13-01-2016, 03.35.00 | #81 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ad un tratto arrivò un servitore.
“Prego, signori...” disse ai mercenari “... abbiate la compiacenza di seguirmi. Sua signoria desidera che pranziate con la sua corte. Prego, da questa parte.” “Sentito che roba?” Kostor divertito a Clio. “Siamo già diventati signori!” E seguirono il servitore.
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13-01-2016, 03.37.35 | #82 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Davvero” disse la nana a Gwen “avete tutto ciò che vi ho chiesto? Ne siete certa? Voglio dire... siete sicura che ognuno degli ingredienti richiesti soddisfi le condizioni che vi ho detto? Perdonate, ma devo essere sicura. Il mio padrone si indispone facilmente quando si tratta del suo giardino...”
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13-01-2016, 03.40.34 | #83 |
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"Tu non aspettavi altro, eh, canaglia?" risi, divertita.
Risi a quella parole di Kostor. Si mangiava finalmente. Ero davvero curiosa di incontrare questo barone, e di capire che tipo fosse la sua corte. Ne avevo viste molte, dopotutto, anche se nessuna era come la corte ducale di Miral, pensai con una fitta al cuore. Scacciai quel pensiero con un gesto della mano, quasi impercettibile. Perché diavolo mi era venuto in mente? Tornai al presente e seguii gli altri verso la sala da pranzo. "Comportatevi bene, mi raccomando..." guardando i Montanari con uno sguardo divertito che voleva essere serio. "Di certo qui il vino buono non manca.." sorrisi. |
13-01-2016, 03.41.10 | #84 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Mi spiace di avervi fatta rattristare.” Disse Jean a Dacey, che però apparve poi subito insofferente alle ultime parole della ragazza. “Comunque sono certo che il vostro soggiorno qui sarà sicuramente piacevole. Dopotutto siete ospite, non certo prigioniera. Vedrete che non vi occorrerà alcun miracolo.”
Arrivò il servo col sidro di mele e Jean ne offrì un bicchiere alla ragazza.
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13-01-2016, 03.47.13 | #85 |
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<< Un'ospite? Gli ospiti possono decidere quando andarsene... Dubito di avere questo privilegio o mi sbaglio? >> gli risposi seccatamente prendendo il bicchiere senza bere all'inizio.
<< Perché nessuno può dirmi cosa ci faccio qui? Mi avete chiesto della mia isola, stavo camminando sulla spiaggia, senza far male a nessuno e degli uomini mi hanno rapita e sono arrivata qui... E mi chiamate ospite?>>
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13-01-2016, 03.48.23 | #86 |
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"State tranquilla. Raccolgo personalmente tutto ciò che trovate in questa erboristeria, potete starne certa" annuendo.
Giardino... in che senso? Ad un certo punto mi feci coraggio e glielo chiesi. "Perdonate, ma..." esitante "Chi è il vostro padrone? Sì, insomma... voglio dire... ha fatto delle richieste piuttosto insolite, nessuno richiede quelle erbe, infatti ho dovuto attingere alla mia scorta personale e non a quella del negozio, poichè è raro che la gente le conosca..."
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13-01-2016, 04.11.07 | #87 |
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Prima che Jean riuscisse a rispondere a quelle parole di Dacey, ammesso che ci fosse una risposta da dare alla ragazza, una porta del salone si aprì di colpo ed apparve una figura.
Il suo abito era fatto di stoffa assai pregiata. Il mantello con il cappuccio era del miglior tessuto di Fiandra e ricadeva in ampie pieghe aggraziate sulla sua figura robusta, per quanto un po' troppo corpulenta. Come il suo vestire rivelava ben poco disprezzo per le vanità del mondo, così il comportamento mostrava ben pochi segni di privazione. I suoi lineamenti potevano essere definiti semplici, comuni. Per altri aspetti, il rango e l'apparire gli avevano insegnato a controllare i suoi modi, così che poteva assumere un'aria solenne a piacimento, anche se la sua naturale espressione era bonaria e consueta. Eppure molti uomini riconoscevano nel barone una spregiudicata avidità mescolata ad un estremo disprezzo per ciò che non si plasmava alle sue opinioni. Le maniche del suo abito erano foderate e bordate da sontuosa pelliccia, la mantella era chiusa al collo da una spilla d'oro e tutto l'abbigliamento era rifinito e decorato come chi vuol imporre a tutti il proprio lignaggio. “Milord...” disse con un inchino Jean, subito seguito da Betta in questo riverente gesto. Il barone rispose con un cenno del capo, per poi volgere lo sguardo verso Dacey. “Per Giove...” compiaciuto il barone “... questa ragazza greca sembra il modello stesso della perfetta bellezza che ha incantato il più saggio sovrano mai vissuto! Voi cosa ne dite, messer Jean? Pare in tutto e per tutto una bellissima dama degli Uffizi di quel saggio e magnifico Lorenzo, che il nostro ancor più magnifico nemico Taddeide non è stato ancora capace di riconquistare!” “Concordo con voi, milord.” Annuì Jean. “Ma sua signoria” aggiunse con una vaga inquietudine mista a gelosia “deve rammentare che è pur sempre un'infedele.” “Già!” Il barone senza neanche ascoltarlo. In quel momento, guidati dal servitore, nella sala arrivarono anche Clio ed i suoi compagni. “Ed ecco i nostri arditi mercenari!” Il barone ai Montanari.
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13-01-2016, 04.17.54 | #88 |
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Ero ancora lì con il bicchiere in mano, infervorata dalle mie parole all'apparire del barone. Non v'era dubbio che fosse lui. I vestiti e il portamento erano i primi segni rivelatori.
Con deferenza posai il bicchiere e mi impegnai in un leggero inchino, giusto per non partire con il piede sbagliato anche se avrei voluto travolgerlo con le domande che avevo appena rivolto a Jean. Rimasi impassibile mentre il barone mi guardava e non tratteneva i commenti sul mio aspetto, tutto compiaciuto. Scoccai solo un'occhiata al biondo messere quando parlo di me di nuovo con il termine"infedele". Speravo che finalmente il barone mi degnasse di una qualche spiegazione ma la sua attenzione cu attirata dall'arrivo di degli uomini. Mercenari. Nulla di buono sembrava profilarsi all'orizzonte. http://media.ragalahari.com/news/dee...dukone-060.jpg
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13-01-2016, 04.20.38 | #89 |
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Entrammo spavaldi nella sala, a testa alta e con passo deciso.
In pubblico mantenevamo sempre un certo stile, consono alla fama che aleggiava su di noi. Non sembravamo tanto eroici, dopotutto, quando bevevamo insieme nelle taverne più becere. Ma alla mensa di un barone, ci saremmo comportati nel migliore dei modo, come il nostro orgoglio marziale ci imponeva. E sotto sotto la cosa ci divertiva un mondo, ma non serviva che il mondo esterno sapesse chi eravamo davvero. Per loro dovevamo essere solo strumenti di morte, nulla di più. Mi soffermai per un lungo istante sul barone. Concordai con la mia prima impressione, sembrava un uomo convinto che il denaro potesse tutto, almeno a giudicare dal suo abbigliamento. Quando si rivolse a noi, lo salutai con un cortese cenno del capo. "I Montanari ai vostri ordini, barone.. siamo lieti di poter sedere alla vostra tavola.." con voce solenne e distaccata. In realtà avevo una gran fame e non vedevo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti, e soprattutto di assaggiare dell'ottimo vino. Da quanto tempo non bevevo il vino di Sygma? Troppo, decisamente troppo tempo! Ma i cerimoniali, seppur noiosi, erano necessari, specialmente all'inizio di un incarico. |
13-01-2016, 04.22.02 | #90 |
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“Il mio padrone” disse la nana a Gwen “conosce i fiori ed ogni loro proprietà. Si può dire che sono il suo unico passatempo, l'unica cosa al mondo capace di scacciare la sua inquietudine e malinconia. Nessuno in questo paese lo conosce, poiché egli vive recluso da tempo nel suo castello oltre il bosco e solo a noi servitori è concesso viverci.”
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