I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

Elv rispose con una faccina per indicare una smorfia di delusione.
Poi i messaggi tra lui e Gwen cessarono.
Poco prima dell'alba lei finalmente si addormentò.
Intanto, al bar, Destresya era ancora con Roilgym.
"D'accordo, come non detto." Disse alzandosi. "Grazie per la birra. Buonanotte." E si avviò all'uscita.

[Lady Gwen]

Accennai un risolino silenzioso alla sua smorfia delusa e la conversazione cessò.
Infatti, il suo intervento era stato davvero provvidenziale.
Mi aveva aiutata a distrarmi, a calmarmi e e poco dopo infatti mi addormentai tranquillamente, sperando nell'assenza di eventuali incubi, che non avrebbero migliorato la situazione.

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[Destresya]

Alzai gli occhi al cielo nel vederlo andare via.
Mi alzai di scatto e lo rincorsi, prendendolo per un braccio.
"Non è che nel futuro sei un mio pronipote?" guardandolo dritto negli occhi, scuotendo la testa, "Hai il mio stesso brutto carattere!" sorrisi.
"Ti credo, ti ho detto che conosco quella gente, che li ho sfidati e che mi aspetto che me la facciano pagare.." guardandolo negli occhi.
"Smettila con l'aria da cane bastonato e fidati di me!" ordinai.

[Riku966]

Sapete, le persone hanno sempre avuto alte aspettative su quello che sarebbe dovuto essere il mio futuro.
Io ero la figlia del professor Rotly e sembrava che la mia vita fosse già scritta. La mia famiglia, è più tardi i miei insegnanti, non facevano altro che dirmi che un giorno avrei preso il posto di mio padre...
Non potevo di certo immaginare che, dietro quelle parole cariche di aspettative, ci fosse un fondo di verità.
Chiusa in camera mia, con solo la luce di una piccola lampadina da scrivania ad illuminare la stanza, anziché studiare, stavo leggendo le ultime informazioni sugli scavi diretti da mio padre.
Era successo tutto così in fretta, la depressione l’aveva colpito come un fulmine attirato dall’oceano e più cercavo di aiutarlo, di capire, più mi sembrava di allontanarmi da una vera risposta.
Amavo la mia famiglia, adoravo il mio vecchio, e vederlo sofferente, in uno stato di ingiusta depressione, mi spezzava il cuore.
Era la tenacia, in fin dei conti, che ci accomunava ed io, da sua degna erede, avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.

[Guisgard]

Lui si voltò e guardò Destresya negli occhi.
"Lei non può fare la guerra a quella gente." Disse. "Se la volessero morta allora starebbe già facendo compagnia ai reperti del vostro campo scavi. Ora sono stanco e non dormo da ore. Cercherò dove poter riposare. Se vuole ci rivedremo dopo l'alba." E andò via.
Intanto Gwen si era addormentata.
Fu scegliata dalla sveglia messa da Oko, per un nuovo giorno di lavoro.
"vegliati, sono le 07.00..." Oko sbadigliando.

[Guisgard]

Queennie studiò fino a tarda sera e verso l'una finì per addormentarsi.
Sognò qualcosa, ma al suo risveglio non ricordò nulla.
Addosso percepiva una curiosa sensazione, come se rammentasse emozioni enigmatiche, persino inquiete, ma nulla di definito.
Era una bella mattinata di fine Febbraio, col cielo di un azzurro pallido, senza alcuna nuvola ed il profumo dei salici che vegetavano malinconici in quella porzione di giardino proprio sotto la sua finestra.
Quel giorno sarebbe dovuta passare in facoltà per incontrare il professore del suo nuovo corso, cercando poi i testi per quell'esame.
Suo padre,il professor Rotly, anche quella mattina si era svegliato preso, mettendosi a sedere nel salotto davanti alla grande finestra che dava sul giardino.
Fissava in silenzio le aiuole e solo di tanto in tanto si abbandonava a lunghi e bassi sospiri, come se qualche cosa lo rendesse ansioso.
Queenie scese in salotto e trovò suo padre in quel modo, restando a fissarlo.

[Lady Gwen]

Al mattino, Oko mi svegliò, intorno alle sette e sebbene non mi sentissi distrutta come pochi giorni prima, avrei preferito dormire un altro paio d'ore.
Tuttavia, mi alzai ed iniziai a prepararmi per un'altra giornata.
Tutto ciò che era successo in una sola notte, dai momenti con Elv alle visioni, quella strana ragazza al posto di Oko, era stato davvero tanto e temevo anch'io il medesimo esaurimento nervoso che aveva colto il professor Rotly.

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[Riku966]

Mi addormentai più tardi del solito, quasi senza accorgermene.
Il mio risveglio fu particolarmente... strano. Ebbi continuamente una strana sensazione a farmi da seconda pelle.
Quella sarebbe stata una giornata molto impegnativa e, non meno importante, avrei conosciuto il professore del mio corso. Ero agitata, emozionata di apprendere ma quella sensazione non voleva abbandonarmi.
Scesi al piano di sotto, entrai nel salotto compiendo piccoli passi e vidi mio padre, un professore stimatissimo, fissare il giardino oltre la finestra.
Mi avvicinai a lui cautamente e, con voce gentile, gli parlai.
“Buongiorno, papà.” lo salutai affiancandolo “Hai dormito bene?” domandai leggermente apprensiva, scostando un lembo della tenda alla ricerca di ciò che catturava l’attenzione di mio padre.

[Guisgard]

Gwen e Oko si prepararono in fretta, per poi scendere nella hall dell'albergo, dove avrebbero fatto colazione con Reg.
Mentre i 3 studenti facevano colazione furono avvicinati da Nigol.
"Ragazzi, il professor Bell deve recarsi a Casyr, dal professor Rotly." Disse. "Serve uno studente per accompagnarlo. Qualcuno si propone?"

[Guisgard]

Queennie spostò la tenda, ma vide solo alberi e siepi del loro giardino.
Nulla che potesse giustificare quello sguardo da parte di suo padre.
"Queennie..." disse lui sorridendole, quasi dstandosi da un alone di apatia che lo aveva avvolto fino a quel momento "... vai in facoltà, vero?" Abbozzando un vago sorriso senza entusiasmo. "Vorrei che tu cercassi per me un libro nella bibilioteca universitaria... gli Ortensia Celestiae..."