22-02-2014, 02.53.32 | #881 |
Cittadino di Camelot
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L' arrogante cavaliere mi prese per il mento e assaporò con passione le mie coralline labbra. Rimasi con gli occhi spalancati. Poi, mi ripresi dall' atto improvviso e lo spinsi indietro con forza.
Disgustata ed indignata gridai: "Ma cosa vi è saltato in mente?....Avete perso il senno della ragione?...Vi divertite a prendervi gioco di me, non è vero!?!...Dovete solo ringraziare il Cielo che siete il figlio di Lady Isolde, altrimenti vi avrei già trasformato in una bella statua di ghiaccio!.....E poi...il mio canto lo faccio ascoltare solamente a Sir Riccardo!". Oh Riccardo, cosa avrei dato per averti qui con me! Se non avessi avuto questa maledizione, sarei rimasta con te a sfidare il Cavaliere della Morte. Eppure strano che il Cupo Mietitore ci avesse salvato e poi ti volesse portare via con lui. Comunque, io sono convinta che si è trattato di un errore e che il Mietitore ti abbia lasciato in vita. Lo sento....lo sento che sei ancora vivo. E chissà? Forse sei diventato il braccio destro del Cavaliere della Morte. "Allora?....Perchè mi avete baciata senza motivo?" chiesi ancora irritata da quel gesto. Strinsi con una mano il crocifisso celtico di oro bianco e mentalmente pregai Dio di aiutarmi. (IL MIO RICCARDO <3)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 23-02-2014 alle ore 00.55.16. |
22-02-2014, 19.24.44 | #882 |
Cittadino di Camelot
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La porta si aprii lentamente, entrai e la richiusi piano mentre la stanza appena in penombra era inebriata dalla musica dell'organo.
Rimasi addosso alla porta, per evitare qualcuno entrasse. Il pianista si accorse subito della mia presenza, smise di suonare e con stupore mi rivolse la parola, ora riuscivo a vederlo bene...era proprio il ragazzo del ritratto..il vero padrone del castello. Abbassai la spada, il cuore batteva in fretta, mille domande nella mia mente...perchè mai non dovevo vederlo? "Milord, mi chiamo Altea.." mi staccai dalla porta per parlare con lui, mi avvicinai a lui seduto in una seggiola di fronte all' organo "la gente del vostro Borgo mi ha spinto di proposito fin qui nel vostro maniero e non capisco il motivo...so tutto..tutto di ciò che vi è successo, lo sapete vero se mi scopre ora quell'uomo sono dei guai per me, mi ha intimato di rimanere qui fino il primo Venerdi del mese...ditemi, presto, in cosa consiste la vostra maledizione e che rimedio la può annullare...sono pronta a aiutare voi e quindi pure la gente di questo maniero e del Borgo..io stessa stavo per essere vittima di quella donna..quella strega e suo figlio...solo sono stata forte e non ho creduto in loro, ma nel Signore..ma è una lunga storia. Sono qui per salvarvi..non abbiate timore, lo sapete non posso rischiare, devo tornare immediatamente nella mia camera". Lo guardavo negli occhi e lui mi ascoltava turbato e in silenzio...era bello, il suo sguardo dagli occhi neri profondi era inquieto...ma perchè non si rivoltava contro quel uomo invece di rimanere qui fermo a suonare. Gli sorrisi leggermente..speravo si fidasse di me.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-02-2014, 20.32.24 | #883 |
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" Siete un gran Cavaliere...mi avete dimostrato che non state attentando alla mia vita........anche perchè credo che bastino le anime di tutti gli abitanti di questo posto......bene....andiamo allora..."......e così fu, la strada che porta al cimitero non era difficile da trovare era un pò fuori le mura del villaggio......spostai il cancelletto socchiuso, faceva rumore come se non fosse stato aperto da tempo, ed incominciammo a guardarci intorno.....c'era tanta gente sepolta, alcuni molto anziani altri giovani......ero presa dall'osservare i loro nomi e la data di nascita e di morte quando Daizer....mi ricordò per quale motivo fossimo andati a la cimitero quella mattina....." Siete come tutti gli uomini vi spazientite troppo presto.....non sto mica perdendo tempo tra le bancarelle del mercato.....avete di meglio da fare stamattina ?.....e poi quando dico che ho sognato e' perchè e' successo ed e' successo anche che mi e' stato detto dove troveremo la tomba......guardate lì ...sotto quell'albero di acacia....".....puntai il mio dito indice in direzione di un bellissimo albero di acacia...fiorito....una macchia di giallo meravigliosa, in un posto così desolato.........la vita con la morte......" C'e' un Angelo vegliante e la terza tomba a destra e' quella della persona in questione.....ha detto che se avessi pulito la sua lapide avrei potuto leggerne il nome......che facciamo andiamo a vedere ?......"........così mi inoltrai tra tombe intatte ed altre completamente distrutte, potevo vedere le ossa uscire dalla terra...sembravano mescolarsi le une con le altre.......sino a quando arrivai ad un meraviglioso Angelo Vegliante.......era una scultura bellissima.....ebbi la sensazione che si muovesse...che anche lui indicasse........mi dissi che erano le mele di Daizer......ed incominciai a contare....." Una...due e tre...".....mi voltai in modo che la tomba mi fosse proprio difronte..........la terra era smossa......ma non da poco...era secca,la presi tra le mani e sembrava sabbia.....andai verso la lapide....." Daizer......mi date una mano a vedere chi e' la persona a cui dobbiamo degna sepoltura ?......".......
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24-02-2014, 01.25.30 | #884 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Daizer, allora, avvicinatosi alla lapide indicata da Elisabeth, cominciò a rimuovere il terreno che attorno ad essa si era ammassato, strappando via anche gli sterpi e le radici che col tempo erano cresciute intorno a quella stele.
“Capire a chi appartiene” disse il contrabbandiere “non credo sia facilissimo... praticamente la lastra è tutta consumata dal tempo e dall'umidità... speriamo almeno ci sia qualcosa sotto questo terreno che ci dia indizi...” Daizer alla fine riuscì a liberare i bordi della lapide, tirandola così via dal terreno. Con un ramo pietrificato iniziò poi a scavare nella buca che si era venuta a formare. Dopo un po' riuscì a trovare una piccola sepoltura. Si trattava di una cassa di legno, coperta da cocci di tegole di terracotta. Tolse allora quella semplice copertura e con loro grande sorpresa i due scoprirono che la cassa era vuota. “Qualcuno è arrivato prima di noi...” mormorò Daizer. Tornò a fissare la lapide e si accorse che vi erano delle tracce. Qualcosa era stato inciso sulla pietra sepolcrale. “C'è una scritta...” cercando di pulirla “... ma non riesco a leggere cosa dice...” tirò allora qualcosa fuori dalla tasca. Era una mela. “Forse ho fatto bene a non mangiarla stamani...” cominciando a strofinarla su ciò che restava della scritta sulla lapide. E il rossastro succo causato dalla buccia della mela mise in evidenza alcune lettere sulla pietra. “Credo sia un nome...” cercando di leggere il contrabbandiere “... mi sembra... si, leggo... Comino... Comino Man... non è chiaro, non riesco a capire cosa ci sia scritto... ah, si, forse si... Comino Maniscalco...” Ad un tratto i due sentirono qualcuno canticchiare. Era un campagnolo che tornando dalla campagna sul suo carro canticchiava una canzone.
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24-02-2014, 01.26.04 | #885 |
Disattivato
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Annuii a Gufo Scarlatto, con gli occhi fermi nei suoi.
"Bene, la spedizione partirà domattina..." dissi semplicemente, per poi girarmi "Andiamo soldati..". Non degnai d'uno sguardo Guisgard, se era troppo altezzoso per accettare l'aiuto che gli veniva offerto, erano affari suoi. Io la mia parte l'avevo fatta, se al posto di ridermi in faccia avesse chinato la cresta, non sarebbe stato costretto a subire le angherie di Gufo Scarlatto. Per quanto mi riguardava, se l'era voluto. Non potevo certo biasimarlo, anche io avrei sopportato qualunque situazione pur di non dover dire grazie a nessuno. Ma ero certa che avrebbe rimpianto amaramente di non aver accettato la mia offerta di libertà. Pensava persino che lo volessi tenere per me. Questo significava una cosa sola: non mi aveva ascoltato. Avevo detto chiaramente che lo avrei liberato perché un cavaliere non può essere fatto schiavo. Ma probabilmente gli faceva comodo pensare così. Ripensai a Fraven, pensava davvero che mostrare ad un ragazzino come si tiene in mano una spada possa fare di lui un cavaliere? Se fosse così semplice lo farebbero tutti. Mi augurai vivamente che il piccolo seguisse le mie indicazioni così, con impegno e dedizione, sarebbe davvero diventato un cavaliere. Congedai i miei soldati, per poi salire le scale che portavano al piano nobile. Un flebile raggio di sole colpì la finestra, costringendomi a guardare la bellezza lussureggiante del giardino, avvolta nella calda luce del tramonto. Era tardi ormai, ancora poche ore e il giorno avrebbe lasciato posto alla sera. Quella sera. “Presto sarà l'alba...” fece lui “... e sarà giorno... ma ci sarò anche io domani ad assistere al tuo duello... se cercherai i miei occhi fra la folla, allora li riconoscerai... sta tranquilla, sarò prudente e nessuno potrà vedermi...” la fissò e sorrise “... quanto sei bella, Clio...” sospirò “... perderei la testa non solo per i tuoi occhi azzurri come il cielo, ma per ognuna di quelle tue cicatrici...” rise appena “... sei bella come la pioggia inclemente di questi giorni, che cela forme e colori, lasciando al cuore l'immaginazione per fantasticarci su...” le accarezzò dolcemente i capelli “... si dice che Amore adoperi delle frecce per le sue imprese... ma a te è servita una spada per trafiggermi il cuore...” il suo sorriso svanì ed i suoi occhi penetrarono ancor più in quelli di lei “... voglio sposarti...” mormorò “... si, sposarti... domani sera, lontano da tutti e da tutto... si, domani, dopo quel duello... così capirai quanto io mi fidi di te... di te e della tua abilità... così che tu non possa più dubitare che non ti vorrei diversa da ciò che sei, Clio...” ed un caldo bacio consacrò quelle parole d'amore. Per quanto ci provassi, non riuscivo a pensare ad altro. Se solo non gli avessi detto nulla del duello. Se solo non fossi andata da lui quella sera, sarebbe sano e salvo. Certo, forse staremmo ancora tenendo per noi i sentimenti. Ma avrei preferito saperlo salvo e indifferente, che innamorato e in fin di vita. C'era un unico posto dove avrei voluto essere. In poco tempo, raggiunsi la stanza dove giaceva Karel. Salutai i soldati di guardia, raccomandando loro di non abbandonare le loro posizioni, ed entrai. Filtrava a malapena un fascio di luce, ma potevo vedere chiaramente il suo viso. Trattenere le lacrime sembrava un'impresa impossibile. Mi inginocchiai accanto al letto, stringendo la sua mano, così pallida e fredda. Era terribile sentirsi impotente. Tutto ciò che potevo fare era pregare, e pregai in silenzio per lungo tempo, portando di tanto in tanto la sua mano alle labbra per un breve istante. Finchè capii, forse c'era qualcosa che potevo fare. Avrei dovuto farlo dal primo momento. Un voto. Un voto è molto più forte e potente di una preghiera. Troppo comodo chiedere senza dare nulla in cambio. Sguainai la spada e la appoggiai sul bordo del letto. "Salvatelo.." mormorai, pianissimo "E io rinuncerò a quest'uniforme, a questa spada che sono parte di me.. combatterò solo in caso di necessità.." restai a fissare il suo bellissimo viso "Preferisco essere una semplice donna e averti con me, che essere il miglior soldato di questo regno ma non vedere più i tuoi occhi.. ma se non è questo che volete, se c'è altro che posso offrirvi, allora mostratemi la via... sono pronta a fare qualunque cosa per salvarlo..." strinsi la mano "Ti prego.." mormorai tra le lacrime "Ti prego apri gli occhi.. ti prego torna da me...". |
24-02-2014, 01.32.23 | #886 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'uomo fissò Altea, sorrise appena e poi tornò a suonare.
Stavolta però era una musica lenta, quasi un sottofondo. “Forse non dovevate giungere qui...” disse su quelle note che scorrevano “... dovevate tenervi lontana da questo castello... ed anche da questa stanza, temo...” parlava con gli occhi chiusi, mentre le sue mani continuavano a scivolare sicure sui tasti dell'organo “... la maledizione...” mormorò “... è stata imposta per consentire a quell'essere grottesco di dimorare nel mio castello... ma oltre a dividerci questo maniero, dobbiamo spartirci anche il giorno e la notte... così, mentre lui dorme appena il Sole tramonta, io resto sveglio fino all'alba, per poi cadere addormentato quando il giorno comincia... allora lui si desta e resta sveglio fino al giungere di una nuova notte... e così sarà, fino alla morte di entrambi...”
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24-02-2014, 01.56.00 | #887 |
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Clio era là, al capezzale di Karen.
Lo fissava nel suo silenzioso pallore, reso quasi irreale nell'incerto chiarore dell'unica candela che, accanto al letto del principe, illuminava la stanza. Ad un tratto la ragazza udì dei passi. Era Nestos. “Sono riuscito a far scendere un po' la febbre...” disse lui “... l'impacco che ho preparato dovrebbe arrestare almeno in parte l'infezione...” sorrise lievemente alla ragazza “... perdonate, ma non ho potuto evitare di ascoltarvi... l'amate... e molto... da piccolo mi piaceva leggere una poesiola... ora non ricordo più i versi esatti, ma parlava di un Fiore... un Fiore Azzurro, capace di guarire i mali del cuore... ed il vostro sanguina, milady... ma sono certo che le vostre preghiere verranno ascoltate lassù...” Ma proprio in quel momento si udì un spaventoso boato, che fece sussultare l'intero palazzo. Un attimo dopo grida disperate e voci confuse si udirono giungere da ogni dove.
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24-02-2014, 02.08.12 | #888 |
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A quelle parole risentite di Eilonwy, il giovane cavaliere rise.
“Si, una statua di ghiaccio...” disse divertito “... ma poi la vostra bellezza ed il vostro fascino sapranno di certo farlo sciogliere quel ghiaccio.” E le fece l'occhiolino. “Comunque” fece poi “vi ho baciata perchè quando vedo una bella ragazza, poi non so resistere...” prese la mano di lei e la baciò “...e posso dire che le vostre labbra hanno un sapore dolcissimo... come un frutto acerbo in superficie, ma che poi, sotto la buccia, nasconde una polpa simile al più armonioso dei nettari...” baciò ancora la sua bianca mano “... chi sarebbe questo sir Riccardo?” Chiese poi alla ragazza. “Forse un mio rivale nella corsa al vostro cuore?”
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24-02-2014, 02.18.06 | #889 |
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Guisgard fu portato via dai mercenari di Gufo Scarlatto.
Tornarono alla loro caserma ed il cavaliere fu condotto nelle prigioni, dove si trovavano altri uomini. Erano perlopiù disertori che avevano tentato di lasciare la compagnia e prigionieri catturati in battaglia. Qui Guisgard fu legato ad un palo di legno. “Con te” disse Gufo al cavaliere “ho sbagliato sin dall'inizio... si, ho cercato di andare d'accordo, di farti essere uno dei miei, quando invece avrei dovuto usare la frusta... ma io non commetto mai due volte lo stesso errore... ora capirai che ogni mio ordine qui è legge... stanotte perderai ogni possibilità di tornare un uomo libero...” Uno dei suoi, infatti, stava arroventando un ferro tra carboni roventi. “Ora ti marchierò a sangue...” continuò Gufo “... si, imprimerò il segno infamante degli schiavi per sempre sulla tua pelle... e lo premerò così forte, da arrivare a marchiarti anche le carni...” prese allora il ferro dalle mani del suo soldato e si avvicinò a Guisgard. Un altro di quei mercenari strappò la giubba del cavaliere, lasciandogli la schiena nuda. Guisgard fissava il ferro rovente che si avvicinava sempre più alla sua pelle per segnarlo per sempre. Ma proprio in quel momento si udì una devastante esplosione, che sembrò quasi lacerare le solide mura della caserma. “Cosa accade?” Urlò Gufo. “Un'esplosione, capo!” Rispose uno dei suoi. I mercenari corsero allora fuori a vedere, lasciando un solo uomo di guardia ai prigionieri. Ma approfittando della confusione, Guisgard, che aveva gambe e piedi liberi, con un calcio colpì alle spalle il mercenario di guardia, tramortendolo. “Presto...” rivolgendosi poi ad uno dei prigionieri “... cerca nei suoi vestiti le chiavi per uscire di qui... ma prima col suo pugnale taglia le corde che mi tengono legato a questo palo!” Un attimo dopo Guisgard era libero. “Cosa facciamo?” Chiese uno di quei prigionieri. “Non sappiamo neanche cosa può essere successo là fuori...” “Qualsiasi cosa sia successa” fece Guisgard “è per noi assai opportuna...” “Cosa vuoi dire?” “Che ora torneremo ad essere liberi...” fissando tutti loro il cavaliere “... andiamo e cerchiamo come uscire da questo posto!”
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24-02-2014, 11.19.21 | #890 |
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Stava per baciarmi in modo galante la mia pallida mano, ma subito la ritirai con freddezza.
"Fate poco lo spaccone e il seduttore con me, perchè non ci casco!.....Chi è Sir Riccardo?....E' il mio amato promesso sposo..." dissi mentendo"....E adesso portatemi da vostra madre. Non sono venuta qui per perdere tempo con voi!" Detto questo lo guardai negli occhi.
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