13-01-2011, 11.35.05 | #931 |
Cittadino di Camelot
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presi quella di destra di striscia e la guardai e dissi e ora che si fa? dobbiamo arrivare ad un accordo con quel cavaliere non possiamo spargere altro sangue allora mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e presi la parola e gli dissi voi cavaliere sareste cosi assetato di sangue che uccidereste dei poveri innocenti? domandai e lo fissai dritto negli occhi aspettando una sua risposta
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fabrizio |
13-01-2011, 21.14.29 | #932 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 scelse la sua striscia e poi si avvicinò al bellicoso Cavaliere Vermiglio.
"Ha pescato la striscia più corta..." osservò Goldblum. "Già..." rispose Belven. "Innocenti!" Esclamò il Cavaliere Vermiglio. "Cosi dunque vi definite! Eppure sapevate che l'acqua di quel pozzo celava un maleficio! Ed ora ne pagherete le conseguenze! Avanti, voglio l'ostaggio che mi è stato promesso!"
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13-01-2011, 21.26.08 | #933 |
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mi avvicinai al cavaliere Vermiglio e dissi eccomi signore sono il vostro ostaggio poi guardai i miei compagni e dissi vedete di fare in fretta non voglio rimanere qui al infinito e mi sedetti sul erba e rimasi fermo e immobile
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fabrizio |
14-01-2011, 01.59.38 | #934 |
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Nulla io vedo che non sia perfetto... Ancora una volta Gaynor ricordò il cavaliere che aveva disperatamente amato quattro anni addietro. Sir Lancelot di Afralion, al vostro servizio... così si presentò dopo che lei gli ebbe chiesto chi mai fosse. Quanto si erano amati! Lei era già sposata con Duncan, ma la potenza di quel sentimento fu tale da oscurare tutto il resto. Se solo avesse avuto il coraggio di abbandonare tutto allora invece che adesso, a distanza di anni, a quest'ora sarebbero stati insieme, felici e innamorati. Invece lei quel coraggio non lo aveva avuto, e lui era andato via per sempre, stanco di aspettarla invano...
"Ora, se siamo tutti daccordo, andiamo!" La voce di Sir Guisgard la riportò bruscamente alla realtà, e l'arroganza del suo atteggiamento la fece indispettire. "Andato via un sedicente capo, ecco che ne spunta fuori subito un altro... perdonatemi, milord, ma dopotutto non vi sembra il caso di darci una spiegazione? Sono sicura che avete visto l'inferno, ma se allo stesso inferno stiamo andando incontro anche noi credo che avremmo diritto a saperne di più... Non vi siete nemmeno guardato intorno, eppure noi tutti siamo qui per aiutare voi, incondizionatamente e non perchè vi sia dovuto. Stiamo rischiando la nostra vita per la vostra e per quella di Lady Talia, almeno fate in modo che si possano ridurre questi rischi spiegandoci con cosa esattamente ci stiamo scontrando..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
14-01-2011, 02.13.24 | #935 |
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Le mura di Cartignone erano alle mie spalle, di fronte a me la massa indistinta e verdeggiante del bosco. Una figura cavalcava a passo di trotto proprio verso quel bosco... era distante e mi voltava le spalle ma io sapevo perfettamente di chi si trattava...
“Papà!” chiamai, ma lui non si voltò. Presi allora a correre più velocemente che potevo, mentre continuavo a chiamarlo... avevo paura e non volevo se ne andasse, avevo paura perché sapevo che se avesse raggiunto quel bosco Guxio lo avrebbe preso e per lui non ci sarebbe stato scampo. “Papà...” gridavo “Papà, aspetta! Non te ne andare... attento... Papà, ho paura...” Ma lui era ormai sparito tra le fronde e non potevo più vederlo... Mi inoltrai allora nel bosco anche io, certa che dovesse essere lì da qualche parte, certa che non potesse essere lontano... E ad un tratto gli alberi si diradarono e io mi trovai in cima ad un’alta rupe scoscesa. Era un costone di roccia alto e battuto da un vento tanto forte che rischiava di farmi volare via... Mi schiacciai a terra spaventata e fu allora che, guardando verso il basso, lo vidi: in fondo alla gola che quella rupe dominava, stretta come un cunicolo scavato nella roccia stessa, c’era Guisgard. Lo osservai, sorpresa, e subito mi sentii meglio... avrei voluto chiamarlo ma era così lontano che ero certa non mi avrebbe sentita... mi guardai, allora, intorno in cerca di un modo per scendere da lassù, un modo per raggiungerlo... “E’ inutile!” disse ad un tratto una voce malevola alle mie spalle “Non lo raggiungerai mai! Non lo rivedrai mai più!” “Sì, invece!” ribattei “Devo solo trovare la strada!” “Non vi è una strada!” disse Guxio, comparendo al mio fianco “E comunque non arriveresti in tempo... guarda!” Seguii il cenno della sua mano e guardai in basso... il cavaliere era ancora là, ma ora era circondato da decine e decine di uomini tatuati, pronti alla lotta. “No!” gridai. Mi voltai verso Guxio e soggiunsi: “No, ti prego! Me lo avevi promesso... avevi promesso che non ci sarebbe andato di mezzo più nessuno!” Lui sogghignò: “Ma che differenza fa, per te, se lui vive o muore? Tanto se ne andrà comunque!” “Non se ne andrà!” mormorai, a mezza voce. “Se ne andrà, e lo sai! Se ne andrà come hanno fatto tutti! Tua madre... che un bel giorno è scomparsa nel nulla e ti ha lasciata sola, con il fardello di un potere che non conosci e non sai gestire! Tuo padre... partito per quella missione e mai ritornato! Eileen... che non ha voluto ascoltarti ed è morta! Tutti loro ti hanno lasciata... e succederà ancora, lo sai benissimo! Tu non hai nessuno... soltanto io ti posso offrire un futuro, e perciò farai ciò che ti chiederò!” “Io non lo voglio il tuo futuro!” ribattei... ma la mia voce tremava forte, ormai. “Lo vorrai! Lo vorrai quando non avrai altra scelta!” sogghignò, poi mi indicò di nuovo un punto in fondo a quella gola... gettai uno sguardo e vidi il gruppo che avevo visto nello specchio: riconobbi il giovane cavaliere che avevo incontrato a Cartignone, riconobbi il Cappellano, vidi una dama che non conoscevo, una bambina, un vecchio... Guxio rimase in silenzio per un istante, poi riprese: “Tutti loro, come tutta Cartignone, non dipendono che da me! Guardali, io posso decidere di farli vivere o di farli morire... posso decidere di ogni singola individuo: il futuro di Cartignone sono io! E dunque, come vedi, non esiste altra via che tu possa percorrere... ed è perciò ti piegherai a me!” “Io non voglio che muoia più nessuno!” mormorai. L’uomo mi fissò: “Tu... non vuoi?” continuò ad osservarmi per un tempo infinito, infine scoppiò a ridere “Non vuoi? E invece avverrà ancora... e inizieremo proprio da qui!” Così dicendo mosse una mano e davanti ai miei occhi comparve di nuovo Guisgard... “Comincerò da lui... e la colpa sarà tutta tua! Di nuovo!” “Noooo!” Mi svegliai di soprassalto. Mi sentivo la fronte imperlata di sudore freddo e la risata malvagia di Guxio che ancora mi risuonava nelle orecchie. Mi guardai intorno... non sapevo dove mi trovavo ma non me ne importava niente, perché le immagini di quell’incubo erano ancora tanto fresche nella mia testa che continuavano a far male. Chiusi gli occhi e cercai di scacciarle, però tutto ciò che ottenni fu una nuova, intensa ondata di panico e rammarico.
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14-01-2011, 03.15.20 | #936 |
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I sogni.
Ma cosa sono veramente i sogni? Dove dimorano? Secondo qualcuno nella mente, sottoposti quindi alla ragione... mentre secondo altri provengono dal cuore... E gli incubi? Sono le nostre paure oppure rappresentano altro? Riposa sereno, piccolo mio signore... Ti racconterò ancora di questa storia... Si, ti sussurrerò ogni cosa... Ed ogni mia parola scivolerà sulle onde di questa mia lira... Talia si risvegliò inquieta ed impaurita. Si guardava attorno ed ovunque dominava un'innaturale penombra. Sagome incerte si riconoscevano tra le poche luci e le molte ombre di quella stanza. Poi, pian piano, la sua vista si abituò e comprese di essere circondata da diverse statue, poste a guardia di quel luogo. Solo una candela brillava accanto al suo giaciglio ed a stento illuminava quel posto. Ed in quel lieve chiarore Talia riconobbe uno specchio davanti al letto. Lo stesso che aveva rotto poco prima. "Ben svegliata, milady..." disse Guisgard avvicinandosi al letto. Le accarezzò i capelli morbidi e lunghi. "Ora non avrai più nulla da temere..." sussurrò.
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14-01-2011, 03.50.59 | #937 |
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Aprii gli occhi e li ruotai intorno con circospezione... la stanza era buia e piena di ombre e di chiaroscuri che sembravano voler giocare strani scherzi alla mia mente ancora annebbiata... tirandomi un poco più su, lanciai un’occhiata più attenta in giro e notai che il giaciglio sul quale mi trovavo era al centro di una vasta sala tutta affollata di statue, che a quella penombra assumevano contorni leggermente inquietanti.
E tuttavia ciò che attrasse la mia attenzione fu quello specchio, posto proprio di fianco al mio letto... ero lo specchio che avevo rotto! O forse, suggerì debolmente la parte razionale del mio cervello, forse era solo uno specchio uguale a quello! Lo osservai per un istante, poi qualcos’altro attrasse la mia attenzione... un movimento proprio lì vicino, una sagoma prima, poi una voce... “Guisgard!” esclamai sorpresa, vedendolo “Guisgard... ma come...” Chiusi gli occhi quando le sue dita sfiorarono i miei capelli e per un istante fui felice, per un istante fui serena... sollevai la mia mano e la posai sopra la sua... solo per un istante. Poi qualcosa scattò in quella parte della mia mente che conservava un briciolo di razionalità e che mi costrinse a chiedermi in che modo poteva mai lui essere lì... Di scatto riaprii gli occhi e istintivamente mi ritrassi, lontana dal suo braccio... e lì rimasi, in silenzio e in attesa, con gli occhi sgranati, il respiro corto e il cuore in subbuglio.
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14-01-2011, 04.18.43 | #938 |
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Tutto si era svolto talmente in fretta che Morven non era riuscito nemmeno ad intervenire.
Ad essere sinceri, in un primo momento non gli era nemmeno passato per la testa di intervenire, perchè la sua testa era preda di una miriade di idea e di immagini che finalmente cominciavano per lui a prendere forma e significato... finalmente, dopo tanta oscurità! Aveva sentito l'esclamazione di Guisgard alla vista di Bumin, udito il nome di Talia, e in un istante aveva compreso ogni cosa! "Dunque avevo ragione!" Questa frase gli era sfuggita dalle labbra, mentre i suoi occhi si andavano a fissare su Bumin, finalmente liberi di esprimere tutto quell'odio e quel disprezzo che fino a quel momento aveva mal nascosto a quell'uomo. Ma proprio in quell'istante Guisgard si era gettato su quell'infame ed era iniziata tra i due una colluttazione. Istintivamente estrasse la spada dal fodero, per dar man forte al cavaliere, ma Bumin fu lesto a sfuggire all'onda d'urto delle loro ire, manifesta e violenta quella di Guisgard, a lungo repressa, e per questo non meno pericolosa, quella di Morven. Pensò di lanciarsi al suo inseguimento... adesso voleva davvero quella soddisfazione, dopo tutto l'astio che era intercorso tra loro e dopo le offese che Bumin gli aveva inflitto. Si era trattenuto a lungo dallo scagliarsi contro quell'uomo, solo perchè da buon cristiano credeva che ogni essere umano dovesse essere considerato innocente fino a prova contraria... ma adesso che ne aveva la certezza, ne stava facendo una questione personale... voleva essere lui stesso ad uccidere Bumin, con l'aiuto di Samsagra! Tuttavia, l'incidente occorso a Iodix lo distolse dal suo intento, e lo fece arrestare in quel luogo insieme agli altri... forse, pensò, non è ancora il momento per avere il suo sangue... forse occorre prima che io resti qui, con i miei compagni... non c'è che la mia spada e quella di Guisgard a difenderli da questo terrore... poi spostò lo sguardo su Dukey, lo scrutò con attenzione ed insistenza... e forse... forse... è un bastardo, questo è fuor di dubbio, ma forse non lo è al punto da non riconoscere più il Male, se mai dovesse trovarselo di fronte! "Al diavolo..." mormorò il cavaliere "... io proseguo... chi vuole seguirmi sa cosa fare, altrimenti l'uscita è dall'altra parte!" L'esclamazione soffocata ma veemente di Guisgard lo distolse dai suoi pensieri. Si avvicinò al cavaliere, lo scrutò per un istante, mentre sul volto gli si accendeva un lieve sorriso. Nella sua mente si accese il ricordo, il ricordo di una notte, di una discussione intensa, mentre in lontananza si udiva il frastuono gioioso di una taverna, e accanto a lui serpeggiava invece la melodia malinconica di un'ocarina. Ripensò a quella notte quasi con nostalgia, perchè allora, nonstante il pericolo incombesse già su tutti loro, erano ancora ignari del grande dolore e delle terribili atrocità di cui sarebbero stati testimoni... la notte, la taverna, la musica... sembrava tutto appartenere ad un mondo lontano, idilliaco e vivo, un mondo che era ancora pieno di speranza... la speranza... risentì nella testa le sue stesse parole... la speranza... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano... Si accostò a Guisgard, gli lanciò uno sguardo d'intesa, e piano mormorò al suo indirizzo: "Se il vostro intento è di proseguire, amico mio... ebbene... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 14-01-2011 alle ore 05.12.30. |
14-01-2011, 04.27.31 | #939 |
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Talia, d'istinto, si ritrasse.
La lieve luce di quella candela gli illuminò il volto, riflettendo nei suoi occhi intensi bagliori. Occhi grandi e lucenti. Incerti ed inquieti fissavano nella penombra i tratti di quel cavaliere che stava lì vicino. Gli occhi di Talia. Cosa si vede in quegli occhi? Cosa ci ha visto colui che li stava cercando? I sogni, si narra, si leggono negli occhi. I sogni sono racchiusi negli occhi di chi più si ama. E i sogni di quel cavaliere esistono ancora? Se si, allora possono esistere solo in quegli occhi. Gli stessi che ora fissavano con dubbi e timori quel volto enigmatico e sfuggente. E l'incertezza della ragazza, palese ed improvvisa, turbò quel volto. Si avvicinò fino ad essere anch'esso investito dal tenue chiarore della candela. "Cosa c'è?" Chiese infastidito Bumin. "Attendevi qualcun altro? Beh, sappi che nessuno potrà mai giungere qui a liberarti! E se non mi credi guarda pure quello specchio" indicando quello accanto al letto "e seguirai ogni passo dei tuoi patetici compagni!" Si alzò di scatto e concluse: "E ricorda che presto sarai mia moglie! Il tuo destino è già stato deciso!" E svanì nella penombra della stanza, come un incubo dopo un brusco risveglio.
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14-01-2011, 06.03.59 | #940 |
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Nello stesso istante, il gruppo cercava di riorganizzarsi e decidere sul da farsi.
Guisgard sorrise a quelle parole di Morven. "Mio buon Parzival..." disse dandogli una pacca sulla spalla "... sempre imbevuto di sani valori ed ideali! Certo, amico mio!" Esclamò poi. "Combatteremo contro questi dannati che sembrano celarsi dietro ad ogni roccia, ad ogni sguardo... anche apparentemente amico..." Fissò allora ognuno dei suoi compagni. Fino ad incontrare lo sguardo della piccola Lyan. La bambina lo guardava con occhi strani, quasi adirati. "Troverai la mia mamma, cavaliere?" Chiese. "E la tua bella? Riuscirai a salvarla?" Guisgard la fissò senza dire nulla. La piccola Lyan allora sorrise lievemente e corse di nuovo verso Gaynor. E proprio la donna cominciò a rivolgersi al cavaliere. "Milady..." rispose questi "... non sono un capo e nè mi interesse esserlo! Per quanto mi riguarda ognuno qui può fare ciò che vuole, purchè non mi si intralci il cammino! Quanto all'aiuto di tutti voi" aggiunse "non l'ho mai richiesto ed è comunque interesse di tutti qui collaborare e aiutarci l'un l'altro!" "Messere, calmatevi ora..." intervenne il Cappellano "... dobbiamo remare tutti nella stessa direzione per uscirne vivi." "Volete sapere cosa sta accadendo, milady?" Chiese Guisgard a Gaynor. "Bene, ve lo dirò senza inutili giri di parole... questo che vedete è l'Inferno! E qualcuno sembra averci già condannato in uno dei suoi gironi!"
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