18-01-2011, 19.47.05 | #971 |
Cittadino di Camelot
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Gaynor sedeva sul freddo pavimento con Lyan tra le braccia. Le stava cantando una dolce nenia per farla addormentare, accarezzandole i morbidi capelli. La luce delle torce mandava strani bagliori che si riflettevano sulle pareti di roccia, creando strane e contorte ombre che le mettevano i brividi. Il Cappellano recitava il Rosario con voce sommessa, mentre il vecchio era seduto poco distante da lei, con lo sguardo vigile. Che strano personaggio! Sir Dukey era ben desto, come pronto a cogliere il minimo movimento dei presenti, mentre Iodix si era assopito. Caro giullare! Si era affezionata a lui, leale ed arguto compagno. Sentì lo sguardo di Morven su di se e lo ricambiò con un sorriso, osservando i suoi lineamenti delicati e dolci. Era stanco e si vedeva, un po' di riposo gli avrebbe giovato, ma sembrava che quasi temesse di addormentarsi... D'improvviso lo vide sobbalzare e, seguendo il suo sguardo, lo vide fissare Sir Guisgard. Il cavaliere era sconvolto e la fioca luce sembrava marcare il suo livido pallore.
"Sir Guisgard!" gli andò incontro il Cappellano. "Dove siete stato? Avete visto qualcosa? Diteci... cosa ci aspetta?" "Le forze del male sono beffarde..." mormorò il cavaliere fissando l'indefinito vuoto di quel luogo "... i loro inganni sono terribili... possa il Cielo aver pietà di noi..." rispose il cavaliere. Nel sentire queste parole, Morven si alzò e andò a sedersi accanto a Guisgard. Gli stava dicendo qualcosa che però lui sembrava non sentire... Il suo sguardo perso nel vuoto le andò dritto al cuore, spingendola ad avvicinarsi. Lasciò Lyan al vecchio, l'unico vigile di cui si fidasse completamente, e mosse qualche passo in direzione dei due cavalieri. "Spero di non disturbarvi..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
18-01-2011, 20.46.38 | #972 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Cavaliere Vermiglio continuava a dormire accanto al fuoco.
Di tanto in tanto uno dei servitori gettava qualche arbusto secco sulla fiamma, ravvivandola ed illuminando la sala. "Comprendo, messere..." disse Giselide dopo aver ascoltato Cavaliere25 "... ma..." fissò di nuovo suo padre ed un dolce sorriso sorse sul suo candido viso "... so che per mio padre rappresento tutto il mondo, ma... io so che là fuori c'è qualcosa... qualcosa che mi sta chiamando... ed il sogno che feci ne è un segno..." Prese di nuovo il disegno tratto da quel sogno e lo mostrò al giovane arciere. "Io voglio scoprire cosa significa questo disegno" aggiunse "e per farlo devo uscire da questo castello... mi aiuterete, messere?" In quel momento il Cavaliere Vermiglio tossì, farfugliando qualcosa nel sonno, per poi adagiarsi di nuovo sul suo seggio e continuando a dormire. "Ma mio padre non deve scoprirci..." disse Gidelide.
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18-01-2011, 20.49.49 | #973 |
Cittadino di Camelot
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mylady dissi siete davvero sicura di scoprire cosa ce dietro quel sogno e disegno? io vi aiuterei volentieri ma ho paura di subire le conseguenze di vostro padre se venisse a scoprire che vi ho aiutato io sarei un uomo morto voi capite vero? mylady e aspettai che dicesse qualcosa
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fabrizio |
18-01-2011, 21.18.53 | #974 |
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Guisgard stava con la testa appoggiata alla parete rocciosa.
Il viso era contratto, teso ed uno sguardo come perso fissava l'indefinito vuoto di quel luogo. Di tanto in tanto si sentiva qualcosa percorrere quei passaggi. Qualcosa come trasportato dal vento. Sibili, echi, che sembravanno divenire lamenti, pianti, grida lontane. Ma non c'era vento in quel luogo. Sembrava non esserci nulla, se non un astratto senso di cupa disperazione, di dolore celato tra le ombre e le luci che parevano danzare in quella sorte di anticipazione dell'Ade. "Per quanto questa vita possa apparirci terribile..." mormorò all'improvviso il vecchio delle fosse "... non è nulla rispetto all'infinito dolore che dimora negli Inferi..." Null'altro aggiunse, continuando ad apparire indifferente, quasi apatico, a tutto ciò che lo circondava. Per un attimo Guisgard prestò attenzione a quelle parole, che sembravano averlo destato dal suo sconforto. Fissò poi Morven. "Madonna Morte..." ripetè "... la morte non fa veramente paura... l'ho invocata tante volte in passato... no, essa mi è indifferente... come lo era per me anche il dolore..." sorrise quasi malinconico "... già, il dolore... non temerlo cosa significa?" Chiese a Morven. "Che si è coraggiosi? No... il coraggio non c'entra... quando non si ha nulla, il dolore non fa paura... come la morte... solo quando si possiede davvero qualcosa si comincia allora ad aver paura... paura di perdere ciò che si ama... di soffrire... o di veder soffrire proprio chi si ama... allora e solo allora... dolore, sofferenza e morte fanno paura... divenendo demoni animati dall'unico desiderio di tormentarci..." Quelle parole nel silenzio che li circondava, con le loro sensazioni, angosce, paure. Tutto scandito dalla litania che il Cappellano stava recitando, invocando gli appellativi della Santa Vergine. "Madre di Dio... Madre della Grazia... Vergine Prudentissima... Vergine Venerabile... Vergine degna di lode... Vergine Santissima... Torre di Davide... Stella del Mattino..." Guisgard mise una mano sulla spalla di Morven e la strinse. "Combatteremo, non temete..." disse "... è solo questione di tempo... l'odore del sangue sta diventando sempre più forte... e Dio non voglia che sia il nostro..." Le sue parole però furono interrotte dall'arrivo di Gaynor.
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19-01-2011, 03.31.50 | #975 |
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La paura di perdere ciò che si ama... in tutto quel tempo, Morven aveva sempre pensato di non avere nulla... per questo non aveva mai avuto paura.
Tutto era sempre freddo e indifferente. Per questo era riuscito per tanto tempo a uccidere per soldi... e forse per questo non era mai morto, perchè in realtà avrebbe dovuto avere prima qualcosa che lo facesse sentire vivo, per poter morire! La paura di veder soffrire chi si ama... questo era un discorso ben diverso... e lo capiva, lo capiva bene, adesso! Ma non poteva dir nulla su questo argomento, per pudore doveva tacere... perchè di fronte alla sofferenza lui era fuggito! Ripensò al giorno in cui aveva incontrato Belven a Camelot, e aveva accettato di seguire lui e i suoi cavalieri in quell'impresa... sì, in quel momento più che mai sentiva forte il pensiero che aveva avuto nell'accettare quella chiamata alle armi... doveva tornare... doveva uscire da lì e tornare a casa, a sistemare ogni cosa... il ragazzo che era fuggito in preda allo sconforto doveva farsi uomo e tornare. Sentì la mano di Guisgard poggiarsi sulla sua spalla, ripensò a tutte le parole che il cavaliere gli aveva rivolto, e al tono di profondo e sincero dolore con cui le aveva pronunciate. Si voltò a guardarlo, finalmente, perchè in tutto quel tempo in cui lo aveva ascoltato in silenzio il suo sguardo era stato perso ad inseguire i bagliori di luce che ondeggiavano incerti sulle pietre irregolari del pavimento. "Però finchè c'è ancora qualcosa al mondo che amiamo, qualcosa a cui teniamo, allora c'è anche un motivo per combattere, e soprattutto... c'è un motivo per non morire..." Accennò appena un sorriso, lieve e triste, verso Guisgard. "E allora il sangue versato non sarà il nostro, perchè sia io che voi abbiamo qualcosa per cui valga la pena di restare in vita!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
19-01-2011, 05.48.10 | #976 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gidelide fissò prima Cavaliere25 e poi suo padre.
Questi dormiva ancora, senza neanche sospettare il senso dei loro discorsi. "Messere..." disse la ragazza "... quel sogno era un messaggio e questo disegno il solo modo per decifrarlo! Lo so, vi chiedo tanto, forse troppo... ma ho solo voi... io... io sento che devo capire cosa cela tutto questo! Ditemi, mi aiuterete? Mi condurrete fuori da questo castello per scoprire la verità?"
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19-01-2011, 11.56.17 | #977 |
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Va bene dissi guardando la dolce fanciulla vi aiuterò ma a una condizione se vedo qualche pericolo vi riporto indietro subito non voglio che vi accada nulla di male e le sorrisi dolcemente
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fabrizio |
20-01-2011, 02.49.40 | #978 |
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"Spero di non disturbarvi..." disse Gaynor avvicinandosi ai due cavalieri. Così dicendo, si accoccolò ai loro piedi e, rivolgendo lo sguardo a Guisgard, cominciò a parlare con un tono frivolo e amabile: "Per qualche momento dimentichiamoci dell'orrore, i vostri occhi mostrano di averne visto tanto... solo per qualche minuto immaginiamo che questo freddo pavimento sia un verde prato, noi siamo tre giovani spensierati che si raccontano dei loro sogni raccogliendo qua e là dei profumati fiori di campo. Nel mio giardino ce ne sono di bellissimi, in primavera le fresie profumano così tanto che quasi possono nauseare... sembrano figlie del sole, con il loro giallo vivido... Quali sono i vostri sogni? Il mio è quello di vivere in un grande castello con l'uomo che amo, e che a sua volta mi ami di un amore sconfinato... un banale sogno da ragazzina innamorata, vero? Ma voi prodi cavalieri avrete di sicuro aspirazioni ben più alte, eroiche imprese di spada... o magari sognate di giostre e di dolci dame..." e qui Gaynor rivolse ai due il suo più disarmante sorriso, sperando di essere riuscita a riportare un soffio di aria pulita in quel luogo cupo e spettrale...
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20-01-2011, 02.53.23 | #979 |
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Gidelide fissò Cavaliere25 negli occhi ed un caldo sorriso illuminò il suo volto.
"Messere..." disse con gli occhi lucidi ed il cuore che le batteva a mille "... io... grazie..." Si voltò di nuovo verso suo padre che continuava a dormire accanto al camino. "Stanotte..." continuò "... quando tutto il castello dormirà... allora potremo allontanarci indisturbati... ci ritroveremo nel cortile allo scoccare della mezzanotte..." Poco dopo, il Cavaliere Vermiglio si svegliò e diede ordine ai suoi servi di preparare la cena. Dopo che ebbero mangiato, a Cavaliere25 fu mostrata la stanza nella quale avrebbe trascorso le sue notti al castello. La notte scese rapida ed il maniero si addormentò nel silenzio dei suoi incanti. Fino a quando i rintocchi della campana della cappella annunciarono la mezzanotte. E come detto, Gidelide attese nel cortile l'arrivo di Cavaliere25.
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20-01-2011, 03.26.20 | #980 |
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Morven parlava di alti valori e di cose importanti.
Tanto importanti da rendere vera e degna anche l'esistenza più misera. I grandi valori. Quanti ne aveva sentito sbandierare Guisgard durante il tempo trascorso nel suo ordine cavalleresco. "Quale valore vale tanto da richiedere in pegno un'intera esistenza?" Pensava. "E cosa valeva davvero in un posto come quello che li circondava? Un posto dove nè la vita, nè la Fede sembravano avere un significato..." Ma le parole di Gaynor interruppero i suoi pensieri. Quella donna, ancora tanto misteriosa agli occhi di Guisgard, gli aveva fatto tornare in mente la sua terra, la Cornovaglia. "Da piccolo" disse Guisgard "amavo molto l'Autunno... l'aria era fresca e pulita, libera ormai dalla calura estiva e le giornate erano più luminose..." Sorrise, come se qualche lontano ricordo attraversasse il suo sguardo. "Si, le giornate erano luminose..." aggiunse "... ricordo di tanta luce che invadeva il castello... le giornate d'Estate erano calde e i servi coprivano le finestre con delle tende... in Autunno invece la luce non portava più con sè la calda afa estiva e le finestre erano lasciate libere alla luminosità di quei freschi pomeriggi... allora tutto cominciava a fiorire in una illimitata quantità di colori nei lunghi corridoi e nelle ampie sale del maniero... sugli specchi si riflettevano intensi bagliori dorati, mentre il marmo delle statue che ornavano le grandi scalinate assumeva tonalità di rara bellezza... e poi il verziere... quanti giochi gridati e quanti sogni inseguiti tra i suoi fiori dai mille profumi, mentre il vento, soffiando tra il verde fogliame degli alberi, componeva magiche melodie che animavano quelle liete giornate..." E si abbandonò a quei ricordi di un tempo che sembrava vivere in un incanto lontano e quasi irreale.
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