22-11-2012, 17.37.00 | #981 |
Cittadino di Camelot
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Uscì sbattendo la porta ed io sussultai... ero scossa, ed una marea di emozioni si agitava dentro di me. Difficile sarebbe stato esprimere ciò che provavo in quel momento: tremavo, avevo le guance rosse e accaldate ed il cuore mi batteva tanto forte che avrebbe potuto uscirmi dal petto da un momento all’altro... e non riuscivo a pensare ad altro che all’ardore nei suoi occhi e nella sua voce, al calore delle sue labbra e alla forza delle sue braccia...
Chiusi gli occhi, tentando di riacquistare il controllo. “Talia...” Le mie mani si strinsero intorno al bordo del parapetto quasi convulsamente, mentre i miei occhi scrutavano la folla in modo sempre più frenetico... “Talia...” insisté mio padre “Devi salire... la nave sta per partire!” “No...” mormorai “Dobbiamo aspettare ancora... aspettiamo ancora un momento, padre!” “Talia... non verrà!” “Sì che verrà!” ribattei con forza, portando gli occhi su di lui. Lo osservai per un attimo, caparbiamente... poi tornai a scrutare il viavai del porto... uomini e donne, mercanti e marinai, soldati e sfaccendati... ogni sorta di umanità si accalcava davanti ai miei occhi, ma tra essi non riuscivo a scorgere l’unico volto di cui ero in cerca... “Verrà...” soggiunsi, con il tono di chi cerca con tutto sé stesso di aggrapparsi alla più flebile speranza “So che verrà, padre! Forse... forse è solo in ritardo...” Philip abbassò per un momento lo sguardo, poi mi si avvicinò appena e prese la mia mano tra le sue... “Sarebbe già arrivato, se fosse voluto venire... lo capisci?” sospirò “Ascolta... so che oggi questo è difficile da accettare per te... però... credimi, è meglio così! E’ meglio per tutti!” “Ma, papà...” mormorai, con la voce che si spezzava “Papà, io... io gli ho creduto davvero... e credevo davvero che lui fosse sincero quando...” “Lo so!” mi interruppe lui, prima che io potessi continuare, circondandomi le spalle con un braccio e conducendomi verso la nave in partenza “Lo so che non è colpa tua... ti sei sbagliata... ma non devi essere triste... vedrai, Las Baias ti piacerà. Le Flegee sono un mondo nuovo, tutto da scoprire... e là ti farai una nuova vita...” Sospinta da mio padre e stordita dalle sue parole, mi avviai sulla passerella... ero affranta, distrutta e non potevo credere che davvero non fosse venuto, non potevo credere che papà avesse ragione, non potevo e non volevo crederlo... Una volta a bordo, mentre alcuni uomini stavano già ritirando la passerella, mi voltai ancora una volta, speranzosa, verso il molo... ma di lui nessuna traccia... Battei le palpebre, scivolando fuori da quel doloroso ricordo... la mia mente era confusa, sconvolta dagli eventi... e mi accorsi che stavo ancora fissando la porta da cui, rabbiosamente, era uscito... Mi riscossi, dunque, e mi aggirai per la cabina... oro e argento rilucevano ovunque alla danzante luce delle lampade ad olio, ma io non ci facevo molto caso... la mia mente era tutta concentrata su di lui, su ciò che aveva fatto e su quella rabbia che era improvvisamente esplosa... ne ero stata colpita... per la prima volta in due anni avevo scorto una rabbia ed una frustrazione che non erano le mie... per tutto quel tempo, avevo attribuito a lui la colpa completa del mio dolore... e scorgere ora, così distintamente, il suo dolore e la sua rabbia mi colpì. C’era un sofà nell’angolo più remoto e più buio della cabina... e lì mi sedetti per pensare, accorgendomi improvvisamente di quanto dovevo essere stanca. Non sapevo più da quanto tempo non dormivo e poi tutte quelle emozioni, nelle ultime ore, mi avevano provata. Quasi senza accorgermene, dunque, distesi le gambe e appoggiai la testa... ed un secondo dopo già dormivo.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
22-11-2012, 17.40.25 | #982 |
Cittadino di Camelot
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Ringraziai il marinaio e mi addentrai sottocoperta.
Un lungo corridoio conduceva nei vari alloggi. Trovai quello con la rosa stilizzata sulla destra e vi entrai. L'ambiente era piccolo ma confortevole nell'insieme. Una branda era adossata ad una parte e ai suoi piedi c'era un baule. Dall'altro lato era posta una tinozza che subito usai per rinfrescarmi. Mi sistemai quindi i capelli in una lunga treccia laterale guardandomi ai resti dello specchio che un tempo dominava appeso sopra la tinozza. Di fronte alla porta c'era un piccolo oblo con delle inferiate dal quale riuscivo a distinguere il blu del mare. Mi riposai un po' sul letto poi decisi di tornare sul ponte. Camminando riflettevo sulla mia sorte..per ora tutto sommato mi era andata bene..ma chissà fino a quando...che cosa voleva quella donna da me...che strano mistero portava con se... Con queste domande in testa giunsi al ponte. La donna era rimasta li dove era quando ero scesa in cabina, immutabile e ferma come una montagna. Sulle prime pensai di andare a porle le mie domande poi, forse proprio a causa di questa sua imperturbabilità che mi metteva un po' a disagio, ci ripensai. Mi guardai allora intorno alla ricerca di qualcuno che potesse spiegarmi. Il mio sguardo infine cadde su un giovane marinaio intento a sistemare delle corde. Il ragazzo, che doveva avere circa la mia età o poco più, era un po' impacciato e piuttosto lento. Sistemare le corde che tenevano le vele era uno dei miei compiti in Scandinavia, avevo dunque una certa famigliarità e dimesticchezza con quel tipo di lavoro. Così mi avvicinai e presi una delle corde rovinate da un cesto, poi mi sedetti accanto al giovane e mi misi a lavorare in silenzio. Quando ebbi finito scoprii il ragazzo intento a guardarmi stupito, la sua corda infatti era ancora ben lontana dall'essere ultimata. Gli sorrisi. "Ciao, mi chiamo Cheyenne, sono nuova qui, spero di poterti aiutare se ti fa piacere...sai non so ancora come funzionano le cose qui..ma non mi va di restare con le mani in mano...
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[I][COLOR="Indigo"]Follow Your Heart But Don't Lose Your Head[/COLOR][/I] Ultima modifica di Cheyenne : 22-11-2012 alle ore 20.20.55. |
22-11-2012, 19.26.28 | #983 |
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Guisgard si allontano da quella cabina con gli occhi ancora ardenti e l'espressione contratta per la rabbia e la delusione.
“Capitano...” disse avvicinandosi Fidan “... l'altro prigioniero, messer Blind, vi manda i suoi saluti e chiede di potervi parlare il prima possibile... dice che è affare urgente.” “Ricambia i suoi saluti.” Fissandolo Guisgard. “E digli che io non ricevo i membri della Compagnia delle Flegee. “E riferiscigli anche che non vedo l'ora di sbarcarlo al luogo di sua destinazione.” “Si, signore.” Annuì Fidan. Guisgard allora raggiunse il ponte superiore, dove si trovava gran parte del suo equipaggio. L'aurora, enigmatica e silenziosa, sorgeva pian piano, coprendo ciò che fino ad un attimo prima era apparso buio e indefinito. Guisgard era poco più avanti dal muro di cinta della villa e fissava i primi bagliori del giorno nascente sui vetri delle finestre. “Cercate qualcosa?” Il Guardiamarina si voltò di scatto. “Non temete, so che non siete un ladro.” “Chi siete voi?” Chiese Guisgard. “Ovvio che non sono un ladro. Da quando i ladri indossano le uniformi della marina inglese?” “Siete proprio come vi avevo immaginate, sapete?” Il Guardiamarina di Sua Maestà lo fissò stupito. “Presuntuoso e arrogante come tutti gli inglesi.” Sorridendo l'altro. “Il signor Van Joynson mi aveva avvertito circa il vostro temperamento.” “Siete uno dei suoi dunque!” “Si e reco un messaggio.” “Non mi interessano i messaggi di quell'uomo.” “Neanche se riguardano sua figlia?” “Cosa?” “Eh, Guisgard...” sorridendo di nuovo il messo “... andiamo, amico mio... tu ami quella ragazza... ma lei?” “Maledetto...” avvicinandosi a lui il Guardiamarina. “Vuoi prendermi a pugni?” Fissandolo il messo. “Vuoi rompermi la faccia? E perchè? Ambasciator non porta pena, lo sai...” “Cosa vuoi da me?” Con tono rabbioso Guisgard. “Portarmi le minacce del tuo capo?” “Ti ho detto che porto notizie su lady Talia...” mormorò il messo “... ah, Guisgard... ma davvero vuoi rischiare tutto per questa storia? Andiamo, faresti di tutto per lei, lo so. Ma lei per te? Tu le hai promesso Cielo e Terra. E lei? Quale prova di amore ti ha dato?” “Sta zitto!” Prendendolo per il bavero Guisgard. “Zitto!” “Perchè non è venuta qui?” Fissandolo il messo. “Io non mi intendo di queste cose. Le storie che riguardano il cuore per me sono incomprensibili, ma tu? Tu invece cosa ne pensi? Nei romanzi gli amanti fanno cose incredibili per l'altro. E lei invece? Perchè non è qui? Perchè non ha lasciato tutto per te? Dovrebbe essere qui e non su una nave per le Americhe. Suvvia, Guisgard... se io amassi una donna come tu ami lei, pretenderei il medesimo slancio. E tu invece? Sei qui, come un novello Romeo, sotto ad un balcone dal quale nessuno più si affaccerà!” “Chi sei, maledetto?” “Forse la tua coscienza...” rispose il messo “... forse la tua Ragione... di sicuro un tuo amico...” “Dov'è ora Talia?” Strattonandolo il Guardiamarina. “Perchè vuoi farti del male?” “Dimmelo!” “Seguimi...” Andarono così verso la villa. La ricca dimora era tutta avvolta in un alone profondo e distaccato. Solo una piccola finestra era illuminata. “C'è solo il vecchio signor Arkwin...” mormorò il messo “... il resto della famiglia è partito... anche la tua Talia...” “Allora andrò al porto!” “Non ti basta ancora, vero?” “Al diavolo!” “Se lei ti amasse davvero, allora sarebbe qui e non su una nave diretta dall'altra parte del mondo.” Disse il messo. “Vado al porto!” Fece Guisgard. “Sciocco...” scuotendo il capo il messo “... qualsiasi altra donna di questo mondo, se tu le avessi detto ciò che hai detto a lei, ora sarebbe qui, pronta a rinunciare a tutto... si, forse ti è affezionata, non lo nego... ma per superare le distanze, per vincere il Tempo, occorre l'amore, quello vero... e se ora sei qui con me e non con lei, beh, amico mio, forse non è il sentimento che ti aspettavi...” Guisgard restò a fissarlo, ma, nonostante tutto, non volle attendere oltre. Scosse il capo e corse via. Verso il porto. Ma era troppo tardi. All'orizzonte si vedeva la sagoma della nave che da Amsterdam sarebbe giunta nelle Flegee. Quella con Talia a bordo. E Guisgard restò a fissarla, con le onde del mare che coprivano, con il loro fruscio, il lamento del suo cuore. “Uomini!” Gridò Guisgard ai suoi. “Vi voglio tutti ai posti di manovra! Rynos! Rynos!” “Eccomi, capitano...” “Voglio sù tutte le vele che gli alberi possono sopportare!” Con tono fermo Guisgard. “Si cambia rotta!” “Ma...” sorpreso Rynos “... si, certo... avanti, uomini! Fiocchi e contro fiocchi!” “Austus!” Chiamò Guisgard. “Austus!” “Eccomi.” Giungendo il suo fedele. “Cosa succede?” “Possibile che tu non sia mai sveglio!” Indispettito Guisgard. “Ma, ero sveglio...” stupito Austus “... ero al timone...” “Preparati a virare!” Ordinò lo Sparviero Nero. “Fa rotta verso Las Baias!” “Las Baias?” Quasi incredulo Austus. A bordo sorse un vivace mormorio. “Si, Las Baias!” Urlò Guisgard. “Subito!” E restò a fissare il mare dal parapetto. E tutto quel trambusto svegliò Talia da suo sonno.
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22-11-2012, 19.26.59 | #984 |
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mi girai di scatto pronto per dargli una sberla ma mi fermai va bene dissi vuoi l'aqua te la vado a prendere basta che poi con me non parli piu e andai a prendergli l'acqua dentro di me dissi che bambina viziata
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fabrizio |
22-11-2012, 19.36.32 | #985 |
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Sorrisi a quelle parole bonarie.
"Siete davvero gentile, e vi ringrazio di tutto cuore..." Sospirai "..perdonate la mia diffidenza ma non ho fatto ottimi incontri su queste terre." Scossi la testa, pensierosa "allora i pirati sono ripartiti... Sono libera..." Sussurrai. Guadai negli occhi il vecchio "..il mio nome é Clio... Clio Timory..non sono affatto una ninfa, solo una fanciulla alla ricerca del suo amore perduto, che è riuscita a sottrarsi ai pirati... Anche grazie a voi " sorridendo "..e che mi dite di voi? Qual'è il vostro nome?" |
22-11-2012, 20.17.13 | #986 |
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“Il mio nome è Manolo Ramanquera” disse il vecchio a Clio “e un tempo sono stato un gesuita... ho scelto di vivere qui, da solo, perchè ormai i miei simili non sono più in grado di stupirmi o meravigliarmi... e così, dopo tante delusioni, mi sono stabilito a Vivermagren...” sorrise “... certo, di tanto in tanto, vengono da queste parti quei galantuomini che anche voi avete conosciuto, ma solitamente si limitano a dividersi bottini o a duellare fra loro, giusto per regolare le varie controversie sorte in seguito a quelle spartizioni. Ora però non avete più nulla da temere. Siete libera e con un valente Angelo Custode al vostro fianco.” Voltandosi verso Parsifal. “Immagino vogliate ritornare il prima possibile a casa vostra. Ma prima però sarà bene che vi rimettiate al meglio.” Tornando a guardare Clio. “Posso chiedere il nome della vostra terra?”
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22-11-2012, 20.29.13 | #987 |
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“No, non dovresti...” disse il giovane marinaio a Cheyenne “... non dovresti lavorare a queste corde, o finirai per rovinarti le mani... e dopo si arrabbierebbero se se ne accorgessero...”
Il marinaio allora riprese il suo lavoro. La misteriosa donna, intanto, era sempre ferma a guardare il mare. Di tanto in tanto le si avvicinava qualcuno dell'equipaggio per dirle qualcosa, per poi restare di nuovo da sola ed in silenzio.
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22-11-2012, 20.32.41 | #988 |
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Mi svegliai di soprassalto... la nave stava virando violentemente e, per questo, per poco non caddi dal divanetto.
Mi alzai, appoggiandomi alla parete per restare in piedi... ero ancora molto scossa per ciò che era successo, e le parole di Guisgard continuavano a vorticarmi in mente, la rabbia con cui le aveva gridate, in modo in cui mi aveva scossa e poi attratta a sé... mai prima di quella volta l’avevo visto in quello stato, mai. E, a quei pensieri, di nuovo prese a battermi forte il cuore... mi ammonii per questo. La nave di nuovo sobbalzò quando un’onda traversa la percosse sulla chiglia, mentre terminavamo quella brusca virata... e di nuovo dovetti appoggiarmi alla parete. Esitai solo un attimo... mi aveva lasciata lì, pensai: quelle parole fredde, quelle allusioni, quel bacio... e poi mi aveva lasciata lì quasi fossi uno dei suoi stupidi tappeti, o un’inutile oggetto da decoro... fui colta da rabbia, dunque, e da una sorta di istinto ribelle... e così, senza pensarci su neanche un po’, mi diressi verso la porta della cabina e la spalancai con irruenza, per poi uscire nel corridoio che mi trovai davanti.
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22-11-2012, 20.49.20 | #989 |
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Avevo pazientato abbastanza. Nessuno sembrava voler dirmi nulla.
Se quella donna continuava ad ignorarmi sarei andata io da lei. Mi alzai di scatto facendo cadere la corda a cui stavo lavorando. A gran passo mi diressi verso la donna, che continuava a guardare il mare. "Sentite io non so chi siete e che cosa volete da me, ma ho il diritto di saperlo, che lo crediate o meno. Il fatto che mi abbiate comprato non significate che avete il pieno controllo su di me, la mia mente è perfettamente attiva ed esige di sapere. Che significa la bandiera che avete issato sull'albero maestro? Dove siamo diretti? Rispondetemi!"
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22-11-2012, 20.54.09 | #990 |
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Talia si ritrovò così nel corridoio che dagli alloggi dava verso le scale per risalire sul ponte.
La Santa Rita aveva preso a navigare rapida e tutto sembrava sussultare intorno alla ragazza. Dal ponte provenivano voci e grida degli uomini impegnati nelle normali manovre di navigazione e si sentivano gli alberi della nave quasi scricchiolare sotto la foga del vento. Ad un tratto Talia passò davanti ad una cabina, di fronte alla quale vi era un uomo. “Milady.” Disse il pirata salutandola. “Volete forse rivedere l'uomo che era con voi?” E aprì la porta. Dentro vi era Blind seduto su un piccolo sofà che fissava il mare da una finestrella. “Lady Talia...” alzandosi in piedi l'avvocato “... come state? E' accaduto qualcosa?”
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