17-01-2011, 03.44.21 | #961 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lo specchio.
Cosa riflette davvero? La realtà o l'illusione? Cosa possiamo vedere oltre la sua superficie? L'anima di chi amiamo? O solo il riflesso dei nostri sogni, dei nostri desideri? Cosa nasconde uno specchio? Talia osservava il vortice di quella densa nebbia. Riconosceva figure ed immagini familiari, per poi accorgersi che erano ombre e nulla più. Suo padre, sua madre, Eileenn. E poi lord Frigoros e la corte di Cartignone. "Cosa cerchi?" Chiese lo specchio. "Tutti si pongono davanti a me cercando di vedere qualcosa... tu cosa vuoi vorresti vedere? Bellezza? Felicità? Potere?"
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17-01-2011, 04.30.25 | #962 |
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Moccioso? Cane???
"Ehi!" Morven si girò di scatto, pronto a far guizzare Samsagra, e stavolta andare a bersaglio. Ma subito la voce di Guisgard lo fermò. "Chiudi il becco e smettila di frignare! Ora andiamo!" A quelle parole, Morven non potè fare a meno di ridere. Già, aveva ragione lui. Dukey era uno sciocco, di quelli che baprono bocca e gli danno fiato. Era persino troppo sciocco per adirarsi con lui. Lasciò che la stoccata gliela assestasse virtualmente Guisgard con quelle parole, e con una risata, rimise la spada nel fodero. "Tranquillo," disse rivolto a Dukey con aria di celia "appena tornati a Cartignone la mamma ti curerà..." Quindi, senza aggiungere altro, seguì Guisgard lungo lo stretto cunicolo. Faceva freddo in quell'antro scavato nel cuore della terra, e l'ombra sembrava crescente. In breve, nessuno ebbe più voglia di parlare, e un lugubre silenzio accompagnava quella fila di temerari. Morven tentava in ogni modo di strapparsi dai suoi pensieri. Temeva che ripiombare nei suoi più cupi ricordi l'avrebbe fatto perdere nuovamente d'animo, proprio in quel momento in cui, ritrovato Guisgard, la sua speranza di riuscire in quell'impresa era rifiorita. Guisgard... aveva sempre pensato che fosse uno spadaccino eccezionale, e di certo un uomo fuori dal comune... ma uscire vivo da quell'inferno, e avere ancora la forza per ritornarvi dentro... questo andava oltre ogni sua aspettativa... lo avrebbe pregato, un giorno, di raccontargli tutto... come era sopravvisuto, come aveva lottato, e soprattutto a quali spettacoli di orrore e di morte avevano assistito i suoi occhi! Mentre così ragionava, Morven si avvide che Guisgard era pensieroso. Il movimento nervoso dei suoi occhi, quel leggero scatto del capo, lo sguardo che talvolta vagava veloce indietro, verso di loro, quasi volesse accertarsi che nessuno fosse rimasto indietro... chissà cosa pensava, in quel momento... Gli si fece un po' più da presso. Non lo fissò dritto negli occhi, ma lasciando che il suo sguardo vagasse in quella semi oscurità, cominciò a parlare con tono sommesso: "Guisgard... immagino che tu sappia dove ci stai guidando... dimmi cosa c'è là sotto, e a cosa andiamo incontro. Se non so che aspetto ha il mio nemico, se non conosco nulla delle sue armi, come posso essere per te un valido aiuto in questa impresa? Anche io desidero liberare lady Talia quanto lo desideri tu... e desidero mettere fine a questo orrore, se questo fosse mai possibile... hai la mia spada e hai il mio braccio... ma dimmi almeno che cosa ci aspetta!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
17-01-2011, 04.53.08 | #963 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, al castello del Cavaliere Vermiglio, la giovane Gidelide aveva mostrato i suoi disegni a Cavaliere25.
"Ditemi..." disse la ragazza, voltandosi di tanto in tanto verso suo padre per accertarsi che dormisse "... cosa potrebbe rappresentare secondo voi quel mio sogno? Che significato può avere una ragazza legata ad un altare per un sacrificio? Non avevo mai sognato nulla di simile prima d'ora..."
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17-01-2011, 05.58.41 | #964 |
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“La verità, amico mio?” Chiese Guisgard a Morven. “Non ho la minima idea di dove stiamo andando! Questo posto è un labirinto dove si potrebbe celare un’insidia dietro ad ogni angolo! Ciò che so è che ci troviamo davanti a dei fanatici assassini e che quel traditore di Guxio ne è il capo! E da quanto è accaduto poco fa, ben conoscete il ruolo di Bumin in questa storia! Ora seguiamo questa strada perché mi sembra opposta a quella che conduce alla chiesa sconsacrata, dalla quale siamo scesi in questo posto maledetto!”
Il gruppo, dopo un pò, giunse in una sorta di piccola grotta, nata dall'unione di due stretti cunicoli che si incrociavano tra loro. "Cavaliere..." disse il Cappellano a Guisgard "... siamo stanchi, credo sia meglio fermarci un momento per riprendere le forze..." "Siamo già stati fermi abbastanza” rispose Guisgard “… e..." "Messere..." lo interruppe il Cappellano "... comprendo la vostra ansia per ritrovare lady Talia..." "Infatti! Ed ogni istante perso potrebbe essere fatale alla nostra ricerca." "Avete ragione ma per poterla salvare bisogna che tutti siano in grado di aiutare il gruppo." Osservò il chierico. "Purtroppo non siamo tutti cavalieri e non abbiamo l'addestramento adatto per sopportare simili fatiche... continuare oltre, rischiando di non avere la forza per poterci difendere, sarebbe un suicidio..." "E sia..." disse Guisgard dopo un attimo di forzata riflessione "... faremo una breve sosta per poi riprendere il cammino..." "Grazie, sir Guisgard." Sorrise il Cappellano. "Morven..." chiamò Guisgard "... voi e Dukey riposatevi laggiù, dove controllerete le spalle del gruppo, non vorrei ci ritrovassimo colti da un attacco a sorpresa... e nel frattempo tenetelo d'occhio... io invece darò uno sguardo alla strada che ci aspetta..." "Padrone tu non riposerai? Sarai stanco se continuerai!" Esclamò Iodix. "Non sono stanco" rispose Guisgard "e poi non riuscirei a chiudere occhio..." Si allontanò allora dal gruppo, cercando di capire quale strada stavano percorrendo in quella sorta di labirinto sotterraneo. Quel passaggio era umido e avvolto da una quasi totale oscurità, solo a stento squarciata dalla torcia che aveva in mano Guisgard. Ad un tratto il cavaliere udì dei passi. Incerti e lontani. Fissò allora quelle dense tenebre, ma non vide nulla. Ma dopo qualche istante di nuovo si udirono quei passi. E stavolta erano molto più vicini. "Chi è là?" Chiese Guisgard. Ad un tratto la luce della sua torcia gli permise di scorgere una figura. "Chi sei?" "Sono io..." "Talia? Sei tu?" "Si, sono io..." Il cavaliere allora si avvicinò. Era davvero lei. Bellissima, come un sogno, avvolta da un velo lacerato e bagnato per l'umidità. "Cosa ti è accaduto?" Domandò Guisgard. "Come hai fatto a tornare qui?" "Ti prego... non chiedermi nulla..." sospirò lei "... sono stanca ed infreddolita..." "I tuoi vestiti..." "Riscaldami tu..." disse avvicinandosi a lui "... col calore del tuo corpo..." Chinò allora il capo sul petto di Guisgard e si strinse forte a lui. "Sento battere il tuo cuore..." continuò a dire lei "... batte forte..." Le sue mani strette attorno ai suoi fianchi, il suo corpo contro quello di lui, i lunghi capelli bagnati che sembravano avvolgerli e proteggerli da tutto ciò che li circondava. Poi, improvvisamente, lei si avvicinò al volto di lui, sfiorandolo col suo respiro.
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17-01-2011, 12.16.14 | #965 |
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Guardai la ragazza e dissi non saprei dirvi mylady so solo che è un brutto sogno state tranquilla vi prometto che a voi non accadrà nulla di simile e rimasi a guardarla mi ero perso nei suoi occhi e del suo sorriso
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fabrizio |
17-01-2011, 13.32.04 | #966 |
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Le immagini, in quello specchio, si susseguivano tanto velocemente quanto velocemente mutavano i miei pensieri...
Cosa mostrava quello specchio? Cosa vi stavo cercando io? La domanda sorse nella mia mente come se lo specchio stesso me l’avesse sussurrata... Non lo sapevo... non di preciso, almeno! Bellezza, potere... no, niente di tutto ciò aveva valore! Forse non l’aveva neanche mai avuto ma, di certo, non ne aveva in quel momento... non ne aveva dopo che Eileen era morta laggiù e in quel modo orribile... non ne aveva dopo che mio padre non era più tornato da quella missione alla quale Guxio l’aveva spedito, probabilmente con un piano ben preciso... non ne aveva, infine, dal momento che tante vite erano in pericolo e che probabilmente il futuro di Cartignone era ormai segnato dalla delirante volontà di un pazzo. Felicità... sussurrò, poi, lo specchio. ‘Felicità?’ ripetei, a voce bassissima... Ecco... felicità! Quella era una cosa per la quale valeva la pena tener duro! Anche se probabilmente non sarebbe stata la mia felicità... no, certo: quale felicità avrebbe ormai potuto esserci per me, lì in quella prigione dove Guxio e Bumin mi avevano chiusa? La nebbia nello specchio prese di nuovo a vorticare e questa volta ne emerse un volto... il volto di un cavaliere. E se ne stava davanti a me, con gli occhi fissi nei miei, quasi potesse vedermi davvero... Sorrisi alla vista di quel volto, un momento poi di nuovo mi incupii... “Mi dispiace!” mormorai, chinandomi in avanti fin quasi a sfiorarlo e posando delicatamente una mano su quell’immagine “Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...” Attesi con dolore che quell’immagine scomparisse come le altre che erano emerse da quello specchio, ma non fu così... il volto del cavaliere rimase lì, così vicino eppure così lontano, e io a poco a poco iniziai a perdere la percezione di ciò che era reale, restando ostinatamente aggrappata a quell’immagine in quello specchio quasi fosse la mia ancora di salvezza.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
18-01-2011, 02.48.03 | #967 |
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Il fuoco consumava lentamente la legna nel camino, diffondendo calore e luce nell'austera stanza.
Gidelide fissò negli occhi Cavaliere25. "Ditemi, messere..." disse "... com'è appare il mondo fuori? Voi sicuramente ne conoscete ogni forma, ogni colore ed ogni profumo. Io no. Vi prego, descrivetemi la bellezza del mondo che le mura di questo castello mi obbligano ad ignorare!"
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18-01-2011, 03.55.36 | #968 |
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I sogni.
E' possibile desiderare a tal punto una cosa da renderla reale? Hai mai provato ad inseguire un sogno? Cercarlo dove nessuno può vederti, invocarlo dove nessuno può sentirti? E avendolo riconosciuto nello scorrere etereo e silenzioso della notte, hai mai provato a chiamarlo per nome? Chi non ha mai fatto questo, allora non può dirsi veramente vivo. Cerca sempre i tuoi sogni, mio giovane signore. Rincorrili con tutto te stesso. E quando li avrai afferrati, tienili stretti come se ti fossero cari quanto la vita stessa. Ricordalo ora, mio signore e lo ricorderai per sempre. I sogni sono reali? Hanno mani vellutate per accarezzarti? Corpi caldi per stringerti? Labbra morbide per baciarti? Si, i sogni sono reali poichè vivono nell'unico luogo in cui divengono eterni: il nostro cuore. Il cuore di quel cavaliere batteva senza sosta. Ed ogni battito era un sussulto, ogni sussulto uno slancio. Lo slancio. "L'amerò per sempre!" "Per lei rivolterei questo mondo come un guanto!" "Se quest'amore è la mia forza, sarò un terribile flagello che stravolgerà cielo e terra!" "Per quest'amore gli angeli mi ammireranno e i demoni mi temeranno!" "E se lei non tornasse dal silenzio di questa notte, questo mio amore basterebbe da solo per riempire la mia vita e le infinite altre che animano l'intero Creato!" "Invidiatemi geni dei cieli e dannati degli Inferi! Invidiatemi piochè mi annullo e mi rigenero in questo mio amore!" "Questo mio amore che non teme nulla! Nè il tempo, nè la vita, nè la morte stessa!" "Questo mio amore è tutto, rendendo come il nulla tutto il resto!" Guisgard la fissava. Lei non diceva nulla. Si stringeva al corpo del cavaliere e con le mani accarezzava il suo petto. "Talia..." provo a dire lui. Ma lei, posando delicatamente la mano sulla sua bocca, lo zittì. Poi gli si avvicinò per baciarlo. Cosa cela uno sguardo? Per molti nulla, mio signore. Ma chi ama sa leggervi la verità. Non una semplice verità, ma quella dell'anima. E quella non può mentire. Cosa vide il cavaliere in quello sguardo? Non lo so, mio giovane signore. Nessuno temo lo sappia. Ma ciò che vide lo destò da quell'incanto. Ed allora forse, ma solo se vorrai crederlo tu, mio giovane signore, il cavaliere udì anche una voce. “Mi dispiace di averti trascinato quaggiù, Guisgard! Mi dispiace tanto...” sembrò sussurrare un vento lontano. E rapido, come solo quello stesso vento sa esserlo, il cavaliere estrasse la sua spada. "Vattene, mostro..." minacciò puntando la spada contro il petto di quella oscura figura. Essa allora rise forte, come a volersi prendere beffe di lui. E più rideva, più quella voce perdeva il tono umano, per assumerne uno bestiale. E rise fino a svanire nell'oscurità di quel malefico incanto. Dopo alcuni istanti Guisgard ritornò dai suoi compagni. Era pallido ed aveva l'espressione stravolta. "Sir Guisgard!" Gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?" "Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..." E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio.
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18-01-2011, 08.05.15 | #969 |
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Morven si lasciò cadere a terra, e solo in quel momento si rese conto di essere tremendamente stanco... da quanto tempo non mangiava o non dormiva? Aveva riposato un po' vicino a fuoco, la notte in cui avevano incontrato Bumin... Bumin... ah, quel dannato!... ma era stato un riposo inquieto... e anche in quel momento, non poteva certo chiudere gli occhi...
La stanchezza cominciava ad ubriacarlo...solo il pensiero di tenere d'occhio Dukey lo teneva sveglio e non lo faceva dormire... il pensiero di una minaccia costante, il pensiero dell'ombra che li avvolgeva... alle volte gli capitava ancora di pensare che combattere l'ombra fosse una causa persa... ma non doveva mollare, non doveva! ... la luce... la luce era il ricordo lontano delle mattine a Cassis... le galoppate lungo la valle, i vestiti nuovi di Zulora confezionati per la festa, le giostre, le battute di caccia... ... la luce... scherzare con Cypher sugli ultimi denari sperperati dall'arciere nei baratti, giocare con il suo segugio, vincere una gara di tiro, inseguire a cavallo il nemico che scappa... ... ma anche adesso, anche adesso c'è luce... Morven si sforzò di tenere aperti gli occhi... c'era ancora luce... la luce delle torce che si rifletteva sui grani del rosario che il Cappellano stava recitando a voce bassa in quel momento... la luce nel sorriso di Gaynor mentre faceva addormentare Lyan tra le sue braccia... la luce negli occhi di Iodix mentre guardava il suo padrone... la luce... c'è ancora tanta luce... ... sbattè le palpebre, cercando di restare desto... dov'era Guisgard? Si guardò intorno... non era ancora tornato... ... poi lo vide, e quel che vide lo fece sobbalzare. Era emerso dall'ombra della cupa galleria come un fantasma. Era pallido ed aveva l'espressione stravolta. "Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?" "Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..." E si lasciò cadere contro la parete, chiudendosi in un doloroso silenzio. Morven lo fissò sconvolto per un lungo istante. Fissò il vuoto che riflettevano i suoi occhi. Si domandò quali oscure visioni avesse avuto, e quali oscure visioni stesse ancora inseguendo nei suoi pensieri. Senza averne mai avuto una coscienza precisa, Morven aveva sempre avuto l'impressione di poterlo comprendere. Fin dal primo istante in cui si erano incontrati, Guisgard l'aveva sempre preso in giro per la sua aria seria e per i suoi discorsi pieni di ideali... eppure, a Morven era sempre sembrato che in realtà qual cavaliere scherzasse al solo fine di sfuggire alla sua comprensione... ma quella comprensione gli era sempre apparsa a portata di mano. Era vicina, sempre vicina ai suoi occhi, tanto vicina che gli sarebbe bastato stendere la mano per afferarla! L'anima di Guisgard... frammenti di discorsi gli tornavano alla mente... discorsi nati dal cuore della notte, sotto la benedizione della luna, e per questo più sinceri di quanto non sarebbero stati se fossero stati fatti alla piena luce del giorno... l'anima di Guisgard... luce... ombra... ordine... caos... in natura, ciò che non si somiglia, allora si completa... Si levò piano in piedi, e con lo stesso gesto silenzioso si sedette al fianco del cavaliere. Guisgard non diede cenno di aver notato il suo movimento. Continuava a fissare il vuoto davanti a sè come se non potesse vedere altro. I suoi occhi vedevano senza guardare. Morven lo studiò per qualche istante, come se fosse incerto sulle parole che stava per dire. "Sapete, Guisgard... ogni uomo ha il suo rimpianto, e anche io ho il mio... non sono riuscito a salvare una donna, una donna che mi era molto cara... non sono riuscito a salvarla per inseguire un sogno... non lasciate allora che i vostri incubi vi spingano a commettere il mio stesso errore! Ve lo dico da fratello, e sapete che non vi mento... sono stato pronto a giurare su questa spada che avrei combattuto al vostro fianco quando ancora non conoscevo bene il vostro valore, nè voi il mio... adesso che il destino ci ha fatto incontrare in questo luogo, sono pronto ad accompagnarvi fino alla fine..." si fermò un istante e gli sorrise con una sottile aria di scherzo "e chissà che questa volta non riesca a superarvi in fascino e strapparvi i favori di Madonna Morte!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 18-01-2011 alle ore 16.59.11. |
18-01-2011, 11.01.48 | #970 |
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Mylady dissi il mondo la fuori è un paradiso pieno di fiori alberi animali di tutti i tipi pultroppo però ci sono posti poco piacevoli e io fino ad esso ne ho visti e vi dirò sinceramente ci sono anche tante persone cattive la fuori vostro padre fa bene a tenervi qui almeno qui siete al sicuro e nessuno vi può fare del male vostro padre non lo fa per cattiveria a tenervi qui rinchiusa lo fa per la vostra sicurezza e perchè vi vuole molto bene da quanto ho visto e da quanto ho capito e dopo averle detto ciò rifasi in silenzio
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fabrizio |