22-02-2012, 18.46.50 | #881 | ||
Cittadino di Camelot
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I miei occhi erano larghi e spaventati...
Lo fissavo senza parlare, lo fissavo mentre un misto di paura e di speranza si agitavano nel mio cuore. Desideravo andare con lui... lo desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo! Eppure... non riuscivo a non pensare che quel mio gesto sarebbe stata la sua condanna a morte... una follia... una cosa assolutamente sconsiderata... Lo guardavo... e più lo guardavo e più prendevo coraggio dal suo sguardo fermo e dalle sue mani salde sulle mie braccia... avrei potuto fare qualsiasi cosa con lui... avrebbe potuto persuadermi di qualunque cosa, fin’anche la più assurda... ne aveva sempre avuto il potere. Infine, senza distogliere gli occhi dai suoi, annuii lentamente... Citazione:
Lo afferrai e scrissi in fretta... ‘Il Destino ha molte vie. Se davvero il mio è a Tessalonica, allora ogni via mi ci condurrà. In caso contrario, domando il vostro perdono e la vostra benedizione. Che il Cielo vi protegga. Talia’ Citazione:
Poi gli tesi la mano e, chiudendo gli occhi, scavalcai il davanzale.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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22-02-2012, 19.30.06 | #882 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I momenti si susseguirono velocemente.
Il cielo si schiariva sempre più e un leggero vento cominciò a soffiare su Suessyon. Fu un attimo e Talia saltò dalla finestra, ritrovandosi tra le braccia di Guisgard. Il vento copriva ogni altro rumore. Un attimo dopo, i due scivolarono tra i rami e il tronco dell’albero, per ritrovarsi poi a terra. Guisgard si guardò rapidamente intorno. Prese la ragazza per mano e corsero tra i cespugli e le piante del giardino, fino a ritrovarsi presso il viale che dava accesso al Casale. Restarono dietro ad uno degli aceri che come secolari guardiani sorvegliavano l’accesso, mentre Guisgard controllava la situazione. Il vento soffiava sempre più sul bosco e ogni rumore sembrava confondersi in esso. Guisgard, allora, fece uno strano verso che attraversò il sibilo di quel vento. Un attimo dopo un cavallo apparve in fondo al viale e alla sua sella era legato un secondo destriero. “Raggiungiamo i nostri cavalli, Talia…” mormorò Guisgard. Ma proprio in quel momento qualcuno apparve alle loro spalle. “Fermi dove siete!” Estraendo la spada uno dei cavalieri giunti al Casale il giorno prima.
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22-02-2012, 19.33.54 | #883 |
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Kojo restò infastidito dal gesto di Altea.
Allora, preso dalla collera, la raggiunse, afferrandola per un braccio. “Rammentate che qui siete un’estranea, milady!” Fissandola negli occhi. “E se siete saggia vi consiglio di farvi delle amicizie! Presto molte cose cambieranno a Tylesia e forse vi occorrerà protezione quando ciò avverrà! Badate, potete essere trattata da dama e con tutti i riguardi ora… ma se rifiuterete, allora, un giorno potrei avervi come schiava! E allora resterete ai miei ordini!” La strinse a sé e la baciò con impeto.
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22-02-2012, 19.52.10 | #884 |
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Sir Kojo iniziò a segurmi, iniziai a correre ma egli era più veloce, mi prese per un braccio, la stretta era forte..non riuscivo a liberarmi...iniziò a inveire contro di me...ecco la sua vera indole...minacciandomi addirittura di rendermi sua schiava quando egli mi strinse forte e mi bacio, con l'altra mano riuscii a prendere il pugnale e lo allungai verso il suo stomaco, cercai di divincolarmi da quel bacio...che mi aveva disgustato.."Osate farlo di nuovo" premendo il pugnale" e vi ammazzo..mi avete fatto voi questo dono vero? e io lo uso contro il nemico...siete sicuro sia io la vera..estranea qui? Non persone che si sono impadronite in modo ingiusto di Tylesia? Sappiate che questo vostro gesto e le vostre parole non saranno certo innosservate, e ora lasciatemi andare" mentre pensavo che l'indomani sarei andata a raccontare tutto alla Regina..e Reas.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
22-02-2012, 20.03.07 | #885 | |
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Il cuore mi batteva tanto forte che quasi non riuscivo ad udire nient'altro...
La mia mano era stretta in quella di Guisgard, ed io strinsi la sua a mia volta nel tentativo di farmi coraggio... attraversammo il giardino, il frutteto, giungemmo al viale e due cavalli arrivarono ad un richiamo... Poi proprio quando credetti di essere in salvo... Citazione:
"Milord..." mormorai. I miei occhi corsero a Guisgard un momento, poi tornarono a lui... "Al lago, milord!" dissi, sforzandomi di apparire serena "Mio..." esitai "Mio fratello merita una benedizione con l'acqua pura di quel luogo, prima della nostra partenza!"
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22-02-2012, 20.34.08 | #886 |
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“All’alba?” Fissandoli il cavaliere. “Una benedizione da fare alle prime luci del giorno? Muovendovi come ladri tra cespugli e alberi?”
“Dubitate di ciò che dice?” Guardandolo Guisgard. Il cavaliere restò pensieroso. Abbassò poi la spada. “Allora vi accompagnerò io…” disse “… la sacerdotessa non può avventurarsi da sola per boschi alle prime luci del giorno… andate, vi seguo.” Così, Guisgard e Talia si diressero verso il lago, mentre il cavaliere li seguiva. I due si scambiarono solo un rapido sguardo, come se lui volesse tranquillizzare lei. “Avete combattuto in Terrasanta?” Domandò Guisgard, come se volesse prendere tempo. “Cosa ti importa?” Mormorò il cavaliere. “Prosegui e facciamo presto a raggiungere il lago.” “Un giorno combatterò anche io per il Santo Sepolcro…” “Continua a camminare.” “E’ vero che i Saraceni scorticano vivi i prigionieri di guerra?” “Vuoi smetterla con queste domande?” Seccato il cavaliere. “Se vuoi, posso dirti come nell’antica Roma venivano puniti coloro trovati in compagnia di una vestale.” “Cosa c’entra questo?” “Cammina e sta zitto.” Giunsero al lago. “Avanti, procediamo con la benedizione.” Guardandoli il cavaliere. Guisgard allora si mise di fronte a Talia, per poi inginocchiarsi. Ma poi, improvvisamente, con rapido gesto, lanciò un pugno di terreno negli occhi del cavaliere e lo aggredì. Scoppiò una colluttazione. Il cavaliere però, estrasse un pugnale dalla cintura e ferì Guisgard ad una mano. “Ora avrai ciò che meriti, bastardo…” con rabbia il cavaliere, dopo aver raccolto la sua spada precedentemente caduta “… non sai che nessuno può aggredire un cavaliere della Luna Nascente?” Ma proprio in quel momento qualcosa di veloce e letale aggredì il cavaliere. Sheylon, sotto il suo peso, fece così cadere a terra il guerriero che finì trafitto dalla sua stessa spada.
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22-02-2012, 20.52.55 | #887 |
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Kojo schiaffeggiò con forza Altea.
“Volete uccidermi con questo pugnale?” Stappandolo dalle mani della ragazza. “Davvero pensate basti così poco?” Allora lo prese a due mani, lacerandosi la pelle a contatto con la lama, fino a spezzarlo in due. Lo lasciò così cadere a terra. “Un cavaliere del Tulipano Imperiale” fissandola con odio “è invincibile! E nessuna donna si è mai lamentata delle sue attenzioni…” accarezzandole il viso “… ma ha poca pazienza, rammentatelo…” e afferrò con forza i capelli di Altea, per poi baciarla nuovamente. Alla fine la spinse contro una colonna, portando le mani attorno al collo di lei. “Posso avervi come e quando voglio…” mormorò, mentre una delle sue mani scendeva lungo il petto di lei “… anche qui se volessi… ma saprò aspettare… conosco quelle come voi… verrete voi stessa ad implorarmi di prendervi come schiava…” finalmente la lasciò “… e badate bene di non svelare ad alcuno di questo nostro appuntamento… a meno che non vogliate vederlo morto.” E si allontanò ridendo.
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22-02-2012, 21.41.43 | #888 |
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La sua mano...nella mia guancia in un doloroso schiaffo, ma non era questo che mi stava facendo male, egli si rivolgeva a me con ira e odio...ecco chi rovinava l'incantato splendore di Tylesia.
Un gesto preso dalla collera, col pugnale si lacerò la pelle per farmi capire che nulla poteva temere, e poi con forza mi prese di nuovo, in un bacio, volevo allontanarmi ma mi blocco e sentii le sue mani su di me..ascoltai le sue parole...e si allontanò e gli urlai "Vi sbagliate, non verrò mai a cercare...io non cerco l'odio e la cattiveria..ma l'amore". Detto questo iniziai a correre per il giardino, per fortuna riuscii ad entrare prima di lui...e mi trovai davanti alle stanze della Regina, davanti vi erano dei servitori "devo parlare con la Regina", non lo temevo, avrei rischiato il tutto per tutto, schiava..e di cosa pensai?
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23-02-2012, 01.46.40 | #889 |
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Successe tutto in fretta... tanto in fretta che non riuscii a fermarli...
Il battibecco. La zuffa. La ferita di Guisgard. L’arrivo di Sheylon. Gridai... e mi avvicinai di qualche passo all’uomo steso a terra... per qualche attimo rimasi immobile, in piedi, inorridita e terrorizzata... Poi il mio sguardo si sollevò ed incontrò quello di Guisgard. Anche lui era immobile... di fronte a me... con la mano che sanguinava vistosamente... Corsi quindi verso di lui e, delicatamente, presi la mano ferita tra le mie... “E’ stato un incidente...” mormorai, senza però smettere di tremare “Un brutto incidente!” Anche la mia voce tremava forte... tentai di dominarla, ma non ci riuscii... “Oh, Guisgard... non capisci? Poteva succedere il contrario... potevi esserci tu lì...” chiusi gli occhi e chinai la testa sul suo petto per mascherare le lacrime “E tutto per colpa mia! ...Abbracciami, Guisgard! Ti prego!”
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23-02-2012, 02.23.22 | #890 |
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Quel nome.
Chantal aveva pronunciato, quasi racchiuso in un sospiro, il suo nome. Vayvet allora, all’improvviso, le prese la mano. Era fredda e sudata la mano del fuggitivo. “Il mio nome…” mormorò “… sono due anni che non sento pronunciarlo da una voce femminile… quasi ne avevo dimenticato il suono… per un po’ ho odiato il mio nome, sapete?” Il suo respiro cominciava ad ammansirsi e l’agitazione, pian piano, abbandonava il volto del fuggiasco. “Poi, col tempo, mi è diventato indifferente…” strinse, per un attimo, la mano della ragazza, quasi a farle male “… voi tremate… perché? Vi faccio davvero così tanta paura? Eppure vi siete avvicinata a me così tanto da rischiare quasi la vita… sapete che quando un reietto, un rinnegato, un fuggiasco come me sogna è pericoloso? Potrebbe sognare i suoi carnefici e scambiarvi per essi, finendo così per sgozzarvi… o sognare gli spiriti di coloro a cui ha tolto la vita e perdere il senno… vi sta così a cuore la mia ferita, milady? Ebbene, sappiate che essa è niente, in confronto ad un’altra ben peggiore che porto dentro… una ferita dalla quale non guarirò mai…” lasciò la mano di Chantal. Chantal aveva ascoltato in un silenzio religioso quelle parole. E davvero tremava. Ma non perchè temesse quell'uomo,forse per la gelida senazione che le vaniva da quelle parole così dolorose. Erano dure nel loro più profondo significato,ma fluivano dalla bocca di Vayvet come una fragile ammissione,quasi una confessione. La ragazza ne fu sorpresa,come se quell'uomo,tanto prevenuto verso di lei,ora le stesse affidando fiducia. Ed in cuor suo Chantal non avrebbe voluto tradirla quella fiducia. Perciò ascoltava senza dire nulla,quasi senza fiatare. Aveva lasciato che il fuggitivo le stringesse la mano,e non l'aveva ritratta proprio per ricambiare a quella fiducia venuta dall'uomo. Era così coinvolto dai suoi ricordi che nel denudarsi di quei suoi pensieri probabimente neanche s'era accorto di stringere la mano di Chantal con tanta forza da farle male.Ma quando poi la lasciò cadere,Chantal si sentì pervasa da un raggelo improvviso,come se di nuovo si stesse alzando una barriera di comunicazione tra loro. E questo le causò dispiacere. La ragazza s'apprestò a indugiare di fianco all'uomo,gli prese di nuovo la mano,era fredda come ghiaccio,e velata di sudore,ma anche quella di Chantal era gelida,allora la ragazza tenne sospesa con il suo esiguo palmo la robusta mano di Vayvet,senza però stringerla,non poteva,del resto,non aveva forze ed era titubantesuli suscitare reazione nell'uomo,ma voleva infondergli coraggio e lasciare che si pronunciasse ancora sulle sue inquietudini,solo così sarebbe giunta a comprenderne la vera natura,e ciò che gli anelava nel cuore.Sempre tenendogli la mano sospesa,la ragazza cercò nella cintura della vita un fazzoletto,lo prese e se lo accostò alla guancia abbandonandosi per un attimo al ricordo del profumo di casa.Era un fazzoletto di finissima tela di fiandra,di un bianco avorio da sembrare luminoso,e con un angolo interamente ricamato nei toni del blu che andavano sfumandosi nell'azzurro,al centro del disegno creato con fili sottilissimi vi era ricamata con punti a nodino piccoli e ravvicinati l'iniziale del suo nome,la lettera C,ornata da piccole volute e qualche rosellina a punto vapore. Mentre lo teneva sulla guancia ebbe come la sensazione che si fosse scaldato appena,nonostante la freddissima aria della notte che con inclemenza le sferzava il viso. Così,caldo com'era, porse il fazzoletto a Vayvet perchè si asciugasse la fronte e le mani dal sudore provocatogli dall'agitazione del sonno. L'uomo lo afferrò con un'espressione di perplessità,e lo strinse nel pugno mentre ancora cercava la mano della ragazza,quella che cadeva al suo fianco e che egli aveva già stretto in quel momento di abbandono alla sua confessione. Chantal cercava di non pensare ai pericoli ai quali quel fuggiasco potesse esporla,desiderava solo sperare che non si ingannasse sulla sua natura,respirava profondamente senza mai guardarlo in volto,non mentre parlava e si apriva esponendosi in una fragile emotività. Doveva aver sofferto molto quell'uomo i cui occhi erano tristi e cupi,e doveva aver pianto anche nella vita,pensava la ragazza nell'ascoltarlo. Non le era mai apparso malvagio,nè volgare,come se serbasse un qualcosa di nobile e cavalleresco nel suo portamento. Rimasero per indefiniti istanti così,lei a tenergli sospesa la mano,giusto appena appena racchiusa nelle sue piccole dita,e l'uomo a guardare il fazzoletto mentre aveva aperto il pugno,entrambi un po' abbandonati ciascuno ai propri pensieri. Poi,il fiore. Chantal,nel voltarsi verso l'uomo che aveva preso a muoversi senza alzare gli occhi dal fazzoletto,incrociò il fiore col suo sguardo.Il ferito s'era appena tirato su con la schiena per sedersi in modo più eretto,e la ragazza vide quella fresia recisa nella notte. E con quel fiore una rivelazione. Vayvet lo aveva raccolto mentre narrava di sè,forse, e Chantal era intenta a tenere lo sguardo chino per timore e per rispetto di quelle rivelazioni. L'uomo lo aveva preso da terra ove giaceva, e lo aveva adagiato tra i due sbieghi della sua camicia tenuta slacciata fino ad un palmo dalla fossetta giugulare,i lacci della quale gli cadevano sui vigorosi muscoli fissati alle clavicole,ma da quel varco che esponeva il manubrio dello sterno Chantal scorse qualcosa che le illuminò gli occhi d'improvviso. Come un segno di benevolenza le apparve quel che vide.. La ragazza aveva visto,infatti,che Vayvet indossava la catenina con l'ovale donatogli da lei nella casa,e la fresia,poggiata dentro la camicia,nel mezzo della sua slacciatura,emergeva con i suoi bianchi petali ad incornciare la figura della Vergine sul cimelio raffigurata. Il calore del petto di Vayvet faceva sì che si sprigionassero tutte le essenze di quel fiore selvatico meravigliosamente dolce nel profumo e diafano nelle forme . Avrebbe voluto chiudere gli occhi Chantal ed abbandonarsi a quel profumo ma non vi riuscì.Paura frammista a speranza,malinconia mischiata a soggezione la attraversavano come un campo di esili spighe di lavanda battuto dal vento del nord. Vayvet continuava a narrare accoratamente quel piccolo scorcio del suo passato,incurante dei mille turbamenti che reggevano le membra della ragazza. Ci fu un momento in cui Chantal si sentì rincuorata nel vedere che Vayvet indossasse l'immagine della Vergine. Come se ora fosse più protetta,accolta nella protezione della sfera Celeste,poichè se l'uomo l'aveva tenuta con seèquella catenina,era sicuramente capace di pietà e misericordia. E solo pietà e misericordia l'avrebbero potuta trarre in salvo da quella involontaria fuga che la vedeva costretta a seguire quei fuggiasci. Chantal,per un momento,si abbandonò al ricordo di come fossero venuti via dalla casa così furtivamente,mentre la ragazza l'aveva lasciata in preda a sentimenti di sconforto e di dolore per l'essersi resa responsabile,senza volerlo,della morte delle due guardie del Castaldato.Ora le sembrava impossibile ritrovare quell'oggetto così simbolicamente importante per lei. Non aveva più pensato a quella catenina Chantal,forse era certa che Vayvet l'avesse abbandonata proprio in quel suo giaciglio presso il focolare della casa. Invece no.Vayvet nella sua lucidità aveva provveduto a curarsi anche di quell'oggetto a lui,forse,inutile,ma per Chantal di profondo significato affettivo e caramente prezioso. Chantal non pronunciò alcuna parola al riguardo,volse solo lo sguardo al Cielo,reclinando appena la testa all'indietro,e si abbandonò ad un sospiro di conforto.. E mentre la fanciulla ancora sentiva quel dolce profumo di fresie ad a sfiorarle i sensi,forse causatole più dalla purezza di quell'immagine sull'ovale che dal fiore stesso ,guardò il firmamento,e solo dopo alcuni istanti si voltò a guardare negli occhi l'uomo che ancora se ne stava semisdraiato al suo fianco.Fu per un momento infinitesimale che lo fissò accoratamente,forse perchè rapita da un repentino senso di tenerezza,poi,quasi senza badarci,si ritrovò ad invitarlo a guardare verso quello scorcio di Cielo che si intravedeva tra le cime degli alberi,e in un sussurro la ragazza gli svelò i suoi pensieri.."Guardate lassù,milord.Se scrutate la volta con attenzione,leggerete il vostro nome affidato alle stelle..ed esso non vi sarà più indifferente,ma bello agli occhi, e caro al cuore.." Vayvet esitava,allora la ragazza rimarcò:"Il vostro nome,mio signore..dite risultarvi indifferente..non desiderate riconoscerlo leggendolo nelle stelle?"E con un cenno della testa lo invitò a seguirla con lo sguardo fino a guardare le costellazioni invernali. E Vayvet davvero guardò il firmamento. Quello zefiro freddo e leggero che aveva spazzato via la foschia s'era reso complice di denudare il cielo di ogni nube,ed ora,la notte senza veli mostrava tutte le sue infinite bellezze,scevra di qualunque ornamento che non fosse la grazia del luccichio delle stelle. Chantal lasciò accarezzarsi il viso da quell'alito di vento fresco e carezzevole, sebbene avesse già le guance infreddolite,ma sembrava voler così affidare ad esso ogni inquietudine,come se,attraversandole i pensieri,quel vento potesse condurla lontana da lì. E fu così. Quel vento..soffiava forte,soffiava come a sollevarla degli affanni,dissipando con leggerezza di piuma le sue inquiete sensazioni. E nel conforto dell'immagine della Vergine chiuse gli occhi.. "Ora va tutto bene,Pierre.E' tutto finito."Rassicurandolo Chantal. "Non so...ho perso il controllo.Ho creduto che Dio me lo domandase."Le rispose il cavaliere.."Ti prego,perdonami!" "Come avrebbe potuto Nostro Signore domandarti questo?"Accarezzandogli la fronte la ragazza. "Io non credevo.."Tentando di spiegarle il Cavaliere. "Lo so..ora è passato,sii sereno."Rincuorandolo Chantal. "E' una follia,Chantal..una follia anche solo averlo pensato,averlo creduto giusto.."Turbato il cavaliere. "Si.una follia!"Commossa Chantal mentre si discosta un po' dal cavaliere. "Aspetta,ti prego..ti prego,Chantal."Fermandola il cavaliere e stringedola a sè. "Ho avuto paura,sai?"Con gli occhi lucidi la ragazza.."Ho creduto di comprendere sempre ogni tua azione,ogni tua decisione..Stavolta..oh..ho temuto.."Non riuscendo ad ultimare la ragazza e portandosi una mano chiusa alla bocca. "No,Chantal,tu no..non puoi perdere fiducia in me,.ho sempre creduto che tu non avresti mai smesso di comprendermi.Ma ora ho bisogno del tuo perdono,Chantal."Trattenendola nel suo abbraccio. "Ti perdono,Pierre.E ti comprendo.Ma non pensare mai più ad una schiocchezza simile.Mai più."Scostandosi un poco lei da quell'abbraccio così stretto. "Ho pensato a te,Chantal,ed ho compreso tutto."Afferrandola per le braccia e trattenendola il cavaliere. Allora Chantal indugiò e si lasciò abbracciare,abbandonandosi con la testa sulla spalla del cavaliere. E in quel momento giunse il padre di Chantal. Le acque del fiume erano calme,sulla sponda giacevano abbandonati la spada,l' usbergo è l'elmo del cavaliere. Il padre guardò il cielo,il vento soffiava forte e freddo e faceva correre le nuvole irrefrenabilmente,come ad ammassarle verso occidente.. Ma il fiume sembrava non incresparsi a quel vento,Anzi,scorreva placido e cristallino. "E' stato il Cielo.."Disse ascoltando il mormorio del fiume..Poi,volgendosi a Chantal:"Raccogli la spada,Chantal.Sii tu a raccoglierla." Chantal allora si staccò da Pierre e si incamminò verso il fiume,le gambe le tremavano,tremava tutta.Raccolse la spada come le era stato chiesto,la tenne sospesa tra le mani incerte e poi la trasportò stringendola forte al petto,mentre l'elsa era tenuta all'altezza del volto. Attese che Pierre la guardasse prima di affidarla a suo padre perchè fosse lui a consegnargliela. Ma questi le domandò di restituirla lei per lui al cavaliere. E Chantal annuì. Quando si trovò con i suoi occhi in quelli del cavaliere,la lama della spada fu fatta scivolare nel teerreno. "Un Angelo!Un Angelo ti ha teso le braccia,Pierre."Disse con voce placida la ragazza."Ed ora appartieni alla schiera degli Angeli,cavaliere!"Concluse la ragazza abbassando lo sgardo. "Chantal ha ragione,figliolo!,avendoli raggiunti il padre."Da cavaliere,Pierre,servirai Nostro Signore.." "Padre..io ho colpe.Tutte le colpe.."Chinando il capo il cavaliere. "No,figliolo.Alcuno ha colpa,nemmeno tu.Solo la sorte!"Dandogli una pacca sulla spalla l'anziano cavaliere della Guardia Reale. Chantal,allora,pose la sua mano sull'elsa della spada,e con l'altra cercò la mano di Pierre fino a portarla sulla sua,fino a stringerla sul pomo e lasciare che finalemte impugnasse nuovamente la spada. Il cavaliere si asciugò la fronte sudata con l'avambraccio,inspirò profondamente e,brandita la spada,la sollevò al Cielo. Il sole si infrangeva sulla lama riflettendo tutto intorno bagliori luminosi come lunghi ed accecanti fili di luce,ed uno di questi si posò negli occhi di Chantal. La ragazza,per difendersi,indietreggiò e quel raggio luminoso le cadde sul collo,poi,man mano che arretrava di un passo,finì col posarsi,sull'ovale lucido e levigato che portava al collo,facebndolo risplendere del volto in esso ritratto.Era la Vergine. Il cavaliere,così,abbassò la spada e allungò la mano verso la catenina di Chantal,fino a sollevare il ciondolo per stringerlo nel suo pugno. "Avete ragione,padre.."Disse il cavaliere senza però staccare gli occhi da Chantal.."é con la spada che servirò le Milizie Celesti." In quel momento il vento si placò e le acque del fiume presero a luccicare mentre una nuvola bianca,maestosa come un altare si stagliava all'orizzonte ed invocava la preghiera. Quel ricordo si impossessò di Chantal repentinamente lasciandole l'amaro sapore della solitudine. Pierre,suo padre,figure importanti e tanto distanti da lei in quella notte. Come avrebbe voluto che sopraggiungessero a trarla in salvo,ma chissà dove erano in quel momento e se erano in pena per lei. Le vennero gli occhi lucidi. Quell'ovale,il cavaliere,suo padre..disgiunti eppure uniti,vicino a lei,stretti nel suo cuore e nella sua mente. Chantal fece volontariamente cadere i suoi occhi ancora una volta sul ciondolo che emergeva dal petto del fuggiasco e si strinse forte nella cappa,lasciando la mano dell'uomo e avvolgendosi nel caldo tessuto. E quando,impossessatasi nuovamente delle sue sensazioni ritornò a guardare Vayvet negli occhi,s'accorse che l'uomo era più sereno.Il suo volto,infatti,ora era asciutto,e le sue tempie appena accarezzate dalle ciocche tenute incuratamente e smosse dal vento,si tenevano salde,solo allora Chantal,memore delle ultime parole del fuggitivo,si fece coraggio di porgli una domanda.Con voce flebile e fioca,quasi racchiuse in un sussurro lasciò fluire le parole:"Una ferità così grave,milord,vi viene solo dal cuore..Chi vi causa tanto dolore?" Ultima modifica di Chantal : 23-02-2012 alle ore 03.53.27. |
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