17-05-2011, 20.54.42 | #811 |
Cittadino di Camelot
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Una vecchia servitrice mi condusse alle mie stanze, ove potetti rifocillarmi e riposarmi. La donna rimase lì con me tutto il tempo, il duca si era infatti raccomandato di non perdermi di vista un solo momento. Mi vestii e nascosi tra le pieghe del bellissimo vestito che indossavo il prezioso medaglione. Poi mi sedetti sul letto e guardai la vecchia.
"Mi scusi, signora, potreste dirmi cosa sta succedendo qui, a Capomazda? C'è in atto una guerra contro il nostro Signore, il nobile Taddei? Siamo forse, in pericolo?" Così dicendo mi protesi verso la donna e presi le sue mani tra le mie, facendola sedere sul letto. Poi le lasciai andare le mani e sospirai. "Vi prego... parlatemi, ditemi cosa sta accadendo..."
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart. |
17-05-2011, 21.03.47 | #812 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Cos’hai in mente? Non voglio che tu corra altri rischi.” Disse Gouf avvicinandosi a Melisendra.
Fissò poi il cadavere di Nyclos. “Non è colpa tua…” mormorò “… questo verme sarebbe morto presto comunque, magari sotto le mura di Capomazda… o forse sarei stato io stesso ad ucciderlo, per il modo in cui ti guardava…” Si chinò poi sul morto e, come gli aveva detto Melisendra, cominciò a spogliarlo.
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17-05-2011, 21.28.00 | #813 |
Cittadino di Camelot
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Mi accinsi ad aiutare Gouf e slacciai la cintura a cui era appesa la spada di Nyclos.
A lui non serviva più, ma sarebbe servita a me. Afferrai il pugnale, che ancora aveva per fodero le carni del povero lord, e liberai la lama. La luna era quasi sorta. Calante. Perfetta. "Prenderai le sue sembianze." Questo avrebbe richiesto sangue. Mi apprestai a graffiarmi il palmo della mano. Mi accinsi a disegnare un cerchio intorno a Gouf e al corpo. Le gocce cadevano sul terreno e subito ne venivano assorbite, come se la terra stessa abbisognasse di quel sacrificio. Strinsi il pugnale e aprii il palmo del corpo senza vita. Presi la mano di Gouf e scalfii anche la sua mano. Il vento iniziò a soffiare con forza. Feci segno a Gouf di spogliarsi. Iniziai a cantare. Non era una lingua. Erano lamenti che attraevano gli spiriti. Li sentii agitarsi nell'oscurità e bramare il sangue. E la mia energia. In cambio mi avrebbero aiutata. Non avrei mai dovuto conoscere certi segreti, ma li conoscevo. Ci ero cresciuta in mezzo. Congiusi le mani di Nyclos e Gouf. Gridai, mentre il mio corpo diventava campo di battaglia di quelle forze. Il vento minacciava di spazzarci via. Disegnai un simbolo di illusione sul torace di un uomo e poi dell'altro. Il fumo, una densa nebbia ci avvolse. Cinsi la vita di Gouf con la cintura. "Questa non la dovrai togliere fino a quando non vorrai dissolvere l'incanto."Poi soffiai sul suo volto. Gli spiriti ghignarono e si agitarono nella mia mente. Tutto divenne scuro e io caddi a terra, svenuta. Ma prima di sentirmi scivolare nell'oscurità, seppi con certezza che aveva funzionato. Gli spiriti erano soddisfatti.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. Ultima modifica di Melisendra : 17-05-2011 alle ore 22.06.43. |
17-05-2011, 21.32.47 | #814 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La vecchia servitrice rimase colpita dalla dolcezza e dal candore della giovane Sayla.
“Devi venire davvero da molto lontano, piccola mia, se ignori quel che sta accadendo qui…” disse la vecchia “… su Capomazda non c’è più pace… i nostri signori, i nobili Taddei, governano queste terre da tante generazioni ormai… la leggenda narra che quando il regno di Afragogna fu insanguinato dalla ribellione contro la corona, i Taddei si schierarono con il re, riuscendo alla fine a sconfiggere gli insorti. E grato di ciò, il re ripagò i suoi fedeli cavalieri concedendo loro il feudo di Capomazda. E come unico tributo richiese l’animale più diffuso in queste terre… ogni anno i Taddei avrebbero donando al re una civetta. E il primo anno, come segno della loro lealtà, portarono al re una bellissima civetta di giada, sulla quale erano incastonate pietre dall’inestimabile valore, frutto delle conquiste fatte in Oriente durante la partecipazione dei Taddei alle Sante Crociate.” Un attimo di commozione sembrò quasi destare la vecchia dal suo racconto. Ma poi riprese: “E da allora pace e prosperità dominarono fra la gente di queste terre… fino a quando, morto improvvisamente lord Rauger, il ducato cadde nel caos… uno dei suoi baroni, sir Cimarow, approfittando di questa tragedia, si ribellò e dichiarò guerra a Capomazda. E questa guerra che sembra interminabile sta insanguinando le nostre terre.” Esitò un istante. “E poi c’è quella terribile maledizione…” Improvvisamente si ammutolì, accortasi di aver parlato senza rendersene conto. “Ora riposa, piccola mia…” tentando di cambiare discorso la vecchia “… domani sarà un giorno importante per il ducato… lord Icarius, a Dio piacendo, sarà incoronato Arciduca di Capomazda. Ed uscì dalla stanza.
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17-05-2011, 21.43.21 | #815 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Icarius li fissò per alcuni istanti nei quali il tempo sembrò essersi fermato.
L’azzurro dei suoi occhi, così intenso, vivo, caldo e luminoso durante i momenti trascorsi nel bosco, appariva ora freddo, spento e distante. Tirò via, con gesto improvviso, le sue mani da quelle di Talia. Il suo primo istinto sarebbe stato di colpire quell’uomo. “Perché poi…” disse fra sé un attimo dopo “… lei si faceva accarezzare… e sembrava essere contenta di questo…” “Chiedo scusa se vi ho interrotto…” mettendo fine a quei pensieri e fissando lei e Matthias che stavano davanti a lui “… volevo solo dirti che Izar mi ha comunicato il giorno dell’incoronazione, milady…” e quell’ultima parola suonò fredda, vuota, quassi beffarda “… sarà domani, se Dio vorrà…” fissò Talia per qualche altro istante senza aggiungere altro. La fissò con uno sguardo quasi indifferente. “Questo è quanto…” concluse “… buona giornata.” Ed uscì. Attraversò il lungo corridoio dei ritratti per uscire poi nel cortile. Sentiva che aveva bisogno d’aria, altrimenti sarebbe impazzito. Si diresse verso la Porta dei Leoni. Ad un tratto sentì dei passi alle sue spalle. “Cosa cercate vuoi due?” Chiese insofferente ai due cavalieri che avevano cominciato a seguirlo. “Sir August, milord…” rispose uno di loro “... ha dato ordine di non perdervi mai di vista… è per la vostra incolumità, mio signore.” “Fate come vi pare, ma non statemi troppo addosso!” E riprese a camminare. Attraversò le strade del borgo, fino a giungere presso un ponticello che dava verso la campagna, mentre i due cavalieri lo seguivano a debita distanza come lui aveva loro ordinato. Si sedette su un muretto di mattoni e cominciò a fissare la campagna avvolta da un grigio ed austero cielo. “Io sono il duca Icariuis e voi siete il mio cavaliere!” Disse uno dei tre bambini che giocavano lì vicino. “Si, milord!” “Io invece sono lady Talia!” Esclamò l’unica bambina dei tre. “Vi piace il mio vestito? Sono la più bella del ducato, non è vero?” Icarius li osservava in silenzio. “Si, tu sei mia moglie!” Disse il bambino che giocava ad essere il duca. “Ma io non sono innamorata di te!” Scuotendo il capo la bambina. “Ma cosa dici, pettegola? Io sono il duca Icarius e tu sei mia moglie!” “Si, ma lady Talia non ama il duca!” Ribadì la bambina.” Me l’ha detto mia mamma!” “Chi è quello?” Chiese l’altro bambino indicando Icarius sul muretto. I tre lo fissarono incuriositi. “Siete un cavaliere?” Chiese quello che faceva il duca. Icarius accennò un lieve sorriso. “Chiedigli se ha una bella…” mormorò l’altro bambino al suo amichetto “… ogni cavaliere ha una dama.” “Avete una dama?” “Se siete solo, sarò io la vostra dama, cavaliere.” Fece la bambina sorridendogli. “Sei gentile, ti ringrazio.” “Come vi chiamate, cavaliere?” Chiese la bambina. “Tristano…” mormorò malinconicamente Icarius dopo un attimo di esitazione. Un vivissimo ed acceso Sole purpureo stava tramontando lungo l’orizzonte, squarciando le nuvole che per tutto il giorno avevano coperto le terre del ducato. Un alone vermiglio si diramava da Occidente su quelli che sembravano essere i confini di un mondo incantato. “Rosso di sera, bel tempo si spera!” Escalmò la bambina. “Così dice sempre la mia mamma!"
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17-05-2011, 22.26.16 | #816 |
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"Se te ne andrai... ti troverò..."
"Non puoi aspettarti la mia fedeltà, quando mi tieni in cattività! Mi hai distrutto la vita... mi hai mostrato tutto il peggio e ti sei assicurato che non mi stancassi mai di apprendere!" "Come osi?" Si girò di scatto. "Mi sono preso cura di te... grazie a me sei forte e sei ancora in vita... se te ne andassi, quanto pensi ci vorrebbe prima che qualcuno ti catturi... o magari preferisci una lenta morte sul rogo. E poi che ne sarebbe di tuo figlio?" Mi agitai, cercando di slegarmi. "Non osare parlare di lui!!" Ringhiai. "Ho visto cose meravigliose... Uriel... è così che intendi chiamarlo, giusto?" sogghignò. "Ebbene, Uriel... diventerà come te... potrà distruggere gli uomini rivoltandogli contro i loro stessi desideri. Grazie a me, invece, diventerà un guerriero più forte di suo padre. Non temere... non saprà mai che lo hai ucciso. Lo tratterò come un figlio..." Gridai, disperatamente. Aprii gli occhi, dolorosamente. Mi trovavo nel mio letto. Al castello. Una luce mattutina filtrava dai tendaggi.
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17-05-2011, 22.49.46 | #817 |
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Mi ritrassi immediatamente appena Pasuan mi toccò. Ero ferita nel più profondo del cuore, delusa e arrabbiata
"Che cosa stai dicendo, Pasuan? Friederich non è un fantasma! Lui vive ancora in Hubert. Anche se non è più qui è lui il suo vero padre, questo non puoi dimenticarlo mai! Hubert verrà battezzato come erede della sua stirpe come è giusto che sia! E' il frutto di un amore grande che è morto troppo presto. Un amore che rimarrà sempre parte di me anche se ora amo anche te, in una maniera diversa e più matura rispetto a quanto amavo Friederich. Lui è stato il mio primo amore, il mio primo uomo, rimarrà sempre nel mio cuore" Mi allontanai alcuni passi da Pasuan "E poi pensa, cosa vorresti? Che lo battezzassi come figlio tuo? Lo sai che in quel caso sarebbe un figlio illegittimo, vero? e per di più, basta fare due calcoli e Hubert diventerebbe il figlio di un tradimento all'interno di un sacro vincolo matrimoniale. Ma lui non è questo! E non voglio che la sua vita sia segnata da questa menzogna!" Raggiunsi il cavallo "Portami a casa da mio figlio. Voglio ritornare a Capomazda! Questa storia non può avere seguito."
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
18-05-2011, 01.35.51 | #818 |
Cittadino di Camelot
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Quello sguardo gelido, quelle poche frasi concise e quel tono distante mi lasciarono per un attimo senza parole... quel gesto, soprattutto, mi sorprese: tiro le sue mani via dalle mie con una tale violenta stizza da farmi sussultare.
Lo ascoltai parlare ma quasi non sentii ciò che diceva... sentivo soltanto quella distanza che di nuovo aveva posto tra noi, una distanza che non c’era stata la sera precedente e che avevo davvero creduto abbattuta per sempre. “Icarius!” lo richiamai quando mi voltò le spalle per andarsene “Icarius, ti prego, aspetta un momento!” Ma lui non badò a me e un istante dopo era scomparso. Mi mancò l’aria per diversi minuti. Infine mi voltai di nuovo verso Matthias e mi strinsi nelle spalle... “Ma che cosa gli è preso?” domandai avvilita.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
18-05-2011, 02.01.39 | #819 |
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Melisendra si risvegliò al castello dei Cimarow.
Era debole e una strana inquietudine sembrava essersi destata con lei. Dal cortile provenivano le voci dei cavalieri che si allenavano e quelle dei vari servitori che riprendevano le loro mansioni. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta di Melisendra. “L’hai fatto di nuovo…” disse la vecchia servitrice entrando nella stanza “… ed ora ne paghi le conseguenze...” si avvicinò al letto e la fissò “… non puoi abusare dei tuoi poteri, finiranno per consumarti… proprio come quella passione sacrilega nella quale sei finita…” Aprì le finestre. “Lui ti sta cercando…” mormorò “… c’è la fai a raggiungerlo? E cerca di essere prudente… l’odore del sangue è insopportabile…”
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18-05-2011, 02.21.36 | #820 |
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Ecco... è quasi fatta...
Morrigan strinse le palpebre e serrò le labbra per non fare uscire nemmeno un sospiro. Guisgard le era passato così vicino... sarebbe bastato un sussulto, e poi... cosa sarebbe accaduto, poi? Quali parole avrebbe mai potuto usare? Ammesso che lui gliene avesse lasciato il tempo... Doveva solo aspettare che lui si allontanasse di qualche passo... uno... due... tre... Ma mentre contava lentamente nella sua testa, un raggio di quella luna piena che brillava nel cielo terso di quella notte, incurante della segretezza che Morrigan aveva invocato, di colpo fece brillare Samsagra, rimbalzando lungo la lama affilata e riflettendosi come un lampo sulla stradina deserta ed oscura del borgo...
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
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