23-04-2013, 18.14.21 | #981 |
Cittadino di Camelot
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Approvai la proposta di Urez e insieme, dopo esserci congedati da Rosmunda, ci dirigemmo verso una delle torri della fortezza.
"Certo che tutti qui da segno di desolazione, anche i bambini non traggono gioia dai loro giochi" dissi guardandomi intorno. Salimmo quindi le scale di legno all'interno della torre di vedetta fino ad arrivare nella guardiola. Lo spazio era angusto e Urez, che era molto alto, dovette abbassare la testa per passare attraverso la porticina. Un tavolo scarno fatto sostanzialmente da un asse e una sedia erano il grosso dell'arredamento dello stanzino. L'uomo di guardia alzò il capo verso di noi con aria diffidente poi svogliatamente si alzò, feci qualche passo e si parò dinanzi a Urez al quale intimò di presentarci.
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23-04-2013, 18.19.55 | #982 | |
Cittadino di Camelot
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A quelle parole del cavaliere, il libro si riaprì e riprese a raccontare...
io mi voltai appena verso Guisgard e gli regalai un sorriso felice. Ascoltai, poi, con attenzione ciò che Abecedarius ci narrò dei due personaggi, delle loro visita a quel luogo carico di magia e significato... ascoltai delle cappellina e del tesoro... ascoltai le loro parole e l’allusione alla conquista di Sygma da parte di Ardeliano... tremavo, nell’ascoltare quel racconto... sussultavo... mi protendevo in avanti, senza accorgermene... Poi, all’improvviso, Abecedarius si interruppe di nuovo... “Cosa?” mormorai “Perché? Perché Marcus grida? Cosa è accaduto?” Citazione:
i miei occhi corsero verso la finestra a quelle parole, incerti... “Capisco...” mormorai. E di nuovo tornai a guardare Guisgard... ero combattuta... una parte di me desiderava ascoltare ancora quella storia, e l’altra parte sapeva che forse avremmo dovuto presentarci al nostro ospite... e, fissando il cavaliere, esitai...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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23-04-2013, 18.58.22 | #983 |
Disattivato
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Sorrisi alle parole di quell'uomo.
"...vi sono grata, messere, dell'ospitalità... Vi ringrazio davvero..". Ascoltai poi il motivo della festa. I matrimoni mi lasciavano sempre perplessa. Cosa significava "è un buon partito"? È davvero quello che la sposa desidera?Avevo sentito troppe volte quella frase e non riuscivo ad essere gioiosa a prescindere durante una festa di nozze. Ma quando vidi il viso raggiante della fanciulla, sorrisi a mia volta, augurandole amore e felicità. Mi voltai verso Mamyon, e nascosi un sorriso. Un tempo, sicuramente, l'avrei invidiata. Ma ora, forse, anche io potevo sognare. Avevo smesso di farlo troppo tempo prima. E Lucius mi rimproverava sempre. Sorrisi, pensando a cosa mi avrebbe detto se fosse stato lì. D'un tratto, però, tutti si voltarono verso la selva, come pietrificati. D'istinto mi avvicinai a Mamyon guardando lontano. "..cosa sarà?" Sussurrai sapendo che nemmeno il cavaliere conosceva la risposta. |
23-04-2013, 18.58.58 | #984 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quel rintocco di campana, Guisgard si avvicinò alla finestra che dava sulla Cappella di San Nicola.
“Allora è qui...” disse come se parlasse a se stesso. “Si, è rinchiuso da giorni nella cappella per pregare.” Annuì Tanis. “E' tornato qui dopo aver svolto un esorcismo in un villaggio vicino. Era molto provato... e si è poi chiuso nella cappella per pregare.” “Andremo da lui...” mormorò il cavaliere “... Tanis, affido a te la mia spada... me la restituirai quando usciremo dalla cappella...” e diede la spada alla marionetta. “La proteggerò a costo della vita, milord.” “Sarà lei a proteggere te.” Fissando la marionetta Guisgard. “Andiamo a salutare il nostro ospite, milady?” Rivolgendosi poi a Talia. “Vedrete, vi piacerà. Con voi sarà simpatico.” E rise sarcastico. I due, così, raggiunsero la Cappella Palatina. Era una struttura di gusto romanico, anche se edificata al tempo dei longobardi. Le modifiche successive a questa invasione furono volute da alcuni vassalli del re che strapparono queste terre agli ultimi Gastaldi longobardi. Guisgard e Talia allora entrarono. La penombra dominava nella cappella e solo verso l'abside le candele squarciavano il buio. Davanti all'altare vi era una figura di spalle. “Il figliuol prodigo torna a casa...” senza voltarsi. “Senza però” replicò Guisgard “che nessuno uccida il vitello grasso per lui...” “Sei davanti all'altare...” mormorò la figura “... inginocchiati...” Il cavaliere si inginocchiò e si segnò di nuovo. “La dama che ti accompagna” sempre restando di spalle la figura “vedo non è avvezza ad entrare in una chiesa...” “E'...” fissando quella figura Guisgard “... è una mia amica...” “Per te le donne non sono mai state amiche.” Voltandosi finalmente la figura. Era un vecchio monaco.
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23-04-2013, 19.57.49 | #985 | |
Cittadino di Camelot
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Osservai Guisgard alzarsi ed avvicinarsi alla finestra...
mi stupii un po’ per quelle sue parole, sussurrate, vaghe... quasi dolorose, mi erano sembrate... poi lasciò la sua spada a Tanis... ed anche questo mi sorprese molto... infine mi chiese di andare a salutare il nostro ospite. Lo fissai ancora per qualche momento, in silenzio... lo studiai... studiai la sua voce ed il suo sguardo, adesso tornato improvvisamente enigmatico ed impenetrabile... poi, lentamente e senza smettere di fissarlo, gli porsi la mano perché la prendesse e mi alzai in piedi. “Andiamo...” mormorai. Attraversammo in silenzio il palazzo, diretti verso la cappella... i miei occhi, di tanto in tanto, ruotavano nascostamente su Guisgard... e tuttavia, non sapevo perché, non ebbi il coraggio di dirgli niente. Solo quando giungemmo di fronte alla cappella, non potendo più aspettare, mi decisi... “Non avevo capito...” mormorai, trattenendolo per il braccio “Non avevo capito che voi... che voi conosceste già il nostro ospite! Non avevo capito che aveste degli... amici, qui!” Feci qualche passo e mi avvicinai a lui... “E poi avete lasciato la vostra spada a Tanis...” sussurrai ancora, quando gli fui vicina “La vostra spada... proprio voi che mi avreste messo a soqquadro l’intera Sant’Agata pur di riaverla... proprio voi, ora, l’avete lasciata a Tanis...” Lo scrutai ancora per qualche momento, in silenzio... poi, con un piccolo cenno, lo invitai a precedermi... Citazione:
quella figura ci dava le spalle, eppure parlò come se avesse potuto vederci entrare. Guisgard si inginocchiò di fronte all’altare... io no. Il cavaliere si segnò ripetutamente... io no. Io rimasi immobile... rigida... con la schiena diritta e gli occhi fissi sulla figura... all’improvviso, poi, si voltò e ci fronteggiò entrambi... era un anziano monaco, dall’aspetto semplice ma dagli occhi incredibilmente penetranti... occhi che puntò su di noi, su di me... ed io sostenni quello sguardo... lo sostenni in silenzio, immobile, impassibilmente fredda e distante.
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23-04-2013, 20.03.06 | #986 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“E chi vi dice” disse Velvò ad Altea “che quella direzione indichi ciò che state cercando voi? Avete forse pensato intensamente all'Oggetto che vi occorre? Potrebbe voler indicare anche la mia balestra, visto che io ne sono ossessionato...” la fissò “... magari questa bussola non ha alcun potere, ma in caso contrario il mio ragionamento potrebbe avere un senso e voi vi ritrovereste ad inseguire Costanza...” sorrise “... forse vi conviene ripensare a ciò che cercate e poi a domandarlo ancora alla bussola... sempre che quell'Oggetto vi stia tanto a cuore...”
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23-04-2013, 20.19.55 | #987 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi appena..."Avete ragione" e rimisi la bussola nella sacca..."la mia è una impresa già persa..ora scusatemi ma devo partire per Capomazda, devo raggiungere il Monte Arcangelo..prima della notte si spera, so che vi è la guerra...però so che questa mia ricerca non ha più un senso" dissi sconfortata "purtroppo trovare quel Fiore...per salvare Vivian e trovare il mio Cavaliere non ha senso...io ho fatto il possibile e non sono la salvatrice del mondo, andrò cosi errando, ma mi fido più del Duca di Capomazda che dell' Arconte Meccanico, e magari mi aiuterà a ritornare a Camelot...sola..e magari mio padre e il marchese, padre di Vivian,cercheranno di fare qualcosa".
Presi la sacca e uscii dalla locanda, presi il mio cavallo, lo abbeverai e salita in groppa presi la strada che il fabbro mi aveva indicato verso il Monte Arcangelo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 23-04-2013 alle ore 20.25.34. |
24-04-2013, 01.28.50 | #988 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cheyenne e Urez, così, si recarono verso la torre, dove si trovavano i soldati del castello.
Qui il cavaliere chiese di parlare col comandante della guarnigione. Al militare poi Urez spiegò ogni cosa e quello ordinò allora di chiamare tre soldati che avevano montato la guardia proprio la notte prima. “Conduceteli qui.” Disse al suo luogotenente. Poco dopo arrivarono i tre soldati. “Tutti voi avete svolto regolare turno di guardia?” Chiese Urez ai tre. “Si.” Risposero loro. “E vi siete accorti di qualcosa di strano?” “Nulla di pericoloso, milord.” Fece uno dei tre. “Nessun nemico, dunque?” “No, signore.” “Nessun fatto sospetto o strano?” “Nulla che attentasse al castello.” “Niente altro di significativo?” Fissandoli Urez. “Anche se non strettamente legato ad un pericolo incombente?” “In verità...” mormorò uno dei tre. “In verità?” Ripeté il cavaliere. “E' successo ancora...” “Cosa?” I tre si scambiarono sguardi titubanti. “Allora?” Li esortò Urez. “Il fantasma, milord...” uno dei tre “... si è manifestato ancora...”
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24-04-2013, 01.31.15 | #989 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Così, la falsa compagnia teatrale raggiunse il palazzo del re.
Erano così truccati e mascherati che le guardie non li riconobbero. E dopo alcuni controlli di circostanza, Elisabeth e gli altri suoi compagni furono fatti entrare. Alcuni servitori li fecero alloggiare in un palazzetto laterale alla corte principale. “Il vostro spettacolo” disse un servitore “andrà in scena a corte. Ma prima incontrerete sua maestà.” “Quando accadrà?” Chiese Swas. “Presto sarete convocati.” Ed i servi uscirono. “Il re vorrà sapere dello spettacolo...” fece Orez appena i quattro rimasero soli “... se si tratta di una commedia o di una tragedia... dobbiamo mettere su una trama suppongo...” “Parlerà di noi...” mormorò Sawas “... della nostra ricerca del Fiore... sperando che abbia un lieto fine e dunque sia una commedia...” si voltò verso Elisabeth “... voi sarete il Fiore Azzurro... e lo animerete per come lo vedete... lo rappresenterete secondo l'immagine che avete di quel Fiore...”
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24-04-2013, 01.49.22 | #990 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tutti guardarono verso la foresta.
Mamyon per un istante guardò Clio, per poi tornare a fissare quel sentiero che emergeva dalla vegetazione. Allora dalla boscaglia emersero dei cavalieri a cavallo. Sulla gente che festeggiava calò un cupo silenzio. “Presto...” disse il padre della sposa ad alcune donne “... nascondetela...” E quelle nascosero la sposa. “Cosa accade?” Chiese lo sposo. “Sta zitto, per l'amor del Cielo!” Intimò il suocero a Facchin. “Sta zitto!” Intanto i cavalieri arrivarono. “Che bella festa...” fece colui che sembrava essere il loro signore “... perchè non sono stato invitato?” Nessuno rispose. “Dov'è la sposa?” Domandò il signorotto. Ancora silenzio. “Voglio augurarle il meglio!” E i suoi uomini cominciarono a ridere. “Allora, la sposa?” “Milord...” avvicinandosi a lui il padre della sposa “... mi permetto di rammentarvi che un editto ducale, imposto dal vescovo, ha soppresso il diritto della prima notte...” “Zitto, cane!” Colpendolo col frustino il signorotto. “Portatemi la sposa! Subito!” L'uomo portò una mano sul taglio che quel frustino aveva lasciato sul suo volto. Si voltò allora verso le donne che avevano condotto nel mulino la giovane, facendo loro cenno di chiamarla. Poco dopo la sposa apparve fra loro. “Facchin, vedo che hai gusto in fatto di donne!” Esclamò il signorotto, che nel frattempo si era seduto ad uno dei tavoli per mangiare. “Vieni avanti, non aver paura!” Rivolgendosi poi alla ragazza. Intanto i suoi cavalieri, che avevano imitato il loro padrone prendendo posto ai vari tavoli, cominciarono a far battute oscene fra loro. “Cosa sta succedendo?” Chiese Densesu sottovoce a Mamyon. “Una vigliaccata...” rispose questi sempre a bassa voce. Intanto la giovane sposa aveva raggiunto il signorotto. “Si, davvero un bel bocconcino...” guardandola con lussuria il signorotto “... Facchin...” parlando poi allo sposo “... sei un uomo fortunato, sai? Perchè ora il tuo signore darà il suo assenso e la sua benedizione alle tue nozze...” fissò la giovane ed un ghigno apparve sul suo volto. La prese allora per un braccio e la trascinò con sé verso il mulino. Facchin, davanti a quella scena, tentò di correre da sua moglie, ma i cavalieri del signorotto lo bloccarono. “Il primo che causerà noie” rivolgendosi uno dei cavalieri ai presenti “si ritroverà senza un braccio! Intesi, villani?”
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