09-11-2012, 00.09.10 | #731 | |
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Chinai il capo, osservando un punto indefinito di quella panca: "Mi dispiace... io.. credevo che sapessi.." sussurrai piano.
Guerenaiz era fermo, gli occhi chiusi, la testa appoggiata al muro. Restai accanto a lui qualche istante, ma capii che voleva restare solo, così mi alzai. Tuttavia, dopo aver fatto qualche passo, tornai indietro. "Sappi che non ti biasimerò se vorrai scappare... Non sei obbligato a restare qui.." La voce mi si spezzò in gola, sapevo di essere stata troppo dura con lui, ma schiaffi e parole dure erano gli unici strumenti che conoscevo per difendere il mio onore, e la mia virtù. Mi voltai nuovamente ed entrai nella locanda. Trovai facilmente la stanza che mi era stata ormai affidata e ci entrai, chiudendo velocemente la porta. Camminai in lungo e in largo in preda a sentimenti contrastanti. Non riuscivo a togliermi dalla mente le parole di Guerenaiz, così dirette e insolenti, mi chiesi se stesse recitando o parlando sul serio. "L'ultimo desiderio..." Ripetei ridendo, sarcastica: "maledizione, che insolente!" Continuavo a camminare per la stanza, incapace di trovare pace. "Il bacio era vero, però..." Sospirai buttandomi sul letto."..anche troppo.." continuai ripensando all'espressione degli occhi dell'ufficiale, poco prima che li chiudesse. Una parte di me ripeteva, imperterrita, che forse era venuto fin qui non tanto per catturare Giuff e liberare una conoscente, ma con mire molto più ardite. Eppure avevo imparato a conoscere Guerenaiz, anche se soltanto da poco, ed era un brav'uomo. Quella che parlava ora era la stessa parte di me che mi malediva per averlo trattato in quel modo, dato che sicuramente stava recitando. Chiusi gli occhi. Rividi davanti a me la strana luce negli occhi dell'olandese, e le sue parole risuonarono ancora una volta nella mia mente. Citazione:
Ma l'espressione di quegli occhi non mi dava pace. Mi girai e rigirai nel letto prima che potessi prendere sonno, "Hai visto che bel mare?" disse piano lui, cingendomi con le braccia da dietro le spalle. "Già, lo stesso mare che ti porterà via da me.. " dissi, imbronciata, appoggiandomi a lui. "...Bhe, ma quando tornerò.." sfiorando il mio collo con un bacio. " hai detto bene, quando tornerai, furfantello..." ridendo divertita. ".. Oh, sei sempre la solita..voglio dire che inizieremo la nostra vita insieme.." ".. già, come no.." "La nostra casa.. " cominciò lui " col piccolo giardino... io e te soli... sempre.. riesci a immaginare qualcosa di più bello, Amore?" "No.." sussurrai ".. come potrei?" Restammo così, abbracciati, per un tempo che sembrò infinito. La vera felicità era questa, la voglia di stare insieme ogni singolo giorno. Guardammo il sole tramontare, leggero sulle acque, come si chinasse dolcemente a baciare la superficie marina, divenuta rossa per l'imbarazzo. Lo spettacolo era mozzafiato. D'un tratto, Jhonn si chinò su di me, d'istinto mi girai e le nostre labbtra si ritrovarono unite in un bacio dolce e appassionato. Aprii gli occhi lentamente, per poi sbarrarli, incredula. Mi ritrassi, veloce come un lampo. "tu! Cosa? Come?" ansimavo, allibita. Guerenaiz era davanti a me, e mi guardava con uno sguardo divertito e irriverente. "No!" urlai, svegliandomi di soprassalto. Che razza di sogno era mai quello? Strinsi a me le coperte, ma capii ben presto che non mi sarei addormentata tanto facilmente: troppi pensieri si affollavano nella mia mente. Per quanto sapessi di dover essere forte, sentivo che le forze cominciavano ad abbandonarmi. Lacrime ribelli e irrispettose iniziarono a scendermi sul viso. E mi abbandonai a quel pianto silenzioso, come una bambina che cerca conforto nella morbidezza di un cuscino. Piansi per me e per la mia sorte, per la prigionia e il terrore costante in cui vivevo, piansi per Jhonn rinchiuso chissà dove, nascosto da queste terre maledette, ma anche per Guerenaiz che tanto aveva rischiato per salvarmi, e non meritava di pagarla così cara. Dopo un po', mi sentii più leggera, sollevata. Il sonno, però, mi aveva abbandonato del tutto, e mi alzai a guardare fuori dalla finestra che dava sul cortile. |
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09-11-2012, 01.26.44 | #732 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lin fissava il mare, poi, ad un tratto, si voltò verso Altea.
“Nisides...” disse “... manco da tempo ormai da quell'isola...” la fissò “... davvero vi piacerebbe visitarla? Allora vi propongo un patto... io vi ci porterò, anche domani... e voi in cambio mi mostrerete quel manoscritto... accettate?” “Ragazzo mio...” fece Wesl “... io so perchè hai chiesto di vedere quel libretto...” “E' solo per una curiosità scientifica...” mormorò Lin “... del resto sono uno studioso di libri, no?” “Ti conosco troppo bene” replicò il vecchio “e non puoi mentirmi... giurasti di aver dimenticato...” “E' possibile dimenticare ciò che è accaduto?” Wesl lo fissò senza rispondere nulla. “No, non si può...” continuò Lin “... tuttavia non è per questo che voglio vedere quel libretto... è solo interesse scientifico il mio...” Wesl allora, scuotendo il capo, cominciò a sistemare le reti sul suo piccolo peschereccio.
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09-11-2012, 01.37.59 | #733 |
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Storm sorrise ad Elisabeth.
“Beh, di me probabilmente sapete ancora poco” disse “e forse questo che sto per dirvi vi stupirà... da piccolo servivo messa nella chiesetta del mio paese... mia madre era orgogliosissima quando mi vedeva sull'altare accanto al nostro vecchio curato...” rise “... e per questo oggi ritornerò un po' a quei giorni spensierati... infatti tra breve, io e voi, ci vestiremo da frati... ovviamente è per una buona causa... per la liberazione della vostra governante...” le fece l'occhiolino “... tra breve scenderemo nella mensa e mangeremo insieme agli altri frati... a metà del pranzo, però, voi avvertirete un capogiro e fingerete di svenire di nuovo... tutti i frati correranno da voi preoccupati ed io userò la scusa di una vostra medicina che portate sempre con voi per ritornare in questa cella. Ma in realtà non verrò qui... c'è un vestibolo laterale nell'ala Ovest del cortile, dove i frati tengono dei sai... ed io, indisturbato, ne prenderò un paio per noi due... vi piace il mio piano?”
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09-11-2012, 01.56.38 | #734 |
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Cheyenne decise così di seguire quella misteriosa melodia.
Era una musica mutevole e a tratti sfuggente, ora malinconica, ora vagamente più vivace. C'era qualcosa d'inquieto però in quel suono. La ragazza seguiva quella musica e ben presto si ritrovò nella tenuta dietro la villa, a pochi passi dal lago. Giunse infine fra un folto gruppo di alberi che procuravano ombra su quella sponda del lago. Cheyenne, avanzando, calpestò un arbusto e subito la musica cessò. “Chi” disse all'improvviso una voce “ti ha detto di venire qui?” Una figura sbucò fra gli alberi. “Ma forse devo pensare che non riesci a starmi lontana?” Fissandola con quel suo sorriso irriverente Sesc.
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09-11-2012, 02.29.27 | #735 |
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Clio fissava il cortile dalla finestra della sua camera, mentre dal piano sottostante giungevano le risate dei pirati e delle donne che erano con loro.
Ad un tratto vide Gurenaiz che camminava nervosamente nel cortile. Aveva strappato il ramo di un albero che sbucava dall'altra parte del muretto di cinta e con quello sferzava, rabbioso, le sterpaglie che crescevano tra le crepe della muratura. Dopo un po' una donna, uscita dalla locanda, si avvicinò al capitano olandese. Aveva in mano una bottiglia di rum. “Forse ti va un po' di questo...” disse porgendo la bottiglia a Gurenaiz “... tutti qui ne bevano a fiumi... credo serva per dimenticare...” “Cosa ti fa credere che abbia qualcosa da dimenticare?” Fissandola l'olandese. “Beh, dai tuoi occhi...” rispose lei. “Sembra che su quest'isola” sarcastico lui “tutti sappiano leggere nei miei occhi! Sentiamo... cosa ci vedi tu?” “Conosco molto uomini” sorridendo lei “e so capirli.” “Sei venuta qui solo per portarmi del rum?” “Vuoi altro da me?” “Caschi male con me, amica mia...” mormorò Gurenaiz, per poi prendere la bottiglia e cominciare a bere “... non ho il becco di un quattrino... non potrei pagarti...” “Ho guadagnato molto negli ultimi giorni.” Disse lei. “E con te lo farei senza chiederti denaro...” “Perchè?” Chiese lui. “Perchè mi sento sola...” rispose lei “... e dai tuoi occhi so che anche tu lo sei...” Si avvicinò allora a Gurenaiz e lo baciò. Tutto questo sotto gli occhi di Clio che fissava il cortile dalla finestra della sua camera.
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09-11-2012, 03.19.22 | #736 |
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La nave proseguiva col vento in poppa, i pennoni di bompresso alti e gonfi e una spumosa scia, sferzata dai vermigli riflessi del Sole, si liberava, tra il bianco e il rubino, dietro di essa.
Il litorale di Las Baias, tra macchie verdeggianti e brulli pendii arsi dal Sole e battuti dal vento, pian piano diveniva sempre più indefinito, passando dal verde vivo all'azzurro incerto, fino a sfocarsi e poi sparire nella foschia lungo l'orizzonte. Sul ponte c'era un continuo via vai di marinai e mercanti, ognuno impegnato con le proprie mansioni a bordo. Blind si era accorto della malinconia di Talia e per questo aveva cortesemente rifiutato l'invito del comandante della nave ad ammirare la sua collezione di vini, ciascuno acquistato in una località diversa e battuta dai suoi innumerevoli viaggi. Come detto, Blind era uno degli avvocati della Compagnia e vantava fama di uomo rispettabile e stimato. Anche ad Amsterdam riscuoteva consensi, sia a corte, sia fra la gente comune. Aveva circa sessant'anni, ma il modo sicuro di apparire, il passo deciso, la risolutezza dei modi e una certa fierezza che contraddistingueva la sua figura conferivano a questo personaggio un senso di autorità vera, che il più delle volte diveniva sincera ammirazione nei suoi interlocutori. “Sapete...” disse rivolgendosi alla ragazza “... fino a qualche anno fa, tre per la precisione, ho servito sua maestà e svolto il mio lavoro di collaborazione per la Compagnia presso il distaccamento di Amsterdam, dunque in patria, ma sempre immaginando con un certo timore la vita quaggiù nel Nuovo Mondo...” sorrise “... si, insomma, sentivo parlare di febbri tropicali, insetti velenosi, acque poco sicure e costumi rozzi e violenti. Ma poi, trasferendomi e vivendo nelle Flegee, mi sono in realtà accorto che tutto qui è straordinariamente vivo, libero e bello. Come un mondo a parte, fatto di giornate calde e colorate, notti limpide e incantate, il tutto in uno scenario dai contorni fiabeschi e avventurosi. E vi dirò, anche se ora mi scambierete per uno dei tanti adulatori che vivacchiano a corte, che mi incuriosiva conoscervi.” Rise. “Oh, non fraintendete, potrei essere vostro padre. Si, conoscervi, milady. Infatti mi avevano parlato di una bellissima ragazza olandese, senza però, in principio, catturare più di tanto la mia curiosità. Forse le bellezze pallide, pensavo, sono piuttosto rare laggiù e per questo avranno ecceduto nelle descrizioni di quella ragazza. Soprattutto poi quel soprannome con cui i flegeesi usavano chiamarvi... la Perla d'Oro. Ma ora, conoscendovi, posso senza dubbio dire che mai epiteto fu più appropriato per descrivere una bellezza femminile.” Sorrise ancora. “Ma ora la smetterò di annoiarvi e di mettervi a disagio, milady. Perdonate poi se mi permetto... ma apparite stanca... posso consigliarvi di scendere nella vostra cabina per riposare? A Minisclosa, se continueranno a sostenerci questi venti favorevoli, arriveremo solo domani, per cui un buon riposo vi farà solo del bene nel frattempo. Ed io, senza dubbio, mi sentirei più sollevato nel vedervi serena e tranquilla.”
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09-11-2012, 03.49.17 | #737 |
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La locanda era piena di fumo, intrisa di odore di rum e colma delle risa e dei lazzi che i pirati si scambiavano fra loro.
Guisgard si appartò da quel trambusto e si lasciò cadere su una poltrona di raso, consumata e dai colori sgargianti. “Eh, caro capitano, che bel paio saremmo io e voi.” Avvicinandosi a lui Giuff. “Il tutto il Flegeeo non c'è un pirata che mi stia alla pari. Eccetto voi.” “Voi mi lusingate, Giuff.” Sorridendo Guisgard. “E allora perchè esitate ad accettare la mia offerta di alleanza?” Fissandolo il Gufo Nero. “Sono giorni che oziate a Portuga e sicuramente dovete aver bisogno di denaro quanto me.” “Mmm... un'alleanza come questa va molto meditata” pensieroso Guisgard “e la mia povera testa piena di rum è una settimana che balla.” Ridendo. “Anche così il vostro cervello è il migliore di tutto il Flegeeo” replicò Giuff “ed io dico che con il vostro cervello e la mia forza faremmo miracoli!” “Veramente faccio abbastanza bene anche da solo!” E i due si abbandonarono ad una sonora risata. Intanto, nella stanza grande della locanda, tutti i pirati fiutarono che qualcosa stava accadendo e corsero tutti dai loro capitani. “Presto, Cavaliere25!” Esclamò Rynos. “Penserai dopo alla tua nuova conquista! Andiamo dal capitano! Sembra che ci sia qualcosa di grosso all'orizzonte!” Un'ora dopo tutto era compiuto. “Molto bene.” Disse Boyuke. “Quest'alleanza ci voleva proprio.” “Tocca a te firmare ora, Guisgard.” Fece Austus, passando la penna al suo capitano. “A voi, capitano.” Soddisfatto Giuff. “Giuff, siamo intesi che si osserva il mio regolamento.” Prima di firmare Guisgard. “Quel regolamento così severo?” Ridendo Giuff. “Massi. Accetterei anche il regolamento di un convento di clausura pur di avervi al mio fianco, caro capitano.” Firmarono e l'accordo fu sancito. Giuff allora si sedette accanto a due donne. “Le donne saranno la vostra morte, capitano.” Sorridendo Guisgard. “E non è il modo migliore per morire?” Esclamò Giuff. “Su, quale sarà la prima mossa, capitano?” “Si salpa alla marea.” Disse Guisgard. “Poi ci distanziamo. Ogni nave procede per conto suo e attacca i bastimenti che incontra lungo la rotta. Ci ritroveremo all'isola di Vivenmagran.” “Magnifico!” Ridendo Giuff. “Brindiamo al nostro primo successo!” E tutti brindarono.
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09-11-2012, 07.38.27 | #738 |
Cittadino di Camelot
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Giunsi in una sorta di boschetto non lontano dal lago.
Sesc era appoggiato ad un albero. Appena mi vide iniziò subito a canzonarmi. "Stavo semplicemente facendo una passeggiata, se avessi saputo che vi trovavate qui, non sarei mai passata da queste parti." Sentivo ancora la musica...da un lato volevo andarmene, dall'altro ero ansiosa di scoprire la provenienza di questi suoni.
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09-11-2012, 09.46.06 | #739 |
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" Un bimbo di chiesa .... mi chiedo cosa ha fatto cambiare il corso della vostra vita....ma non e' affar mio, suppongo.....anch'io andavo sempre a messa, con mia madre ed ero una brava bimba che aveva una voce niente male......ero una brava corista...sinoa quando, non divenni una bimba disobbediente...ed eccomi qui".....ascoltai ancora Storm....il piano non sembrava male ma..." perdonatemi, ma qualcuno non potrebbe venire qui in cella e preoccuparsi che la mia salute sia migliorata un pochino ? per non parlare della cena anche per i due ospiti...venendo qui, non troveranno nessuno.......ho il terrore che per punirci ci rinchiuderanno in chiesa a voi per dire servire messa e a me per cantare....e per lunghi anni...."...Risi..un po' preoccupata....ma non c'era di meglio e Storm stava facendo di tutto..." Bene allora, andiamo avanti con un'altra scena......".....Gli andai vicino mi alzai sulla punta dei piedi e gli poggiai un bacio sulla guancia......" Grazie, infondo non eravate tenuto.....un furfante non si ritiene mai in debito con nessuno...."............e cosi' pronti io e Storm... aprimmo la porta della cella ed andammo in mensa........un tavolo lungo a forma fi ferro di cavallo...un Frate in piedi davanti ad un leggio che leggeva i Salmi del giorno e solo due posti liberi...in fondo alla tavola, mi sedetti prima di Storm in modo che lui avesse piu' spazio possibile per ogni movimento........ci fu servita della minestra di cicoria con pane di segale, era calda ed io avevo fame.....ma come mangiare in quel momento.........io sarei dovuta svenire per soccorrermi ...avevo una paura matta.......fu l'ansia, fu la fame fu...non so cosa.......ma svenni veramente, un formicolio in tutto il corpo...ed il buio, svenni e svenni veramente.........il tempo non ebbe piu' senso....
Ultima modifica di elisabeth : 11-11-2012 alle ore 19.38.29. |
09-11-2012, 10.54.27 | #740 |
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Anche Guerenaiz era sveglio e, anche lui, sembrava non trovare pace.
Udii poi una voce e una giovane donna si avvicinò a lui, porgendogli del rum. La finestra al primo piano permetteva di udire perfettamente il discorso tra i due. Restai lì ferma, incuriosita, fino al bacio. "Eh bravo il mio marinaio..." Sussurrai con un mezzo sorriso "...hai trovato chi ti farà compagnia...buon per te, amico mio" soggiunsi rientrando nella stanza, per non vedere oltre. Mi ributtai sul letto, sperando che Morfeo venisse a prendermi presto questa volta, ma i pensieri non mi lasciavano pace. Per lo meno, la scena a cui avevo assistito rispondeva alla domanda che non avevo avuto il coraggio di esprimere ad alta voce. "Non è innamorato di te... Un'uomo innamorato non accetta così volentieri un'offerta come quella..." Dissi sorridendo a me stessa. Già, peccato che tu l'abbia respinto, dicendogli che appartieni ad un altro... Che doveva fare, pover'uomo? Aspettare te? Le mie due anime contrastanti si scontravano ancora. "Oh, andiamo... Non dire sciocchezze... Che altro avrei dovuto fare?" Sbuffai "Prega piuttosto che, comunque sia, non cambi idea sul salvataggio..." Non so per quanto rimasi sveglia ancora, in preda a dubbi e pensieri. Ma dopo un po' i miei sensi cedettero e mi addormentai, sfinita. |
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