20-11-2012, 18.31.18 | #951 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai esterefatta le parole di Musan...come mai provava tale odio per quel pirata? Eppure ve ne erano in giro in quei mari, perchè proprio contro di lui..."Milord...non saprei che dirvi, forse vorreste un buon augurio di riuscire nella vostra...impresa..se questo è per voi un desiderio, una sorta di odio profondo per quel pirata. Strano, abbiamo avuto due versioni diverse di quel pirata..quale sarà quella vera?".
Arrivammo nella mia dimora e chiesi a Musan se voleva entrare a conoscere i miei genitori...anche per rendere più credibile il fatto che fossi andata dal Governatore. In cuor mio iniziai a pensare a quel pirata...sarei andata col maestro Lin a chiedere al suo amico pescatore cosa sapesse dello Sparviero Nero. Che strano...da quando ero arrivata in quel posto e da quando detenevo quel libretto la mia vita sembrava incentrata su queste storie, eppure io non ero interessata a Tesori..rabbrividii per un attimo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-11-2012, 18.36.51 | #952 |
Disattivato
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Tutto era buio, freddo e umido intorno a me.
Tentai di respirare, senza successo. Mi mancava l'aria. Mi alzai e presi a camminare, spaesata. Mi trovavo in una grotta, in un profondo cunicolo. Camminai rasente i muri, cercando stabilità, ma non riuscivo a ricordare dove mi trovassi. Un senso di oppressione si impossessò di me. D'un tratto mi parve di vedere qualcosa muoversi nell'ombra. La seguii. "Aspetta..." Rantolai. Non ebbi risposta dalla nuda roccia. Mi portai una mano alla gola, era vuoto intorno a me ma l'aria sembrava irrespirabile. Caddi a terra, inerme. Non so per quanto restai ferma, immobile su quella pietra, "Clio.. Alzati bambina mia..." Aprii gli occhi, non c'era nessuno. Ma quella voce, ne ero certa, era la voce di mio padre. Il mio corpo senza vita era sormontato dalla nuda terra. Ma il veleno cominciava ad esaurire, pian piano, le sue proprietà. |
20-11-2012, 18.41.01 | #953 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Scena XI: Caccia ai pirati
“Io? Conduco la vita più felice che si conosca, una vera vita da pascià. Sono il re del Creato: mi piace un luogo, vi resto; mi annoio, parto; sono libero come un uccello, ho le ali come lui. Le persone che mi circondano mi obbediscono a un solo cenno, e qualche volta mi diverto a burlarmi della giustizia umana sottraendole o un bandito che essa ricerca, o un criminale che perseguita.” (Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo) L'aristocratica villa sorgeva su un dolce promontorio a qualche lega dalla via principale per Amsterdam, animata dunque dai traffici mercantili, in un'ansa naturale formata dal mare che in un canale raggiungeva poi un piccolo porto commerciale. Talia passeggiava nervosamente attraverso una piccola stradina secondaria che dai piedi della collina saliva fin sopra la vetta, sulla quale sorgeva la villa. La ragazza fissava il mare e si strofinava nervosamente le mani l'una nell'altra. “Raramente ho veduto il mare così silenzioso...” disse una voce tra i salici “... che sciocchezza, molti neanche saprebbero comprendere quanto sia bello ora il mare...” “Guisgard...” quasi soffocando un gemito lei “... sei venuto...” “Se mi conosci come dici” fissandola lui “non dovresti meravigliarti per questo.” “Potrebbe esserci mio padre” fece lei “o uno dei suoi a sorvegliare la villa. Non dovevi. Non dovevi venire.” “E cosa avrei dovuto fare?” Tornando a guardare il mare lui. “Accontentarmi dei tuoi scritti? E sapere da essi della tua partenza?” “Dentro quegli scritti vi è ciò che sento.” “Si possono scrivere tante cose.” “Non mi credi dunque?” Scossa lei. Lui non rispose nulla. “Non mi credi?” Chiese ancora lei. “Dimmelo adesso ed io ti crederò.” Rispose lui. “Come ho sempre fatto.” “Sai...” fissando anche lei il mare “... ho scritto una cosa... una sciocchezza...” “Dei versi?” “E' davvero poca cosa...” accennando un sorriso lei “... non li chiamerei versi, no davvero... non ha un vero e proprio titolo... è dedicato a tutti coloro che hanno saputo sognare fino ad oggi... come sto imparando a fare io ora...” “Tuo padre vuole per te una vita agiata e tranquilla...” mormorò lui. “Si, credo sia questo il suo desiderio.” Annuì lei. “Del resto è il desiderio di ogni padre.” “No, non di tutti.” Voltandosi lui. “Mio padre non mi augurerebbe altro dalla felicità.” Lei chinò il capo. “Ma per altri la tranquillità è un bene prezioso.” Con un sorriso malinconico lui. “Forse perchè pensa che qui non sarò mai felice.” “Questo non conta.” “E cosa conta allora?” “Ciò che pensi tu.” Rispose lui. “Io penso tante cose...” “Lo so.” Annuì lui. “Ora ne ho la prova.” “Cosa sai?” “So che forse è stato bello per te venire qui, fantasticare, sognare...” disse lui “... un meraviglioso passatempo... un angolo di mondo, di mare e di cielo in cui rifugiarsi per scappare dal grigiore quotidiano.” “Questo pensi?” Facendosi indietro lei, con lo sguardo contrariato ed il mento all'insù. “In fondo non ci sarebbe nulla di male.” Appoggiandosi ad un ramo lui, con occhi indefiniti verso quella distesa blu. “Del resto tu non mi hai mai illuso, o fatto capire altro.” “Ero convinta che tu potessi leggere dentro di me” disse lei, con un bagliore negli occhi che poteva celare orgoglio o delusione. O forse entrambe le cose. “Invece vedo che sai dare peso solo alle parole che ascolti, o forse a quelle che non ti arrivano.” “Non ti sto giudicando, Talia.” Con tono freddo lui. “Non l'ho mai fatto e non comincerò a farlo ora.” “Ho sbagliato a venire qui.” Fece lei. “Preoccupandomi per te.” “Anche il colle è proprietà di tuo padre?” Voltandosi verso di lei. “Come la villa?” Lei non rispose nulla. “Tuo padre, per quanto ricco e potente, non può avere per sé un intero mondo.” Sussurrò lui. “Nessuno può avere per sé il mondo intero. Anche io mi ero illuso di poterlo racchiudere intorno a te...” Dalla villa scesero dei rumori. “E' la carrozza di mio padre...” disse lei “... devo andare... ma non voglio salutarti così... ti scriverò... già domani...” “Non occorre.” Fece lui. “Partirò prestissimo domani.” “Partirai?” Stupita lei. “Senza dirmi nulla? Per dove?” “Non lo so...” sorridendo in modo enigmatico lui “... infondo sono un Lancillotto che vaga in cerca della sua Ginevra... e non mi fermerò fino a quando non l'avrò trovata...” “Ti auguro di trovarla...” disse lei “... con tutto il cuore... e so che sarà una donna fortunata...” “Signorina.” All'improvviso una voce. “Suo padre vi sta cercando. Cosa fate qui?” Chiese uno degli uomini di Philip sceso a cercarla. “Oh...” sorpresa lei “... ero scesa per vedere il mare più da vicino...” si voltò verso i salici, ma Guisgard, con suo sollievo, non c'era più. “Andiamo, vostro padre vi sta aspettando.” “Si...” annuì lei, per poi seguire quell'uomo verso la villa. La porta si aprì di colpo e quel ricordo svanì. Il capitano entrò e gettò il suo capello su un grosso seggio di panno turco. “Milady...” disse Guisgard mostrando un lieve inchino “... ma sedetevi pure... non vi trovate a vostro agio forse tra tanti preziosi? Sapete, i gioielli, l'argento e l'oro danno tranquillità.” Sorrise beffardo, per poi riempire due calici di cristallo con un liquore di un rosso caldissimo. “Prego...” porgendole un calice “... qualcuno dice che sia un elisir fatato... come quelli che si leggono nelle Mille e una notte... pare doni l'amore... ma possiamo bere tranquillamente, vero? Io e voi ben sappiamo che l'amore, quello vero, non esiste.” I suoi occhi erano freddi. +++
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20-11-2012, 21.30.18 | #954 | |
Cittadino di Camelot
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Sentii anche quel secondo ricordo scivolare via, mentre lui entrava e, disinvolto, gettava il cappello da una parte...
Lo osservavo in silenzio mentre si muoveva per la cabina, parlava, riempiva due calici di vino e me ne porgeva uno... Citazione:
le sue labbra sorridevano ma gli occhi restarono freddi, gelidi come l’inverno... poi rialzai i miei occhi nei suoi... difficile era comprendere bene ciò che la sua vicinanza causava in me, erano passati più di due anni dall’ultima volta ed avevo ormai perso il conto di tutte le notti che avevo passato a sognarlo, a chiedermi dove fosse e a fare cosa... tremai davanti a quello sguardo, mentre mille e più sensazioni si impadronivano di me... eppure la mia espressione non mutò di una virgola: ero ferita... ero stata molto ferita da lui due anni prima e forse lo ero ancora... anche se non lo avrei mai ammesso, e certamente non con lui. “No, grazie!” dissi dunque, rifiutando con un leggero gesto della mano il calice ed allontanandomi da lui di qualche passo, apparentemente con noncuranza “Non sono abituata a bere niente del genere...” Feci qualche passo per la stanza, cercando di recuperare un po’ di freddezza, pregando che le mie guance non fossero arrossate come le sentivo... poi tornai a guardarlo... “Ma voi, vi prego, non fate complimenti... bevete pure!” dissi con un candido sorriso ed il tono più tagliente che possedevo “Del resto voi non correte rischi, sotto quel punto di vista... dico bene? Dopotutto, chi un cuore non lo possiede, non rischia neanche di perderlo!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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21-11-2012, 01.57.41 | #955 |
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Così, Cheyenne e le altre ragazze furono portate sul luogo della vendita.
La ragazza che le stava accanto, ascoltate le sue parole, annuì e riuscì per un po' a smettere di piangere. Tutte loro furono poi condotte dietro il palco di legno e verso Mezzogiorno iniziò l'asta. Le ragazze, una per volta furono prese e portate sul palco, per poi essere esposte al pubblico di compratori. Alla fine toccò a Cheyenne. La ragazza fu esposta sul palco e il banditore cominciò a descriverla al suo pubblico. “Guardate, signori...” disse “... guardate ed ammirate questo esotico spettacolo della natura... occhi come la notte, capelli scuri come onice e pelle d'ebano... ammirate il suo meraviglioso corpo, le sue forme... questa bellezza selvaggia, figlia di un mondo tribale e primordiale, conosce solo il passionale istinto che anima i popoli pagani e barbari... ella nasconde il fuoco e sarete voi a spegnere quel fuoco... si parte da mille Fiorini d'oro!”
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21-11-2012, 02.09.54 | #956 |
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Musan sorrise ad Altea.
“Voi immaginate quel pirata” disse “come forse appaiono quelli presenti nei libri e nelle leggende. Fantasticate che sia romantico, eroico, un solitario che combatte da solo contro il resto del mondo, alla ricerca della libertà.” Scosse il capo. “Perdonatemi, ma è una visione fanciullesca, per non dire infantile. Mentre voi fantasticate, io ho conosciuto e interrogato le vittime dei suoi attacchi. E posso dirvi che non vi è niente di romantico o di epico in quel pirata. E' un ladro. Un uomo che vive eludendo la legge e predando i suoi stessi simili. Un vigliacco che si nasconde in mare invece di affrontare chi, come me, lo cerca e lo bracca ogni giorno. Un uomo destinato a fuggire e a nascondersi per il resto dei suoi giorni. Ma io non voglio solo catturarlo e poi ucciderlo. No, io voglio far cadere questa sua falsa maschera di eroismo che si è costruito. Voglio portarlo in catene davanti alla gente, facendogli implorare pietà, per poi schiacciarlo sotto i miei stivali.” Arrivarono davanti alla villa di Altea. “Scusatemi, ma sua eccellenza mi attende.” Fece lo spagnolo. “Non potrò dunque accettare il vostro invito. Ma ci sarà un'altra occasione. I miei omaggi, milady.” Le baciò la mano e andò via. Entrando in casa, Altea trovò i suoi genitori ad attenderla. “Altea, dove sei stata?” Preoccupata sua madre. “Stavolta il tuo comportamento è imperdonabile!” Tuonò suo padre. “Cosa hai da dire a tua discolpa?”
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21-11-2012, 02.22.41 | #957 |
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Navi che salpavano per mille porti differenti...
Clio era sul molo e le vedeva andar via... Ognuna sembrava essere la New Tiger... Eppure, preso poi il mare, cambiavano aspetto e diventavano relitti galleggianti... Poi un volto... John che le sorrideva e la chiamava... “Clio... svegliati... Clio... svegliati...” Pian piano la ragazza aprì gli occhi. La luce che filtrava attorno a lei, in principio, quasi arrivava ad accecarla. Poi, poco a poco riuscì ad abituarsi ed infine ad aprire gli occhi. Si trovava in una capanna di bambù e ovunque dal soffitto pendevano frutti esotici, pesci essiccati, cesti e utensili di vario tipo. Era sola ma ad un tratto cominciò ad udire delle voci che provenivano da fuori. Tentò di alzarsi ma era ancora troppo debole. Poco dopo, pian piano cominciò a ricordare tutto. Il suo rapimento ad opera dei pirati di Giuff, Loren, l'arrivo di Gurenaiz ed il suo piano di fuga. Ma proprio in quel momento qualcuno entrò nella capanna. La luce impediva ancora alla ragazza di poter vedere chiaramente, ma la figura che si avvicinò alla branda sulla quale era distesa le apparve chiara. Era John.
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21-11-2012, 02.31.18 | #958 |
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A quelle parole di Cavaliere25, Maraiel si indispettì ancora di più.
“Voglio dell'acqua” disse con astio “e la voglio subito! Hai capito? O forse sei sordo? O tonto?” Cominciò a battere i piedi a terra. “Ho sete e tu devi darmi da bere! Voglio l'acqua! La voglio!” E avvicinandosi a Cavaliere25 tirò poi un calcio sul suo stivale.
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21-11-2012, 03.30.03 | #959 |
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“Ah, si...” disse Guisgard a Talia, sorridendo quasi con indifferenza “... dimenticavo... voi non bevete vino...” posando il calice su un tavolino d'ebano intarsiato con oro e madreperla “... neanche io un tempo ne bevevo... ma poi ho capito che l'alcool è un potente amico per chi vuol dimenticare... dite che non ho un cuore? E perchè mai? Forse perchè sono un pirata? O perchè amo comprare tanto le cose quanto le persone?” Rise con freddezza, per poi sorseggiare un po' dal suo calice. “Vi dirò... è quasi un vantaggio non possedere un cuore, sapete? Il mio caro amico Giuff, ma forse dovrei dire amico in comune, mio e vostro, vive benissimo pur non avendone uno. Quanto al mio... in verità le donne con cui mi accompagno spesso, con mio e loro piacere, non badano tanto al mio cuore... certo, forse voi, dall'alto della vostra presuntuosa posizione, le giudichereste donne di poco conto, o peggio... ma esse sono sincere... non ingannano, né mentono...” finì il suo liquore e si avvicinò poi ad un forziere.
Lo aprì e ne mostrò il contenuto a Talia. Vi erano oggetti e pietre preziose quasi di inestimabile valore. “Guardate, milady...” fece il pirata “... tutto ciò che vedete l'ho raccolto durante i miei viaggi e le mie scorribande per i mari... miglia e miglia senza fermarsi mai...” sorrise, mentre ostentava con orgoglio quella immensa fortuna “... guardate e toccate pure, se volete... vedete questo bracciale? L'ho preso su una nave che proveniva dalla Persia... e questa collana? Era su un veliero greco e trasportava oggetti di proprietà del Sultano Turco... chissà quante donne può comprare una simile meraviglia... ” tenendo in mano quella collana “... già, chissà quanti corpi di bellissime donne... e cosa volete che contino i loro cuori? Ma è possibile acquistare anche quello, sapete? Quanto può valere il cuore di una donna? Prese un piccolo scrigno, modellato in unico blocco d'onice, impreziosito da intarsi di smeraldo e giada. Al suo interno vi erano delle magnifiche perle. “Queste perle” fissandola Guisgard “provengono da un mio arrembaggio presso Caparis... sono purissime e perfette... quante altre devo aggiungerne a quelle già spese per acquistarvi e poter vantarmi di possedere anche il vostro cuore?” Rise. “E se aggiungessi anche questo?” Indicando il piccolo scrigno. “E' molto prezioso, sapete? Pare ne esistano solo tre al mondo... uno nelle mani del Califfo di Bagdad, un altro in quelle dell'imperatore del Giappone... ed il terzo qui, nelle mie mani...” dal suo viso svanì quel sorriso beffardo e quell'espressione di vivo compiacimento “... prendetelo, è vostro... prendete tutto ciò che più desiderate... magari vi sarà utile... vostro padre a chi vi ha promessa in sposa? Ad un mercante della sua Compagnia? A qualche amministratore dall'avvenire assicurato? O forse ad un futuro console? Destinandovi così ad una vita tranquilla... niente difficoltà, niente problemi, nessuna distanza da colmare o faide politiche da sistemare... prendete pure ciò che più vi garba...” mostrandole l'immensa fortuna che li circondava “... sarà il mio regalo per il vostro futuro sereno e tranquillo... e non temete...” sorridendo con freddezza “... non reclamerò certo il vostro cuore...” gettando lo scrigno e le perle sul ricco e sfarzoso tappetto ai loro piedi.
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21-11-2012, 08.10.30 | #960 |
Cittadino di Camelot
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Mille fiorini...la mia libertà valeva questa stupida somma.
Gli uomini iniziarono ad accalcarsi intorno al palco e ben presto iniziarono le offerte. Cercai di estraniarmi, chiusi gli occhi, alla ricerca di pensieri e ricordi sereni. La mia mente prese a vagare negli spazi della mia anima e ripercorso tutto il mio viaggio dal Nord a Las Baias ed ancora fino a rivedere il volto del buon colonnello. Persa così nelle mie memorie udii appena la parola VENDUTA scandita a chiare lettere dal banditore dell'asta. Spalancai gli occhi, colti da un lieve tremore, e scrutai la folla alla ricerca del compratore. Il mio padrone.
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[I][COLOR="Indigo"]Follow Your Heart But Don't Lose Your Head[/COLOR][/I] |
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