17-11-2012, 03.31.47 | #901 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Cheyenne, l'uomo che sembrava essere il capo della banda si abbandonò ad una fragorosa risata.
“Sciocca ragazza...” disse scuotendo il capo “... ti riferisci forse al colonnello? Oh, certo, lui è molto ricco, ma lo sono anche coloro che ci stanno aspettando sull'isolotto di San Martino delle Flegee, per partecipare ad una asta dove tu, puoi contarci, sarai il pezzo pregiato. E quando c'è concorrenza, c'è sempre convenienza!” E rise di nuovo. Poi, con un gesto improvviso, portò un ferro appuntito sulla fiamma di una delle torce. “Se osi darci noie” aggiunse “o fare resistenza, giuro sul demonio che ti marchierò a vita, imprimendo sulle tue carni la lettera che contraddistingue gli schiavi.” Il suo sguardo non ammetteva repliche. “Un marchio indelebile. E ora cerca di dormire... domani dovrai essere bella e riposata quando sarai messa in vendita.”
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17-11-2012, 03.58.56 | #902 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'isola appariva muta ed inquieta, sotto quel vento che soffiava dal mare, portando con se l'odore di salsedine ed un senso di enigmatico smarrimento.
Ovunque, intorno a lei, Clio vedeva una distesa azzurra e sterminata, mentre le palme arrivavano a piegarsi sotto l'incedere di un cielo inclemente, la cui voce aveva l'eco ed il sibilo di quel vento sconosciuto. Sconosciuto perchè sembrava giungere dagli estremi confini del mondo. Ad un tratto quelle folate divennero simili a striduli e a lamenti, come se dall'Aldilà anime dannate facessero udire i loro tormenti. Il mare allora mutò: da azzurro divenne grigio. Le onde sembravano trascinare con se pezzi di relitti travolti dalla furia degli elementi, con la spuma non più bianca ma intrisa di sangue vivo. Clio sentì allora freddo. Molto freddo. Sapeva di essere sola. Alzò gli occhi e vide una sagoma lontana. Non era facile riconoscerla, ma la ragazza ebbe una chiara sensazione: era Loren. Si voltò dall'altra parte ed un'altra figura apparve in lontananza. Era John. Fissò allora il mare e quelle due figure la raggiunsero. “Non dovevi...” disse Loren “... non dovevi bere quel veleno...” “Forse ne hai bevuto troppo...” mormorò John “... si, forse troppo ed il tuo cuore non poteva reggere...” “Forse non aveva altra scelta...” fece Loren. “Non doveva fidarsi di lui...” con occhi gelidi John “... non doveva mettere la sua vita nelle mani di quell'olandese... aveva promesso di condurla su un'isola principesca, mentre invece ora lei si ritrova qui... sull'Isola dei Morti, sull'Isola Perduta...” Ad un tratto si udirono dei rumori. Era Giuff che avanzava, seguito da Gurenaiz. “Avanti, scava!” Ordinò il pirata. Il capitano olandese allora cominciò a scavare, fino a trovare un baule. Lo issò sulla sabbia e Giuff sparò contro il lucchetto che lo chiudeva. “Ora non mi servi più...” con un ghigno il Gufo Nero, per poi sparare un altro colpo, stavolta fra gli occhi di Gurenaiz. Il pirata allora aprì il baule e Clio vide il contenuto. Era il suo stesso corpo, di un pallore spettrale, con le carni divorate e lacerate da insetti e ratti. E vedere il suo corpo così ridotto, gettò la ragazza in una cupa disperazione. Il sacco con il corpo di Clio fu legato stretto e poi condotto sul ponte dell'Antigua Maria. Si attendeva ormai solo il ritorno di Giuff per sotterrarlo.
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17-11-2012, 04.04.28 | #903 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La Santa Rita si trovava all'ingresso della baia di Vivermagren.
Guisgard era sceso con alcuni dei suoi ed aveva affidato la piccola Maraiel, che era rimasta a bordo, a Cavaliere25. La bambina, a quella domanda di Cavaliere25, strinse ancor più a sé la sua bambola. “Ho sete.” Disse all'improvviso a Cavaliere25. “Dami da bere, muoviti.”
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17-11-2012, 09.47.39 | #904 |
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Schiava...sembrava che non potessi avere un destino diverso da quello..Avrei dovuto ascoltare le parole di quella zingara...
Ripensai a tutte le persone che avevo incontrato nel mio viaggio...No,non posso arrendermi così...devo trovare un modo..lo devo trovare! La stanchezza si stava facendo sentire e riuscivo a tenere appena appena chiusi gli occhi...Chissà magari Sesc mi sta cercando...forse fra poco arriverà a liberarmi.... O forse no. Forse è un complice di questi uomini.... Decisi di dormire, in ogni caso avrei avuto di essere nel pieno delle mie forze. Mi rammicchiai in un angolo della grotta e mi misi a pregare affinchè gli dei mi vegliassero durante il mio sonno e che mi aiutassero l'indomani. L'aria mi muoveva i capelli e la criniera di Gulltoppr, il cielo era limpido e il sole splendeva ridente. "Sesc,dissi voltandomi, non riuscirai mai a raggiungermi!" Spronai ancora di più Gulltoppr. Arrivai per prima al giardino delle rose. Quando Sesc mi raggiunse andammo dal colonnello, ridendo come pazzi, euforici dalla nostra piccola gara. Il colonnello ci venne incontro felice, sorridendo agli unici due parenti che gli restavano. Ma ecco arrivare Fhael a farci visita. Ci sedemmo tutti ad un tavolo di ferro battuto nel giardino e ci godemmo quella magnifica giornata di sole. Aprii gli occhi e mi ritrovai nella grotta, ancora una volta il dio Loki deve aver giocato con i miei sogni! Con una lacrima pronta a sgorgare, mi rimisi , per quanto possibile, a dormire.
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17-11-2012, 19.47.04 | #905 |
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Era strano trasportare un corpo che sembrava "morto", ma il piano doveva funzionare alla perfezione.
"Aspettate un secondo.....prima di procedere a trasportare il cadavere c'è bisogno di allontanare il malocchio, io ho un metodo mio......vi è un poco di sale?" Guardai' Gurenaiz per vedere quando iniziare......sospirai' invocando una piccola preghierina a Poseidone che mi avrebbe dovuto accompagnare con la "morta-suicida"...... Eravamo pronti a scendere sull'arcipelago......
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
18-11-2012, 15.49.53 | #906 |
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Quella vista mi parlizzò. Non poteva essere mio quel corpo martoriato.
Sentii Giuff ridere, avrei voluto urlare, ma restai immobile, incapace di muovermi. "Mi dispiace, ho fallito.." Mi girai di scatto, Guerenaiz era accanto a me, teneva il capo chino. "Tu.. cosa..? Com'è possibile?" I miei occhi passavano veloci dalla figura accanto a me al corpo disteso a terra, colpito a morte dalla pistola di Giuff. Mi guardai intorno, spaesata, incapace di trovare un senso in tutto quello. "Avresti dovuto proteggerla!" Urlò John, affrontando Guerenaiz "..lei si è fidata di te..l'hai ingannata, maledetto!" "Sai che non è vero..." disse l'olandese, guardandomi negli occhi "Sai che avrei rischiato tutto per te.." Non sapevo cosa dire, li guardavo, prima uno poi l'altro, con gli occhi gonfi di pianto e disperazione. "Le tue erano solo parole vuote.." incalzò John "..promesse vane.." "Almeno io ero lì.." ribattè Guerenaiz, tra i denti "..era tuo compito proteggerla.. ma non c'eri.." Erano ormai tremendamente vicini : "Smettetela..." riuscii a dire con un filo di voce "..non è il momento, nè il luogo.. vi prego..". Si fermarono, ma continuarono a guardarsi accigliati. "Siamo tutti morti, non è così?" Dissi guardando Loren, che si era avvicinata al mio corpo senza vita e lo stava avvolgendo in un sacco. Lei mi guardò e anuii, sorridendo. "Solo i morti trovano l'isola perduta..." Chiuse delicatamente il mio corpo in un sacco "..ecco perchè gli spettri sono venuti a prendermi..". Mise di nuovo il mio corpo nel baule, lo chiuse, e ci guardò. "Forza, dobbiamo seppellirlo..." La guardammo increduli, senza capire. Fu John a muoversi per primo per aiutarla. Prese la pala e iniziò a scavare un'altra buca : "Ma non capite?" disse guardandoci, dopo aver scambiato uno sguardo d'intesa con Loren : "dobbiamo proteggere il tesoro.." Io mi voltai verso Guerenaiz, che sembrava spaesato quanto me. "Siamo noi gli spettri ora..." disse candidamente Loren "... finchè qualcuno non verrà a darci il cambio..". Il mio corpo, avvolto in un sacco, attendeva la sepoltura. La morte, per quanto apparente, era reale per gli astanti e, in parte, anche per me. |
19-11-2012, 01.28.33 | #907 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guidaux stava seduto ad un grosso ed austero tavolo, ricolmo di scartoffie, mappe e cartine geografiche, compassi ed un paio di sestanti, con lo sguardo fisso a scorrere numeri e resoconti.
Il governatore invece era accanto ad una vetrinetta, dove erano esposti in bella mostra i modellini di navi che componevano la sua collezione. L'uomo più potente di Las Baias aveva in mano due di quei modellini e ci giocava come se fosse un bambino. Ad un tratto un servo bussò ed annunciò la visita di Philip Van Joynson. Guidaux ordinò di farlo passare. “E' accaduto una cosa terribile...” disse Philip e rivolgendosi ad entrambi gli uomini presenti nella stanza “... la nave su cui era imbarcata mia figlia Talia...” “Salute a voi, amico mio.” Sorridendo il governatore. “Eccellenza...” fissandolo Philip “... perdonatemi se giungo così, ma è successa una tragedia...” Guidaux lo guardò senza tradire alcuna emozione, mentre il governatore restò stupito da quelle parole. “Vi ascoltiamo, amico mio...” mormorò. “La nave su cui era imbarcata mia figlia Talia...” agitato Philip “... non è mai giunta a Minisclosa e ormai sembra certo che possa essere stata attaccata da una nave pirata...” “Ma è terribile!” Esclamò il governatore. “Era una nave della Compagnia?” Chiese l'ammiraglio. “Si.” Annuendo Philip. Guidaux scosse il capo e lasciò cadete i documenti che stava esaminando. “Dobbiamo intervenire.” Disse Philip. “Voi mercanti” fissandolo l'ammiraglio “avete la presunzione di poter fare tutto ciò che più vi piace in queste acque, infischiandovene dei decreti governativi.” “Non è questo il momento, ammiraglio.” Replicò Philip. “Dite?” Alzandosi Guidaux. “E che momento è allora questo? Quello di armare una o più fregate e mandarle a spasso per questi arcipelaghi in cerca di pirati con i loro ostaggi?” Philip lo guardò indisposto. “E cercare dove poi?” Continuò l'ammiraglio. “A Portuga? Un'isola fortificata dai bucanieri e che forse neanche l'intera flotta riuscirebbe ad espugnare? Oppure su qualche isolotto deserto in mezzo al mare? Magari abitato da cannibali?” Raggiunse una finestra e restò a fissare il porto sottostante. “Volete dire che devo lasciare mia figlia in mano ai pirati?” “Ma siamo certi che sia stata davvero attaccata dai pirati quella nave?” Domandò il governatore. “Doveva arrivare ieri a Minisclosa” rispose Philip “ed invece si sono perse le tracce di quella nave. Non c'è altra spiegazione.” Tornò a fissare l'ammiraglio. “Bisogna dunque agire subito.” “Per ora non possiamo fare molto.” Entrando Musan nella stanza. “L'ammiraglio ha ragione.” “E mia figlia?” “Bisogna attendere.” Disse lo spagnolo. “Attendere che si facciano vivi i pirati.” “Ma è una pazzia!” Esclamò Philip. “No, è l'unica cosa da fare.” Fissandolo Musan. “Vostra figlia è un bene troppo prezioso per loro. Chiederanno un riscatto. Dobbiamo solo attendere che si facciano vivi.” “Io non resterò con le mani in mano!” “Per ora non possiamo fare altro.” Fece Musan. “Dobbiamo aspettare che si facciano vivi. E poi decideremo sul da farsi.” Philip tradì con una smorfia tutta la sua disperazione. “State tranquillo...” disse lo spagnolo “... vi prometto che libereremo vostra figlia.” “Ed io vi sarò grato per sempre...” “Quando tutto sarà finito” guardandolo Musan “vi rammenterò queste vostre parole, signore.” Philip annuì.
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19-11-2012, 02.50.55 | #908 |
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Immobile, con gli occhi socchiusi, fissavo i due uomini che discutevano a qualche distanza da noi... li fissavo tentando di cogliere le loro parole o almeno il senso del loro discorso, eppure il rumore del mare sovrastava le loro voci ed il vento portava le loro parole lontane... tutto ciò che giungeva a me, dunque, non erano che pochi rumori e l'eco di qualche tirato sorriso.
Alle parole di Blind mi voltai a guardarlo... "Ascoltatemi, avvocato..." dissi dopo qualche minuto, a voce bassa e concitata "Ascoltatemi, vi prego... è importante che voi partiate, secondo gli ordini del pirata! So che vi sembra una follia dividerci, anche io lo pensavo fino a poco tempo fa... ma ora, invece..." Istintivamente mi voltai e lanciai un'occhiata al nuovo venuto... "Credetemi, dovete partire e lasciami qui. Io..." esitai ed abbassai ancora un poco la voce "Io, forse, corro meno pericoli di voi, qui... adesso." Di nuovo tacqui ed un minuscolo, impercettibile sospiro mi sfuggì dalle labbra... mi sentivo strana, mi sentivo come divisa in due: mentre la mia mente era tesa e faticava a razionalizzare quella situazione, infatti, il mio cuore era invece stranamente sereno e scioccamente felice... Per qualche momento mi crogiolai in questo singolare stato d'animo, poi tornai a guardare Blind... "A Minisclosa si saranno ormai accorti della nostra assenza..." dissi "E voi dovete cercare con ogni mezzo di raggiungere Las Baias. Dovete arrivare là e parlare con mio padre... non con il Governatore, avvocato... e tanto meno con Musan! No, dovete andare da mio padre e solo da lui e..." volsi ancora una volta gli occhi verso il mare, prima di proseguire "E... vi prego... convincetelo a fare l'unica cosa sensata: consigliarsi con mio nonno prima di agire! Vi prego!" Una breve pausa... ero combattuta... infine mi decisi... "Un'ultima cosa..." sussurrai "Se vedete mio nonno, vi prego, ditegli che l'ho trovata e l'ho imparata a memoria. Lui capirà! E... e ditegli anche che ho... che ho ritrovato lui... capirà anche questo!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
19-11-2012, 02.52.24 | #909 |
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Ad un tratto Cheyenne sentì qualcuno che la strattonò con vigore.
“Svegliati...” disse uno di quegli uomini che l'avevano catturata “... alzati, dobbiamo andare.” La prese con forza e le mise un bavaglio alla bocca. “Prova a fare la furba” mormorò “e giuro che ti sfigurerò per sempre, chiaro?” Nella grotta vi erano altri tre e tutti e cinque, la ragazza e i quattro uomini, lasciarono allora quel luogo. Attraversarono la fitta vegetazione tropicale, spintonando Cheyenne, che oltre al bavaglio aveva anche le mani strette ad una catena. Risalirono così a piedi l'altra sponda del lago, prendendo poi un piccolo sentiero che poco dopo li portò, attraverso una piccola galleria naturale, dall'altra parte del promontorio e dunque sul mare. Qui vi era un piccolo battello ad attenderli. E sul battello vi era il capo della banda, con Gon sulla sua spalla. Ad un tratto sul ponte del battello apparve Sesc. “Ottimo lavoro, anche stavolta.” Disse il capo della banda, per poi dare delle monete al giovane. “Tra un mese ritorneremo.” “Per allora” sorridendo Sesc “il vecchio colonnello avrà qualche nuova schiava ed io ve la porterò.” Contò le monete. “Però, ad essere sinceri, queste sono poche... lei non è una schiava come le altre” facendo segno a Cheyenne “ma è la nipote del vecchio. Voglio almeno il doppio.” “I patti erano questi.” “Ed ora invece voglio cambiarli.” Replicò Sesc. “Altrimenti racconterò tutto al colonnello.” “D'accordo...” annuì il capo della banda “... ma questa è l'ultima volta che cambio gli accordi...” cominciò allora a contare altre monete, con Sesc che aveva gli occhi fissi su quel denaro. E approfittando della situazione, un altro della banda arrivò alle spalle del giovane e lo strangolò con un filo di ferro, buttando poi in acqua il suo corpo. “Sciocco...” con disprezzo il capo della banda “... non amo i furbi...” Poco dopo il battello partì.
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19-11-2012, 02.57.04 | #910 |
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“Io non voglio attendere oltre.” Disse uno dei bucanieri dopo che Parsifal aveva terminato il suo superstizioso rituale con il sale. “Non mi piace l'idea di tenere a bordo il cadavere di una suicida.”
“Cosa proponi di fare allora?” Chiese un altro pirata. “Senza il consenso del capitano non possiamo fare niente.” “Vuoi sapere cosa faremo?” Fissandolo il bucaniere. “Prenderemo il cadavere e scenderemo a terra, per poi mostrarlo al capitano e chiedere il permesso per seppellirlo.” Gli altri annuirono. Allora Gurenaiz, Parsifal e il pirata che si era offerto di aiutarli, presero il corpo di Clio racchiuso nel sacco e scesero su una lancia. Con questa raggiunsero la spiaggia dove si trovavano Giuff e i pirati che l'avevano seguito a terra.
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