08-01-2011, 04.20.04 | #891 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'atmosfera in quel luogo era intrisa di inquietudine.
La benedizione del Cappellano sulla bambina era parsa a tutti come un qualcosa di etereo, di vuoto e di effimero. Tutto in quel luogo sembrava perdere significato, valore e forza. Bumin scrutava con attenzione quella mappa, distogliendo solo a tratti lo sguardo dalla sua ingiallita carta. "Questo luogo" prese a dire "apparentemente sembra un labirinto, ma in realtà ha forma circolare, intervallato da piccoli passaggi secondari e cunicoli..." "Dunque quale strada consigliate di seguire, milord?" Chiese il Cappellano. "Seguiremo la strada che continua dall'entrata..." spiegò Bumin "... quella che va oltre questa stanza..." Il gruppo allora, seguendo Bumin, continuò a penetrare in quegli oscuri meandri. Ma proprio quando cominciarono a muoversi, Morven sentì forte una fitta al fianco sinistro. Era la sua spada che ricominciò a pulsare e ad illuminarsi con ancora più veemenza di prima.
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08-01-2011, 04.48.48 | #892 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, in un luogo lontano di quello stesso bosco, Belven, Cavaliere25 e Goldblum avevano ascoltato le parole di Anmery riguardo alla maledizione del pozzo.
"Non sappiamo però chi sia quel misterioso cavaliere..." disse Belven guardando Cavaliere25 "... e sfidarlo potrebbe essere un azzardo..." "Però" intervenne Goldblum "per uscire da questo luogo sembra non ci sia altra scelta che sfidarlo..." Belven fissò entrambi i suoi compagni e dopo un momento di riflessione si incamminò verso il pozzo. Prese un secchio e lo calò fino a sentire il rumore dell'acqua. Lo issò e lo appoggiò sul bordo del pozzo. In quel momento un leggero soffio di vento si alzò sulla radura, facendo calare un irreale silenzio tutt'intorno. Un silenzio rotto, all'improvviso, da un poderoso nitrito che fece sorgere una profonda inquietudine nei tre eroi.
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08-01-2011, 05.32.16 | #893 |
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Sei uomini, magri ma muscolosi, con il corpo completamente ricoperto da tatuaggi, portavano Talia verso uno stretto cunicolo.
Da qui giunsero in una sorta di piccola anticamera, illuminata solo da poche candele. La ragazza era debole e la ferita era ancora sanguinante e questo le fece perdere presto conoscenza. Si risvegliò in una strana sala. Grossi ceri ardevano liberando nell’aria strani profumi di essenze sconosciute e la loro luce, proiettandosi sulle pareti, faceva quasi danzare le misteriose immagini dipinte sulla nuda roccia. In lontananza si udivano strane litanie e lamenti simili a canti di una qualche sacralità. Talia, nel riprendere conoscenza, si accorse di non avere più i suoi vecchi abiti, ma di indossare un lungo velo bianco e vermiglio, stretto in vita da una larga fascia nera. Ad un tratto una porta laterale si aprì ed una figura entrò nella stanza. “Milady…” disse Guxio con un enigmatico ghigno sul volto “… finalmente siete sveglia…” Riempì allora due calici, porgendone poi uno a Talia. “Brindiamo, milady…” aggiunse “… brindiamo ad una nuova epoca per Cartignone! Un’epoca di splendore e grandezza!”
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08-01-2011, 12.52.13 | #894 |
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Senti il nitrio di un cavallo rimasi fermo e immobile intanto presi il mio arco e la mia faretra e mi preparai in caso di pericolo immediato mentre aspettai che accadesse qualcosa
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fabrizio |
08-01-2011, 16.25.15 | #895 | |
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Aprii gli occhi lentamente, girandoli intorno con circospezione... e tuttavia niente di ciò che vidi, o di ciò che udii, mi rassicurò.
La sala in cui mi trovavo era illuminata da enormi ceri che diffondevano sulle pareti una debole luce danzante e rossastra che pareva animare le curiose figurazioni di cui esse erano coperte, donando loro -se possibile- un aspetto ancora più inquietante. L’aria era pesante e leggermente brumosa, quasi fosse densa dell’odoroso fumo emanato da quei ceri, ma forse erano le litanie che si sentivano attraverso le pareti -quasi provenissero proprio dal loro interno- a rendere l’atmosfera carica di una tensione sottesa. I miei abiti, inoltre, erano spariti e il mio corpo adesso era coperto da una veste sottile e frusciante di un bianco candido, appena bordata di vermiglio: era una veste molto ricca, di una liscia stoffa pregiata... feci scivolare leggermente le dita su di essa e non potei che rabbrividire. Ad un tratto, un rumore mi fece voltare... Citazione:
Infine sorrisi, allungai lentamente un braccio e presi il calice che mi porgeva. Per un istante rimasi ferma con il bicchiere tra le mani, osservando quel liquido che ondeggiava appena in minuscole onde concentriche... poi, sempre ostentando estrema calma, inclinai il bicchiere e ne versai a terra l’intero contenuto fino all’ultima goccia, lasciando infine cadere il bicchiere stesso che andò a schiantarsi a terra con un gran fracasso. “Brinderò alla grandezza di Cartignone...” dissi, quando quel rumore si spense, tornando a posare lo sguardo su Guxio “quando tu sarai finalmente preso, imprigionato e condannato!” La mia voce risuonò cristallina nell’aria... i miei occhi rimasero impassibili sul suo volto, ma il sorriso sprezzante che mi increspava le labbra si allargò impercettibilmente.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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10-01-2011, 03.30.48 | #896 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La strada, deserta, avvolta nel buio della notte...
I cavalieri in parata, con gli stendardi alti... Le lunghe file di fiaccole che giungevano fino al ponte d'ingresso del maniero... "Su le lance!" Gridava il comandante della compagnia ai cavalieri. Poi quella lieve e fresca brezza sul lago, come se soffiasse da lontano, lenta e malinconica... E poi le stradine del vecchio borgo, il ricordo dei giochi d'infanzia, la nostalgia della terra natia... "Sua grazia il vescovo!" Gridò una donna. "Si affaccia dalla torre per benedirci!" "Cosa devo fare, maestro?" Chiese Guisgard. Ma il vecchio cavaliere lo fissava senza rispondere nulla. Poi tutti i cadetti corsero verso il cortile. "Ehi, Guis..." lo chiamò Manues "... vieni, manchi solo tu!" "No, non venire, Guis!" Gridarono gli altri. "Guxio ti sta cercando!" Poi di nuovo quella strada buia e solitaria... D'improvviso quei passi. Erano loro, lo stavano inseguendo. E sulla strada apparve quella figura. Guisgard si avvicinò e riconobbe i tratti di una donna. "Guisgard..." sussurrò Carry come a volerlo destare. "Guisgard..." "Guisgard..." In quel momento Guisgard si destò finalmente dal suo sonno. Era intontito ed il braccio ferito gli bruciava lievemente. Tentò di alzarsi, ma sentiva qualcosa di pesante sul suo petto. Era Gila, accasciato su di lui. "Gila!" Gridò Guisgard. "Gila, cosa accade?" Al richiamo del suo compagno, il nano aprì agli occhi. Erano rossi, intrisi di sangue. "Guis..." tentò di dire. "Ma tu sei ferito!" Gridò il cavaliere. "Chi è stato?" "Talia... hanno preso... Talia..." "E perchè non mi hanno ucciso?" Domandò Guisgard. "Ti... credevano... spacciato..." mormorò a fatica il nano "... e ti hanno ignorato..." "Dove l'hanno portata?" "Non lo so... ma è... in pericolo..." "Andiamo..." disse Guisgard "... ti curerò e poi..." "No..." lo interruppe il nano "... è tardi... per me..." "Non essere sciocco!" "Guis..." "Gila, io non ti lascio qui da solo!" "Guis..." sforzandosi il nano "... dimmi... sono riuscito a redimermi dalle mie colpe...?" "Si... amico mio..." "Sono un degno... Morgante?" "Si... il migliore..." rispose sorridente il cavaliere. Gila accennò un sorriso e poi spirò, tra le grida di rabbia e di dolore di Guisgard.
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10-01-2011, 03.44.10 | #897 |
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Nello stesso momento, ma in un altro luogo, lontano e dimenticato dai più, Belven, Cavaliere25 e Goldblum erano davanti al misterioso pozzo, quando udirono un poderoso nitrito.
"Eccolo..." mormorò Anmery, fissando una sagoma che si avvicinava. Un attimo dopo giunse un misterioso cavaliere. Cavalcava un cavallo nero come la notte, ricoperto da piastre metalliche e una tunica scura bordata d'oro. La sua corazza invece aveva lucenti cromature vermiglie ed una lunga tunica dello stesso colore di quella del suo destriero ricopriva buona parte del suo corpo. "Chi ha usato l'acqua del mio pozzo?" Chiese con tono solenne.
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10-01-2011, 04.33.31 | #898 |
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Intanto, nella grande sala sacra agli Atari, Talia si trovava davanti al loro malvagio signore.
"Non dovreste sprecare il contenuto di quel calice..." disse Guxio "... quell'elisir è capace di portare pace a Cartignone..." La fissò con uno sguardo profondo ed intenso, come se cercasse di leggere fin nei meandri del cuore di lei. "Pensate..." continuò "... niente più martiri... ne altri morti... magari cominciando proprio da questo luogo..." In quel momento su uno specchio posto davanti a Talia presero forma alcune immagini confuse. Sembravano diverse persone. Talia allora, fissandole meglio, riconobbe alcuni volti a lei noti: Bumin, Dukey, Morven e il Cappellano. "Quegli stolti credono di poter giungere in questo luogo liberi come il vento..." aggiunse Guxio "... ma nulla può accadere qui senza che io lo sappia!" Si avvicinò allora a Talia, dopo aver raccolto il calice che lei aveva buttato a terra. "Un altro gesto simile, milady..." disse con tono fermo "... e comincerò a far uccidere i vostri amici uno alla volta... ed ora brindiamo?" Chiese porgendole nuovamente quella coppa dopo averla riempita.
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10-01-2011, 06.17.57 | #899 |
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Nel frattempo, il gruppo formato da Bumin, Dukey, Morven, Gaynor, il Cappellano e Iodix, si inoltrava nell'oscura tana degli Atari.
Un odore di morte sembrava diffuso ovunque ed un senso di angoscia opprimeva chiunque attraversasse quei cunicoli scavati dalla notte dei tempi. "La mappa sembra indicare il passaggio che corre alla nostra sinistra..." disse Bumin. "Milord..." intervenne Dukey "... la luce sembra diminuire ad ogni passo..." "Si, le torce appese alle pareti da questo punto in poi sono spente..." rispose Bumin "... conviene prenderne qualcuna e portarcela dietro..." Così, il gruppo prese una torcia per ciascun membro e continuò quel viaggio in quell'Inferno. E mentre camminavano, Morven si accorse che la piccola Lyan non gli toglieva gli occhi di dosso. Lo fissava con uno sguardo strano, enigmatico, che il cavaliere non sapeva decifrare. Ad un tratto Bumin, che guidava il gruppo, si arrestò di colpo. "Cosa accade?" Chiese il Cappellano. "Viene qualcuno verso di noi..." rispose Bumin, lasciando scivolare la mano sull'elsa della sua spada. E Dukey fece lo stesso. Improvvisamente tutti loro videro comparire una figura nel buio che li precedeva. Era qualcuno che si avvicinava portando qualcosa sulle spalle. "Chi è la?" Gridò Bumin estraendo la sua spada. "Fermati dove sei!" Ma nonostante quell'ordine che sapeva palesemente di minaccia, la figura non si fermò e continuò ad avvicinarsi al gruppo.
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10-01-2011, 10.44.35 | #900 |
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Guardai quel cavaliere e rimasi immobile e dissi sono stato io a prendere l'acqua al pozzo voi chi siete domandai con voce ferma.
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fabrizio |