01-09-2011, 23.42.02 | #81 |
Cittadino di Camelot
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" Si sono io"
Avete detto una baronessa? ditemi quel nome per favore..."
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
01-09-2011, 23.45.30 | #82 |
Cittadino di Camelot
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<<Non ricordo perfettamente.. Però so che era amica di Lord Tudor..>>
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"And all i want is the taste that your lips allow, my my my , Give me love" |
02-09-2011, 01.55.58 | #83 |
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Chantal vide lo zio ritirarsi in gran fretta nel suo studio,pensò che dovesse essere molto preoccupato per quanto stava accadendo nel paese ad opera dei Repubblicani,e lasciò che si congedasse senza trattenerlo con i suoi pensieri.
Raggiunse la facoltà. Gli ingressi erano assediati e sbarrati da folle studentesche che formentavano ulteriormente il clima di rivoluzione. L ragazza si presentò:"Sono Chantal de la Merci,nipote di Padre Adam,mi sto portando presso la sua cattedra." E potè entrare,ma l'ordine non vigeva più da alcuna parte,la biblioteca come le sale erano gremite di studenti che tenevano comizi ed assemblee per rendere noti gli ultimi avvenimenti nel paese. Le lezioni non si sarebbero svolte in quella mattinata,vigeva sconcerto ed incredulità tra discenti e docenti,ma anche esaltazione per quanto stava mutando,qualcuno esprimeva persino ilarità per la vittoria dei Ginestrini sui Pomentini.Ovunque si mormorava di De Jeon,e si facevano i nomi di Oxio e di Missan ad affiancarlo,quest'ultimo Chantal lo conosceva,era un uomo dedito alla filosofia che figurava tra i maestri delle Arti,sapeva della sua abilità in materia folosofica,ma anche della sua affabilità di poeta.Stentava a credere che ora spalleggiasse De Jeon nella rivolta. Si vociferava dell'arresto di Jean De July,rappresentante dei Pomentini,ma anche del disperato tentativo di fuga di quegli aristocratici in cerca di asilo oltre la Manica e ai quali erano stati confiscati tutti i beni in nome della libertà e dell' uguaglianza del popolo. Tra gli arrestati spiccavano i nomi di figure legate al duca de Beauchamps, e del vescovo di de Touls,con le accuse,mosse dai Rapubblicani,che il Clero e l'aristocrazia avessero permesso tacitamente che il popolo versasse nella miseria e nella fame pur avendo servito fedelmente le caste privilegiate. Tutto questo sconcertava la ragazza,la quale temeva per quanto potesse accadere anche a suo zio,Padre e precettore. Un brivido le percorse la schiena,la figura a lei più cara,che aveva servito il prossimo con la carità e diffondendo le sue conoscenze,ora poteva essere in pericolo qualora i Ginestrini avessero fatto tabula rasa. Verso mezzogiorno lasciò l'accademia,ripensò,lungo tutto il viaggio,a quanto stesse accadendo ad Ostyen,designata ora come capitale della neonata Repubblica di Magnus. "Animos."Pronunciò a bassa voce,"cosa accadrà alle sue genti.." Rimase a lungo pensierosa per tutto il tragitto. Poi fece le sue riflesioni su quanto fosse insolito che in un luogo di rivoluzione stesse sopraggiungendo,in quelle ore, un carrozzone di attori itineranti.Per un momento pensò che il loro fosse un mondo a parte,un mondo che non conosceva le miserie umane,la corruzione,la gerarchia,la necessità di accumulare beni,ma che quegli uomini e donne,i cui volti erano spesso celati dietro una maschera,vivessero unicamente per realizzare se stessi,e portare il luccichio dei lustrini nei sogni della gente di ogni dove.Ed ora la Divina Provvidenza li aveva fatti sostare nella sua terra.E le piacque il pensiero che le strade,finalmente,potessero essere attraversate dalla musica,dai canti,dalle risate e dalle farse in costume. "Attori",pensò."Gran bel mestiere..un po' come i sognatori.Forse loro davvero conoscono il modo per portarsi su una nuvola e fare di essa la propria casa." Proseguì il viaggio in silenzio,nella mente scorrevano le immagini del teatro che le aveva tenuto compagnia per lunghe stagioni nella sua fanciullezza."Chantal de La Merci",il nome le affiorò alla mente. Da qualche parte doveva aver conervato i copioni delle prime rappresentazioni,da Aristofane,a Menandro col suo Heros,a Euripide e la sua Medea..quante volte quei copioni stropicciati li aveva raccolti e tenuti da parte. Ma ora,ora le luci si erano spente e non si recava più a curiosare dietro il sipario da quando aveva intrapreso la facoltà di teologia. "Certe cose si interrompono..perchè?"Ma non seppe darsi la risposta".Forse perchè i cambiamenti sono necessari,talvolta,chi lo sa."Si poneva molte domande senza riuscire a darvi una risposta.Sorrise,sebbene quel riso tradisse amarezza,e tra sè aggiunse:"Del resto,come diceva Platone nell'Apologia di Socrate..una vita che non si pone domande non merita di essere vissuta". Il vento le sfiorava il viso,i capelli raccolti si scompigliavano nonostante ella cercasse si accomodarli di continuo dietro le orecchie,la luce del giorno cominciava ad indorarsi di quei caldi colori di fine estate che adornano di splendore le ore pomeridiane. Pensò a suo zio, ai suoi occhi azzurri e vispi che sembravano aver fatto chiassà quali scoperte ogni giorno che passava.Ma egli era così,infaticabile studioso,percorso dal desiderio di meraviglie.Un tempo,da giovane,doveva essere stato anche lui un gran sognatore.E,forse,Dio lo aveva sempre privilegiato,infondedogli il desiderio di crescita e conoscenza. Ultima modifica di Chantal : 02-09-2011 alle ore 02.29.50. |
02-09-2011, 02.02.21 | #84 |
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La carrozza con i prigionieri giunse allora presso un vecchio ponte sospeso su un corso d’acqua che scendeva dai monti vicini.
Qui però fu in breve bloccato da un gregge di pecore che, venendo dall’altro lato del ponte, aveva ostruito il passaggio. “Ehi, tu!” Urlò uno dei conducenti al pastore. “Levati di mezzo e lasciaci passare!” “Togliti tu!” Rispose seccato il pastore. “Tu guidi due cavalli, io un gregge di pecore!” In breve i tre arrivarono allo scontro verbale. I due soldati che scortavano la carrozza allora tentarono di sedare la cosa, ma una voce improvvisa, proveniente da sotto il ponte attirò il loro interesse: “Viva il principe di Animos!” Questa voce fu udita anche all’interno della carrozza e Giselle fissò turbata Melisendra. Un attimo dopo si udirono degli strani rumori provenienti da fuori. Probabilmente una colluttazione. Poi, dopo un momento di silenzio, la porta della carrozza si aprì. “Presto, signori.” Disse un uomo abbigliato da pastore e col capo quasi del tutto coperto da un cappello tipicamente corso. “Non abbiamo molto tempo!” Così, Melisendra, Giselle, il vescovo e il nobiluccio furono fatti salire su un carro coperto da uno spesso telone. “Cosa accade, madame?” Chiese Giselle alla sua padrona, appena tutti loro furono rinchiusi in quel maleodorante carro. “Che questo carro sia Caronte che ci conduce negli Inferi?” Mormorò con una smorfia d’orrore il nobiluccio. “O forse ci conduce in Purgatorio….” disse il vescovo.
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02-09-2011, 02.33.59 | #85 |
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Mentre Chantal camminava nei lunghi corridoi dell’accademia, tra aule gremite di giovani esaltati ed eccitati dai nuovi venti di libertà e cambiamento, strane sensazioni percorsero il suo animo.
E quelle sensazioni non abbandonarono il suo cuore nemmeno quando uscì da quel luogo. Si incamminò allora verso casa e sulla stradina che conduceva verso la sua dimora notò qualcosa di strano. Un ragazzino, dagli abiti sgualciti e consumati, la precedeva di qualche passo, per arrestarsi, una volta raggiunta la casa della ragazza, a poca distanza dal cancello d’entrata. Fissava le alte vetrate che davano all’interno, come a voler scorgere qualcosa o forse qualcuno. Poi, ad un tratto, si accorse dell’arrivo di Chantal. E dopo un attimo di esitazione le si avvicinò. “Perdonatemi, mademoiselle…” togliendosi il cappello “… cercavo un uomo… io… io sono un amico, non dovete temere… e sto cercando…” in quel momento si guardò intorno, come preoccupato di essere udito da qualcuno “… padre Adam de La Merci… sapreste indicarmi dove trovarlo?”
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02-09-2011, 02.35.12 | #86 |
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Mi ero faticosamente arrampicata sul carro. Mi girava la testa e non riuscivo a comprendere ciò che stava accadendo.
"Non lo so, Giselle..." mormorai "Potrebbero essere la nostra salvezza o un'altra avversità che il destino ci manda..." Cercai di guardare i loro volti sbirciando attraverso il telo. Improvvisamente tutto divenne lontano e i suoni ovattati e indistinti. Mi sentii mancare.
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02-09-2011, 02.43.17 | #87 |
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"Buonasera a te,gentiluomo,da dove provieni?Davvero sei amico di Padre Adam?"Sorrise chinandosi su di lui.
"Vieni quì,conosci questa casa?"Gli chiese,non certo priva di stupore per quella inusuale presenza,ma,del resto,lo zio aveva sempre frequentato le case del paese per portarvi la sua benedizione. "Mi riveli il tuo nome,così posso annunciarti a Padre Adam?" E gli cercò la mano per condurlo in casa con sè. Quell'incontro inaspettato e piacevolissimo la distolse dalle sue elucubrazioni di qualche momento prima. |
02-09-2011, 03.10.27 | #88 |
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Intanto, poco più avanti, dove sorgeva la porta d’accesso di Ostyen, un gruppo di soldati presidiava il passaggio.
Un robusto contadino, con passo deciso si avvicinò ad un dei soldati mostrando un lasciapassare. “E così” mormorò il soldato leggendo il documento “siete un contadino del Sud…” “Si, signore.” Annuì il contadino. Una fugace occhiata partì dal soldato verso i suoi commilitoni e con gesto improvviso strappò cappello e parrucca al contadino. “E così volevi farmela, eh?” Ridendo il soldato, mentre le altre guardie bloccarono il falso contadino. “Un contadino del Sud non può avere un pancione così grosso, mio caro chierico! Vi siete ingrassati alle nostre spalle ed ora vi sarà presentato il conto! Quanto a questa…” mostrando la parrucca “… la terrò io, perché a te domani non servirà più!” E tutti i soldati risero. “E sta bene, tenente…” con un amaro sorriso il chierico “… sarà un piacere per me domani fare la conoscenza di monsieur il boia… l’ultimo uomo vero rimasto in questo folle paese… ed io ora vi dico… Gloria all'Altissimo e sempre viva il principe!” “Portatelo via!” Ordinò il tenente dopo averlo colpito al capo. “Eh, voleva farmela, quel dannato!” Disse il militare ad uno dei suoi. “Questo è il terzo chierico che scopro in un mese! Ormai li riconosco a naso!” E rise forte. Poco dopo arrivò un carro. “Guardate…” cominciò a ridacchiare il conducente, un uomo con un mantello ed il capo celato per metà da un cappuccio e per l’altra metà da una folta e riccia barba nera “… guardate la mia frusta… tutta fatta con le ciocche di vescovi, monache e persino cardinali… questa è del vescovo Marais… questa è della badessa del monastero di Saint Just… questa invece è appartenuta al cardinale De Graven Boluis…” “Il lasciapassare, sacco di letame!” Lo interruppe seccato il tenente. “Eh… mi crede un prelato!” E scoppiò a ridere. “Ma fate bene, tenente… fate bene… la prudenza non è mai troppa… mai troppa… ecco il mio lasciapassare…” “Dobbiamo controllare anche il carro…” fece il militare “… qui c’è scritto Renault e nipote… dove si trova tuo nipote?” “E’ nel carro, il mio povero nipote…” “Perché dici povero?” “Perché è malato…” scuotendo il capo Renault “… ha contratto la terribile peste nera… sta disseminando bubboni e brandelli di carne per tutto il paese… povero nipote mio…” “Cosa? La peste?” Esclamò il tenente, tirando malamente il lasciapassare al conducente del carro. “Dannato maiale, lercio e sudicio! Chi ti ha detto di passare da qui? Vattene via! E se ritorni in città, ti sgozzerò come il porco che sei!” “Va bene, tenente, va bene… andrò via… ma tornerò…” mormorò Renault, per poi frustare il suo cavallo e ripartire. Nel carro, intanto, i prigionieri avevano udito ogni cosa. “Forse siamo salvi…” sussurrò a Melisendra e agli altri il nobiluccio. “Madame, sia lodato il Cielo!” Esclamò Giselle fissando la sua padrona.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 02-09-2011 alle ore 03.20.51. |
02-09-2011, 03.39.03 | #89 |
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Mi sventolai con un fazzoletto. Feci qualche profondo respiro e mi strinsi a Giselle.
Stavo crollando. Mi senti improvvisamente di nuovo una bambina, la bambina spaventata che andava a infilarsi nel letto della sua balia, quando gli incubi mi impedivano di riposare. Quell'incubo sarebbe mai finito? Guardai Giselle. Era spaventata quanto me. "Ma chi sono questi uomini?" domandai.
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02-09-2011, 04.02.45 | #90 |
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“Forse sono degli Angeli, madame…” sussurrò Giselle accennando un sorriso a Malisendra.
“Forse sono uomini mandati dal re di Francia, o forse di Spagna per liberarci! Potrebbero essere anche sudditi del re di Napoli, che da sempre amministra quelle terre per conto del Papato!” Disse il nobiluccio. “O magari sono inglesi! Ormai tutta l’Europa odia questi sporchi rivoluzionari!” Poco dopo, alla porta d’ingresso di Ostyen, un gruppo di saldati giunse al posto di guardia. “Chi comanda qui?” Chiese il capo di quel manipolo appena giunto. “Io, capitano.” Rispose il tenente che aveva fatto passare il carro di poco fa. “Tra breve passerà di qui un carro guidato da un maleodorante villano…” fece il capitano “… fermatelo ed arrestatelo.” “Ma… è già passato… il lasciapassare era in regola…” “E avete controllato il carro?” “No… dentro c’era suo nipote con la peste… volevate forse che mi prendessi…” “Miserabile idiota!” Lo interruppe furioso il capitano. “Pazzo, imbecille! Volevo solo che usassi il cervello! Quello che tu credevi essere suo nipote, erano in realtà due aristocratici ed un chierico!” “Che io sia dannato!” Esclamò il soldato. “E quel villano incappucciato?” “Era una spia!” Con rabbia il capitano. “Presto lasciateci passare! Avanti, possiamo ancora riprenderli!” Disse ai suoi. E galopparono via, sulle tracce del carro con i suoi preziosi passeggeri. Poco dopo, dall’interno di quel carro, i suoi passeggeri udirono la corsa dei cavalli. “E’ la guardia repubblicana!” Esclamò il nobiluccio, sbirciando dal telone. “Ci stanno inseguendo! Siamo perduti!” Alcuni istanti dopo i soldati raggiunsero e circondarono il carro, che arrestò così la sua corsa. Un momento dopo il telone del carro si aprì ed apparve un soldato repubblicano che cominciò a fissare Melisendra, Giselle, il vescovo ed il nobiluccio.
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