I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

Lui rise divertito.
Guardò ancora Gwen negli occhi.
Era uno sguardo penetrante il suo.
"Non dirmi" disse sorridendo "che per questo hai smesso di giocare col dito fra le tue ciocche rosse. Non era affatto un gesto da ragazzina, sai?" Con sguardo impertinente. "Anzi, tutt'altro." Facendole ancora l'occhiolino.
Poi, ad un tratto e senza aggiungere altro, le toccò i capelli, intrecciando un dito, pianissimo, fra una ciocca rossa.
"Anche questo è opera del caos, sai?" Con un tono più basso, non più sarcastico come suo solito. "La ciocca non si intreccerà mai allo stesso modo..." con i suoi occhi in quelli di Gwen.

[Lady Gwen]

Mi immobilizzò ciò che disse, all'improvviso e le mie dita andarono automaticamente a sfiorare i miei capelli.
Era iniziato un altro gioco, ora.
Un gioco che lui non si era fatto scrupoli a seguire, infischiandosene del fatto che lui fosse un mio potenziale insegnante ed io di certo non mi sarei tirata indietro.
Specie quando il suo dito si intrecciò ad una ciocca.
"Ah no? Beh mi illumini, visto che lei è esperto della teoria" mormorai, con sguardo divertito.

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[Guisgard]

A quelle parole di Gwen lui la guardò negli occhi e sorrise malizioso.
"Così..." disse senza smettere di giocare col dito fra le ciocche rosse di lei "... vedi?" Con un dtono basso e caldo, quasi ipnotico mentre la fissava negli occhi. "Come una carezza... eppure unica... ogni carezza è differente dall'altra, indiependentemente da chi la fa... prova tu... e dimmi che sensazioni senti se sono io a giocare nei tuoi capelli o se lo fai tu..." togliendo il dito dai suoi capelli.

[Lady Gwen]

Il suo sorriso fu malizioso, diretto, senza fronzoli, come il suo tono basso e ipnotico, che mi stava stregando poco a poco, mentre mi fissava negli occhi ed io non riuscivo a pensare a nient'altro se non a lui.
Seguii il suo dito fra i miei capelli e quella spirale mi sembrava in quel momento il più bel movimento del mondo,, mentre inviava brividi ad ogni centimetro del mio corpo.
Lasciò poi andare la ciocca e fu come l'arrestarsi di un incantesimo, che però non si era spezzato ancora del tutto.
Avvolsi allora con calma studiata la ciocca attorno al dito, poi lo guardai.
"Credo di doverle dare ragione ancora una volta, professore. È decisamente diversa..." mormorai, con un sorriso enigmatico, mentre il mio dito continuava ed io lo guardavo curiosa.

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[Guisgard]

"Lo so che è diverso..." disse Elv pianissimo, quasi come se la sua voce scivolasse sui brividi che ora percorrevano tutto il corpo di Gwen "... nulla può ripetersi... perchè non ci sono regole... solo i sensi... l'istinto... le passioni..." guardandola negli occhi mentre lei ciocava col dito fra i capelli rossi "... nulla si ripete... anche un bacio... anche fare l'Amore non è mai uguale, Gwen..." pronunciando il nome di lei con un suono particolare, intimo e confidenziale, caldo e sensuale.
Ora la ragazza vide e sentì tutto lo sguardo del bel professore scivolarle addosso.
Come se la stesse spogliando con gli occhi, accarezzando ovunque.

[Lady Gwen]

Sembrava che la sua voce disperdesse i brividi su tutto il mio corpo, dolcemente ma intensamente e le sue parole, il suo sguardo, ogni cosa mi rapiva e mi catturava.
Il suo tono, improvvisamente pieno di intimità, come se ci conoscessimo da sempre, come se quel filo ci avesse sempre legati.
Mossi allora piano un passo verso di lui, guardando i suoi occhi che raggiungevano la mia anima e facendo più attenzione ai movimenti col dito fra i capelli.
"Anche le sue passioni non sono mai le stesse, professore?" chiesi piano, con voce morbida.

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[Guisgard]

"No, neanche le mie, Gwen..." disse piano Elv guardandola mentre lei continuava a toccarsi quella ciocca rossa "... per questo non amo immaginare nulla, ma scoprirlo davvero..." guardandola negli occhi lui, dopo aver fatto un passo ed essere ora vicinissimo alla ragazza.

[Lady Gwen]

"Ah..." dissi solo, con un sorriso indecifrabile sul viso.
Poi, anche lui fece un passo e mi fu vicinissimo, sentivo il suo respiro sul volto e non riuscivo a descrivere come mi facesse sentire, averlo qui davanti la sua presenza che oscurava qualsiasi cosa.
La sua figura statuaria ed asciutta, i bei lineamenti, i tratti scuri, i capelli in cui volevo affondare le mani.
"E cos'è che vorrebbe scoprire adesso?" con la sua medesima e maliziosa audacia nel tono e nelle parole.

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[Guisgard]

A quelle parole di Gwen lui la guardò negli occhi.
Erano vicinissimi.
Lei allora sentì che Elv stava quasi per baciarla.
Possibile? stava accadendo davvero?
O era solo la sua fantasia?
"Gwen..." disse ad un tratto Oko uscendo nel giardinetto "... sei lì? Credo sia ora di andare..." guardando verso gli alberi, dietro i quali Gwen e Elv erano vicinissimi e nascosti dalla vista degli altri.

[Lady Gwen]

I nostri sguardi si confondevano, tanto eravamo vicini ed io sentii quella torte tensione reciproca, che sembrava in tutto e per tutto la stessa che era solita precedere un bacio.
Le mie labbra appena schiuse sentivano il suo respiro caldo farsi più vicino...
Finché non irruppe Oko, avvisandomi che era ora di andare e giungendo con la stessa delicatezza di un terremoto.
"Arrivo..." le risposi da dietro gli alberi, quasi costringendo la voce ad uscire e riportando subito lo sguardo sul bel viso di Elv, ancora vicino al mio e che avrei potuto guardare all'infinito, senza stancarmi mai.

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