21-06-2015, 00.42.23 | #9331 |
Cittadino di Camelot
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Prima di entrare a Camelot.
Lady Zaffiro alla guardia a cavallo:" Potete far fermare la carrozza qualche momento? Ve ne prego..." Guardia a cavallo: "Sì, mia signora". Esaudendo la richiesta della dama. E portatasi avanti al piccolo corteo: "Ehi, voi! Arrestate i cavalli. Lady Zaffiro desidera riposarsi." La carrozza così si ferma. La dama di affaccia al finestrino ed ammira la fortezza velata da un violetto cielo notturno. "Guardate." ancora alla guardia che ha nuovamente affiancato la carrozza "C'è un lume acceso nella torre ovest..." "Sì, milady," le risponde il cavaliere di scorta "sua maestà il re ed i suoi più fidati cavalieri sono riuniti in consiglio in questo momento." "Ma è tardi. Peccato..." un pochino delusa la dama "con una luna così bella e raggiante..." "Non doletevi, mia signora. Chi combatte per un sogno," le risponde con dolcezza la guardia "domanda certamente i favori della luna." "Anche questa notte?" Incuriosita la dama. "Certamente, milady. Questa notte come tutte le notti." Sorridendole la guardia. Poi, dopo alcuni istanti: "Possiamo proseguire, mia signora? Ormai siamo alle porte della città." Lady Zaffiro annuisce. Sospira. E intanto... carezza ancora con lo sguardo la dormiente e sognante Camelot in tutto il suo notturno splendore. Buonasera... ben ritrovati e un caro benvenuto a lady Dacey Starklan. State riposando tutti, immagino. O forse vi siete riuniti altrove. E' solitaria e silenziosa la Camelot che ritrovo. Ma è pur dolce e cara. E sempre bella. Come un sogno. E voi sicuramente state passando delle ore piacevoli. Ve lo auguro. La luna vuole esserci amica stasera. Lo sento. E che segua per tutti un sonno dolce e buono. Sì, buono come il pane. Mi ritiro anche io, e col vostro permesso vi lascio la buonanotte e un arrivederci a presto. |
21-06-2015, 02.14.14 | #9332 |
Cittadino di Camelot
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Che atmosfera sognante avete dato a Camelot, lady Zaffiro.
Mi perdo tra le stradine solitarie e sognanti di questa Camelot..stanotte è piena di stelle..di desideri esauditi e guardo la più splendente tra tutte dopo questa notte tra danze, musica, costumi e sorrisi raggianti..quello più bello che ha dato vita a quella stella splendente nel Cielo che ammiro. Buonanotte Camelot..per me una notte di dolci emozioni
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
22-06-2015, 04.40.03 | #9333 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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In certi momenti mi sembra così vicino che posso quasi immaginarlo.
Immaginare le sensazioni, le emozioni, fantasticare sul quando e sul come. Scriverlo sui muri delle strade, come facevo sui banchi di scuola con un pennarello mentre il professore di Topografia spiegava chissà cosa e chissà perchè. O magari inciderlo sulla corteccia di un albero, nello stesso modo in cui lo facevo per promettere amore eterno alla ragazzina del Liceo Linguistico che mi fissava mentre attraversava i binari. Quante volte ho avuto la tentazione di seguirla, di infischiarmene dei compagni che mi chiamavano, della campanella che suonava, della lezione che cominciava. Seguirla su quei binari dove ad un certo punto svaniva, portandosi dietro i miei sogni adolescenziali. Rincorrerla e vedere dove andava ogni mattina, dove restava fino alle due e scoprire se magari mi pensava come io facevo con lei continuamente. Lancillotto, Romeo e chissà quanti altri ho imparato ad essere per farla sentire Ginevra, Giulietta ed infinite altre eroine di quel grande romanzo divenuto all'improvviso d'appendice e che non ho ancora smesso di interrompere alla fine di ogni capitolo. Passare ore a sfogliare vecchie fotto di divi in bianco e nero, o illustrazioni sull'Amor Cortese ed il Dolce Stil Novo. Farlo ogni giorno, ogni momento, fino a ritrovarsi di colpo alla stazione centrale, con la vaglia matta di partire. Altri binari, altre corse, altri sogni. Più grandi, vasti al punto da riempire un mondo. Immensi per poter riprendere quel romanzo e tornare ad essere Lancillotto, Romeo e prima ancora Perseo ed Ulisse. Quante sirene, quante Circi, quante Callipso, quante Nausicaa. Ma Penelope è una soltanto. Come i fiori di un giardino. Come il Fiore. Come sentirsi Perseo, Ulisse, Lancillotto, Romeo o forse, soprattutto, solo Guisgard. E non chiedere altro per partire. Forse un treno passa davvero in ogni istante. Magari persino stanotte. E di nuovo dei binari da attraversare e qualcosa da scrivere sulla corteccia di un albero. Un nome, o un Fiore. O forse entrambi... Buonanotte, Camelot...
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23-06-2015, 11.14.28 | #9334 |
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…e la chiamano Estate
"In quel chiaroscuro di un litorale appassito come la Tua giovinezza fuggita, tra bidonville medioevali di vicoli malodoranti e anonime casupole da cortile, tradita nella dignità di Donna nel luccichio di manette scintillanti al sole di fotografi appollaiati come avvoltoi e falsi amici di celluloide, come il buon Enzo di seppellita memoria, nell’ultimo istante di Tua vita, in perfetta solitudine di un passato gloriosamente sepolto nelle ipocrisie, in punta di piedi sei andata via, lasciando in quel principio di estate bizzarra il mormorio di benpensanti e la malinconia di coloro che ti hanno amata… Ciao Laura..." Taliesin, il Bardo
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23-06-2015, 17.49.31 | #9335 |
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Sir Taliesin..quella Laura..lo stesso nome dell' amata di Petrarca...spero ora sia una stella nel Cielo se è stata offuscata nella vita...donna di innaturale bellezza.
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24-06-2015, 16.23.06 | #9336 |
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Grazie Lady Altea...
La Vostra, tuttavia così come sempre, una piacevole anomalia nell'imbrazzante giardino dei saluti e dei silenzi... Taliesin, il Bardo
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24-06-2015, 17.10.57 | #9337 |
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In mia eterna memoria, nel ricordo di quelle calde notti d'estate nell'estasi di un rinascimento ghibellino, fuggito troppo in fretta per assaporare il soave gusto dell'immortalità...
Taliesin, il Bardo SOLSTIZIO D'ESTATE: LA FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA Al solstizio d'estate, quando il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso, comincia l'estate Tale giorno era considerato sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa che cade qualche giorno dopo il solstizio, il 24 giugno, quando nel calendario liturgico della Chiesa latina si ricorda la natività di San Giovanni Battista. E nella festa di San Giovanni convergono i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori. Tali riti antichi permangono, differenziandosi in varie forme, nell'arco di duemila anni, benché la Chiesa ostinatamente abbia tentato di sradicarli, o perlomeno di renderli meno incompatibili con la solennità e si esauriscono soltanto con la sistematica repressione dei governanti laici dell'Italia unita: nelle zone rurali si mantengono tuttavia i riti più semplici e naturali, propri della società contadina e pastorale. Tutte le leggende si basano su di un evento che accade nel cielo : il 24 giugno il sole, che ha appena superato il punto del solstizio, comincia a decrescere, sia pure impercettibilmente, sull'orizzonte : insomma, noi crediamo che cominci l'estate, ma in realtà, da quel momento in poi, il sole comincia a calare, per dissolversi, al fine della sua corsa verso il basso, nelle brume invernali. Sarà all'altro solstizio, quello invernale, che in realtà l'inverno, raggiunta la più lunga delle sue notti, comincerà a decrescere, per lasciar posto all'estate. E' così che avviene, da millenni, la corsa delle stagioni. Nella notte della vigilia di San Giovanni, la notte più breve dell'anno, in tutte le campagne del Nord Europa l'attesa del sorgere del sole era (è ?) propiziata dai falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si mettono in fuga le tenebre con le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danzava e si cantava, e nella notte magica avvenivano prodigi : le acque trovavano voci e parole cristalline, le fiamme disegnavano nell'aria scura promesse d'amore e di fortuna, il Male si dissolveva sconfitto dalla stessa forza di cui subiva alla fine la condanna la feroce Erodiade, la regina maledetta che ebbe in dono il capo mozzo del Battista. Nella veglia, tra la notte e l'alba, i fiori bagnati di rugiada brillavano come segnali ; allo spuntar del sole si sceglievano e raccoglievano in mazzi per essere benedetti in chiesa dal sacerdote. Bagnarsi nella rugiada o lavarsene almeno gli occhi al ritorno della luce era per i fedeli cristiani un gesto di purificazione prima di partecipare ai riti in chiesa. La rugiada ricordava il battesimo impartito dal Battista nel Giordano, le erbe dei prati e dei boschi riproponevano l'austera penitenza di Giovanni nel deserto prima della sua missione di precursore del Messia. Anche in Valsesia ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita, pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai primi secoli cristiani. IL rito della benedizione dei "fiori di San Giovanni", erbe benefiche e medicine medievali per curare il corpo ed evitare il malocchio, per proteggere la casa e gli animali domestici era assai diffuso in Valsesia, fino a pochi decenni fa. Ma ancora adesso, a Rossa, piccolo paese della Val Sermenza, valle minore della Valsesia, il parroco di Boccioleto, Don Luigi, mi ha raccontato che i fedeli richiedono la preghiera "magica", quella che proteggerà dai mali i raccolti. E la richiederebbero anche ad Oro di Mezzo, frazione di Boccioleto, se non fosse che non ci sono più anime a popolare la piccola frazione. Tutti se ne sono andati, ormai. Rimangono le montagne, immobili, maestose, gravide di leggende di cui nessuno ricorda più la trama, e tanto meno il significato. E rimane, l'antica, suggestiva preghiera che un anno dopo l'altro, un secolo dopo l'altro, ha convinto di aiuto e pietà generazioni di donne e ancora adesso, in questo mondo impazzito, in un piccolo paese nascosto tra le montagne, raccoglie le donne lì giunte in processione a chiedere aiuto e pietà ad un Dio di cui si prega l'ascolto : "Dio onnipotente ed eterno, che hai santificato nell'utero di tua madre il beato Giovanni Battista, e nel deserto hai voluto nutrirlo di erbe, di radici e di locuste silvestri, degnati di benedire questi rami, i fiori e le nuove biade, i frutti e le erbe che i popoli ......raccolgono, affinché .....siano una medicina per tutte le anime e per i corpi. Dio, che in principio hai creato tutte le cose con la Tua onnipotenza e ad esse hai assegnato una forza, degnati di benedire questo insieme di erbe e di fiori, affinché tutti quelli che li portano con sé o li conservano nelle loro case, siano liberati da ogni inganno diabolico. Dio onnipotente ed eterno, che ti sei degnato di nutrire nelle grotte del deserto il beato Giovanni Battista di locuste e di miele selvatico, degnati pure, Signore, di benedire e di santificare questi fiori oggi preparati in onore al Tuo nome, affinché a tutti quelli che li portano in mano o li conservano nelle loro abitazioni, siano di protezione per i corpi e per le loro anime e di medicina per tutte le malattie. Dio onnipotente ed eterno, creatore di tutte le cose per l'utilità del genere umano degnati di benedire e di santificare queste creature di erbe e di fiori, affinché tutti quelli che da esse ne abbiano presi alcuni e li abbiano portati con sé ricevano la guarigione tanto del corpo come dell'anima, e affinché per propria forza, e in onore di Tuo Figlio e Nostro Signore e in onore del beato Giovanni Battista siano nuovamente beati e santificati e abbiano potere contro le tenebre, le nubi e le malignità delle tempeste e contro le incursioni dei demoni ....." Ed ancora le donne si recano in processione, recando con loro i fiori da benedire. I fiori di San Giovanni, dunque : l'artemisia, l'arnica ; le bacche rosso fuoco del ribes ; la verbena, della quale è credenza diffusa che, colta a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, costituisca un'infallibile protezione contro i fulmini, ed è conosciuta in Bretagna come "erba della croce", perché si ritiene che protegga chi la porta con sé da qualsiasi male ed anche come "erba della doppia vista" perché il berne un infuso facilita la visione di realtà altrimenti nascoste. E l'erica, la pianticella sottile. L'erica è un fiore delle nevi e dei terreni poveri ed ostili. Infatti, il suo nome deriva dal verbo greco "ereiko", spezzo, rompo, proprio perché l'erica è più forte della dura crosta di terra invernale o della neve che la ricopre, tant'è che la buca senza fatica, emergendo all'aria aperta. I fiori dell'erica, che vanno dal bianco alle varie tonalità di rosa, assomigliano, rovesciati, ai copricapi degli elfi. Della stessa famiglia dell'erica è un'altra pianticella, detta brugo (cognome assai diffuso nei paesi ai piedi delle nostre montagne, e davvero molto a Romagnano Sesia), da brucus, termine tardolatino di origine celtica, da cui deriva il termine brughiera, poiché in questa terra povera e arida la pianticella riesce a vivere meglio di altre, coprendo immense distese. L'erica, dal nome più romantico, era tenuta in grande considerazione fin dall'antichità, tanto da essere utilizzata per costruire le scope che sarebbero servite a pulire i templi degli Dei, e successivamente, in tempi più severi, il forno dove cuocere il pane. L'utilizzo dell'erica per costruire scope era così diffuso che, in alcune regioni, l'erica stessa viene chiamata scopa e ancora oggi, alcune località soprattutto della Toscana, dove l'erica ricopre a distesa campi e colline, vengono chiamate Scopeto, Poggio delle Scope, Pian di Sco'. Stessa origine dovrebbero avere i paesi di Scopa e Scopello, della nostra Valsesia. Le leggende associano spesso l'erica alle Entità Fatate, facendole dimorare fra i suoi rami e sconsigliando di sdraiarsi a dormire fra queste piantine, per non correre il rischio di essere rapiti dal mondo delle fate. Di contro, era possibile accedere ai segreti dell'Aldilà, semplicemente dormendo su un letto di erica, che è anche spesso giaciglio degli amanti in numerose leggende. E l'erica è posta a guardia del solstizio d'estate, periodo nel quale raggiunge la fioritura più completa. Usanza derivante probabilmente dal mondo celtico, dove l'erica è collegata sia all'Aldilà sia all'amore : le api, simbolo di saggezza segreta che proviene dall'Altromondo, sono particolarmente ghiotte dei fiori di questa piantina e producono così un miele squisito, da sempre legato a riti e significati di immortalità e di rinascita. E ancora, tipico della notte di San Giovanni, il raro, misterioso fiore della felce che cresce nella notte magica, e si dice fiorisca a mezzanotte. La storia relativa ai fiori magici è interessante, ed è frutto di credenze molto diffuse. In Boemia, ad esempio, si crede che il fiore della felce risplenda come l'oro, o come il fuoco, nella notte di San Giovanni : chiunque lo possieda in questa magica notte, e salga una montagna tenendolo in mano, scoprirà una vena d'oro, e vedrà brillare di fiamma azzurra i tesori della terra. In Russia, i contadini raccontano che chi riesce ad impadronirsi del meraviglioso fiore nella vigilia di San Giovanni, se lo getta in aria, lo vedrà ricadere per terra nel punto preciso dove è nascosto un tesoro. Pare che questo fiore fiorisca improvvisamente, talvolta, a mezzanotte precisa della magica notte del solstizio d'estate ; e, sempre in Russia si racconta che chi abbia la fortuna di cogliere l'istante di quella fioritura improvvisa, potrà nello stesso tempo assistere a tanti altri spettacoli meravigliosi : gli sarebbero apparsi tre soli, e una luce avrebbe illuminato a giorno la foresta, e avrebbe udito un coro di risa, ed una voce femminile chiamarlo. IL fortunato a cui accade tutto questo non deve spaventarsi : se riesce a conservare la calma, raggiungerà la conoscenza di tutto ciò che sta succedendo o succederà nel mondo. Anche se resta da vedere se quest'ultima sia una buona magia. Ma anche il seme della felce, che si vuole risplenda come oro nella notte di San Giovanni, non diversamente che dal magico fiore, farebbe scoprire i tesori nascosti nella terra : i contadini del Tirolo credono che alla vigilia di San Giovanni si possano veder brillare come fiamme i tesori nascosti e che il seme della felce raccolto in questa mistica notte possa portare alla superficie l'oro celato nelle viscere della terra. Nel cantone svizzero di Friburgo, il popolo usava un tempo vegliare vicino ad una felce la notte di San Giovanni, nella speranza di guadagnare il tesoro che qualche volta il diavolo in persona portava loro. Un altro fiore, questo facilmente rintracciabile e che appare d'oro anche ad occhio nudo, è legato nella memoria popolare al solstizio d'estate. La densità della sua fioritura è tale da risaltare sulle grandi distese, come una gran macchia di colore giallo oro misto a rame ; i fiori infatti, così numerosi e brillanti, durano poco, un giorno soltanto, e subito appassiscono e assumono un colore rosso ruggine. Si tratta dell'iperico, un fiore dei campi che è detto erba di San Giovanni, perché anticamente chi si trovava per strada la notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe, dall'aglio, all'artemisia, alla ruta. IL suo stretto legame col Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore "sangue di San Giovanni". E' davvero difficile risalire alla motivazione di questo accostamento - perché il Battista e non un altro martire ? - se non forse il fatto che l'iperico è un fiore che si accontenta di poco, per sopravvivere, e vive anche nei climi desertici, come fece un tempo Giovanni il Battista. Nelle leggende si parla anche di un 'erba piccolissima e sconosciuta, detta Erba dello Smarrimento. Si dice che essa venisse seminata dalle Fate e dai Folletti nei luoghi da loro frequentati e, calpestata, avrebbe allontanato dalla retta via il malcapitato. A questa leggenda si intreccia quella, di origine tedesca ma alquanto diffusa nel biellese, che, se taluno passa vicino alla magica fioritura della felce, nella notte di San Giovanni, senza raccogliere il seme che la pianta lascia cadere, sarà condannato a smarrirsi per via, anche se percorre strade a lui note. Altrettanto conosciuta era l'Erba Lucente, che consentiva, se portata sul corpo, di vedere la verità delle cose senza mascheramenti o inganni. Poiché quest'erba era invisibile agli uomini, ma non ai bovini domestici, la si poteva raccogliere solo seguendo un vitello al suo primo pascolo, oppure le mandrie, nella notte di San Giovanni. Si raccontava infatti che in quelle occasioni i bovini mangiassero solo quell'erba, dando così la possibilità a chi proprio lo desiderava di individuarla. Le vecchie storie non tramandano cosa accadesse agli incauti che ci riuscivano, cui da allora, conoscendo ogni verità, era negata la possibilità dell'illusione. Anche in Valsesia, come abbiamo già detto, ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita, pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai primi secoli cristiani. www.ginevra2000.it Taliesin, il Bardo
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24-06-2015, 18.41.53 | #9338 |
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Buon pomeriggio, innanzitutto voglio fare i miei complimenti a Tasielin per il bell'articolo, davvero molto interessante.
Seconda cosa, come promesso ripropongo thè e pasticcini per tutti. http://www.qualcosadibluphoto.it/wp-...tti.jpg?92d2f3
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan |
24-06-2015, 18.55.10 | #9339 |
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Buon pomeriggio Camelot..
vero, oggi si festeggia San Giovanni Battista e dalle mie parti antiche tradizioni dicono sia la notte più magica dell' anno..
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29-06-2015, 16.06.40 | #9340 |
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Buon inizio di settimana Camelot...
Questo fine settimana sono stati particolari e soprattutto sabato. Meta: Aquileia...e avevo "un appuntamento al buio". Io e lei ci eravamo scambiate pochi messaggi privati e alcune descrizioni di noi..non particolari. Inizia il mio giro tra le rovine della romana città, in giro durante la Rievocazione vi erano donzelle, gladiatori, celti, e molto altri. Soprattutto sono rimasta nel campo dei Celti, guardando i ragazzi simulare gli attacchi con scudi di legno e armi di legno..uno ha tentato di sfidarmi..meglio evitare..i tacchi non erano congeniali Però Lei non era lì e lo immaginavo, vado al centro vicino la Basilica ma come immaginavo li erano ubicati gli stand dei locali artigiani. Scuoto il capo..la Cerca continua...e proseguo fino al campo romano...ovvio lei ama quella materia..ma quante persone eppure guardo una ragazza..si, dalla descrizione potrebbe essere lei..ma non ho coraggio di avvicinarmi, e se non fosse lei? Ma vi è qualcosa in me che dice sia Lei e il mio sesto senso non sbaglia, poi mi allontano e vedo lei mi guarda. Dopo essere andata dalle mie due belle pulzelle, acconciate con la coroncina intrecciata di fiori e in mano il loro mosaico, ritorno al campo romano..e la rivedo..può essere solo lei. Lei mi guarda..pure lei aveva il sospetto..e rimaniamo un attimo sospese finchè Lei prende la iniziativa..avevamo indovinato entrambe e ci siamo abbracciate come fossimo conoscenti ed amiche...si era proprio Lady Clio..o semplicemente Clio..che ora rientra tra le mie amicizie più care. E' stato emozionante e poi mi sono subito sentita a mio agio con voi milady..abbiamo parlato come ci conoscessimo da molto...devo dirvi "la piccola guerriera" mi disse lei tifava per voi...purtroppo la mia Terra simil Irlandese ha voluto portarci la pioggia. Questo a dimostrazione..questo non è solo virtualità, un forum..ma dietro ogni nome vi sta una persona, un volto, un cuore e una anima e io ho avuto la Gioia di conoscere tutto questo di voi, Clio..e circa 3 anni fa quelli di lady Elisabeth. Questa è la vera Camelot!!
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