21-10-2011, 03.47.03 | #761 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Monsieur fissò stupito e turbato i due soldati paralizzati da chissà quale sortilegio.
Guardò poi Elisabeth, ma non disse nulla alla donna. Raccolse allora in fretta le loro cose e legò al suo cavallo quelli dei due soldati. Per un attimo poi si fermò di nuovo a fissare quei due uomini in balia di un freddo tanto innaturale, quanto opportuno. “Li ucciderei volentieri…” mormorò “… spaccherei in un attimo le loro teste con una di queste pietre qua intorno… si, lo farei davvero… lo farei, ma temo di ritrovarmi poi posti di blocco e controlli ovunque lungo la via di Ostyen… si, solo per questo li lascio in vita… ma col desiderio che mai rinneghino i loro valori…” disse con un profondo odio “… così che il demonio possa far scempio, quando saranno al suo cospetto, delle loro anime…” Quelle ultime parole erano contro ogni valore cristiano. Come, del resto, lo era l’odio con cui le aveva pronunciate. Fece allora un cenno ad Elisabeth ed entrambi montarono in sella ai loro cavalli, lasciando così quel posto. Per un tratto di strada, Monsieur non disse nulla. Poi, all’improvviso, cominciò a parlare ad Elisabeth: “Non voglio sapere come siete riuscita a paralizzare quei due soldati… ma chi siete veramente voglio saperlo.” Si voltò verso di lei. “Chi siete, madame?”
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21-10-2011, 03.52.21 | #762 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Brianna aveva tentato di far sparire quella macchia, ma non ci era riuscita.
Ma proprio accanto a quella macchia si trovava quel misterioso biglietto, caduto un momento prima dal tavolo. Era intriso del profumo di Theo. Era dunque suo? E perché era stato ripiegato con tanta cura?
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21-10-2011, 03.58.03 | #763 |
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“Vado io a prendere un po’ di cibo e di acqua per lei!” Disse Mercien a Cavaliere25. “Detesto restare troppo a lungo qui dentro! Almeno così prenderò un po’ d’aria!” E si allontanò.
Giselle allora, rimasta sola con Cavaliere25, raggiunse le sbarre e chiamò il giovane servitore dell’ambasciatore. “Vi prego, aiutatemi!” Piangendo la donna. “Avete sentito cosa vogliono farmi? Non potete abbandonarmi a questa terribile sorte! Vogliono farmi violentare dall’ambasciatore! Voi non siete come loro e non potete lasciare che mi facciano una cosa tanto orribile! Vi prego, dovete aiutarmi!” Allungò la mano attraverso le sbarre e toccò quella di Cavaliere25. “Vi supplico… vi chiedo di aiutarmi…”
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21-10-2011, 05.55.46 | #764 |
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Gaynor fissava quel misterioso uomo, mentre il suo corpo nudo era avvolto tra le preziose sete di quel letto.
L’uomo si avvicinò ed offrì uno di quei calici alla donna. “Assaporate questo elisir, milady…” disse con voce bassa e calda “… è la panacea per ogni tristezza e dolore…” Si sedette allora su uno sfarzoso seggio posto proprio davanti al letto e restò a fissarla per qualche istante. All’improvviso si udì un intenso e formidabile scroscio d’acqua abbattersi su quel luogo. “Anche il tempo sembra inquieto, milady…” mormorò l’uomo con la maschera “… pioggia, tuoni, fulmini e vento…” sorrise “… ma qui, non temete, siete al sicuro…” sorseggiò dal suo calice, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla donna “… perdonate, ma sono stato costretto a togliervi i vestiti…” sussurrò, coprendo con quelle sete la bellissima gamba della ginestrina che si vedeva dalle lenzuola “… ma vi assicuro che nessuno dei miei servitori ha potuto vedervi senza di essi… non l’avrei permesso…” finì, con un ultimo sorso, l’elisir nel suo calice “… ho dovuto, milady… sapevo che nascondevate qualcosa… qualcosa di molto prezioso…” e mostrò la lettera che Gaynor, per ordine di Missan, doveva portare a De Jeon. Il misterioso uomo mascherato allora si sedette ed aprì con calma quella missiva. Lesse velocemente e subito i suoi occhi, da quell’azzurro vivissimo, divennero fiammeggianti. Si alzò allora di scatto e fissò la donna. “Milady, avrò l’onore di ospitarvi qui, nel mio eremo…” disse “… i miei servitori si occuperanno di ogni vostro bisogno fino al mio ritorno…” mostrò un lieve inchino ed uscì dalla stanza, lasciando Gaynor sola in quel fiabesco luogo a metà tra sogno e illusione. Raggiunse poi alcuni dei suoi uomini, posti a guardia di quel luogo. “Cosa accade, capo?” “Devo tornare subito a Camelot…” rispose l’uomo mascherato “… non c’è molto tempo… alcuni di voi verranno con me, gli altri sorveglieranno la prigioniera.” “Si, capo.” “Mi raccomando…” fissandoli “… deve essere trattata con ogni riguardo…” Quegli uomini annuirono. “Ora presto, preparate tutto ciò che mi occorre per il prossimo travestimento!” Ordinò ai suoi, mentre si sfilava dal volto la sua maschera.
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21-10-2011, 09.46.53 | #765 |
Cittadino di Camelot
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Annuii con la testa "Ne sono convinta Lady Kate. E poi vorrei precisare che tra me e il milord non vi è alcuna storia in corso. Ci lega, anzi ci legava solo una profonda amicizia."
Consegnai l'amuleto a Oleine "Voglio che lo consegnate nelle stesse mani del milord, ditegli che è da parte della Contessa Altea" "Così ora sarò per voi milord" pensai in modo da fargli capire che non desideravo più nessun contatto con lui, anche se mentivo a me stessa. "Lady Kate, ora vorrei andare nelle mie stanze, avete dei tomi su questo regno di Animos?vorrei informarmi meglio."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
21-10-2011, 10.20.55 | #766 |
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Monsieur sembrava veramente nervoso, lo capivo, i due uomini e quel vento di cui non ne capiva la provenienza, forse ero stata avventata, l'uomo comprendeva solo cio' che vedeva, la parte essoterica della vita , ma c'era qualcosa che doveva osservare con piu' accuratezza....la parte esoterica dello stesso mondo........facemmo un buon tratto di strada dove i miei pensieri cercavano fondamento in quello che mi stava accadendo.....se solo avessi potuto sentire il mio Maestro, perche' mi aveva mandato via con quella scusa....perche' tale essa sembrava....quando Monsieur riprese a parlare e a quanto pareva era intenzionato a sapere qualcosa di piu' sulla mia vita ".....Avete cambiato idea per un po' di vento Monsieur..?....quando mi avete incontrata mi avete chiesto l'assoluto riserbo sulle nostre identita', sono rimasta fedele al patto.....anzi, voi sapete da dove provengo, sapete che non ho piu' una famiglia e sapete che vivo in una comunita'.......e per essere corretti conoscete anche il mio nome.....e io invede di voi cosa conosco.....nulla, solo che avete salvato la vita ad un uomo che vi chiama Fratello e vi vuol bene veramente, so che mi avete protetta, a quanto pare a me puo' bastare e a voi no. Il problema di molti uomini e' che si fermano all'apparenza, ma se fossero piu' attenti si accorgerebbero di come la vita funzioni in maniera piu' semplice di come cerchino di intenderla. Cerchiamo di dormire la notte pregando che i sogni popolino il nostro sonno......simuliamo la morte Monsieur....l'intorpidimento delle nostre membra, il rallentamento del nostro respiro......ecco che la nostra anima si libera dal corpo...e ritorna a casa....questo e' il sogno Monsieur....arteficio di un'altra porta che riusciamo ad aprire.......noi siamo ciclici......cosi' come lo e' la natura........Pensate che siamo migliori solo perche' essere pensanti ?.....Quanto ci sbagliamo, noi siamo solo il completamento di tutto l'universo....il punto e' che la natura lo sa...e continua nel suo cammino, l'uomo ogni tanto si perde, nella sua sete di conoscenza e allora, nasce l'odio..la sete di potere, Amare per avere poi una scusa per uccidere..........Ecco chi sono Monsieur.......sono il mio passato il mio presente e il mio futuro.........Questa e' Elisabeth......ricordate che in un tempo in cui le popolazioni vivevano spostandosi nelle vasti terre...le donne erano le depositarie di tutta la conoscenza......poi l'uomo ha cominciato a seminare....a costruire case e chiese.....e li' ha cercato di soffocare la donna..........ma anche questa e' una falsita' che l'uomo si e' costruito intorno.........Io ho chiesto aiuto al vento......il ritmo del mio cuore si e' unito ad esso.......non ho avuto bisogno di uccidere......ho solo fermato le loro intenzioni...forse ho solo rallentato cio' che comunque potra' accadere...ma piu' avanti......ho chiesto Tempo al tempo..........."...........Basta con le parole..........esse ora aleggiavano intorno a Monsieur.........poteva comprenderle...accettarle perche potessimo arrivare a destinazione..ed infine perche' no....poteva denunciarmi....l'inquisizione lo avrebbe ringraziato profumatamente
Ultima modifica di elisabeth : 21-10-2011 alle ore 18.22.04. |
21-10-2011, 12.00.49 | #767 |
Viandante
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" All'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e,cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: << Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?>>. Rispose: <<Chi sei, o Signore ?>>. Ed egli: << Io sono Gesù, che tu perseguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto che devi fare>>."
Meditava su questi sacri versi,assorto nei suoi pensieri,preoccupato dalle angoscianti notizie che in quegli ultimi mesi erano giunte a Roma dalle lontane terre della bassa Normandia,dall'antico Principato di Animos. Rodolfo,devoto e fedele cavaliere della Santa Sede, nel suo lungo e periglioso cavalcare, tra fitti boschi e lande desolate,interrotte di tanto in tanto da minuti pascoli, campi arati ed isolati casolari,in cui poteva trovare locande dove cercare ristoro e rifugio per il suo inseparabile andaluso,nelle fredde notti autunnali del nord, non riusciva fare a meno di porsi più volte,stupito e contrariato, il quesito: " Come può l'uomo sostituirsi a Dio e porsi al di sopra dei suoi simili fino a decretarne, a suo esclusivo arbitrio, la vita o la morte ? Non è forse questa la peggior empietà e la più arrogante superbia?" Solcato lo stretto lembo di mare che separa Calais dalle bianche scogliere di Dover, dopo altri,pochi giorni di viaggio, senza incontare particolari imprevisti, in una giornata di fine ottobre, rallegrata da un vivido sole, mentre le nuvole sembravano concedere una breve tregua, giunse davanti all'imponente cancellata,in pietra e ferro battuto, che si apriva sul giardino di siepi e aiuole,faggi e tigli, impreziosito da marmoree statue classicheggianti di dee ed eroi,estendendosi a perdita d'occhio,che precedeva il maestoso Belvedere di Lord Tudor. Presentate le sue credenziali agli uomini di guardia davanti al cancello, concessogli di varcare la soglia, al piccolo trotto percorse il sentiero ghiaiato,circondato dai caldi colori delle foglie avvizzite e accarezzato dai variegati profumi degli arbusti e delle piante che riempivano il giardino, fino a giungere davanti all'ingresso del palazzo, dove, smontato da cavallo, ne consegnò le redini ad un palafreniere che gli si era fatto incontro, per poi presentarsi al maggiordomo, uscito ad accoglierlo,che lo accompagnò all'interno,tra sale lussuose e lunghi corridoi istoriati da quadri,arazzi e cimeli, fino a raggiungere la lignea porta oltre la quale avrebbe incontrato Lord Tudor in persona. Il maggiordomo,poggiando la mano sulla maniglia di quella porta, gli chiese la grazia di fermarsi e attendere il suo ritorno. Nell'attesa, estrasse,da sotto il bruno mantello di pelle, aperta la bisaccia che portava a tracolla, una lettera sigillata su cui soffermò per un attimo lo sguardo. Dopo qualche minuto la porta tornò ad aprirsi, il maggiordomo lo chiamò e gli fece cenno di avanzare ed entrare nella stanza. Prontamente seguì l'invito e, varcata la soglia, si trovò di fronte ad un signore elegantemente vestito, dall'aspetto altero, che, seduto su una comoda poltrona rivestita di purpureo velluto,dietro un'ampia scrivania, cosparsa di pergamene e raffinate suppellettili, lo stava attendendo, con uno sgardo fiero e deciso. Rodolfo lo riverì con un profondo inchino e salutò secondo il costume dell'Urbe " Ave vobis, Lord Tudor ". Rialzatosi, si avvicinò alla scrivania e gli porse la lettera che recava con sè in mano: " Vi consegno questa lettera, vergata e sigillata da Sua Eminenza il Cardinale Ulivieri. In essa troverete scritto il motivo della mia presenza qui a Camelot" . Attese quindi, in silenzio, che il gentiluomo ne avesse terminata la lettura e appreso quanto vi era stato scritto.
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Rodolfo Iulo " Concordia parvae crescunt, discordia maximae dilabuntur " Ultima modifica di Rodolfo : 22-10-2011 alle ore 02.00.05. |
21-10-2011, 15.56.49 | #768 |
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<<Non hai capito forse? Non deve combattere!>> Ero irritato.. Andai nelle scuderie e presi un cavalo.. Al galoppo raggiunsi il capanno dove si trovava Lyo.. Scesi da cavallo e vidi Lyo che usciva.. MI nascosi dietro un'albero con un bastone in mano.. Aspettai il momento giusto e lo colpi di nuovo dietro la nuca.. Lyo cadde svenuto per la seconda volta..
<<Speriamo di non averti ucciso..>> Lo caricai sul cavallo e raggiunsi la dimora di Lady Kate.. La guardia non mi faceva entrare e allora le dissi: <<Vi prego chiamate Lady Altea.. è urgente!>> Vidi una guardia entrare nel palazzo..
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21-10-2011, 17.15.23 | #769 |
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Mi stavo rilassando, sdraiata sul letto e guardando il soffitto mi appariva il bel volto di Lord Carrinton quando sentii bussare alla porta.
"Avanti" dissi alzandomi subito dal letto pensando fosse Oleine di ritorno dalla dimora del milord, quando vidi entrare una imbarazzata guardia che balbettando mi informò che uno scudiero chiedeva di me, con un cavaliere riverso sopra il suo cavallo. Ebbi la strana sensazione che si trattasse del ragazzo che mi aveva accompagnata fino al palazzo di Lady Kate e chiesi alla guardia di portarmi da loro. Quando arrivammo al cancello i miei dubbi diventarono certezze e guardai di nuovo stupita Lyo riverso sul cavallo "I miei saluti scudiero, ma che succede? Non ditemi che è avvenuto il duello e Lyo è stato ferito".
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21-10-2011, 20.20.38 | #770 |
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<<Milady.. Non sto che sto facendo.. Ho fermato Lyo per evitare di farlo scontrare ma non so dove metterlo mi aiutate?>>
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