete... e mi rendo conto che, di quanto vi sto dicendo, non avete che la mia parola. Ma dovete credermi... vi assicuro che non sono né una sciocca né una visionaria. Padre... tu sai che non mi sono mai permessa di intromettermi nei tuoi affari, e non lo farei neanche adesso se non temessi che ben altro si cela dietro le parole del signor Musan. Io, infatti, e vi prego di correggermi se sbaglio, non credo affatto di essere io il termine ultimo di questo terribile gioco... non sono così presuntuosa, né così sprovveduta... Musan ha premuto su di me semplicemente perché sono più fragile di voi e, a suo avviso, più facilmente controllabile, ha premuto sull’affetto che sa che nutro per mio nonno e sulla mia preoccupazione per la sua sorte... ma a me pare chiaro ed evidente come il fine ultimo di tutto questo, chi è maggiormente in pericolo su uno spettro più ampio di osservazione, siate invece voi: tu per primo, papà, e subito dopo la Compagnia tutta! Ed io ho il terribile timore che Musan desideri controllare me per poi poter giungere a voi!” Esitai per un attimo, poi lentamente soggiunsi... “Se il nonno venisse, seppur ingiustamente, accusato di quanto è accaduto a Balunga... temo che la Compagnia tutta ne risentirebbe. Ed ho paura che sia questa la mira di chi vi è ostile... e mi fa orrore la sensazione che ho avuto: la sensazione che desiderino usare me, a questo fine!”
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07-11-2012, 18.55.33 | #698 |
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Philip ascoltò Talia senza interromperla e senza cambiare espressione del volto.
Era accigliato e tale restò per tutto il racconto della ragazza. Come se avesse intuito qualcosa di marcio in tutta quella storia sin dal principio. “Sei stata sciocca, Talia.” Disse alla fine. “Sciocca a poter pensare di affrontare da sola questa situazione. Si, è vero, sei l'anello debole in questo caso e perciò dovevi restarne fuori. Passapour è responsabile di se stesso e tu in nessun modo puoi proclamarti sua avvocata. La situazione è delicata, anzi grave. Per questo non voglio che tu ne sia più coinvolta. Il signor Blind è stato inviato dal Consiglio Generale della Compagnia e penserà lui a tutelarci. “Signorina, ascoltatemi...” intervenne Blind “... è chiaro che a Balunga è accaduto qualcosa di molto grave e forse quella strage nasconde altro. Non vi nego, come detto anche a vostro padre, che molti membri della Compagnia quasi annuiscono riguardo alla colpevolezza di Passapour, potendo così indirizzare tutte le attenzioni a qualche fazione inglese ostile a noi olandesi. Tuttavia, le presunte accuse dello stesso Passapour, che sembrano coinvolgere anche vostro nonno, mettono tutto in discussione e su un piano totalmente imprevedibile per noi della Compagnia.” “Signor Blind... ” fece Philip “... credo sia inutile continuare ad esporre i fatti. Mia figlia non deve esserne più coinvolta. Dunque, meno sa, meglio è.” “Comprendo.” annuì Blind. “Per questo” disse Philip “verrà con voi a Minisclosa. Non voglio che resti qui a las Baias ora. Preferisco saperla lontana e al sicuro. Almeno fino a quando tutta questa storia non sarà finita.” Si voltò verso Talia. “Partirai domani stesso col signor Blind. E a Minisclosa soggiornerai nella sede della Compagnia.”
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07-11-2012, 19.17.46 | #699 |
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No nente dissi arrossendo mi scusi vi avevo scalbiato per un altra donna e mi allontanai senza creare casino e i sedetti ad un tavolo e mi guardai intorno
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fabrizio |
07-11-2012, 19.21.08 | #700 |
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L’anello debole... era vero, lo ero... nonostante questo le parole di mio padre, così secche, mi colpirono...
D’istinto aprii bocca per ribattere... Ma mi bloccai. Mi bloccai perché mi resi conto che aveva ragione, dopotutto... aveva ragione su tutta la linea: ero stata sciocca ed avventata, mi ero dimostrata l’anello debole in quella faccenda, mi ero dimostrata la più ricattabile e la più soggetta a ritorsioni... Richiusi, dunque, la bocca ed abbassai lo sguardo. “Si, padre!” dissi soltanto. E poi, pensai tra me, in fondo era già un vantaggio, almeno per il momento, poter scappare il più lontano possibile da Musan... mi inquietava quello spagnolo, fin dalla prima volta che lo avevo incontrato... e dopo l’ultima, forse, mi faceva anche un po’ paura! “Se dunque non ti occorre altro, padre...” dissi allora, alzandomi “Andrei a preparare le mie cose per la partenza! Avvocato Blind... con permesso!”
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