29-03-2013, 03.27.21 | #691 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Questo castello ” disse Guisgard aiutando Talia a scendere dalla carrozza “è una costruzione molto antica... il palazzo sorge attorno alla Cappella Palatina e tutta la fortezza domina il fiume sottostante da questo colle...” sorrise “... ignoravate questo luogo perchè voi siete di Sygma... e pochi qui conoscono questo castello...” fissò il castello e poi accennò una risata “... quanto alle sorprese, altezza, non sono finite... per la vostra sicurezza saremo qui in incognito, come da voi ben detto... dunque non indosserete abiti troppo sfarzosi, né gioielli particolarmente appariscenti... per la maggior parte delle persone che incontreremo, voi sarete una ragazza qualsiasi, magari come una delle tante che si vedono nei borghi qui intorno... perciò sarà opportuno che smarriate quella vostra aria di superiorità, con tanto di puzza sotto il naso e magari concedendovi qualche sorriso in più... ah, scioglietevi pure i capelli... vi danno un'aria più semplice, acqua e sapone... e poi vi preferisco così...” le fece l'occhiolino “... la vostra servitrice” fissando poi Marijeta “sarà la vostra nutrice.”
“La vostra insolenza non conosce vergogna!” Sbottò Marijeta. “Preferivate essere sua madre?” Sorrise il cavaliere. “Spero non sua sorella. Non vi somigliate molto.” “Villano!” Guisgard rise. “E voi?” Chiese la servitrice. “Voi chi sarete, di grazia?” “Beh...” fece Guisgard “... potrei essere molte cose... ma credo che come fratello andrò bene... così potrò tenerla d'occhio con più facilità. Del resto i fratelli hanno licenza di prendere a pedate eventuali seccatori, no?” Rise di nuovo e poi accese le lampade della carrozza. “Risalite nella carrozza, altezza...” fissando Talia “... entreremo al castello...” La carrozza, così, percorse il ponte su arcate che dalla sponda del fiume portava fin sul colle, fino a raggiungere l'ingresso del maniero. Qui Guisgard scese dalla carrozza e bussò con forza. Dopo un po' qualcuno aprì uno spioncino. “Chi è che bussa?” “Siamo viaggiatori...” rispose Guisgard “... ma è notte e queste strade sono sconosciute per noi...” “C'è una locanda nel borgo.” “Veramente” mormorò Guisgard “pensavo che il buon frate potesse aiutarci...” “Lo conoscete?” “Si...” annuì il cavaliere “... e sappiamo che non nega aiuto ai bisognosi...” “Che problema avete?” “Siamo fuggiti da Sant'Agata di Gothia...” fece Guisgard “... perchè volevamo trascorrere il Venerdì Santo in mezzo ai Cristiani...” Lo spioncino si chiuse e un attimo dopo la porta grande si aprì. E un uomo fece loro segno di entrare. Furono poi condotti in un grande salone che faceva da refettorio. “Attendete qui...” disse l'uomo ai tre. E andò via.
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29-03-2013, 03.31.50 | #692 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea aprì così quel libro.
E queste furono le prime parole che lesse: “Questa è la storia di una nobile famiglia, i valorosi Taddei, signori di Capomazda e campioni della Fede Cattolica. Dalle vittorie del loro eroe eponimo Ardea de'Taddei, alla conquista di Sygma. E quando le loro armate furono cacciate da quel regno, il fato impose su di loro la terribile maledizione. Perchè quel nome? Perchè una maledizione prende nome proprio da ciò che toglie. E siccome quella maledizione nega la Gioia, essa è così chiamata.” Altea voltò pagina e trovò un'illustrazione. Era il ritratto di una donna. Una donna dagli occhi grandi e verdi. E Altea ebbe una strana sensazione. Come se conoscesse quegli occhi. Come se li avesse già visti. Ma dove? Poi, poco dopo, cominciò ad albeggiare.
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29-03-2013, 15.10.15 | #693 |
Disattivato
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Il cuore accelerò ad ogni sua parola.
Era stato doloroso separarmi da lui già una volta, e non avevo la forza di farlo di nuovo. Lo guardai dritto negli occhi e gli accarezzai dolcemente la guancia "...no, Mamyon.. Non ho dimenticato niente... Ma le tue parole di poco fa mi hanno fatto talmente male da farmi credere di essermi immaginata tutto.." Scossi la testa "...possibile che tu non ti renda conto del male che mi hai fatto, di quanto mi hai offesa e umiliata? Possibile che..." Sbuffai "...oh, vabbé, non importa... Devo aver vissuto in una torre d'Avorio fino ad oggi...". Abbassai lo sguardo e trassi un profondo respiro. Non potevo abbandonare Lucius, questo era fuori discussione, avrei fatto di tutto per lui. Ma mi pesava ammettere che Mamyon aveva ragione: ero solo una ragazza, avevo ben poche possibilità di affrontare quel viaggio e tornare sana e salva. Dovevo trovare un altro modo per salvarlo, e forse, con l'aiuto di Mamyon avevo qualche speranza. Potevo fidarmi di lui? Certo, nella sua strana concezione voleva solo proteggermi. Forse dovevo dimenticare e lasciarmi andare, fidarmi nuovamente di lui. E se non fosse stato lui a rapirmi, se fosse stato chiunque altro per mille motivi? Il mio viaggio sarebbe finito ancor prima di iniziare. Non sapevo difendermi, non ero in grado di proteggermi, ed ogni momento poteva essere colmo di pericoli. No, dovevo trovare un altro modo, dovevo sfruttare quello che ero per salvare Lucius, un modo in cui soltanto io potevo salvarlo. "...sei un bambino viziato, Mamyon.." Dissi sorridendo "...sei abituato ad avere tutto ciò che vuoi... Oh, non prendertela non è una critica... Sono cresciuta anche io così.. Anche se, sfortunatamente, ciò che desideravo non si poteva comprare con l'oro.." Sorrisi nuovamente "...vuoi essere il primo dei miei pensieri? Allora sii il mio eroe non il mio incubo.. Rendimi fiera..." Restai per un momento persa nei suoi occhi "...io sono pronta a rinunciare al mio viaggio.. A restare qui con te, perché..." Restai a fissare quegli occhi così vicini "...perché non voglio passare un altro minuto lontano da te..." Sussurrai " ma che sia chiaro non intendo rinunciare alla ricerca di Lucius.. Lui è parte di me...". Clio, ma non sarai mica impazzita? Lo conosci appena! Non puoi pensare che sia lui... Santo cielo, torna in te! Ma la mia parte razionale era rimasta totalmente isolata. Sentivo il cuore battere all'impazzata e il sangue ribollirmi nelle vene. Era questo l'amore? Come potevo saperlo io, che non mi ero mai mossa da Camelot, e avevo allontanato chiunque cercasse di avvicinarmi? Eppure c'era qualcosa di irrazionale, di inspiegabile che mi legava al cavaliere. Qualcosa che non riuscivo a spiegare, di cui non capivo il senso, ma la sola idea di non vederlo mi terrorizzava quanto l'idea di perdere Lucius. Sorrisi tra me e me. Già, ma l'idea di baciare Lucius mi appariva innaturale e disgustosa. Mentre Mamyon... Alzai lo sguardo e trovai gli occhi del cavaliere fissi su di me, sempre più vicini e incredibilmente intensi. "...giurami.." Dissi poi "...giurami su quanto hai di più caro, su.. Sei un cavaliere no? Sulla tua spada... Giurami che non mi tratterai più in quel modo, mai più... Ma che mi tratterai con rispetto e dolcezza, come hai sempre fatto..." Gli occhi mi si erano velati di lacrime. Presi un lungo respiro e mi abbandonai a quel sentimento, giusto o sbagliato che fosse, che non riuscivo a controllare. "...si, Mamyon io... Io sono innamorata di te... Non saprei come altro spiegare tutto questo..." Sussurrai guardandolo negli occhi "...ma tu?" Dissi con un filo di voce. |
29-03-2013, 15.10.57 | #694 |
Cittadino di Camelot
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Leggevo con interesse quel libro...ecco da dove nasce quella Maledizione...dall' aver perso qualcosa che dava a loro Gioia..voltai la pagina di un libro e vidi la immagine di una donna meravigliosa, abbigliata e acconciata sontuosamente ma ciò che spiccava erano i suoi grandi occhi verdi.
Quegli occhi...eppure mi dicevano qualcosa, pensai a lungo guardando fuori la finestra dove un tiepido sole stava nascendo ormai, per scacciare le oscure ombre della notte e ad un tratto trasalii...e una immagine si impresse davanti a me...una maschera e due enormi occhi verdi meravigliosi..il Chevalier de Lys..guardai di nuovo quella donna, erano uguali, e stranamente proprio egli narrava sempre della Gioia dei Taddei e quell' accento quasi straniero...fosse capomazdese?Un membro della famiglia dei Taddei? O erano solo mie farneticazioni. Richiusi il libro, mi lavai in fretta e mi misi il vestito preso in sartoria..dovevo andare dall' Arconte, mi misi davanti allo specchio e mi acconciai per bene quando intravidi una figura bianca e un alone dallo specchio e mi voltai di scatto... "Lady Anastasiya!!" esclamai, un sorriso..ella era colei che mi legava alla mia Famiglia e alla mia Terra ed era come un Angelo protettore assieme a Eleonor. "Che stai facendo...non andrai dall' Arconte...attenta...e se lui centrasse qualcosa con la altra persona? Non ti ha attirata qui usando le tue debolezze vero..il tuo Cavaliere, la morte di Eleonor e la maledizione..e cosa sai cosa vi sta dietro di lui? Disse vi avrebbe mandato un messaggero a dirvi dove si trovava il Fiore...e se fosse legato a lui...e sappi....Guisgard non è più a Palazzo Reale, è fuggito per salvare la Principessa". Trasalii.."Dove è andato?" ma lei scosse il capo asserendo non poteva dirmelo, e aveva i suoi buoni motivi. "Ricordati le parole della chiromante...un cavaliere ti aiuterà nel viaggio e se non sbaglio, voltandosi verso il libro che stavo leggendo...avete un lasciapassare per delle città, cara Altea." e sparì nel nulla. Mi sedetti sulla poltrona...pensai a lungo sulle parole della eterea dama, in fondo aveva ragione...e io...dovevo salvare Vivian ora, e forse avrei pure rinunciato al mio Amore come promesso all' Arconte per salvare Vivian, ma certo avrei sconfitto la Maledizione del Pozzo come aveva detto lady Anastasiya e il fato mi avrebbe fatto reincontrare a Lui...guardai il ciondolo, chissà perchè quel rubino era stato tramutato in acquamarina, era il pegno che io e Lui ci eravamo scambiati. Presi la decisione definitiva..rimanere a Santa Agata di Gothia non avrebbe servito a nulla, e forse avrei potuto chiedere proprio al Chevalier de Lys di unirmi a loro nei loro viaggi, cosi non sarei partita sola e avrei iniziato questa ricerca..chissà fosse stato lui il Cavaliere che mi avrebbe aiutato come dicevano le carte, ma intanto dovevo uscire da questa città. Così preparai due valige e dentro vi misi il necessario, gli oggetti di famiglia e il libro che stavo leggendo...non importavano tutti i vestiti e oggetti che avevo lasciato, d'altronde potevo comprarmene durante il viaggio visto avevo mandato una missiva a mio padre dicendo mi trovavo bene ed egli rispose mandandomi una buona quota di soldi. Presi l'affilato pugnale che avevo sottratto tempo prima dalle armi del castello e lo nascosi tra le vesti, guardai il borsello...si vi era la bussola data da quel ragazzo e il lasciapassare...mancava una sola cosa..la moneta di Guisgard..ma no pensai...erano solo superstizioni. Uscii di sotterfugio e corsi verso la piazza e vidi che stavano quasi partendo..."Aspettate" dissi correndo e urlando verso di loro "portatemi con Voi, vi prego".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
29-03-2013, 16.51.32 | #695 |
Cittadino di Camelot
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Di giorno il villaggio era animato e pieno di vita. Notai che i negozi erano aperti e stavo per infilarmi dentro uno di essi quando per la via principale vidi passare una processione religiosa.
Mi intrufolai tra la folla e ascoltai i commenti degli abitanti, scoprendo così che erano intenti a celebrare il Venerdì Santo. Nuovamente mi ritrovai sui muri delle case e delle botteghe quelle strane croci che avevo già notato nella locanda. Mi avvicinai a una di queste e la esaminai più accuratamente, approfittando della luce del sole e sapendo di non essere notata grazie alla confusione. I segni erano stati evidentemente tracciati con una lama simile a quella di un coltello e non da uno strumento apposito, la mano che li aveva tracciati inoltre non doveva essere molto esperta. Certamente, riflettei, non erano un elemento decorativo usato da qualche decoratore,se ce ne fosse stata una ogni tanto avrebbe anche potuto essere la firma di un mastro costruttore ma queste croci misteriose sembravano tappezzare capillarmente tutto il paesino. Sempre attenta a non farmi notare feci rapidamente il calco di una della croci su un pezzo di fine pergamena e lo misi tra i miei bagagli. Forse non me ne sarei fatta nulla ma perlomeno sarebbe restato un ricordo di quel luogo, da mostrare al mio ritorno a casa. La processione si snodò nei vicoli del borgo e la persi di vista ma in lontananza sentivo ancora i canti e le preghiere. Entrai così in una delle botteghe per fare rifornimenti. All'interno non c'erano nessuno cliente così ebbi il tempo necessario per gironzolare in cerca di ciò che mi occorreva. Incoraggiata dai prezzi modesti feci una grande spesa. Quando ebbi terminato mi diressi allo spesso bancone sul quale il proprietario dell'emporio aveva appoggiato le spesse braccia incrociate.Nel vedermi mi parve che la sua espressione cambiasse dalla noia alla sorpresa. Mi sentii in dovere di motivare le mie spese." Salve, sono qui di passaggio, ho ancora molta strada da fare perciò preferisco rifornirmi ora per non rischiare" dissi con un sorriso incoraggiante. "Mi chiedevo come si chiama questo posto, al mio arrivo faceva buio e non ho notato nessuno cartello all'ingresso del villaggio..." continuai sperando così di poter intavolare una conversazione che portasse alla spiegazione della presenza delle tante croci.
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30-03-2013, 00.32.23 | #696 |
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Ciò che ci venne svelato, non prometteva nulla di buono. Il pericolo in Sant'Agata di Gothia prese forma.....
Un'aura nera aleggiava su quella cittadina; il male aveva preso forma e il tutto avrebbe condotto le poveri genti del luogo al terrore..... Sussultai'. Non avevo mai provato una sensazione del genere, ma come poter contrastare il tutto? Avevamo due terre da salvare.....ci saremo riusciti? Bisogna agire con cautela e con la massima professionalità. Riportare la luce....in un luogo oscuro richiedeva tutta la fede possibile. Strinsi la lancia che avevo al collo e chiesi: "Madame......l'impresa sempre ardua, vi è la possibilità di riuscire? Temo per quella gente e faremo il possibile.....ma c'è bisogno di un aiuto maggiore e maggiori notizie......altrimenti, il nostro tentativo sarà vano."
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
30-03-2013, 05.11.33 | #697 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le tre vecchie fissarono Parsifal e poi i suoi due compagni di viaggio.
“Cos'altro dirvi...” disse una delle tre “... quella città non è retta dall'Arconte Meccanico o dalla Corona di Sygma... no, quella città è in mano al suo subdolo padrino...” “Padrino?” Ripetè Loi. “Si...” annuì la vecchia “... un sinistro figuro che ormai nessuno vede più da anni... vive rintanato chissà dove... egli muove ogni cosa, decide e stabilisce, ordina e comanda... è colpa sua se il vescovo è fuggito via... l'Arconte è solo un suo sottoposto... poco più di una marionetta... ma purtroppo nessuno oserebbe sfidare un individuo simile... egli è troppo potente... e Sant'Agata di Gothia resterà sotto il suo oscuro potere...” “E nessuno ha mai pensato di cacciarlo?” Chiese Ozg. “In passato qualcuno ha tentato...” “E cosa è successo?” Domandò Ozg. “E' scomparso in uno dei tanti inferni che quel demonio ha evocato...” fissandoli la vecchia.
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30-03-2013, 05.27.23 | #698 |
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Altea raggiunse così la piazza, proprio mentre la compagnia del misterioso Chevalier de Lys stava partendo.
“Milady...” vedendola arrivare Pantalone “... cosa avete da gridare tanto? E perchè correte? Forse per lo spettacolo? Mi spiace...” chinando il capo “... ma non ci sarà più nessuno spettacolo in questa città... troppe volte ci hanno interrotto e minacciato... e l'ultima volta ci hanno pure malmenato e rotto molti attrezzi... no, non possiamo più restare qui...” “Pantalone ha ragione...” saltando giù dal carro l'enigmatico Chevalier de Lys “... troppe umiliazioni abbiamo subito qui...” Aveva una maschera sul viso, ma i suoi occhi erano ben visibili. E nel vederli, Altea riconobbe gli stessi occhi della donna ritratta nel libro sulla Gioia dei Taddei.
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30-03-2013, 05.32.08 | #699 |
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A quelle parole di Clio, Mamyon sussultò.
I suoi occhi si illuminarono come mai la ragazza aveva visto prima ed un sorriso sciolse quell'impenetrabile espressione che fino ad allora aveva coperto il suo volto. “Oh, Clio...” e la strinse a sé “... Clio... Clio... Clio... anche io!” Esclamò, quasi come una liberazione. “Anche io sono innamorato di te! Sin dall'inizio! Sin da quando ti ho vista in città!” Prese il volto di lei nelle sue mani. “Io voglio che tu sia mia moglie... voglio giurare che sarai solo mia... “ sorrise “... avrai la più bella cerimonia. Degna di una principessa! E se qualcuno vorrà negarcela, allora io conquisterò un regno per te.” Rise. “Avremo un grande castello. Di quelli che si leggono nelle fiabe. Magari davanti ad un meraviglioso lago. Ne sceglieremo uno con una bella leggenda. Una leggenda di amori impossibili e amanti inseparabili. Così, nell'udirla ogni volta, ripenseremo a quanto siamo fortunati...” la baciò. Fu un bacio lungo e appassionato. Poi le loro labbra si separarono e i loro occhi si schiusero. “E ti prometto che il tuo amico sarà presente alla cerimonia...” sussurrò poi “... è una promessa, Clio...” strinse ancora a sé la ragazza “... domani andremo dall'Arconte Meccanico... chiederò una guarnigione per esplorare la selva... non potrà negarmela... e risolveremo tutti i misteri che dominano in quel luogo... e poi nulla più ci impedirà di essere felici, Clio...” e la baciò ancora.
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30-03-2013, 05.47.06 | #700 |
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Così Cheyenne, dopo aver preso alcune cose per il suo viaggio, si avvicinò al bancone per pagare.
“Questo villaggio” disse il padrone del negozio “si chiamo Caudius... siamo alle pendici del Monte Tebas... non passano molti viaggiatori da qui, visto che il centro abitato è piccolo e sorge lontano dalle grandi vie di comunicazione... in verità ciò non dispiace affatto a noi abitanti del posto. Siamo infatti gente tranquilla, con le proprie tradizioni e non amiamo troppo la confusione.” Il negoziante, a differenza del locandiere incontrato il giorno prima da Cheyenne, appariva molto loquace e di compagnia. E in quel momento Cheyenne si accorse che anche le pareti di questo negozio presentavano quelle misteriose croci incise.
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