12-10-2010, 03.33.58 | #81 |
Viandante
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Questa non ci voleva... non è lei la terza donna, pensava tra sé Arowhena... lei ne era certa, lo sapeva!.. Temeva che la ragazzetta sarebbe stata di intralcio... il pericolo maggiore... la coterie non avrebbe seguito le tracce ma sarebbe stata seguita... sarebbero state delle esche.
- Principe Frigoros, chiedo permesso di unirmi alla compagnia al fine di portare a termine la missione. Le mie conoscenze, la mia esperienza e le mie arti non potranno che giovare. Chinò il capo con garbo ma continuando a guardare fisso negli occhi il principe in attesa di un segno di assenso.
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12-10-2010, 03.36.07 | #82 |
Cittadino di Camelot
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Dukey gli era sfilato accanto, dopo quelo lungo sguardo d'odio.
"Presto ci ritroveremo noi due...", gli aveva sussurrato. "Non vedo l'ora!" aveva riso Morven, di rimando, un attimo prima che quel farabutto lasciasse la sala con i suoi uomini. Quando l'atmosfera si fu quietata, Morven si guardò intorno con aria soddisfatta. Era riuscito a non estrarre la spada nemmeno al culmine di quel momento. Era riuscito a contenere il caos... un vero cavaliere sa quando è il momento di estrarre la lama, e quando è il momento di ritirarsi nella sua tenda... si ripetè lentamente. Poi la sua attenzione fu catturata da una giovane donna, che con impeto e passione stava rivolgendo una preghiera al principe. Vide gli occhi dell'uomo inumidirsi, guardandola con affetto, e una volta di più fu colpito dal dolore che emanava dalla figura di quel nobile. Morven si era unito a quella compagnia per superbia e quasi per scommessa con se stesso, ma ogni giorno che passava, ciò che vedeva lo convinceva sempre più che quella era la sua missione, la sua personale ordalia. Si accostò piano a Belvan, in attesa di conoscere le intenzioni del suo capitano.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 12-10-2010 alle ore 09.33.42. |
12-10-2010, 03.37.19 | #83 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Frigoros sospirò, temendo che l'aver accontentato la sua pupilla portasse un grande pericolo.
Poi, fissando Arowhena: "E sia, mia signora. Ho fiducia nelle vostre conoscenze. Vi do il permesso di unirvi a loro." "Bene, direi di uscire subito dalla città." Disse Belvan. "E' giorno e non dovremmo correre grossi rischi." Si voltò allora verso i suoi. "Voi due, verrete con me..." indicando Morven e Cavaliere25 "... gli altri aspetteranno qui il nostro ritorno." E salutato il vecchio principe e tutta la corte, i cinque si recarono verso l'uscita del palazzo. Ma mentre raggiungevano la grande porta, furono avvicinati da Dukey ed alcuni dei suoi. "Lady Talia..." disse il superbo cavaliere "... uno dei miei uomini mi ha detto che avete espresso il desiderio di vedere il bosco..." rise malizioso ed aggiunse "... bastava chiederlo a me... sapete che più di una volta vi ho invitata a visitarlo la notte con me..." "Andiamo, milady." Intervenne Belvan. "Il principe attende con ansia il vostro ritorno. Non vale la pena perdere altro tempo." Dukey fissò con rabbia i tre cavalieri venuti da Camelot. "Presto avrete ciò meritate, cani..." mormorò a bassa voce.
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12-10-2010, 03.49.49 | #84 |
Cittadino di Camelot
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Morven fissò Dukey e rise.
"Mio signore, vi giuro che mi conserverò in vita ed in buona salute al solo scopo di vedere quel giorno!"
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12-10-2010, 03.50.17 | #85 |
Cittadino di Camelot
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Uscendo dal palazzo ci imbattemmo in Dukey e i suoi... mi faceva venire i brividi quel cavaliere, la sua arroganza, la sua malizia mi tormentavano da tempo... ma la sua irascibilità mi costringeva ad esser cauta...
"Siete quanto meno inopportuno, signore!" risposi rigida "Potreste almeno mostrare un po' di rammarico per il flagello che ci sta colpendo, un po' di pietà per le nostre vittime..." In quel momento sir Belvan intervenne, spingendomi via... ne fui sollevata.
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12-10-2010, 04.09.18 | #86 |
Viandante
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Arowhena si mosse dunque con gli altri.. sarebbe stata una buona occasione per conoscere i nuovi compagni. Si guardò intorno, che visi seri, provati... Le porte si spalancarono per permettere a Belvan e ai suoi di uscire. Nel momento in cui il vento autunnale entrò nella sala, portò con sé l'odore della terra bagnata da alcune gocce di pioggia, e delle foglie cadenti dagli alberi maestosi... La folata di vento aveva un odore così piacevole ed ella iniziò a cantare accompagnata dal suo liuto.. L'avventura non doveva iniziare nel segno del cattivo umore... negatività chiama altra negatività!
Il canto dunque lo dedicò all'Autunno, ai suoi odori, ai suoi colori e sapori: Dischiuse le labbra morbide: " Stagione delle nebbie e della molle fecondità, stretta amica del cuore del maturante sole; che cospiri con lui per caricare e beare di frutti le viti che intorno alle grondaie corrono; per piegare sotto le mele i muscosi alberi della capanna, ed empire tutti i frutti di maturità fino al torso, per gonfiare la zucca, e arrotondare i gusci delle nocciuole con un dolce nòcciolo; per far gemmare altri e ancora altri, più tardivi fiori per le api, finché esse pensino che i giorni tepidi non finiranno mai, perché l’Estate ha colmate fino all’orlo le loro viscose celle." Arowhena si accigliò un momento: -Dukey, non disturbare il tempo! Lo disse istintivamente, non lo temeva e in quel momento, col suo comportamento, stava davvero interrompendo la poesia, il momento, l'augurio del buon auspicio. Dunque continuò il suo canto, facendo finta che non esistesse: "Dove sono i canti della Primavera? Sì, dove sono essi? Non pensare ad essi; tu hai la tua musica pure, mentre nuvole a sbarre fioriscono il giorno che lento muore, e toccano i piani di stoppie con una rosea tinta"... Il canto era così piacevole che il vento decise di portarlo con sé e farlo sentire fin nei luoghi più lontani...
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12-10-2010, 04.33.59 | #87 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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I cinque allora uscirono dal palazzo e poi, poco dopo, dalle mura della città.
"Che bellissimi versi, mia signora." Disse Belvan ad Arowhena. "Vi osservavo prima a corte e sono rimasto affascinato dalle vostre conoscenze... sogni, poesia... i miei rispetti, milady." E così, seguendo le indicazioni di Talia, che ben conosceva quei luoghi, i cinque giunsero nel bosco. Vi arrivarono nel pomeriggio e gli alti e densi alberi, intrecciandosi fra loro, sembravano voler racchiudere quel mondo in un'abbraccio che anche il Sole faticava a squarciare. E così, già verso la metà del pomeriggio, la luce cominciava a celarsi ai cinque intrepidi. Ad un tratto come un fruscio si udì nell'aria. "Silenzio..." disse Belvan. Restò un attimo ad osservare e ad ascoltare ciò che lo circondava. Ad un tratto il bosco sembrò tacere. Come se i suoi suoni, i suoi versi, persino l'alito del vento, fossero svaniti in un silenzio irreale. "State in guardia..." sussurrò ai suoi compagni Belvan "... non siamo soli..."
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12-10-2010, 04.37.44 | #88 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel frattempo, sull'antica strada che dalla Cornovaglia conduceva verso Nord, due figure cavalcavano fianco a fianco.
"Ho lo stomaco vuoto come un sacco pieno di vento! Avrei dovuto fare il frate e vivere beato in convento!" Si lamentò Iodix. Guisgard sembrava invece indifferente ai lamenti del suo compagno, intento com'era a suonare la sua ocarina. "Mio signore, dove siamo diretti? E questi luoghi? Come son detti?" "Non sono il tuo signore..." disse Guisgard smettendo di suonare "... non hai più l'anello al collo, sei un uomo libero..." Ad un tratto però, i due avvistarono una carrozza danneggiata e senza più i cavalli. Avvicinatisi, si accorsero che vi era un uomo seduto ai piedi di un grosso albero. E dagli abiti riconobbero che era un chierico. Un domenicano. "Cosa è accaduto qui?" Domandò Guisgard. "La mia carrozza è stata assalita da un ginghiale." Rispose il domenicano. "Il mio cocchiere è fuggito, inseguito da quella bestia, ma sono rimasto solo, senza più cavalli..." "Già, vedo..." "Benedetti figlioli... mi accompagnereste al borgo più vicino?" Chiese il domenicano. "Padre, non conosciamo queste terre" rispose Guisgard "e in realtà vaghiamo alla fortuna, senza scopo e senza meta." "Viandanti, si, senza sosta, che sia terra. o che sia costa!" Recitò Iodix. "Allora la Divina Provvidenza corre in nostro aiuto." Disse il domenicano. "Fornendo a voi uno scopo ed a me un passaggio." Guisgard scambiò uno sguardo col suo compagno di viaggio. "Andiamo, padre..." lo invitò sorridendo "... montate sul cavallo del mio compagno. Lui verrà in sella con me." "Che Dio vi benedica, figli miei!" Esclamò il domenicano. "Io sono frate Ludovico, ma potete chiamarmi tranquillamente Cappellano, il mio ruolo nel convento da cui provengo." E partirono verso una meta che appariva loro ignota.
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12-10-2010, 09.42.23 | #89 |
Cittadino di Camelot
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Il silenzio innaturale del bosco. Era talmente ingombrante da caricare il cuore di un fardello.
Morven vide e sentì, e percepì la tensione di Belvar, mentre sussurrava "State in guardia... non siamo soli..." Così si acquattò, fece scivolare piano la mani sull'erba, attirò a sè prima una spada, poi l'altra. Con un movimento lesto raggiunse il fianco del suo capitano e cercò di scrutare con lo sguardo il punto del bosco verso cui questi stava guardando. Il bosco, insieme a loro, sembrava trattenere il respiro. Morven poteva intuirne l'anelito vitale, profondo. Sposò quella sensazione, quel battito che gli arrivava dall'erba, dagli alberi... calma, calma... rallenta il cuore... non disturbare il silenzio... misura il respiro... osserva e ascolta... trattieni il fiato e preparati al balzo!
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12-10-2010, 12.43.23 | #90 |
Cittadino di Camelot
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Mi ero concessa un attimo di tregua per poter riflettere..mio zio non avrebbe mai acconsentito ad unirmi alla nobile compagnia..tuttavia non potevo dimenticare lo sguardo di quella donna che piangeva la morte di mia cugina come fosse una sorella di sangue...l'avevo vista spesso a palazzo...milady..milady..si Talia ecco Talia era il suo nome..dovevo parlarle..dovevo uscire da quella prigione dorata...mi congedai cosi dal mio adorato zio dicendo di stare poco bene...rientrai in camera e, preso il mio mantello, scesi le scale del palazzo in punta di piedi. Assicuratami poi che non mi vedesse nessuno, usci fuori cercando di trovare le tracce della donna e del fido Belvan...nella mia stanza giaceva in bella mostra un biglietto scritto di mio pugno indirizzato al mio dolce zio...
"Caro zio sapete quanto grande è l'affetto e la stima che mi lega a voi..sono scappata cosi perchè voi non mi avreste mai permesso di uscire oltre il palazzo...devo scoprire la verità su Eileen..non sono più una bambina...so che è difficile ma vi chiedo umilmente di non essere arrabbiato e di pregare per me...vi abbraccio, la vostra adorata nipote Rainbow"
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lady rainbow Ultima modifica di lady rainbow : 12-10-2010 alle ore 13.15.24. |