18-05-2011, 03.46.42 | #831 |
Cittadino di Camelot
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Le tempie mi dolevano. Ogni singola parte del mio corpo era dolorante.
Mi lasciai sprofondare tra le coperte. A malapena mi solleva sui gomiti per scrutare gli occhi di quello che pareva Nyclos. "Cosa intendete?" Gli feci cenno di avvicinarsi. "Per un attimo ho pensato che forse avreste voluto deporre Lord CImarow e prendervi il suo feudo..." Suggerii vagamente. Mi consolai pensando che presto mi sarei sentita meglio. Tuttavia la curiosità parve rianimarmi. Riuscii perfino a sorridere.
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18-05-2011, 03.49.31 | #832 |
Cittadino di Camelot
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Lei non rise, ma lo guardò serissima.
Se lui continuava a prendersi gioco di lei, non avrebbe mai potuto far nulla di diverso. Ma gli avrebbe dato un'ultima occasione, perchè, per quanto non sapesse molto di lui, sentiva che qualcosa, anche solo idealmente, avrebbe potuto legarli... un'ultima occasione... "Io non aspetto nessuno," rispose con tono calmo "e l'amore non mi interessa. E voi, voi fareste meglio a brandire meno la spada e soprattutto la lingua... i giro di parole non mi hanno mai incantata!" Così dicendo si avvicinò a lui, e, poggiandogli una mano sul braccio, lo fissò dritto negli occhi, obbligandolo al suo sguardo diretto e intenso. Di rischiare non le importava... in verità, fin da quando era bambina, erano ben poche le cose che le importavano davvero, e tutte quante, in un modo o nell'altro, erano ben lontane da quel luogo! "E adesso andiamo insieme a trovare Lho, mio signore!" concluse, sottolineando quelle ultime parole e senza mai lasciare i suoi occhi.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
18-05-2011, 04.29.56 | #833 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Questo castello sperduto nella brughiera e maledetto dai lamenti dei morti caduti in questa guerra? No, non mi interessa!” Disse Gouf a Melisendra. “Non sogno terre e domini. E meno ancora se sono appartenuti a gente come i Cimarow.”
Si avvicinò, al cenno di lei e si sedette accanto al letto. “Aytli è in partenza verso Capomazda, come ben sai…” continuò “… e presentarsi con il cadavere di uno dei nemici giurati dei Taddei come biglietto da visita, sarebbe un modo sicuro per guadagnarsi la loro fiducia… ora l’unico nostro problema è come giustificare l’assenza di Nyclos dal castello… ed io, dopotutto, non posso continuare ad assumere le sue sembianze, visto che già alcuni dei miei si stanno domandando dove io sia finito…”
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18-05-2011, 04.58.20 | #834 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La Luna.
Il suo alone d’argento, pallido e sognante, si rifletteva nel giardino e sembrava animare le statue che abbellivano i vialetti che tagliavano il lussureggiante verziere. Mille pensieri, sensazioni ed emozioni si rincorrevano nel cuore di Icarius. Ad un tratto alzò lo sguardo nuovamente verso l’alto, cercando l’eterea Luna di quella notte. Ma un raggio, un riflesso, o forse un bagliore guidò altrove i suoi occhi. Da una delle finestre del palazzo risplendeva forse l’unica stella che la Luna non era riuscita ad oscurare con il suo alone incantato. Nel vederla Icarius sentì una stretta al cuore, che cominciò a battergli forte. Chinò il capo, mentre mille inquietudini sorsero in lui. Era combattuto. Sperava, in cuor suo, che lei lo vedesse, lo riconoscesse grazie alla splendida Luna piena di quella notte. Ma lei sembrava assorta da altrettanti pensieri ed inquietudini. Un giorno Parzival, appena giunto a corte, chiese ad alcuni cavalieri cosa bisognava fare per diventare un degno cavaliere. “Curare il corpo e lo spirito!” Disse sir Galeotto. “Conoscere non solo l’arte della guerra, ma anche tutte le più nobili discipline!” Affermò Sir Galvano. “Seguire sempre il proprio cuore…” sussurrò un cavaliere sconosciuto che riposava all’ombra di un albero. Parzival restò colpito da quelle parole e da colui che le aveva così candidamente pronunciate. Quel cavaliere era naturalmente sir Lancillotto. Il ricordo di una delle tante letture a cui si era sottoposto per la sua preparazione a diventare Arciduca gli balenò alla mente proprio in quel momento. Talia fissava la malinconica immensità di quella notte, mentre giocava con gli aloni che il suo respiro lasciava sul vetro della finestra. Ad un tratto le foglie dei rampicanti che salivano dal verziere cominciarono a scuotersi. La cosa stupì Talia, vista l’assenza del vento quella notte. La ragazza allora si affacciò alla finestra. “Dovresti rientrare ed andare a letto, milady…” disse all’improvviso Icarius sbucando quasi per magia in mezzo a quei rami “… visto che la Luna sta reclamando il firmamento tutto per sé stanotte… a meno che, invece, tu non decida di gareggiare con lei e venire con me giù nel giardino…” sorrise e le fece l’occhiolino.
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18-05-2011, 05.26.51 | #835 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pasuan fece salire Dafne in sella al suo cavallo per ritornare poi a casa.
Ma il cavaliere non riusciva a non pensare a quelle parole dette poco fa dalla ragazza. Ad un tratto spronò il cavallo, facendo aumentare di colpo la sua andatura. Il destriero, sotto la pressione degli speroni di Pasuan, galoppava sempre più velocemente nel fitto bosco, spaventando non poco Dafne. “Hai paura? E di cosa? Non dovresti!” Disse con rabbia Pasuan. “Una caduta, una tagliola messa da qualche bracconiere, o il cavallo azzoppatosi all’improvviso e rivedresti all’istante il tuo Friederich!” Urlò in quella folle corsa. “Non sei contenta? Potresti così vivere per sempre nel tuo passato, tra le tue illusioni!” E più gridava, più i suoi speroni penetravano nelle carni del cavallo, spingendolo a correre senza meta tra gli alberi ed i rovi. “Alza lo sguardo, Dafne!” Con rabbia Pasuan, mentre lei si stringeva impaurita al petto del cavaliere. “Guarda davanti a te! Non vedi? Non senti? Sono i tuoi fantasmi che gridano nel vento! Ti stanno chiamando, di cosa hai paura? Di cosa? Di morire? E perché mai? Chi vive nel passato è comunque morto! Morto, capisci? Morto!” Giunsero dall’altra parte del lago e Pasuan arrestò quella folle corsa proprio a pochi passi da quelle acque. Il cavallo chinò la testa per bere, mentre Dafne restava stretta a Pasuan, ancora sconvolta per lo spavento. Il cavaliere invece fissava con rabbia le limpide e calme acque del lago, mentre il Sole cominciava a diffondere su di esse meravigliosi riflessi dorati.
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18-05-2011, 05.43.03 | #836 |
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A quelle parole di Morrigan, Guisgard la fissò turbato.
“Avete pronunciato un nome…” disse facendosi di colpo serio “… perché proprio quel nome? Chi siete e cosa cercate da me?” La fissò per alcuni istanti. “Mi state forse seguendo?” Chiese. “O magari spiando? Beh, dovreste essere più accorta, milady… inseguire la gente di notte non è molto salutare… non basta legarsi una spada alla cintura per essere un cavaliere. Se siete in cerca d’avventura avete sbagliato uomo… lasciatemi in pace e non seccatemi più, altrimenti, donna o non donna, assaggerete la mia spada…” un lampo d’impeto ed orgoglio lampeggiò nei suoi occhi azzurri “… io non sono come i valorosi cavalieri di queste terre, né posso vantare nobili origini… non ho onore e non seguo nessuna regola cavalleresca e di cortesia… l’unica cosa che mi interessa è me stesso… io, io ed io soltanto! Chiaro? Seguirmi quindi non vi porterà nessun tipo di vantaggio! Anzi, vi eviterà un bel po’ di guai!”
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18-05-2011, 05.51.53 | #837 |
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La madre di Pasuan offrì dell’acqua fresca e dei biscotti a Finiwell e Cavaliere25.
“E’ accaduto qualcosa, cavaliere? Pensavo Pasuan avesse preso una licenza.” Disse la donna. “Purtroppo, signora, siamo in guerra e tutti noi cavalieri dobbiamo essere pronti per ogni evenienza.” “Dite, siamo forse sotto attacco?” Domandò preoccupata Mian. “Non temete, damigella, i nostri nemici sanno bene che un attacco diretto a Capomazda sarebbe per loro un’impresa titanica.” Le due donne si allontanarono un momento, lasciando i due a gustarsi quei fragranti biscotti. “Ehi, ragazzo, mica male la sorellina di Pasuan, vero? Dico che potrebbe essere il tuo tipo. E secondo me tu le piaci non poco.” Fece Finiwell a Cavaliere25.
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18-05-2011, 13.13.48 | #838 |
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Chiusi gli occhi.
"Allora intendete dire ad Aytli del mio segreto?" Li riaprii. "Non mi sembra una buona idea. Non mi fido di lei... ogni volta che mi guarda riesco a leggerle cosa le passa per la mente... e non sono pensieri gradevoli." Mi acquietai. "C'è un'altra cosa: temo che ciò che ho fatto possa aver dato nell'occhio... il mio signore potrebbe aver sentito l'eco della battaglia che ho combattuto ieri notte. E' una remota possibilità, ma potrebbe anche essere così." Ammutolii e mi voltai verso di lui. "Ho una domanda... perchè siete tanto determinato a veder cadere Capomazda?"
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18-05-2011, 13.27.52 | #839 | |
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Quella figura sbucò come dal nulla tra i rami che salivano fin lì e, al vederlo comparire così all’improvviso nel buio della notte, sussultai e mi ritrassi appena...
Ma subito lo riconobbi e un’espressione vagamente sorpresa si dipinse sul mio volto. “Milord!” esclamai, piuttosto indecisa sul tono da tenere. Citazione:
“Beh... non lo so...” mormorai alle sue parole, lanciando al contempo un’occhiata scettica in basso, al giardino... la finestra alla quale mi trovavo era piuttosto in alto e quelle piante rampicanti che salivano attorcigliandosi alle escrescenze del muro mi parevano niente affatto sicure. Poi però sollevai gli occhi sul suo volto e quel suo sguardo di nuovo luminoso e trasparente vinse in un istante ogni mia remora... sorrisi quindi e scossi appena la testa, divertita. “E sia!” dissi, tendendogli la mano “Verrò, se sarai tu a tenermi fin laggiù!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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18-05-2011, 15.31.45 | #840 |
Cittadino di Camelot
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"Tu sei un pazzo" dissi con tanta di quella rabbia, mista a paura, che mi sembrò quasi che le parole uscissero dalla mia bocca come frecce incandescenti e andassero a conficcarsi dritte dritte nel petto di Pasuan.
"Non sto rincorrendo nessun fantasma. Voglio solo che mio figlio sappia chi è suo padre, e comunque complimenti per questa sceneggiata. Avrebbe potuto avere conseguenze serie e un neonato sarebbe rimasto orfano di entrambi i genitori. Bravo!" gli mollai un ceffone così forte che mi feci male pure io. Lo strattonai e, non so come, riuscii a farlo cadere da cavallo. Prima che potesse rialzarsi avevo già preso le redini e correvo via veloce verso il borgo senza voltarmi indietro. Non ci misi molto ad arrivare nella casa dove avevo partorito. Ero furibonda, non so se dissi qualcosa o se vidi qualcuno, non ebbi il tempo di rendermene conto. Presi il mio bambino dalla culla e risalii a cavallo stringendolo forte al mio petto. E corsi via veloce verso la mia vera casa nel borgo. Appena arrivata in città lasciai il cavallo ad un fabbro ferraio dicendogli di averlo trovato in mezzo ad un bosco e, dopo aver acquistato qualcosa da mangiare, mi diressi verso casa. Entrai e mi barricai dentro chiusendo porte e finestre. Intanto Hubert strillava forte per la fame, la stanchezza e lo spavento. Le mie lacrime si unirono alle sue...
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
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